Atto con difesa personale (art. 23)InquadramentoNel processo amministrativo la parte sta in giudizio di regola tramite un difensore, munito di procura alle liti (art. 22). Sono infatti eccezionali, espressamente previsti dalla legge, i casi in cui è consentito alla parte di stare in giudizio personalmente (art. 23). In tali casi, peraltro, nei giudizi davanti al Consiglio di Stato, il difensore dovrà essere abilitato all'esercizio del patrocinio innanzi alle giurisdizioni superiori (e quindi non è ammessa la difesa personale ai sensi dell'art. 23). FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] RICORSO [2] Nell'interesse di: - [PERSONA FISICA] [3], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., ricorrente in proprio, giusto l'art. 23 c.p.a., ed elettivamente domiciliato in ..., che autorizza la trasmissioni di atti a mezzo fax/PEC [ ... ]; - [PERSONA GIURIDICA] [4], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P. I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, ricorrente in proprio, giusto l'art. 23 c.p.a., CONTRO [ ... ] [5] FATTO [ ... ] DIRITTO - [indicare quali presupposti in fatto ricorrono che legittimano il ricorso alla difesa personale, ad es., specificando l'oggetto della controversia e la circostanza che la stessa rientra in quelle indicate dall'art. 23 c.p.a.] - [indicare i motivi per quali si ritiene illegittimo l'impugnato provvedimento, indicando nella loro descrizione una o più delle seguenti tipologie di vizi: incompetenza dell'autorità o organo che ha emanato l'atto, violazione di legge (con indicazione degli articoli della Costituzione, di legge o di altra normativa che si assume violata), eccesso di potere (indicando ove ricorra una delle figure sintomatiche, quali ad esempio: irragionevolezza, illogicità o contraddittorietà dell'atto, travisamento o erronea valutazione dei fatti, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, difetto di istruttoria, difetto di motivazione)] -[indicare eventuali istanze di remissione in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea o di legittimità costituzionale] -[indicare eventuali istanze istruttorie] P.Q.M. Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di disporre l'annullamento del provvedimento impugnato, come indicato in epigrafe, nonché di ogni altro atto antecedente, conseguente e comunque connesso. Con riserva di dedurre ulteriormente nel corso di causa e di proporre eventualmente motivi aggiunti di impugnazione. Con vittoria di spese e onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) [copia del provvedimento impugnato ove disponibile] 2) [copia di eventuali atti antecedenti, conseguenti e connessi] 3) [ ... ] [6] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ... . Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”] Luogo e data ... Firma ... [7] ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (eventuale) [Rinvio a Formula “Istanza abbreviazione dei termini”] RELATA DI NOTIFICA [Rinvio a Formula “Relata di notifica”] DEPOSITO INFORMATICO E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto, conforme all'originale cartaceo, è depositato con modalità telematiche [8]. 1. Il ricorso si deve proporre dinnanzi al T.A.R. nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1, c.p.a.). Nel caso di controversie relative al pubblico impiego, sussiste il foro speciale indicato dall'art. 13, comma 2 (ossia il T.A.R. nella cui circoscrizione è situata la sede di servizio). 2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 40 c.p.a. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 44 c.p.a., lo stesso deve recare, a pena di nullità, la sottoscrizione del ricorrente (se sta in giudizio personalmente). Il ricorso è un atto di parte e, pertanto, debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il d.P.C.S. del 22 dicembre 2016, n. 167/2016. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). 4. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. 5. V. formula “Ricorso al T.A.R. per l'annullamento di atti amministrativi (giur. legittimità)”. 6. Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. 7. Il ricorrente che non possiede la firma digitale sottoscrive con firma autografa gli scritti difensivi (v. sul punto quanto esposto nel commento alla presente formula). 8. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi. CommentoI casi di difesa personale Nel processo amministrativo la difesa personale rappresenta l'eccezione ed è consentita soltanto in tassative ipotesi quali: nei giudizi in materia di accesso e trasparenza amministrativa, in materia elettorale, nonché nei giudizi relativi al diritto dei cittadini dell'Unione europea e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. In quanto eccezionali, i casi di difesa personale non ammettono interpretazione estensiva o analogica (Cons. St. V, n. 4146/2015). Al di fuori dei casi previsti dall'art. 23, è inammissibile il ricorso proposta dalla parte senza l'ausilio di un difensore, non trovando fondamento neppure nell'art. 24 Cost. il diritto di stare in giudizio personalmente (T.A.R. Piemonte (Torino) I, 15 luglio 2016, n. 1002). L'art. 95, comma 6, in base al quale «[a]i giudizi di impugnazione non si applica l'articolo 23, comma 1» ha escluso la possibilità della difesa personale nei giudizi di impugnazione. La necessità della difesa tecnica in appello per i giudizi di impugnazione che si svolgono davanti al Consiglio di Stato è stata confermata, in materia di accesso, dalla giurisprudenza che ha rilevato che l'art. 95, comma 6, stabilisce che « ai giudizi di impugnazione non si applica l'articolo 23, comma 1» (che prevede la possibilità di difesa personale delle parti, tra l'altro, nei giudizi in materia di accesso) così escludendo in maniera tassativa la possibilità di difesa personale delle parti nei giudizi in materia di accesso davanti al Consiglio di Stato (Cons. St., n. 2394/2017; Cons. St., IV n. 3760/2013; Cons. St. V, n. 5623/2011; per un caso in materia elettorale, v. Cons. St. V, n. 2371/2015; Cons. St. V, n. 999/2011). Sul punto si ricorda come il Consiglio di Stato abbia ritenuto manifestamente infondata la q.l.c. dell'art. 95, comma 6, c.p.a. per violazione degli artt. 3 e 76 della Costituzione, rilevando che: a) non sussiste eccesso di delega, atteso che l'art. 44. della l. n. 69 del 2009 indica tra i principi e criteri da seguire, la revisione e razionalizzazione dei riti speciali, e delle materie cui essi si applicano; b) non è irragionevole la disposizione sull'obbligatorietà dell'assistenza tecnica, atteso che il giudizio sull'accesso agli atti amministrativi verte su profili squisitamente tecnici, relativi alla ostensibilità (o meno) di documenti amministrativi. Non vi è nemmeno lesione del diritto di difesa, atteso che esso si caratterizza in primo luogo come diritto alla difesa tecnica, che si realizza mediante la presenza di un difensore dotato dei necessari requisiti di preparazione tecnico — giuridica, in grado di interloquire con le controparti e con il giudice, di modo che le ipotesi di difesa «personale» devono essere considerate, nel nostro ordinamento, eccezioni, proprio in considerazione della natura inviolabile del diritto di difesa e del principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (Cons. St. V, n. 5623/2011; negli stessi termini, v. Cons. St. V, n. 4146/2015). Anche l'avvocato può avvalersi della difesa personale. In tale caso, tuttavia, non si ricade nella fattispecie in commento, ma in quella prevista in generale dall'art. 22, comma 3 (“3. La parte o la persona che la rappresenta, quando ha la qualità necessaria per esercitare l'ufficio di difensore con procura presso il giudice adito, può stare in giudizio senza il ministero di altro difensore.”; v. anche art. 86 c.p.c.). Tale situazione ricorre quando il ricorrente, che agisce in proprio nel giudizio, ha anche la qualifica di avvocato e può dunque esercitare liberamente il suo ius postulandi anche al di fuori delle fattispecie in cui è ammessa la difesa personale ai sensi dell'art. 23. In tal caso, ossia quando la parte riveste anche la qualifica di avvocato, si applicano le disposizioni in materia di spese processuali e i diritti e gli onorari previsti per la sua prestazione vanno liquidati secondo le regole della soccombenza e in base alle tariffe professionali (Cass., n. 189/2017). Difesa personale e processo amministrativo telematico Anche alla parte che sta in giudizio personalmente si applicano le norme in tema di obbligatorietà del deposito telematico, di cui all'art. 136, comma 2 («i difensori costituiti, le parti nei casi in cui stiano in giudizio personalmente e gli ausiliari del giudice depositano tutti gli atti e i documenti con modalità telematiche. In casi eccezionali, il presidente può dispensare dall'osservanza di quanto previsto dal presente comma, secondo quanto previsto dalle regole tecniche di cui all'articolo 13 delle norme di attuazione»; v. commento sub art. 136). L'avvio del PAT pone alcuni problemi applicativi con riferimento alla necessità, per il privato cittadino, di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata e di un dispositivo per l'apposizione della firma digitale. Onde evitare che l'adozione di tali modalità processuali possa vanificare di fatto la possibilità per i cittadini di avvalersi della difesa personale, senza affidare l'incarico professionale a un avvocato, nei casi previsti dall'art. 23 c.p.a., è stato previsto il servizio c.d. “mini – URP”, istituito con la circolare del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa presso tutti gli uffici giudiziari amministrativi, al quale i cittadini non muniti di un indirizzo PEC e della firma digitale potranno rivolgersi al fine di depositare presso il T.A.R. o il Consiglio di Stato il ricorso con modalità cartacea (cfr. Circolare Segretario Generale della Giustizia Amministrativa, 21 febbraio 2017). Ai sensi di tale circolare, il procedimento che l'utente deve seguire per avvalersi dell'ausilio del “mini Urp” è il seguente: - il privato si rivolge al “mini Urp”, consegna il ricorso (o altro scritto difensivo) cartaceo e/o i documenti, e dichiara per iscritto, sotto la sua responsabilità, di non avere la firma digitale e/o la Pec; - il ricorrente deve essere previamente identificato e deve essere acquisita una copia del documento di riconoscimento; - non è necessario che il ricorrente chieda la previa autorizzazione al Presidente per effettuare il deposito cartaceo perché, grazie all'ausilio offerto dal "mini Urp", il deposito diventerà digitale. - il ricorrente che non possiede la firma digitale sottoscrive con firma autografa gli scritti difensivi. L'addetto al “mini Urp”: - scansiona il ricorso (o gli altri atti e documenti) e ne attesta la conformità all'originale. L'asseverazione da parte dell'impiegato del “mini Urp” è inserita in calce all'atto e firmata digitalmente; - introita il ricorso che il cittadino intende depositare utilizzando la funzione “crea fascicolo” e inserisce tutti i dati della parte e gli atti e documenti in formato digitale. I ricorrenti che si difendono in proprio possono rivolgersi ai "mini Urp" anche per il deposito in formato cartaceo di atti successivi. Con riguardo alle comunicazioni di segreteria, ai sensi dell'art. 13, comma 4 d.P.C.S. 28 luglio 2021, le comunicazioni telematiche devono essere utilizzate anche per le comunicazioni “nei confronti di qualsiasi soggetto processuale che, pur non essendovi obbligato ex lege, abbia comunicato alla Segreteria dell'Ufficio Giudiziario presso cui è stato incardinato il ricorso di voler ricevere le comunicazioni con PEC”. In tal caso è specificamente indicato l'indirizzo PEC al quale si intendono ricevere le comunicazioni, con efficacia limitata al ricorso per cui tale comunicazione è resa. Per gli aspetti generali in tema di procura e rappresentanza tecnica nel processo amministrativo si rinvia al commento alla formula “Procura speciale alle liti rilasciata ad un singolo avvocato”. |