Istanza di astensione del consulente tecnico (art. 20).InquadramentoL'art. 20, comma 1, c.p.a. prevede che il consulente tecnico, se scelto tra i dipendenti pubblici o tra gli iscritti agli albi tenuti presso i tribunali ordinari (di cui all'art. 13 disp. att. c.p.c.), ha l'obbligo di prestare il proprio ufficio, tranne che il giudice riconosca l'esistenza di un giustificato motivo per non svolgere l'incarico. L'ufficio di consulente tecnico è dunque un munus publicum, il cui adempimento è obbligatorio per il soggetto nominato. La prestazione dell'incarico di consulente tecnico non è però un obbligo per “gli altri soggetti aventi particolare competenza tecnica”, del pari menzionati nell'art. 19, comma 2, c.p.a. quale ulteriore categoria di esperti nominabili quali ausiliari del giudice. Costoro, pertanto, in luogo di formulare un'istanza di astensione o di esonero dallo svolgimento dell'incarico, possono semplicemente declinare la nomina o rinunciare ad essa, qualora sia già intervenuta. In mancanza di un giustificato motivo, la non accettazione o l'inadempimento dell'incarico costituisce fonte di responsabilità civile, disciplinare e anche penale per il consulente tecnico. In ogni caso la meritevolezza del motivo che sorregge la richiesta del consulente tecnico deve essere valutato dal giudice che lo ha nominato e al quale, dunque, il consulente tecnico, onde provocarne una pronuncia, deve presentare un'apposita istanza, motivata con specifico riferimento alle ragioni che giustifichino la richiesta. L'istanza deve anche esser corredata dei documenti, ove esistenti, idonei a dimostrare la sussistenza della causa di astensione segnalata. Il giudice può accogliere o rigettare la richiesta oppure dichiararla inammissibile qualora essa sia stata tardivamente proposta (v. infra). Nel primo caso il consulente tecnico sarà esonerato dall'incarico; nella seconda e nella terza ipotesi il consulente tecnico sarà invece tenuto a prestare il proprio ufficio, almeno che il giudice, là dove ritenga comunque consistente il motivo che sorregge la richiesta, non ritenga di sostituire d'ufficio il consulente tecnico. Sull'istanza di astensione decide il collegio che, a norma degli artt. 65, comma 2, e 67 c.p.a., abbia disposto la consulenza tecnica. Va ricordato che l'art. 67, comma 2, c.p.a. stabilisce un termine perentorio (giacché previsto espressamente a pena di decadenza) per la presentazione delle eventuali istanze di astensione da parte del consulente tecnico; in particolare, il termine è quello fissato per la comparizione personale del consulente avanti al magistrato delegato (per conferire l'incarico e raccogliere il giuramento dell'ausiliario). Occorre, però, tener conto anche della modifica apportata all'art. 193 c.p.c. (con norma applicabile ai giudizi instaurati e pendenti dal 1° marzo 2023, ossia dopo il 28 febbraio 2023, come previsto dall'art. 35, comma 2, del d.lgs. 22 ottobre 2022, n. 149, a sua volta modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), della l. 29 dicembre 2022, n. 197), a cui rinvia espressamente il comma 4 dell'art. 67 c.p.a., il cui nuovo secondo comma (del quale rileva, per il processo amministrativo, solo il primo periodo) prevede, per il giudice, la possibilità di disporre, in luogo della comparizione personale del consulente, l'obbligo, per quest'ultimo, di depositare in segreteria una dichiarazione di giuramento sottoscritta digitalmente. Qualora il collegio opti per l'applicazione dell'art. 193, secondo comma, primo periodo, c.p.c., deve allora ritenersi che il termine perentorio per le eventuali istanze di astensione o ricusazione coincida con quello indicato dal giudice, nel provvedimento di nomina, per il deposito, in via telematica, della predetta dichiarazione di giuramento. Come già accennato, le istanze di astensione presentate oltre detto termine sono inammissibili e, pertanto, il consulente sarà tenuto a svolgere l'incarico nonostante l'impedimento comunicato. Il collegio decide con ordinanza e, nel caso in cui l'istanza sia accolta e l'effettuazione della consulenza tecnica ritenuta comunque necessaria, il giudice, con la stessa ordinanza o con altro successivo provvedimento, nominerà altro consulente tecnico in sostituzione di quello astenutosi. Deve reputarsi rimessa al prudente apprezzamento del giudice la valutazione delle operazioni eventualmente compiute dal consulente tecnico, poi astenutosi. Per i depositi del ricorso, di atti, di richieste alla segreteria, di atti degli ausiliari del giudice e di parti non rituali e per istanze ante causam, occorre utilizzare i moduli informatici in formato PDF, rinvenibili sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa, all'indirizzo, con le istruzioni per la compilazione. FormulaAL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL ... 1 SEZIONE ... 2 ISTANZA 3 DI ASTENSIONE DEL CONSULENTE TECNICO 4 Il sottoscritto, Sig./Dott. ... 5, nato a ... il ... (C.F. ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ..., nella sua qualità di ... 6, nominato consulente tecnico con l'ordinanza n. ... 7 del ..., in relazione al ricorso n. r.g. ... 8 PROPOSTO DA ... 9, CONTRO Amministrazione/Ente/Autorità ... 10, E NEI CONFRONTI DI ... PER L'ANNULLAMENTO - del provvedimento ..., prot. n. ..., notificato in data ..., avente ad oggetto ... 11; - di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso ... 12. PREMESSO IN FATTO che, con la predetta ordinanza collegiale, pronunciata fuori udienza e comunicata dalla segreteria della sezione in data ... 13, Codesto Ecc.mo Tribunale ha disposto una consulenza tecnica d'ufficio, avente per oggetto i seguenti quesiti ... 14; che, con la predetta ordinanza, è stato nominato, quale consulente tecnico, il sottoscritto. ... 15, dipendente pubblico/iscritto nell'albo dei consulenti tecnici del Tribunale ordinario di ... ; che, nella sunnominata ordinanza, è stata fissata la data del ... 16 per la comparizione del consulente tecnico avanti al magistrato, a tal fine delegato, per assumere l'incarico e prestare il giuramento di cui al comma 4 dell'art. 67 c.p.a.; [OPPURE, QUALORA IL COLLEGIO ABBIA APPLICATO L’ART. 193, SECONDO COMMA, PRIMO PERIODO, C.P.C.] che, nella sunnominata ordinanza, è stata fissata la data del ... 17 per il deposito in segreteria della dichiarazione di giuramento, sottoscritta digitalmente dal consulente tecnico nominato; che non essendo ancora decorso il termine indicato nel comma 2 dell'art. 67 c.p.a. la presente istanza deve ritenersi tempestivamente proposta; [OPPURE, QUALORA IL COLLEGIO ABBIA APPLICATO L’ART. 193, SECONDO COMMA, PRIMO PERIODO, C.P.C.] che non essendo ancora decorso il termine di cui al combinato disposto del comma 2 dell'art. 67 c.p.a. e del secondo comma, primo periodo, dell’art. 193 c.p.c., la presente istanza deve ritenersi tempestivamente proposta; CONSIDERATO IN DIRITTO che il sottoscritto ha un giustificato motivo, ai sensi dell'art. 20, comma 1, c.p.a., per non svolgere l'incarico affidato [ricorrendo un obbligo di astensione/un caso di astensione facoltativa a norma dell'art. 51 c.p.c.], in quanto ... 18 che la sussistenza di tale causa di astensione/giustificato motivo è dimostrata da ... 19; che, quindi, il sottoscritto ha il dovere/ravvisa l'opportunità di astenersi dallo svolgere l'incarico affidato; che, pertanto, sussistono i presupposti per l'accoglimento della istanza; P.Q.M. si chiede a Codesto Ecc.mo Tribunale di voler accogliere, ai sensi dell'art. 20, comma 1, c.p.a., l'istanza di astensione del sottoscritto, Dott./Sig. ..., sussistendo un giustificato motivo. DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche 20. Luogo e data ... Firma ... [1] 1. Va indicato il Tribunale amministrativo regionale avanti al quale pende la causa e che ha nominato il consulente tecnico. Sebbene, infatti, il comma 1 dell'art. 20 c.p.a. non contenga una previsione analoga all'ultimo periodo del comma 2 della medesima disposizione, secondo cui della ricusazione del consulente tecnico decide il giudice che lo ha nominato, tale regola di competenza risulta applicabile anche al caso della decisione sull'istanza di astensione del consulente tecnico. [2] 2. Nel caso di un tribunale amministrativo regionale articolato in più sezioni va indicata anche la sezione presso la quale è incardinato il giudizio. [3] 3. L'istanza di astensione del consulente tecnico non è un atto di parte e, pertanto, non debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il d.P.C.S. n. 167/2016, come modificato dal d.P.C.S. n. 127/2017. [4] 4. L'art. 20, comma 2, c.p.a. prevede che il consulente tecnico, se scelto tra i dipendenti pubblici o tra gli iscritti agli albi tenuti presso i Tribunali ordinari, non ha l'obbligo di prestare l'incarico allorché ricorra un giustificato motivo e a tal fine occorre, dunque, presentare apposita istanza. [5] 5. Vanno indicate le generalità del consulente tecnico. [6] 6. Va indicata l'esatta qualificazione del consulente tecnico, ossia se dipendente pubblico o iscritto a un albo tenuto da un Tribunale ordinario. [7] 7. Occorre indicare gli estremi identificativi dell'ordinanza (o della sentenza non definitiva, ai sensi dell'art. 36, comma 2, c.p.a.) con la quale è stata disposta la consulenza tecnica. [8] 8. Inserire il numero di registro generale del ricorso. [9] 9. Inserire il nome del ricorrente. [10] 10. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica” o della diversa Autorità indicata nello statuto comunale; in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. [11] 11. Appare utile indicare altresì una breve descrizione dell'oggetto e del contenuto del provvedimento impugnato. [12] 12. Indicare eventuali atti prodromici, preparatori o consequenziali di cui si chiede l'annullamento. [13] 13. L'indicazione della data della comunicazione della segreteria è rilevante al fine di dimostrare, qualora occorra, la data in cui si sia avuta conoscenza dell'incarico ricevuto dal consulente tecnico, onde dimostrare di aver rispettato il termine perentorio stabilito dal comma 2 dell'art. 67 c.p.a. [14] 14. Stabilisce il comma 1 dell'art. 67 c.p.a. che il giudice, nell'ordinanza con la quale sia stata disposta una consulenza tecnica d'ufficio, debba anche formulare i quesiti, oltre a fissare il termine entro cui il consulente incaricato debba comparire dinanzi al magistrato a tal fine delegato per assumere l'incarico e prestare il giuramento. [15] 15. Prevede il comma 2 dell'art. 19 c.p.a. che l'incarico di consulenza può essere affidato a dipendenti pubblici, professionisti iscritti negli appositi albi istituiti presso i tribunali ordinari o ad altri soggetti aventi particolari competenze tecniche. Nel caso della nomina di professionisti iscritti negli appositi albi presso i tribunali ordinari va indicata la sede del tribunale ove si trova l’albo al quale il consulente nominato sia iscritto. [16] 16. L'indicazione del termine è importante giacché, in relazione a detto termine (da qualificarsi come perentorio), sarà valutata la tempestività e, quindi, la ricevibilità dell'istanza di astensione avanzata dal consulente tecnico. [17] Va indicato il termine stabilito dal collegio, nell'ordinanza con cui sia stata disposta la consulenza, per il deposito, da parte del consulente nominato, della dichiarazione di giuramento sottoscritta digitalmente. [18] 17. Questa è la parte più rilevante dell'istanza. Occorre, infatti, indicare esattamente quali siano le circostanze di fatto che giustifichino un'istanza di astensione. Al riguardo l'art. 51 c.p.c., menzionato nel comma 2 dello stesso art. 20 c.p.a. (in relazione all'istanza di ricusazione), dispone che il giudice ha l'obbligo di astenersi: 1) se ha interesse nella causa o in altra vertente su identica questione di diritto; 2) se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto grado o legato da vincoli di affiliazione, o è convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori; 3) se egli stesso o la moglie ha causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito con una delle parti o alcuno dei suoi difensori; 4) se ha dato consiglio o prestato patrocinio nella causa, o ha deposto in essa come testimone, oppure ne ha conosciuto come magistrato in altro grado del processo o come arbitro o vi ha prestato assistenza come consulente tecnico; 5) se è tutore, curatore, amministratore di sostegno, procuratore, agente o datore di lavoro di una delle parti; se, inoltre, è amministratore o gerente di un ente, di un'associazione anche non riconosciuta, di un comitato, di una società o stabilimento che ha interesse nella causa. In ogni altro caso in cui esistono gravi ragioni di convenienza, il giudice può richiedere al capo dell'ufficio l'autorizzazione ad astenersi; quando l'astensione riguarda il capo dell'ufficio l'autorizzazione è chiesta al capo dell'ufficio superiore. Il codice di procedura civile prevede, dunque, alcune tassative ipotesi di astensione obbligatoria e reca una previsione generale in cui l'astensione è opportuna, ma solo facoltativa; si tratta cioè di casi in cui la legge processuale rimette a una scelta discrezionale del giudice la decisione di astenersi, o no. In ogni caso la genericità della locuzione normativa utilizzata dal comma 1 dell'art. 20 c.p.a. induce a ritenere che il consulente tecnico possa chiedere di essere esonerato dall'incarico anche per motivi diversi da quelli indicati nell'art. 51 c.p.a., purché si tratti di motivi seri. Ad esempio, la giurisprudenza (T.A.R. Milano II, n. 1675/2021) ha chiarito (sebbene con riferimento al verificatore, ma si tratta di un principio applicabile anche al consulente tecnico d'ufficio) che, dalla mera attività di pubblicazione di alcuni scritti, a firma congiunta dell'ausiliario del giudice e del consulente di parte, non vi è ragione di inferire la sussistenza di una cointeressenza tra i due periti, né alcuno degli elementi fondanti l'obbligo di astensione previsti dall' art. 51 c.p.c., richiamato dall' art. 20, comma 2, c.p.a. [19] 18. Particolare attenzione va prestata all'allegazione dei fatti o di elementi, anche documentali, idonei a dimostrare la ricorrenza di una causa di astensione onde comprovarne la serietà. [20] 19. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, d.l. n. 168/2016, tutti gli adempimenti previsti dal Codice e dalle norme di attuazione inerenti ai giudizi introdotti con ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017, sono eseguiti con modalità telematiche, nel rispetto del decreto del Presidente del Consiglio di Stato, previsto dal comma 1 del predetto art. 13 e recante le regole tecnico-operative del processo amministrativo telematico (attualmente si tratta del d.P.C.S. 28 luglio 2021, pubblicato nella G.U. 2 agosto 2021, n. 183). Ai fini del deposito telematico, si dovranno utilizzare gli appositi moduli rinvenibili sul sito: www.giustizia-amministrativa.it. (in particolare, v. il Modulo Deposito per Ausiliari del Giudice e Parti non rituali/Atti, Tipologia: Altro). CommentoL’istituto dell’astensione, al pari della ricusazione, sono volti ad assicurare la terzietà dell’ausiliario del giudice (Cass. I, n. 13667/2004). La legge processuale non precisa in che cosa consista il “giustificato motivo” di astensione; sennonché, stante la correlazione esistente tra astensione e ricusazione, deve ritenersi che il consulente tecnico possa chiedere di non svolgere l'incarico per qualunque motivo di astensione, obbligatoria o facoltativa, riconducibile a quelli elencati dall'art. 51 c.p.c. Peraltro, considerata l'ampia latitudine semantica della locuzione normativa, non può escludersi che possano giustificare l'accoglimento dell'istanza di astensione anche la sussistenza di ulteriori motivi non contemplati dal sunnominato art. 51 c.p.c. Con riferimento al termine per presentare le istanze di astensione e di ricusazione, la giurisprudenza amministrativa (T.A.R. Campobasso I, n. 110/2016) ha chiarito che l'imposizione di vincoli temporali alla presentazione di dette istanze è diretta a scongiurare espedienti dilatori che mal si conciliano con le esigenze di addivenire a una definizione del giudizio in tempi ragionevoli. Per un caso di sostituzione del commissario ad acta per incompatibilità, T.A.R. Bari III, n. 378/2017. |