Richiesta di condanna al pagamento di una sanzione per lite temeraria (art. 26, comma 2)InquadramentoOltre a statuire sulle spese e a condannare la parte soccombente al pagamento di una somma equitativamente determinata in favore della parte vittoriosa, il giudice può condannare, d'ufficio, la parte soccombente al pagamento di una sanzione in favore dell'erario, prevista dal comma 2 dello stesso art. 26 in presenza di una azione (o anche di una resistenza in giudizio) temeraria. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] ATTO DI COSTITUZIONE E MEMORIA [2] Nell'interesse di: - [PERSONA FISICA] [3], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [4] ..., C.F. ... [5], PEC: ... [6], Fax ... [7], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [8]. - [PERSONA GIURIDICA] [9], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P. I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [10] ..., C.F. ... [11], PEC: ... [12], Fax ... [13], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [14] ; - [Amministrazione/Ente/Autorità] [15], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [16] ; [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... ] [17]. [indicare se in qualità di resistente o controinteressato] nel ricorso R.G. n. ... Proposto da [PERSONA FISICA/GIURIDICA], rappresentata e difesa da ..., presso il cui studio è elettivamente domiciliata in ... ; PER L'ANNULLAMENTO - del provvedimento ..., prot. n. ..., notificato in data ..., avente ad oggetto ..., nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso ... . FATTO [ripercorrere sinteticamente i fatti salienti che hanno dato origine alla presente controversia, eventualmente soffermandosi sui fatti allegati dal ricorrente che si ritengono rappresentati in maniera incompleta o erronea e specificando i fatti dai quali si desume la infondatezza del ricorso] DIRITTO [eccepire l'eventuale difetto di giurisdizione o competenza del giudice adito [18]] [indicare i motivi per quali si ritiene irricevibile, inammissibile e infondato, il ricorso principale e gli eventuali motivi aggiunti] [indicare eventuali istanze di remissione in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea o di legittimità costituzionale] [indicare eventuali istanze istruttorie] Si chiede che, in applicazione dell'art. 26, comma, 2, c.p.a. controparte venga condannata al pagamento della prevista sanzione per lite temeraria. L'azione proposta [o la resistenza in giudizio] risulta, infatti, temeraria, come dimostra non solo l'unanime giurisprudenza citata in precedenza, ma soprattutto il fatto che controparte ha dimostrato di essere consapevole di aver agito [o resistito] in giudizio al solo fine di rallentare l'accertamento della pretesa del ricorrente [o di agire per rendere incerta la posizione giuridica della parte resistente]. Si tratta infatti di un ricorso [costituzione in giudizio] che oltre a essere basato su ragioni erronee in diritto, rivela la consapevolezza della non spettanza della prestazione richiesta. P.Q.M. Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di ... - condannare controparte, ai sensi dell'art. 26, comma 2, c.p.a., al pagamento della prevista sanzione [19]. Si producono i seguenti documenti: 1) [copia del provvedimento impugnato [20]] ] 2) [copia di eventuali atti antecedenti, conseguenti e connessi] 3) [ ... ] [21]. Luogo e data ... Firma Avv. ... [22] PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [23]. 1. L'atto è indirizzato al T.A.R. adito per il ricorso principale. 2. Ai sensi dell'artt. 46 c.p.a., le parti intimate possono costituirsi in giudizio entro 60 giorni dalla notificazione del ricorso. In caso di costituzione tardiva, la parte incorre nelle decadenze di cui all'art 73 c.p.a. in relazione alla facoltà di produrre scritti e memorie difensive, le quali possono essere depositate entro 30 giorni liberi prima della udienza di discussione (40 per i documenti e 20 per eventuali memorie di replica). Si tratta di termini, questi ultimi, perentori, e soggetti a dimidiazione nei casi previsti dalla legge. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). 4. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...). 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8° comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art.40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico. 6. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. 7. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'articolo 136 [c.p.a.]”. 8. La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico, il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'art. 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità al fine del deposito di copia informatica della procura”. 9. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. 10. V. nt. 4. 11. V. nt. 5. 12. V. nt. 6. 13. V. nt. 7. 14. V. nt. 8. 15. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. 16. In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). 17. In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. 18. L'art. 15 c.p.a. prevede, allo stato, che il difetto di competenza è rilevato d'ufficio finché la causa non è decisa in primo grado, e che è altresì rilevabile anche dalla parte, ma se il ricorrente non ha proposto la domanda cautelare, il difetto di competenza può essere eccepito dalle parti intimate entro il termine previsto dall'art. 46 comma 1, c.p.a. per la costituzione in giudizio, e dunque entro i sessanta giorni dal perfezionamento nei rispettivi confronti della notificazione del ricorso, ridotti della metà per i riti abbreviati. 19. Come spiegato nel commento, non si tratta di una vera e propria domanda, a differenza della condanna al pagamento di una somma equitativamente determinata, prevista dall'art. 26, comma 1, c.p.a. Nel caso si decida di formulare tale richiesta appare ragionevole farla precedere da quella di condanna ai sensi dell'art. 26 comma 1, oggetto della formula precedente. L'una non esclude l'altra ma per la parte privata o si propongono entrambe le richieste o solo quella di cui al comma 1. 20. Ai sensi dell'art. 46, comma 2, l'amministrazione resistente ha l'obbligo di produrre tutti gli atti del procedimento; in difetto, potrà darsi adito alle attività istruttorie di cui agli artt. 63 e ss. 21. Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni avanzate dalla parte in relazione al ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”]. 22. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2). 23. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoLa condanna al pagamento della sanzione per aver agito o resistito in modo temerario Il potere di qualificare una lite temeraria e condannare la parte ad una sanzione spetta al giudice che lo esercita d'ufficio. Il presupposto è l 'aver agito o resistito in giudizio in modo temerario, ossia quella responsabilità processuale aggravata ex art. 96 c.p.c. Il presupposto della sanzione da versare all'erario è la temerarietà dell'azione o della resistenza in giudizio; qualcosa quindi di più rispetto alle ragioni manifestamente infondate presupposto della condanna di cui al comma 1 dell'art. 26 e qualcosa di diverso anche rispetto alla responsabilità aggravata per aver agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, di cui all'art. 96, comma 1, c.p.c. La mera esistenza di una giurisprudenza contraria alle tesi della parte soccombente non è quindi sufficiente a integrare la lite temeraria, ma è necessario che risulti che la parte condannata abbia esercitato i poteri processuali in forme eccedenti o devianti rispetto alla tutela garantita dall'ordinamento; quando il ricorso oltre a essere erroneo in diritto, rivela la consapevolezza della non spettanza della prestazione richiesta L'importo massimo e minimo della sanzione è costituito dal doppio e dal quintuplo del contributo unificato dovuto per il ricorso introduttivo del giudizio, che può essere elevato fino all'uno per cento del valore del contratto, ove superiore al suddetto limite nelle controversie in materia di appalti. La nuova sanzione pecuniaria per lite temeraria deve ritenersi assoggettata al principio generale, valido per tutte le sanzioni amministrative, che preclude la retroattività, ossia l'applicazione a fatti anteriori all'entrata in vigore della norma sanzionatoria e, quindi, a ricorsi proposti prima della sua entrata in vigore. Azionabilità d'ufficio e possibile domanda di parte Il potere di condannare ai sensi dell'art. 26, comma 2 spetta d'ufficio al giudice e non si tratta di un potere che deve essere preannunciato alle parti ai sensi dell'art. 73, comma 3, perché è un potere, come la condanna alle spese, insito nell'esercizio della funzione giurisdizionale, su cui non si deve necessariamente svolgere uno specifico contraddittorio prima del suo utilizzo. A differenza della condanna ai sensi del comma 1 dell'art. 26, che può essere pacificamente chiesta dalla parte, in questo caso trattandosi di una somma da destinare all'erario non sussiste un interesse diretto della parte a chiedere tale condanna da cui non può trarre alcun beneficio. Tuttavia, una espressa richiesta al giudice può essere fatta al fine di stimolare l'esercizio di tale potere; sembra coerente non limitarsi a proporre tale richiesta ma presentarla congiuntamente alla istanza per la condanna di una somma equitativamente determinata in presenza di motivi manifestamente infondati ex art. 26, comma 1 (si rinvia alla formula: “Richiesta di condanna di una somma equitativamente determinata in presenza di motivi manifestamente infondati”). Certamente, è preferibile per la parte proporre l'istanza ai sensi del comma 1 dell'art. 26 (per il cui accoglimento ha un interesse diretto) e la presentazione di una richiesta per stimolare il potere del giudice ai sensi dell'art. 26, comma 2 ha il significato di stigmatizzare che si tratta di una azione / resistenza in giudizio non solo fondata su ragioni manifestamente infondate, ma che ha anche i caratteri della temerarietà. La proposizione di tale seconda richiesta può essere nella sostanza utile per far utilizzare al giudice quanto meno i poteri di cui all'art. 26, comma 1. Non trattandosi di una domanda vera e propria, l'omessa condanna al pagamento della sanzione non può essere oggetto di motivo di appello. Nella formula in commento l'istanza è stata inserita nella memoria di costituzione e risposta, ma la richiesta può essere presentata anche nella memoria finale o in caso di domanda proposta nei confronti della parte resistente nel ricorso introduttivo del giudizio se già in tale momento emerge che il ricorrente è stato costretto all'azione giudiziale, essendo le sue pretese state respinte sulla base di ragioni temerarie. |