Atto di riproposizione a seguito di ricorso per regolamento di giurisdizione (art. 11)InquadramentoSin dal 1877 (l. n. 3761/1977) spetta alla Sezioni Unite della Corte di Cassazione decidere con forza vincolante per ogni giudice e per le parti sia le questioni sulla sussistenza stessa della potestà giurisdizionale, sia le questioni sulla spettanza della giurisdizione al giudice amministrativo o a quello ordinario. Qualora le Sezioni Unite dovessero ritenere il difetto assoluto di giurisdizione il processo non avrà alcun seguito, perché la posizione giuridica sottesa non è una situazione giuridica soggettiva tutelabile. Qualora, invece, sussiste la potestà giurisdizionale, le Sezioni Unite dovranno stabilire a quale plesso attribuire la giurisdizione, definendo, quindi, implicitamente la situazione giuridica soggettiva sottesa. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] ATTO DI RIPROPOSIZIONE A SEGUITO DI RICORSO PER REGOLAMENTO PREVENTIVO DI GIURISDIZIONE Nell'interesse di [persona fisica], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [2] ..., C.F. ... [3], PEC: ... [4], fax ... [5], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... . - [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC: ..., Fax ..., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... . [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... .] [6]. -ricorrente- CONTRO - [Amministrazione/Ente/Autorità] [7], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [8], -resistente- E NEI CONFRONTI DI - Sig./La Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ... - controinteressato- FATTO E DIRITTO Premesso: — che con atto di citazione ... ha convenuto in giudizio ... dinanzi al Tribunale di ..., esponendo che: ...; — che, su tali premesse in fatto, ... ha chiesto: ...; che ..., con ricorso del ... ha proposto ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione ai sensi dell'art. 367 c.p.c.; che le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con sentenza comunicata in data ..., hanno dichiarato la giurisdizione del giudice amministrativo; — che è interesse della parte istante riproporre tale giudizio; tutto ciò premesso, con il presente atto ripropone i motivi in fatto e in diritto promossi con l'atto introduttivo del giudizio, che qui vengono integralmente trascritti: ... Si allega: - separata istanza di fissazione di udienza. Luogo e data ... Firma Avv. ... [9] PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (eventuale) [V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [10]. 1. L'art. 11 c.p.a., in tema di translatio iudicii, al fine di far salvi gli effetti processuali e sostanziali della domanda originariamente proposta, pone come condizione che il processo sia “riproposto” innanzi al giudice indicato nella pronuncia che declina la giurisdizione, entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza. Il comma 4 della medesima norma prevede che la salvezza degli effetti processuali e sostanziali della domanda si verifica se il giudizio è riproposto dalla parte che vi ha interesse nel termine di tre mesi dalla pubblicazione della decisione delle Sezioni Unite. 2. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...). 3. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. 4. A partire dal 18 agosto 2014, per gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non è più obbligatoria l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore (v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., nella l. n. 114/2014). Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. 5. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3 bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv. con modif., nella l. n. 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». 6. In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. 7. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. 8. In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). 9. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo deposito Atto). 10. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoLe Sezioni Unite possono risolvere sia conflitti reali di giurisdizione sia conflitti virtuali. I primi si verificano quando vi siano più pronunce giurisdizionali contrastanti sulla spettanza della giurisdizione, i secondi quando si configura la possibilità che un conflitto reale possa sorgere. Il regolamento preventivo di giurisdizione può essere visto sia come negatoria iurisdictionis, se sollevato dalla parte resistente che punta ad una declaratoria di inammissibilità del ricorso, sia come strumento per dissipare le incertezze sulla sussistenza della giurisdizione amministrativa, se sollevato dalla parte ricorrente. Va, peraltro, evidenziato che, in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione, S.U. n. 21260/2016, il regolamento preventivo di giurisdizione diventa lo strumento privilegiato per il ricorrente che vuole accertarsi della bontà della propria scelta, non potendo contestarla in appello, pena l'inammissibilità della domanda. Lo scrutinio della Corte di Cassazione non può che essere limitato ai soli profili necessari per dirimere la questione di giurisdizione, potendo tale sindacato avere una portata dirompente perché interviene in una fase in cui il giudice amministrativo ancora non si è pronunciato nel merito e in cui le posizioni delle parti sono ancora tutte da accertare. In questo senso, l'art. 386 c.p.c. prevede che la decisione sulla giurisdizione è determinata dall'oggetto della domanda e, quando prosegue il giudizio, non pregiudica la questione sulla pertinenza del diritto e sulla proponibilità della domanda”. Va, tuttavia, rilevato che un intervento della Corte di Cassazione limitato solo ai profili processuali della giurisdizione non è in realtà del tutto possibile, perché l'accertamento della giurisdizione, fondandosi sul criterio del petitum sostanziale presuppone valutazioni di merito. Non è un caso che sia stata proprio la Corte di Cassazione a dare un sostanziale apporto nella delineazione della figura dell'interesse legittimo (sul punto si veda, oltre alla nota Cass. S.U., n. 500/1999, anche Cass. S.U., n. 17586/2015). La giurisprudenza ha, peraltro, chiarito che il regolamento preventivo di giurisdizione può essere proposto anche in presenza di un provvedimento cautelare già emesso, non potendosi configurare lo stesso quale decisione che definisce il giudizio; in effetti la proposizione del regolamento preventivo di giurisdizione non è preclusa dalla circostanza che il giudice adito per il merito abbia provveduto su una richiesta di provvedimento cautelare, pur se, ai fini della pronuncia, abbia risolto in senso affermativo o negativo una questione attinente alla giurisdizione, ovvero sia intervenuta pronunzia sul reclamo avverso il provvedimento cautelare, in quanto il provvedimento reso sull'istanza cautelare non costituisce sentenza e la pronunzia sul reclamo mantiene il carattere di provvisorietà proprio del provvedimento cautelare (Cons. St. IV, n. 1839/2017). Inoltre, in virtù dell'art. 367 c.p.c., al quale rinvia l'art. 9 comma 1, c.p.a., nel testo novellato dalla l. n. 353/1990, non sussiste più l'obbligo di sospendere il giudizio per effetto della sola presentazione del ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione, essendo invece rimessa al giudice a quo la decisione sulla sospensione, e ciò al fine di evitare un uso distorto e dilatorio del regolamento stesso; la sospensione del processo dipende quindi da una valutazione del giudice di merito circa la non manifesta inammissibilità o la non manifesta infondatezza dell'istanza, da compiersi a seguito di una previa sommaria delibazione della domanda e della documentazione versata in atti (T.A.R. Abruzzo (Pescara) I, 27 giugno 2016, n. 236). Nel processo civile la questione di giurisdizione può essere sollevata anche dall'amministrazione che non sia parte in causa. L'art. 41, comma 2, c.p.c. dispone che l'amministrazione può chiedere attraverso il ricorso per Cassazione, in ogni stato e grado del processo, e finché la giurisdizione non sia stata affermata con sentenza passata in giudicato, che sia dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario in considerazione dei poteri attribuiti dalla legge all'amministrazione stessa. L'estensione di tale norma al processo amministrativo è, tuttavia, dubbia. Da un lato, la norma fa espresso riferimento al giudice ordinario; dall'altro, è difficile immaginare una questione di difetto assoluto di giurisdizione suscettibile di essere sollevata da un'amministrazione che non sia parte in causa, in quanto il processo amministrativo si svolge sempre nei confronti di un'amministrazione che è necessariamente parte in causa. Dopo la pronuncia delle Sezioni Unite sul regolamento di giurisdizione il giudizio deve essere riassunto o riproposto. Il primo comma dell'art. 11 c.p.a., in tema di translatio iudicii, al fine di far salvi gli effetti processuali e sostanziali della domanda originariamente proposta, pone come condizione che il processo sia “riproposto” innanzi al giudice indicato nella pronuncia che declina la giurisdizione, entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza. La norma, quindi, utilizza il termine “riproposto” e non “riassunto”, perché in questo caso autore della riproposizione della domanda (id est, del processo) non è la parte più diligente, come avviene per le riassunzioni, ma solo colui che ha originariamente proposto la domanda innanzi al giudice sfornito di giurisdizione. Ciò deriva dal fatto che la scelta di avviare il processo amministrativo è una scelta caratterizzata dall'infungibilità. Ne deriva che le altre parti del giudizio non possono riproporre lo stesso innanzi al giudice sfornito di giurisdizione. Il comma 4 della medesima norma prevede che se in una controversia introdotta davanti ad altro giudice le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, investite della questione di giurisdizione, attribuiscono quest'ultima al giudice amministrativo, ferme restando le preclusioni e le decadenze intervenute, sono fatti salvi gli effetti processuali e sostanziali della domanda, se il giudizio è riproposto dalla parte che vi ha interesse nel termine di tre mesi dalla pubblicazione della decisione delle Sezioni Unite. Ne deriva, quindi, che se il giudizio è stato introdotto innanzi al giudice ordinario e le Sezioni Unite dichiarano la giurisdizione del giudice amministrativo, il giudizio deve essere riproposto innanzi a questo. Se, invece, il giudizio è stato introdotto innanzi al giudice amministrativo e le Sezioni Unite confermano la giurisdizione, il giudizio andrà riassunto innanzi al giudice amministrativo. La riassunzione è lo strumento previsto per la prosecuzione del medesimo rapporto processuale, in cui dovrebbero essere pienamente utilizzabili le risultanze istruttorie acquisite nella prima fase del giudizio, diversamente da quando accade nel processo riproposto, in cui le prove raccolte possono essere utilizzate solo come argomenti di prova. |