Istanza per chiedere la sospensione del processo (art. 79)

Roberto Chieppa

Inquadramento

La sospensione, analogamente all'interruzione, rappresenta una vicenda anomala del processo, che ne dilata i tempi. A differenza della interruzione, tuttavia, la sospensione provoca un arresto solo temporaneo del processo, direttamente correlato a un determinato evento e fino alla cessazione del medesimo. Il codice di rito – al quale la disciplina del c.p.a. rinvia – distingue due tipologie di sospensione. Una prima, definita necessaria (ex art. 295 c.p.c.), quando risulti pendente altra causa, la cui decisione risulta essere pregiudiziale rispetto a quella della causa in corso. Perché sussista l'obbligo per il giudice di procedere alla sospensione, la previa definizione di altra controversia civile, penale o amministrativa, pendente davanti allo stesso o ad altro giudice, deve essere imposta da una espressa disposizione di legge oppure quando, per il suo carattere pregiudiziale, costituisca l'indispensabile antecedente logico-giuridico dal quale dipenda la decisione della causa pregiudicata ed il cui accertamento sia richiesto con efficacia di giudicato. Lo scopo di tale sospensione è quella di evitare un conflitto di giudicati e assicurare la certezza del diritto (v. anche la formula “Richiesta di sospensione per esistenza di una questione pregiudiziale pendente in altro processo”). L'altra ipotesi di sospensione è quella definita facoltativa su istanza di parte (art. 296 c.p.c.). In tale ultimo caso, il giudice, su istanza di tutte le parti, ove sussistano giustificati motivi, può disporre, per una sola volta, che il processo rimanga sospeso per un periodo non superiore a tre mesi, fissando l'udienza per la prosecuzione del processo medesimo. La decisione in merito alla sospensione del processo spetta al giudice, che può disporla anche d'ufficio, al quale la parte (o le parti congiuntamente) presentano una istanza motivata, rappresentando i motivi per cui si rende necessaria o anche solo opportuna la sospensione del processo. A seguito della ordinanza di sospensione, il processo sospeso deve essere proseguito una volta che sopraggiunga l'atto che fa venir meno la causa di sospensione, entro 90 giorni dalla comunicazione di tale atto (v. formula “Istanza di fissazione dell'udienza per la prosecuzione del processo sospeso”). In mancanza, il giudizio si estingue.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL .... SEZ. ....; .... R.G. N. [ ....]

ISTANZA DI SOSPENSIONE EX ART. 79 C.P.A. [1][2]

Nell'interesse di

[PARTE RICORRENTE/RESISTENTE/CONTROINTERESSATO], elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo/la rappresenta e difende giusta procura speciale,

in relazione al ricorso n. r.g. ...., proposto da .... contro .... e nei confronti di ....;

CHIEDE

che codesto Ecc. mo Giudice voglia disporre la sospensione del processo, ai sensi degli art. 79 c.p.a. e 295 [3] c.p.c., in ragione del fatto che, dinnanzi al ...., pende il giudizio ...., tra .... e ...., la cui soluzione è pregiudiziale e determina la sospensione [per espressa previsione di legge .... (indicare quale)] / [in ragione della circostanza per cui, tale questione, costituisce l'indispensabile antecedente logico-giuridico dal quale dipende la decisione del ricorso indicato in epigrafe, nell'ambito del quale assume efficacia di giudicato].

Tale sospensione appare necessaria, anche al fine di salvaguardare l'utilità del procedimento in corso e per ragioni di economia procedurale.

Si depositano i seguenti documenti, comprovanti le riferite circostanze

....

Luogo e data ....

Firma Avv. [4] ....

[per adesione, in caso di istanza congiunta, la firma delle altre parti]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a. è depositato con modalità telematiche [5].

[1]Ai sensi dell'art. 136, comma 2, c.p.a., i difensori sono tenuti a depositare tutti gli atti e i documenti con modalità telematiche. A tal fine, il deposito avviene mediante l'utilizzo del modulo disponibile sul sito www.giustizia-amministrativa.it, da inviare via PEC alla segreteria del tribunale adito (vedi le relative istruzioni disponibili sul sito www.giustizia-amministrativa.it).

[2]Oltre che con autonoma istanza depositata presso la cancelleria del tribunale, la richiesta di sospensione può essere contenuta nelle morie difensive e/o proposta nel corso dell'udienza di discussione

[3]In caso di richiesta di sospensione ai sensi dell'art. 296 c.p.c., si dovranno indicare i motivi che rendono opportuna la sospensione, con riferimento ad esempio eventuali trattative – ove possibile documentate - al fine di conciliare o transigere la lite.

[4]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”).

[5]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi.

Commento

La disciplina della sospensione del processo amministrativo è contenuta (in virtù del rinvio di cui all'art. 79 c.p.a.) nelle corrispondenti norme processual-civilistiche (artt. 295 e 296 c.p.c.), oltre che nel diritto dell'U.E. per ciò che concerne il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia (art. 267 TFUE).

La sospensione necessaria del processo di cui all'art. 295 c.p.c., al quale rinvia l'art. 79, comma 1 ricorre nel caso di pendenza di una causa che verte su una questione pregiudiziale, la cui soluzione rappresenta il necessario presupposto (inteso in senso tecnico-giuridico e non meramente logico) della decisione del ricorso pendente. Nel caso del successivo art. 296 c.p.c., la sospensione è di tipo facoltativo e richiede l'istanza di tutte le parti in causa (Cons. St. V, n. 3573/2014).

Casistica

La cause di sospensione del processo sono tassative e infatti anche l'art. 79 fa rinvio al c.p.c., ad altre leggi e al diritto dell'U.E. Il richiamo è stato esteso ad ogni altra ipotesi di sospensione prevista dal c.p.c. o da altre leggi; ad esempio, l'art. 337, comma 2, c.p.c. prevede che quando l'autorità di una sentenza è invocata in un diverso processo, questo può essere sospeso se tale sentenza è impugnata (si tratta di una sospensione facoltativa, diversa da quella prevista dall'art. 295 c.p.c.), che è necessaria; anche l'art. 624, comma 1, c.p.c. può consentire la sospensione (secondo cui «Se è proposta opposizione all'esecuzione a norma degli artt. 615 e 619, il giudice dell'esecuzione, concorrendo gravi motivi, sospende, su istanza di parte, il processo con cauzione o senza»), nonché ogni altra disposizione compatibile in forza del rinvio operato dall'art. 39, posto che non si ravvisano ostacoli logico giuridici a tale estensione (Cons. St. V, n. 806/2015).

In particolare, nel caso dall'art. 337, secondo comma, cit., trattandosi di una facoltà, il ‘secondo giudice' può anche non disporre la sospensione, nel qual caso non è detto che debba necessariamente conformarsi alla decisione impugnata, sia perché potrebbe ritenere non sussistente l'influenza effettiva della sentenza sulla questione al suo esame e sia perché, anche indipendentemente da ciò, potrebbe valutare liberamente la probabilità che la sentenza invocata possa essere confermata e l'opportunità della sospensione.

I casi di sospensione previsti nel codice del processo amministrativo riguardano, oltre alla sospensione per querela di falso, il regolamento preventivo di giurisdizione e di competenza (artt. 10 e 16 c.p.a.). Altre leggi che prevedono ipotesi di sospensione del processo: così nel caso di questione di costituzionalità, l'art. 23, l. n. 87/1953 (recante «Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale») disciplina la sospensione del processo (v. Cons. St., Ad. plen., ord. 28/2014 che definisce impropria tale sospensione, nei casi in cui tale questione sia stata sollevata in altro processo e relativa ad una norma applicabile nel giudizio, in quanto volta a produrre effetti in termini di economia dei mezzi processuali e di ragionevole durata del processo, evitando che la Corte Costituzionale sia nuovamente investita della medesima questione già sollevata nell'altro giudizio ed il conseguente rischio prolungare la durata del giudizio di costituzionalità, e di riflesso di quello a quo.

Una critica alla prassi della sospensione impropria è stata espressa incidentalmente dalla Corte costituzionale, che ha rilevato che deve escludersi la sussistenza di una discrezionale facoltà del giudice di sospendere il processo fuori dei casi tassativi di sospensione necessaria «per mere ragioni di opportunità» e ha stigmatizzato la prassi della cosiddetta “sospensione impropria” che nella sostanza consiste nell'adozione di un provvedimento di sospensione difforme da univoche indicazioni normative (Corte cost., n. 218/2021).

Si veda anche l'art. 14, d.lgs. n. 109/2007, recante «Misure per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l'attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, in attuazione della direttiva 2005/60/CE» (che prevede che «Qualora nel corso dell'esame del ricorso si evidenzi che la decisione dello stesso dipende dalla cognizione di atti per i quali sussiste il segreto dell'indagine o il segreto di Stato, il procedimento è sospeso fino a quando l'atto o i contenuti essenziali dello stesso non possono essere comunicati al tribunale amministrativo. Qualora la sospensione si protragga per un tempo superiore a due anni, il tribunale amministrativo può fissare un termine entro il quale il Comitato è tenuto a produrre nuovi elementi per la decisione o a revocare il provvedimento impugnato. Decorso il predetto termine, il tribunale amministrativo decide allo stato degli atti.»); nel caso di sospensione del processo per pregiudiziale comunitaria, la stessa è disciplinata dall'art. 267 del Trattato Unione europea e l'art. 42, l. n. 234/2012, recante «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea» (v. formula “Memoria con cui si chiede la sospensione del processo e il rinvio pregiudiziale in Corte di Giustizia”).

In giurisprudenza, il presupposto della c.d. pregiudizialità tecnica (o necessaria), per la sospensione ai sensi dell'art. 295 c.p.c. è stato ritenuto sussistente quando una controversia (pregiudiziale) costituisca l'indispensabile antecedente logico-giuridico dal quale dipenda la decisione della causa pregiudicata, in ragione del fatto che il rapporto giuridico della prima rappresenta un elemento costitutivo della situazione sostanziale dedotta nella seconda, per cui il relativo accertamento si imponga nei confronti di quest'ultima con efficacia di giudicato, al fine di assicurare l'uniformità di decisioni (ex multis: Cass. V, n. 806/2015; Cass. VI, n. 1386/2012). In particolare, la situazione giuridica della causa pregiudiziale si pone come elemento costitutivo, modificativo, impeditivo o estintivo del distinto rapporto dedotto nella causa dipendente, la cui esistenza è dunque necessariamente presupposta dalla prima (Cons. St. IV, n. 2483/2014 e Cons. St. IV, n. 2484/2014).

È stato precisato che, anche nell'ipotesi di pregiudizialità necessaria, non si deve dichiarare la sospensione qualora nel giudizio pregiudicato si pone una questione pregiudiziale di rito idonea alla sua definizione. In tal caso il giudice dovrà prima decidere tale questione, in quanto la sua eventuale fondatezza rende irrilevante il vincolo di pregiudizialità, Cass. VI, n. 14469/2017.

Analogamente, non va dichiarata la sospensione nel caso del giudicato formatosi sul processo pregiudicato, per effetto della mancata attivazione nei confronti dello stesso della sospensione necessaria exartt. 295 c.p.c. o 337 c.p.c., che non può incidere sul processo pregiudicante. In caso contrario, se si ammettesse l'incidenza del giudicato formatosi nella causa pregiudicata sulla causa pregiudicante si finirebbe con il togliere ogni significato alla pregiudizialità logico- giuridica tra cause pendenti dinanzi a giudici diversi e con il disconoscere ogni operatività all'istituto della sospensione necessaria del processo pregiudicato, rimesso alla iniziativa di parte per essere di per sé non autonomamente conoscibile dal giudice (Cons. St. IV, n. 5237/2017, in relazione agli effetti del giudicato civile sulla stima dell'indennità di esproprio sul processo amministrativa riguardante la validità del presupposto decreto di esproprio).

Nei casi che ricadono al di fuori di tale nesso di pregiudizialità, la sospensione è meramente facoltativa. Così, ad esempio, nel caso di questione di legittimità costituzionale sollevata in altro giudizio. Si tratta di una facoltà del giudice, per l'esercizio della quale egli deve avere appunto riguardo alle conseguenze sulla durata e sull'esito del giudizio di cui è chiesta la sospensione (Cons. St. V, n. 640/2016, che ha escluso la pregiudizialità di un altro giudizio pendente davanti alla Cedu).

Nel caso di questione pregiudiziale penale, stante l'autonomia dei due giudizi, non si ravvisano ipotesi di sospensione necessaria nel senso sopra precisato. Una ipotesi in cui tuttavia può porsi un rapporto di pregiudizialità necessaria è quella prevista dall'art. 75, comma 3, c.p.p. che stabilisce la sospensione dell'azione civile nel caso di costituzione di parte civile nel processo penale. Tale ipotesi è applicabile anche nei casi in cui l'azione civile sia proposta innanzi al giudice amministrativo (T.A.R. Trentino Alto Adige (Trento) I, n. 156/2012).

Al di fuori delle fattispecie previste dalla legge, è diffuso nella giurisprudenza civile (cfr. Cass., II, ord., n. 5767/2006; Cass. VI, n. 23906/2010) un orientamento di sostanziale disfavore per la sospensione del giudizio ope iudicis, perché essa comporta l'arresto del processo dipendente per un tempo indeterminato, così dilatando i tempi della decisione finale del giudizio e le aspettative ad una sua rapida definizione che le parti, le quali si oppongano a siffatta sospensione, legittimamente possono vantare (arg. exCons. St. V, n. 640/2016).

Stante l'appartenenza del ricorso straordinario al Capo dello Stato all'ambito dei rimedi giurisdizionali, si ritiene applicabile la sospensione ai sensi dell'art. 295 c.p.c. anche al caso in cui la questione pregiudiziale sia oggetto di tale ricorso, atteso il carattere, definitorio della controversia stessa, del relativo provvedimento giustiziale, insuscettibile di annullamento, revoca o riforma da parte dell'amministrazione interessata (T.A.R. Campania (Napoli) IV, 12 luglio 2011, n. 3736).

Termine per proseguire

In caso di sospensione per la pendenza di una q.l.c. sulla norma applicabile sollevata in altro giudizio, il termine per la prosecuzione del giudizio sospeso è quello sancito dall'art. 80, comma 1, per tutte le ipotesi di sospensione del processo amministrativo (90 giorni): tale termine decorre dalla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del provvedimento della Corte cost. (T.A.R. Puglia (Lecce) I, n. 3674/2015; T.A.R. Basilicata (Potenza), I, 12 settembre 2016, n. 878). Nel caso in cui la questione è stata sollevata nel giudizio che si è pertanto sospeso, il termine decorre dalla data di comunicazione di segreteria circa l'avvenuta restituzione degli atti di causa al giudice a quo (T.A.R. Liguria (Genova) I, 3 maggio 2007, n. 728). In caso di giudizi soggetti a rito abbreviato, il termine per la prosecuzione è ridotto a 45 giorni. (T.A.R. Abruzzo (L'Aquila) I, 14 luglio 2016, n. 428).

Ai fini della prosecuzione non occorre un atto formale di riassunzione, ma – dopo che è cessata la causa di sospensione – è sufficiente la mera riproposizione di un'istanza di fissazione d'udienza ad impedire l'estinzione del ricorso.

In mancanza, di una istanza depositata nel termine stabilito, si dichiarerà estinto il giudizio (T.A.R. Trentino-Alto Adige (Trento) I, 19 ottobre 2017, n. 286, con spese compensate tra tutte le parti qualora l'inerzia sia loro ugualmente imputabile).

Effetti della sospensione

Durante la fase di sospensione non possono essere compiuti atti del processo e tutti i termini sono interrotti che riprenderanno a decorrere dal giorno dell'udienza fissata per la prosecuzione del giudizio (art. 298 c.p.c.).

Appellabilità delle ordinanze di sospensione

Il Codice ha previsto l'appellabilità delle ordinanze emesse ai sensi dell'art. 295 c.p.c., con applicazione del rito camerale (è esclusa dunque l'appellabilità delle ordinanze di sospensione emesse ai sensi dell'art. 296 c.p.c., ossia su concorde istanza delle parti, di solito per scopi conciliativi in itinere, e dunque senza alcun tipo di proiezione o «praeiudicium decisorio» che è invece tipico di ogni ipotesi di pregiudizialità-dipendenza fra distinti processi (Cons. St., n. 3907/2012).

Non è impugnabile l'ordinanza che dispone la sospensione impropria per pendenza di un giudizio innanzi alla Corte di giustizia Ue nel quale è stata sollevata una questione che rileva anche nel giudizio sospeso (Cons. St. III, n. 8204/2019). Ciò non esclude tuttavia che la parte possa chiedere la revoca dell'ordinanza di sospensione «impropria» nei casi in cui sia venuto meno il presupposto che l'aveva determinata (Cons. St. IV, n. 457/2017 e Cons. St., n. 4687/2016, nel caso di sospensione disposta in ragione della pendenza dinanzi alla Corte di Giustizia U.E. della questione pregiudiziale su questione di diritto analoga a quella oggetto della causa, la parte ne chiede la revoca per l'avvenuto mutamento della giurisprudenza interna per effetto di una decisione dell'adunanza plenaria che chiarisce la questione dedotta).

Nei casi di appello avverso l'ordinanza di sospensione ex art. 79, comma 3, c.p.a., il giudice in caso di fondatezza annulla con ordinanza la decisione del giudice di sospensione del giudizio e dispone la trasmissione al T.A.R. per la decisione del ricorso (Cons. St. VI, n. 4522/2016).

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