Memoria conclusionale del controinteressato (art. 73)InquadramentoFissata l'udienza di discussione, si apre la fase in cui le parti, mediante lo scambio di memorie e documenti, procedono ad un contraddittorio scritto sulle questioni di causa. Il Codice individua termini precisi e perentori per tale scambio che possono essere derogati, in casi eccezionali, solo su autorizzazione del giudice (per il deposito di memorie si prevedono, in particolare, 30 giorni liberi prima dell'udienza, soggetti a dimezzamento nel caso dei giudizi abbreviati ex art. 119). Nella memoria conclusionale il controinteressato ha l'opportunità di precisare gli argomenti a difesa e le eccezioni svolte con la costituzione, nonché di indicarne di nuovi, insistendo altresì per l'accoglimento del controricorso, qualora formulato. Alla memoria, in quanto atto di parte, si applicano i medesimi limiti dimensionali del ricorso. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] SEZ. ... Ricorso R.G. ... - Udienza del ... MEMORIA CONCLUSIONALE Nell'interesse di: - [PERSONA FISICA]/[PERSONA GIURIDICA, in persona del legale rappresentante pro tempore], rappresentato e difeso da ... - controinteressato - NEL RICORSO PROPOSTO DA [PERSONA FISICA/GIURIDICA], rappresentata e difesa da ..., presso il cui studio è elettivamente domiciliata in ... ; - ricorrente - CONTRO - [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], - resistente - FATTO E DIRITTO [richiamare sinteticamente i fatti e le tesi svolte nel ricorso a sostegno della domanda di annullamento e, quindi, soffermarsi sui fatti o argomenti ritenuti idonei a confutarli, nonché svolgere ogni altro argomento o eccezione difensiva atta a dimostrare la inammissibilità o infondatezza del ricorso] [richiamare sinteticamente le tesi svolte a favore del controricorso, se proposto, fornendo ulteriori specificazioni e insistendo per l'accoglimento del medesimo] [indicare eventuali istanze di remissione in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea o di legittimità costituzionale, se non rappresentate nel ricorso] [indicare eventuali istanze istruttorie] P.Q.M. Si chiede che codesto ecc.mo Tribunale voglia respingere il ricorso in epigrafe, in quanto inammissibile e/o infondato, [eventualmente, in subordine: accogliendo integralmente il ricorso incidentale,] con vittoria di spese, diritti e onorari. Luogo e data ... Firma Avv. ... [2] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [3]. 1. L'atto è indirizzato al TAR adito per il ricorso principale. 2. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2). 3. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoLa memoria conclusionale del controinteressato è l'atto con cui egli ha la possibilità di replicare ai fatti e agli argomenti esposti nel ricorso, al fine di evidenziarne la inammissibilità e/o infondatezza. Potrà anche stimolare il giudice ad esercitare i poteri officiosi per rilevare un eventuale difetto di giurisdizione o competenza. Inoltre, in caso il controinteressato abbia formulato un ricorso incidentale, lo stesso potrà articolare ulteriormente i motivi in esso dedotti, insistendo per il suo accoglimento. Il trascorso di un certo lasso temporale tra il ricorso e la memoria può aver, inoltre, fatto emergere nuovi elementi in fatto idonei, ad esempio, a rivelare la improcedibilità del ricorso, ovvero la mancanza dell'interesse ad agire del ricorrente. Trattandosi di atto di parte, alla memoria si applicano i limiti di sinteticità previsti dal d.P.C.d.S. n. 167/2016 (art. 3), in relazione alle controversie indicate; nel caso del rito ordinario, rito abbreviato comune di cui all'art. 119, rito appalti, rito elettorale - e nei giudizi di ottemperanza a decisioni rese nell'ambito di tali riti – la memoria non deve superare i 70.000 caratteri (corrispondenti a circa 35 pagine nel formato standard di cui all'articolo 8 del decreto citato). Per effetto della modifica apportata dal d.P.C.d.S. 16 ottobre 2017, tali limiti si applicano anche alle morie di replica. Tali limiti sono derogabili, su autorizzazione, in determinati casi previsti dal decreto (v. anche Formula “Istanza di autorizzazione preventiva al deposito di atti che superano i limiti del decreto sinteticità”). Con riferimento ai termini previsti per il deposito della memoria, ai sensi dell'art. 73 c.p.a., questa si può presentare sino a 30 giorni liberi prima della udienza (in caso di termine che scade il giorno festivo, dovrà essere anticipato al giorno precedente non festivo e, per quanto riguarda i termini che si calcolano a ritroso, il sabato è da ritenersi un giorno lavorativo). Peraltro, in caso di deposito tardivo della memoria, è possibile in ogni caso che le controdeduzioni e/o eccezioni ivi contenute siano nondimeno ammissibili, nella misura in cui le stesse sono state pedissequamente riproposte nella memoria di replica, depositata tempestivamente (e cioè nel termine dei 20 giorni liberi; cfr. T.A.R. Roma (Lazio) II, 22 gennaio 2014, n. 787). Si tratta di termini perentori, come precisato dalla giurisprudenza, che ha anche chiarito che i termini previsti dall'art. 73, comma 1, non possono essere superati sul semplice accordo delle parti, essendo il deposito tardivo di memorie e documenti ammesso in via del tutto eccezionale nei soli casi di dimostrazione della estrema difficoltà di produrre l'atto nei termini di legge (art. 54, comma 1). La violazione dei predetti termini, in quanto espressione di un precetto di ordine pubblico sostanziale posto a presidio del contraddittorio e dell'ordinato lavoro del giudice, conduce all'inutilizzabilità processuale delle memorie e dei documenti, che vanno considerati tamquam non essent ed espunti dagli atti del giudizio (Cons. St. V, n. 3705/2017; Cons. St. III, n. 24/2015; Cons. St. III, n. 1335/2015; Cons. St. III, n. 1640/2013; Cons. St. V, n. 6690/2012, T.A.R. Emilia-Romagna (Parma) I, n. 179/2016; T.A.R. Brescia (Lombardia) II, 18 ottobre 2017, n. 1255; T.A.R. Salerno, (Campania) I, 17 ottobre 2017, n. 149). A seguito dell'entrata in vigore del processo telematico la possibilità di depositare ricorso e atti con modalità telematiche ha posto il problema della rilevanza dell'orario di deposito, che era alle ore 12 per i depositi antecedenti all'entrata in vigore del Pat. L'art. 4, comma 4, disp. att. c.p.a. prevede che “È assicurata la possibilità di depositare con modalità telematica gli atti in scadenza fino alle ore 24:00 dell'ultimo giorno consentito. Il deposito è tempestivo se entro le ore 24:00 del giorno di scadenza è generata la ricevuta di avvenuta accettazione, ove il deposito risulti, anche successivamente, andato a buon fine. Agli effetti dei termini a difesa e della fissazione delle udienze camerali e pubbliche il deposito degli atti e dei documenti in scadenza effettuato oltre le ore 12:00 dell'ultimo giorno consentito si considera effettuato il giorno successivo”. La prima giurisprudenza ha interpretato tale disposizione nel senso che il termine ultimo di deposito alle ore 12 permane, anche all'indomani dell'entrata in vigore del Pat, come termine di garanzia del contraddittorio tra le parti e della corretta organizzazione del lavoro del Collegio giudicante (Cons. St. III, n. 3136/2018; Cons. giust. amm. Sicilia, n. 344/2018, che applica lo stesso principio a tutti quegli atti depositati in funzione di un'udienza, camerale o pubblica); successivamente è stato affermato invece che la possibilità di depositare gli atti in forma telematica è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito dal citato art. 4, comma 4, e tale soluzione non contrasta con quanto indicato dell'ultimo periodo della stessa disposizione, secondo cui il deposito degli atti e dei documenti in scadenza effettuato oltre le ore 12 dell'ultimo giorno si considera eseguito il giorno successivo. Questo effetto, posto a garanzia del diritto di difesa delle controparti, significa unicamente che per contestare gli atti depositati oltre le ore 12 i termini per controdedurre decorrono dal giorno successivo (Cons. St. IV, n. 3309/2018; Cons. St. III, n. 4833/2018; T.A.R. Toscana, 4 gennaio 2019, n. 7). In attesa di un chiarimento definitivo sul punto, si era suggerito rispettare l'orario delle 12 se si deposita l'ultimo giorno utile per evitare di incorrere in contestazioni di decadenze. Tale chiarimento sembra tuttavia essere arrivato a seguito di Corte cost., n. 75/2019, che, benché con riferimento al processo civile, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 16-septies del d.l. n. 179/2012 inserito dall'art. 45-bis, comma 2, lettera b), del d.l. n. 90/2014, nella parte in cui prevede che la notifica eseguita con modalità telematiche la cui ricevuta di accettazione è generata dopo le ore 21 ed entro le ore 24 si perfeziona per il notificante alle ore 7 del giorno successivo, anziché al momento di generazione della predetta ricevuta. Ha osservato la Corte che il divieto di notifica per via telematica oltre le ore 21 ha lo scopo di tutelare il destinatario, per salvaguardarne, cioè, il diritto al riposo in una fascia oraria (dalle 21 alle 24) in cui egli sarebbe stato, altrimenti, costretto a continuare a controllare la propria casella di posta elettronica; ma non anche giustifica la corrispondente limitazione nel tempo degli effetti giuridici della notifica nei riguardi del mittente, al quale – senza che ciò sia funzionale alla tutela del diritto al riposo del destinatario e nonostante che il mezzo tecnologico lo consenta – viene invece impedito di utilizzare appieno il termine utile per approntare la propria difesa: termine che l'art. 155 c.p.c. computa «a giorni» e che, nel caso di impugnazione, scade, appunto, allo spirare della mezzanotte dell'ultimo giorno. Applicando tale interpretazione anche al processo amministrativo si giunge alla conclusione che pure in tale giudizio la possibilità di depositare gli atti in forma telematica è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito, come chiarito da Cons. St. IV, n. 3419/2019, secondo cui la possibilità di depositare con modalità telematica atti in scadenza è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito secondo i termini perentori senza che l'orario di deposito telematico possa assumere rilevanza preclusiva. Tuttavia, tale orientamento non si è consolidato e permane un contrasto tra le tesi che richiede che il deposito avvenga entro le ore 12 dell'ultimo giorno utile per la presentazione della memoria, dovendosi dopo tale orario intendersi come «effettuato il giorno successivo» (Cons. St. VI, n. 3149/2020; Cass. V, n. 1137/2020; Cass. V, n. 1372/2020; Cass. V, n. 8241/2020; T.A.R. Sicilia (Catania) I, 23 settembre 2020, n. 2292; T.A.R. Lombardia IV, 8 giugno 2020, n. 1031) e la tesi che consente invece anche nell'ultimo giorno utile il deposito entro le ore 24 (Cons. St. V, n. 1451/2020; T.A.R. Lazio II-quater, 18 marzo 2020, n. 3376). La prima tesi non sembra tenere conto della sopra menzionata sentenza della Corte costituzionale. Va infine aggiunto che la violazione dei termini previsti per il deposito di memorie e documenti integra una lesione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio e comporta che i documenti tardivamente prodotti non possono in alcun modo essere utilizzati ai fini della decisione della causa, anche se gli atti sono stati ormai acquisiti al fascicolo informatico d'ufficio e comunque visionati dal Collegio. Il mancato rispetto dei termini deve essere verificato in relazione all'udienza in cui effettivamente l'affare viene trattenuto in decisione, poiché la perentorietà del termine per il deposito di memorie difensive e documenti è posta a presidio del contraddittorio. Sicché il differimento dell'udienza impone di computare i termini a ritroso sanciti dal menzionato art. 73 in relazione alla nuova data (Cons. St. V, n. 6261/2012; T.A.R. Catania (Sicilia) I, n. 2950/2016). Di conseguenza, si deve fare attenzione a prestare adesione ad una istanza di rinvio dell'udienza formulata da controparte, che potrebbe avere l'effetto non solo di posticipare la decisione del ricorso, ma di rimettere in termine controparte per la produzione di documenti e la presentazione di memorie. Altra valutazione rimessa alla strategia processuale è il momento in cui “scoprire le carte” in relazione a determinate eccezioni o repliche; in assenza di richieste cautelari, può a volte essere opportuno utilizzare il termine ultimo di cui all'art. 73 per dare meno tempo alle parti di replicare; ciò vale soprattutto per il resistente che potrebbe in tal modo svelare le sue difese solo in tale momento. |