Ammessa la presenza del consulente del padre agli incontri con la figlia

Redazione Scientifica
26 Settembre 2022

La piena libertà lasciata al CTU nel determinare le modalità di svolgimento degli incontri volti a valutare l'opportunità di conservare il legame della minore con il padre biologico non può ledere il diritto alla difesa di quest'ultimo, impedendo la partecipazione del consulente di parte, ma deve essere sempre svolta nel pieno rispetto del principio del contraddittorio.

La Corte di Cassazione ha recentemente dichiarato la nullità di una consulenza tecnica d'ufficio che in appello impediva la partecipazione del consulente tecnico del padre agli incontri che sarebbero serviti per valutare se la conservazione del legame col padre biologico rispondessero ad un preminente interesse del minore, limitando lo stesso ad un mero esame delle registrazioni audio in ragione del diritto alla riservatezza della famiglia affidataria, presente anch'essa agli incontri. Ai medesimi incontri erano però ammessi i CTP della nuova famiglia e della curatrice della minore.

La vicenda pregressa aveva visto il Tribunale per i minorenni sospendere il padre dalla responsabilità genitoriale a causa della sua ludopatia e in ragione delle condotte persecutorie dello stesso dei confronti della sua compagna. Alla morte della madre, gli stessi giudici avevano aperto un procedimento volto a verificare lo stato di abbandono della piccola. La prima consulenza tecnica d'ufficio aveva giudicato il padre inidoneo alla crescita della minore e dichiarato pertanto lo stato di adottabilità con sentenza provvisoriamente esecutiva. Tale sentenza veniva impugnata dal padre, che otteneva in appello un supplemento della consulenza tecnica d'ufficio, ma coi limiti di intervento imposti dal CTU sopra citati, tempestivamente contestati dall'appellante, che si dimostrava aperto ad una qualunque forma di colloquio con la figlia che permettesse la partecipazione, anche mediata, del proprio consulente di parte. Nessuna delle istanze paterne veniva tuttavia accolta e pertanto egli proponeva ricorso in Cassazione lamentando come tali modalità violassero il proprio diritto alla difesa.

Avanti la Suprema Corte ha trovato pieno accoglimento l'istanza del padre. Volendo garantire alla famiglia affidataria la partecipazione agli incontri in riservatezza, si è finito per ledere gravemente il diritto del genitore biologico di partecipare al giudizio in una condizione di piena parità con le altre parti, diritto sancito anche dall'art. 1, l. 184/1983 che tutela il diritto del minore ad una famiglia. Nonostante la piena apertura del ricorrente a forme alternative di partecipazione del proprio CTP, in appello si era ritenuto sufficiente sottoporre allo stesso le audioregistrazioni dei colloqui, privando il padre del pieno esercizio del diritto alla difesa. La libertà lasciata al CTU nel determinare le modalità di ascolto del minore non può privare le altre parti del diritto alla difesa e deve sempre essere rispettosa del principio del contraddittorio, di cui il giudice d'appello doveva farsi garante.

In ragione di tali violazioni, la Corte di Cassazione dichiara nulla la consulenza tecnica d'ufficio e rinvia alla Corte d'appello affinché nel disporne una nuova non violi il diritto alla difesa del padre né il principio del contraddittorio tra le parti.

Fonte: dirittoegiustizia.it

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