Atto di rinuncia a singoli motivi di ricorso (art. 84)

Roberto Chieppa

Inquadramento

Oltre alla rinuncia al ricorso (ai sensi dell'art. 84 c.p.a., v. formula “Atto di rinuncia”), le parti possono rinunciare a singoli motivi dedotti a sostegno delle proprie domande. Si tratta di una scelta legata alla strategia difensiva del difensore, che a tal fine non necessita della sottoscrizione della parte, né di previa notifica alle altre parti costituite. L'effetto prodotto è quello di restringere i profili di esame sottoposti al giudice, semplificando il relativo accertamento e delimitando il thema decidendum.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL .... [1] SEZIONE .... [2] GIUDIZIO R.G. n. [ ....]

RINUNCIA AI MOTIVI DI RICORSO

Nell'interesse di

[PARTE RICORRENTE], elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo/la rappresenta e difende giusta procura speciale, in relazione al ricorso N. R.G. ...., proposto da .... contro .... e nei confronti di ....;

DICHIARA

in relazione al ricorso indicato in epigrafe, di rinunciare ai motivi di ricorso nn. [ ....], ai sensi del quale si chiedeva a codesto Giudice di [ ....].

Per l'effetto, si chiede che codesto Giudice limiti la propria pronuncia all'esame dei vizi dedotti con riferimento ai motivi nn. [ ....], riguardanti [ ....].

Luogo e data ....

Firma Avv. [3] ....

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [4] .

[1]Oltre che con istanza formale, la rinuncia ad uno o più motivi di ricorso può essere svolta anche nelle memorie difensive.

[2]Ai sensi dell'art. 136, comma 2, c.p.a., i difensori sono tenuti a depositare tutti gli atti e i documenti con modalità telematiche. A tal fine, il deposito avviene mediante l'utilizzo del modulo disponibile sul sito www.giustizia-amministrativa.it, da inviare via PEC alla segreteria del tribunale adito (vedi le relative istruzioni disponibili sul sito www.giustizia-amministrativa.it).

[3]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”).

[4]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito: www.giustizia-amministrativa.it. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi.

Commento

La rinuncia ai motivi di ricorso si distingue dalla rinuncia al ricorso, nel senso che la stessa è rivolta al giudice e non implica il necessario coinvolgimento delle altre parti. La stessa può essere formulata sia con istanza autonoma, sia con dichiarazione a verbale o inserita nelle memorie prodotte per l'udienza (Cons. St. VI, n. 2941/2010; T.A.R. Sicilia (Palermo) I, 9 ottobre 2015, n. 2481). La relativa decisione è rimessa al prudente apprezzamento del difensore, e al suo potere dispositivo, la scelta dell'uno o dell'altro motivo di impugnazione (Cons. St. IV, n. 714/1999; Cons. St. V, n. 4474/2013).

In termini di formalità, non è sottoposta a particolari requisiti, se non in termini di chiarezza, nel senso che dalla stessa dovrà desumersi con chiarezza quale è il motivo o i motivi a cui si rinuncia e se la rinuncia riguarda altresì una specifica domanda ad essi collegata.

Ove la rinuncia riguardi i motivi aggiunti, con cui si introduceva una domanda autonoma e ulteriore, la stessa potrà essere interpretata come rinuncia al ricorso e per l'effetto il giudice potrà dichiarare estinta la relativa fase (T.A.R. Lazio (Roma) II, 21 luglio 2016, n. 8367).

La rinuncia al motivo comporta la non esaminabilità dello specifico profilo di doglianza rinunciato. L'errore in cui è incorso il T.A.R. che ha esaminato e deciso sul motivo rinunciato, respingendolo, può formare oggetto di censura in appello, da parte del controinteressato (Cons. St. VI, n. 2141/2010).

In caso di rinuncia ai motivi di ricorso diretti che coinvolgono la posizione di uno specifico controinteressato, l'eventuale ricorso incidentale di quest'ultimo potrà essere dichiarato improcedibile (T.A.R. Piemonte 12 dicembre 2008, n. 3132).

La rinuncia può avvenire anche in fase di appello e a fronte di tale rinuncia – che deve comunque avvenire prima dell'introito del gravame per la delibazione nel merito – il giudice si limita a prenderne atto con conseguente inutilità della disamina del motivo rinunciato (Cons. St. V, n. 4474/2013; Cons. St. IV, n. 5411/2015).

Una strategia processuale diversa e alternativa rispetto alla rinuncia ai motivi di ricorso è la graduazione dei motivi di ricorso, tramite la quale si indicano quali motivi si chiede che vengano esaminati per primi; a seguito della graduazione i motivi posposti nell'ordine possono non essere esaminati se alcuni dei motivi indicati come prioritari vengono ritenuti fondati dal giudice con assorbimento degli altri motivi, che è consentito solo quando dall'esame di tali ulteriori motivi il ricorrente non possa trarre alcuna utilità ulteriore (alcun maggiore effetto satisfattivo rispetto a quello dei motivi già ritenuti fondati).

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