Istanza di prelievo ex art. 71-bis (art. 71-bis)

Roberto Chieppa

Inquadramento

L'art. 71-bis collega all'istanza di prelievo l'ulteriore effetto di definire il giudizio in camera di consiglio con sentenza semplificata. L'introduzione di tale sviluppo procedimentale è da collegare all'esigenza di ridurre i costi conseguenti alla violazione del termine di ragionevole durata dei processi, qualificando l'stanza di prelievo come condizione di proponibilità del rimedio per ottenere l'indennizzo ai sensi della l. n. 89/2001 (c.d. legge Pinto).

Formula

AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL ...

SEZIONE ... [1]

ISTANZA DI PRELIEVO EX ART. 71-BIS C.P.A.

Nell'interesse di [PARTE RICORRENTE], elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., che lo/la rappresenta e difende giusta procura speciale, in relazione al ricorso n. R.G. ..., proposto dal medesimo contro [PARTE RESISTENTE] e nei confronti di [CONTROINTERESSATO];

Considerato che sussiste l'urgenza di definire il ricorso, in quanto ... [indicare la sussistenza delle ragioni di urgenza che supportano l'istanza di prelievo].

CHIEDE

alla S.V. di fissare l'udienza di discussione con ogni possibile sollecitudine, ricorrendo gravi ragioni di urgenza in relazione al termine della ragionevole durata del processo, ai sensi degli artt. 1-bis e 1-ter legge n. 89/2001, anche definendo il presente giudizio con sentenza in forma semplificata in camera di consiglio, ove codesto giudice ne ravvisi i presupposti ai sensi dell'art. 71-bis c.p.a.

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [2]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [3].

1. Ai sensi dell'art. 136, comma 2, c.p.a., i difensori sono tenuti a depositare tutti gli atti e i documenti con modalità telematiche. A tal fine, il deposito avviene mediante l'utilizzo del modulo disponibile sul sito www.giustizia-amministrativa.it, da inviare via PEC alla segreteria del tribunale adito (vedi le relative istruzioni disponibili sul sito www.giustizia-amministrativa.it).

2. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo deposito Atto).

3. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

L'istanza di prelievo, ai sensi dell'art. 71, persegue lo scopo di sollecitare il presidente a fissare con urgenza la causa in ragione di motivi di urgenza che non sono compatibili con gli ordinari tempi di fissazione dell'udienza in base al mero criterio cronologico (v. commento alla formula “Istanza di prelievo”).

Ai sensi del successivo 71-bis, in presenza di una istanza di prelievo, il giudice può altresì valutare la possibilità di definire il giudizio ai sensi dell'art. 74, ossia con sentenza in forma semplificata. A tal fine, il giudice dovrà accertare la completezza del contraddittorio e dell'istruttoria e sentire sul punto le parti costituite.

Qualora, a seguito dell'istanza di prelievo, il Collegio ritenga che la complessità delle questioni di fatto e di diritto, non consentono di definire il giudizio all'esito della camera di consiglio con sentenza in forma semplificata, si dispone con ordinanza la rimessione della causa sul ruolo e dispone che – a cura della Segreteria – sia fissata l'udienza per la definizione del secondo grado del giudizio (Cons. St. VI ord., n. 470/2017). Così, analogamente, nel caso in cui il ricorrente si sia limitato a rappresentare nell'istanza di prelievo solo il dato della durata del tempo trascorso dalla proposizione dell'appello, senza indicare le ragioni concrete di urgenza che impongono la definizione in tempi rapidi dell'appello (Cons. St. VI ord., n. 737/2017).

Ove la parte aveva formulato una richiesta istruttoria nell'atto di ricorso (o di appello), la successiva istanza ex art. 71-bis, che presuppone che l'istruttoria sia «completa», implica la rinuncia alla coltivazione della richiesta istruttoria formulata in atto di appello (Cons. St. IV, n. 364/2017). Ciò in applicazione del dovere di chiarezza (art. 3 c.p.a.) che impone alle parti di sopportare le conseguenze, dirette ed indirette, delle proprie scelte processuali, anche al fine di evitare che l'istanza in questione divenga un “escamotage” per ottenere l'anticipazione della trattazione di controversie ancora da istruire.

L'istanza in questione deve essere inoltre inquadrata nell'ambito dei rimedi che l'ordinamento appresta in relazione alla violazione dei termini di ragionevole durata di un processo. L'art. 1 l. n. 208/2015 (che ha introdotto l'art. 71-bis), ha altresì modificato la l. n. 89/2001 (previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo), prevedendo come condizione per poter ottenere l'equa riparazione, il ricorso a rimedi preventivi tra i quali, in relazione al processo amministrativo, figura appunto la presentazione dell'istanza di prelievo di cui all'articolo 71, comma 2, almeno sei mesi prima che siano trascorsi i termini di cui all'articolo 2, comma 2-bis, l. n. 89/2001 (si ricorda che si considera rispettato il termine ragionevole di cui al comma 1 se il processo non eccede la durata di tre anni in primo grado, di due anni in secondo grado, di un anno nel giudizio di legittimità. Ai fini del computo della durata il processo si considera iniziato con il deposito del ricorso introduttivo del giudizio ovvero con la notificazione dell'atto di citazione). Sarà quindi considerata inammissibile la domanda di equa riparazione proposta dal soggetto che non ha esperito i rimedi preventivi all'irragionevole durata del processo.

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