Assegno divorzile: quanto incide la breve durata del matrimonio?

Redazione Scientifica
21 Settembre 2022

Nell'attribuzione dell'assegno di divorzio il giudice deve considerare se e in che misura vi sia stata una compromissione delle prospettive di carriera di uno dei coniugi in funzione del proprio ruolo familiare, sulla base di fattori vari quali l'età, le condizioni del mercato del lavoro e, in una certa misura, anche la durata del matrimonio.

Con una rilevante pronuncia, il Tribunale di Taranto ha negato l'attribuzione dell'assegno di divorzio alla parte ricorrente, per mancanza dei relativi presupposti, considerando, in particolare, quale elemento di discrimine la breve durata del matrimonio, insieme all'età della richiedente e alla nuova convivenza da questa instaurata.

Sulla scia dell'orientamento espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza del 11 luglio 2018 n. 18287, il Tribunale ha evidenziato come l'assegno di mantenimento svolga una funzione eminentemente assistenziale, per cui il diritto alla sua corresponsione scaturisce dall'assenza, in capo al richiedente di mezzi idonei a mantenere un regime di vita adeguato e dalla sua impossibilità di procurarseli per ragioni obiettive, che dovranno essere provate al momento della proposizione della domanda. Ciò risponde al dovere di solidarietà sociale sancito, in particolare, ex art. 3 Cost.

A ciò il Tribunale perviene tramite idonea valutazione delle condizioni economico-patrimoniali di entrambe le parti, accertando, ove fossero riscontrate notevoli disparità reddituali, se queste siano state dovute alla scelta di una delle parti di sacrificare le proprie aspirazioni professionali in funzione dell'assunzione di un ruolo trainante all'interno della famiglia, alla luce anche dell'età, dell'attività professionale precedentemente svolta e della conformazione del mercato del lavoro.

Nel caso di specie, il Collegio ha negato l'attribuzione dell'assegno sulla base della giovane età della ricorrente e, soprattutto, dalla breve durata del matrimonio (5 anni) per cui ha ritenuto di escludere che vi fosse stata una compromissione delle prospettive di carriere tali da far ritenere difficoltoso un nuovo inserimento nel mondo del lavoro. Né la ricorrente ha allegato prove di segno contrario.

Parimenti rilievo assume l'instaurazione di una situazione di nuova convivenza, indicata da una serie di specifici fattori (quali la coabitazione, la nascita di figli, la durata e costanza della relazione) che facciano presumere la nascita di un nuovo e stabile nucleo familiare.

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