CEDU, eutanasia per forma grave di depressione: oneri informativi ai congiunti e segreto professionale
10 Ottobre 2022
Il caso non poggia sull'assunto dell'esistenza o meno di un diritto all'eutanasia, ma sugli oneri informativi ai congiunti di chi vuol ricorrere a questa pratica.
Nella fattispecie per la CEDU non c'è stata nessuna violazione dell'art. 2 Cedu da un punto di vista materiale e processuale laddove vi è un quadro normativo chiaro, adeguato e solido che disciplina dettagliatamente l'eutanasia, senza contare che i medici hanno obblighi precisi in tema di segreto medico, sì che se la madre non li aveva voluti informare sulla sua volontaria scelta di ricorrere all'eutanasia questi non possono avanzare pretese: i medici hanno fatto tutto ciò che ragionevolmente ci si aspettava facessero in base alla legge ed ai loro doveri deontologici.
Ergo non vi è stata nemmeno nessuna violazione dell'art. 8 Cedu dato che il segreto impediva loro di avvertire i figli sulle volontà della madre.
In ogni caso lo Stato aveva un dovere di vigilare a posteriori sull'accaduto conducendo un'indagine penale: la Commissione federale di controllo e valutazione dell'eutanasia mancava d'indipendenza ed imparzialità e l'indagine è stata particolarmente lunga oltre a non portare a nulla. È stato perciò violato l'art. 2 Cedu da un punto di vista processuale.
(Fonte: Diritto e Giustizia)
Sulla questione della eutanasia, vedi anche il caso, sempre in Belgio, negli stessi giorni, della ragazza morta d'eutanasia a 23 anni per depressione: sopravvissuta alla strage di Bruxelles, non si era mai ripresa; la commissione federale responsabile del controllo sull'eutanasia ha per ora chiuso il caso affermando che la legge è stata pienamente rispettata e che la ragazza "era in un tale stato di sofferenza mentale che la sua domanda è stata logicamente accettata.
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