Istanza di rinvio verbalizzata in udienza (art. 73)InquadramentoLe parti in causa non hanno diritto al rinvio della discussione del ricorso, che, successivamente alla avvenuta fissazione dell'udienza, prosegue verso la decisione senza che le parti abbiano la disponibilità in ordine ai tempi della decisione sul medesimo. Le parti possono, tuttavia, illustrare le ragioni che possono giustificare il differimento dell'udienza, ma la decisione finale in ordine ai concreti tempi della decisione spetta comunque al giudice. La richiesta di rinvio (ma discorso analogo vale per la richiesta di cancellazione, v la relativa formula “Istanza di cancellazione della causa dal ruolo”) deve tuttavia trovare il suo fondamento giuridico in gravi ragioni idonee ad incidere sulle esigenze di tutela del diritto di difesa costituzionalmente garantito. L'istanza di rinvio può essere formulata in udienza (con dichiarazione da verbalizzare), ovvero con istanza autonoma prima della stessa (v. formula “Istanza di rinvio della discussione”). Formula[da inserire nel verbale d'udienza] ISTANZA DI RINVIO DELL'UDIENZA Udienza di discussione del ... Ricorso R.G. n. ... Verbale di udienza Alla pubblica udienza del ... (o alla camera di consiglio del ...), in relazione al ricorso R.G. n. ..., chiamato alle ore ... e per il quale il Collegio giudicante è composto dai seguenti magistrati ..., sono presenti per le parti ... . [ ... ] L'Avv. ..., che rappresenta e difende ..., giusta procura speciale agli atti, a fronte della circostanza [indicare la circostanza che rende necessario disporre il rinvio della discussione], chiede che l'udienza di discussione sia rinviata alla data [che il collegio riterrà di fissare]/[ stabilita, in particolare al ... ]. Tale rinvio si rende indispensabile ai fini della garanzia del diritto di difesa e del principio del contraddittorio. CommentoIn udienza (o anche prima, mediante istanza autonoma) le parti possono chiedere il rinvio della discussione della causa, rappresentando il motivo che rende necessario il rinvio. Il rischio di un esercizio strumentale di tale facoltà ha, nella prassi, portato il giudice – che al riguardo gode di un potere discrezionale – a concedere un rinvio in casi limitati che coinvolgevano, in particolare, la garanzia del diritto di difesa, in presenza dei quali il rinvio si atteggia come doveroso (cfr., Cons. St., n. 6414/2014; T.A.R. Roma (Lazio) II, 6 aprile 2017 n. 4295T.A.R. Catanzaro (Calabria) II, 10 marzo 2017 n. 394). L'indisponibilità dei tempi processuali per le parti, che tempera il principio dispositivo che regge il processo amministrativo, si spiega in ragione dell'esistenza di interessi pubblici al cui assetto occorre dare certezza. Pertanto, salvo situazioni oggettive tempestivamente allegate, l'udienza si svolge alla data fissata, anche al fine di dare attuazione al precetto costituzionale del giusto processo; invero, l'accoglimento di istanze di rinvio rischierebbe di pregiudicare il valore tutelato dall'art. 111 della Costituzione in relazione alla ragionevole durata del processo. Spetta dunque al giudice il “potere-dovere” di verificare la fondatezza di eventuali istanze di rinvio, evitando dilazioni ingiustificate dei tempi processuali. Ciò si fonda anche sul dato normativo dell'art. 71, che prevede espressamente che l'istanza di fissazione di udienza non è revocabile e dell'assenza di norme che assegnano un diritto delle parti al rinvio dell'udienza. Ne segue che, salvo comprovate ragioni strettamente relative all'esercizio del diritto di difesa, il differimento di un giudizio portato in udienza all'esame del collegio e maturo per la decisione è in contrasto con i principi di speditezza e di economia del processo amministrativo, desumibili dall'art. 2 c.p.a., per la cui realizzazione il giudice e le parti sono chiamati a cooperare (T.A.R. Napoli (Campania) III, 6 ottobre 2016 n. 4622). Tra le situazioni “particolarissime”, ritenute direttamente incidenti sul diritto di difesa delle parti, in presenza delle quali il rinvio dell'udienza appare doveroso, vi sono i casi di impedimenti personali del difensore o della parte, nonché quelli in cui, per effetto delle produzioni documentali effettuate dall'amministrazione, occorra riconoscere alla parte che ne faccia richiesta il termine di sessanta giorni per la proposizione dei motivi aggiunti (T.A.R. Parma (Emilia-Romagna) I, 25 gennaio 2017, n. 20; v. da ultimo l'ipotesi di rinvio di cui all'art. 81-bis disp. att. c.p.c., nel testo modificato dall'art. 1, comma 465, l. n. 205/2017, secondo cui ove “il difensore documenta il proprio stato di gravidanza, il giudice, ai fini della fissazione del calendario del processo ovvero della proroga dei termini in esso previsti, tiene conto del periodo compreso tra i due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi successivi. La disposizione del primo periodo si applica anche nei casi di adozione nazionale e internazionale nonché di affidamento del minore avendo riguardo ai periodi previsti dall'art. 26 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al d.lgs. n. 151/2001. Dall'applicazione del presente comma non può derivare grave pregiudizio alle parti nelle cause per le quali è richiesta un'urgente trattazione»). La facoltà del giudice di disporre il rinvio è inoltre esercitabile in relazione alla tardiva costituzione della parte intimata. Come riconosciuto in giurisprudenza, infatti, posto il carattere ordinatorio del termine di costituzione ex art. 46c.p.a. e la possibilità per la parte di costituirsi direttamente in udienza (ove tuttavia dovrà limitarsi a svolgere solo difese orali), il giudice può in ogni caso disporre il rinvio dell'udienza a data fissa, nel termine che riterrà congruo in relazione alle questioni da esaminare (Cons. St., Ad. plen., n. 5/2013; Cons. St. III, n. 196/2016). In tale evenienza, la necessità di garantire i principi costituzionalmente garantiti del diritto alla difesa e del giusto processo (articoli 24 e 111 della Costituzione), come recepiti dall'art. 2 c.p.a. (che sancisce la necessità del rispetto, nel processo amministrativo, del principio del contraddittorio tra le parti in condizioni di parità), al fine di consentire alla ricorrente di esercitare il proprio diritto di difesa avverso eventuali eccezioni, questioni in rito o di legittimità costituzionale, che la parte intimata costituita tardivamente potrebbe sollevare soltanto nell'udienza di discussione, senza perciò che la ricorrente abbia potuto conoscerle, e potuto quindi controdedurre adeguatamente (T.A.R. L'Aquila (Abruzzo) I, 20 aprile 2016, n. 245). In senso analogo, nel caso di non corretta notificazione dell'avviso di fissazione dell'udienza al ricorrente – che ha determinato l'impossibilità per lo stesso di articolare le proprie memorie e difese in udienza – è necessario disporre un rinvio della discussione (Cons. St. IV, n. 5799/2014). Altri casi possono riguardare, ad esempio, la necessità di depositare taluni documenti che non si è potuto produrre tempestivamente, la presenza di un impegno professionale documentabile non posticipabile, il recente conferimento della procura alle liti, anche in relazione alla complessità delle questioni, eventuali sopravvenienze normative o fattuali rilevanti, la necessità di riunirlo con altro ricorso o di abbinarlo, attesa la rilevanza di medesime questioni di diritto. Al contrario, qualora la richiesta di rinvio dell'udienza già fissata non sia indispensabile a garantire il diritto di difesa la richiesta deve essere respinta (T.A.R. Genova (Liguria) II, 14 ottobre 2014, n. 1438). Peraltro, le disposizioni citate non impongono al decidente di differire la discussione di un ricorso ogni qualvolta un avvocato si trovi nell'impossibilità di presentarsi personalmente in udienza per assolvere al proprio mandato. Secondo tale prospettiva, posto che le parti devono cooperare per la realizzazione della ragionevole durata del processo, non è stata ritenuta accoglibile l'istanza del difensore del ricorrente di rinvio dell'udienza ad altra data in ragione della cancellazione del volo aereo che gli avrebbe consentito di presenziare all'udienza (T.A.R. Roma (Lazio) II, 23 dicembre 2014, n. 13119; che chiarisce come l'indispensabilità non si esaurisce nella mera allegazione di un ostacolo alla presenza in udienza). Ciò premesso, potendo il giudice disporre il rinvio dell'udienza a data fissa nel caso di tardiva costituzione in giudizio della parte intimata, la violazione dei termini perentori sanciti dall'art. 73, comma 1, del c.p.a. per il deposito dei documenti, delle memorie e delle repliche deve essere verificata in relazione all'udienza in cui effettivamente l'affare viene trattenuto in decisione, sicché il differimento dell'udienza impone di computare i termini a ritroso sanciti dal menzionato art. 73 c.p.a. in relazione alla nuova data (Cons. St. V, n. 6261/2012; Cons. St. V, n. 3439/2012). |