Nulla la sentenza breve che viola il diritto difesa

Redazione Scientifica
13 Ottobre 2022

Il Consiglio di Stato annulla la sentenza emessa dal T.a.r., rimettendo la causa al primo giudice, per per carenza del requisito della “completezza dell'istruttoria”, del contraddittorio e del diritto di difesa del ricorrente in primo grado.

Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza emessa dal T.a.r., rimettendo la causa al primo giudice, per violazione dell'art. 60 c.p.a. ovvero per carenza del requisito della “completezza dell'istruttoria”, del contraddittorio e del diritto di difesa del ricorrente in primo grado.

L'art. 60, comma 1, del c.p.a. prevede che il giudice, in sede di decisione della domanda cautelare, purché siano trascorsi almeno venti giorni dall'ultima notificazione del ricorso, accertata la completezza del contraddittorio e dell'istruttoria, sentite sul punto le parti costituite, può definire, in camera di consiglio, il giudizio con sentenza in forma semplificata.

Qualora il ricorrente deduca l'avvenuto decorso di un termine di prescrizione, tale da comportare l'annullamento dell'atto impugnato, il giudice in sede d'esame della domanda cautelare, ai sensi dell'art. 60, comma 1, non può sic et simpliciter rilevare l'assenza della documentazione ed accogliere il ricorso, ma deve disporre i necessari approfondimenti istruttori.

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