Per le carceri previste le videochiamate per i detenuti e un sostegno psicologico per la Polizia penitenziaria

Redazione Scientifica
28 Settembre 2022

Emanate due circolari con le indicazioni per stabilizzare e regolamentare l'uso di videochiamate da parte dei detenuti e con nuovi percorsi per il sostegno psicologico alla Polizia penitenziaria.

Il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, ha provveduto a trasmettere agli organi centrali e periferici dell'Amministrazione stessa, due circolari con le indicazioni per stabilizzare e regolamentare l'uso di videochiamate da parte dei detenuti e nuovi percorsi per il sostegno psicologico alla Polizia penitenziaria.

In particolare, lo strumento di comunicazione attraverso le videochiamate, che era stato introdotto in via sperimentale durante l'emergenza pandemica, diventerà una modalità ordinaria, per assicurare il diritto costituzionale di ciascun individuo al mantenimento delle relazioni familiari.

Le indicazioni contenute nella circolare sono indirizzate a tutti i circuiti penitenziari, ad eccezione dei detenuti sottoposti al regime speciale previsto dall'art. 41-bis, sottolineando alcuni standard per impedire condotte inappropriate nel corso delle videochiamate e idonee a facilitare al contempo il lavoro del personale penitenziario.

Queste le parole di Renoldi che ci tiene a precisare come le telefonate e i colloqui assumano «funzione fondamentale sul piano trattamentale, quale modalità di conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell'esecuzione penale e quale strumento indispensabile per garantire il benessere psicologico delle persone detenute, al fine di attenuare quel senso di lontananza dal mondo delle relazioni affettive, che è alla base delle manifestazioni più acute di disagio psichico, spesso difficilmente gestibili dal personale e che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici».

Per quanto riguarda invece la seconda circolare, sono stati previsti nuovi percorsi di sostegno per il personale penitenziario, con azioni di supporto psicologico, come già previsto dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia nel Documento di Programmazione generale emanato lo scorso 11 gennaio.

L'intervento di esperti professionisti, soprattutto psicologi del lavoro, viene in questo modo assicurato agli operatori penitenziari una rete di supporto, per affrontare ed elaborare eventi critici e traumatici, a cui possano essere stati esposti durante il servizio, come suicidi, tentati suicidi dei detenuti, aggressioni o evasioni.

L'invito da parte di Renoldi è quello di «attivare con urgenza le azioni necessarie affinché la rete di sostegno sia operativa entro il 15 ottobre, utilizzando i fondi già assegnati per l'anno corrente».

*Fonte: DirittoeGiustizia

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