Atto che dichiara la sopravvenuta carenza di interesse (artt. 84 e 85)InquadramentoLa parte può allegare, nel corso del giudizio, il verificarsi di circostanze che hanno determinato la sopravvenuta carenza di interesse alla prosecuzione del ricorso, quale può essere una composizione transattiva della lite, ovvero un nuovo atto che pur non soddisfando nella sua interezza la pretesa dedotta (e quindi non determinando in senso stretto la cessazione della materia del contendere; v. formula “Istanza per la declaratoria di cessazione della materia del contendere”), induca il ricorrente a rinunciare al giudizio promosso. A tal fine la parte può presentare una dichiarazione in udienza, da raccogliere a verbale (v. formula “Dichiarazione orale di rinuncia e di sopravvenuta carenza di interesse al ricorso da verbalizzare”), ovvero può depositare una autonoma istanza. La sopravvenuta carenza di interesse determina l'improcedibilità del giudizio ed è dichiarata dal giudice con decreto, ai sensi dell'art. 85 c.p.a. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL .... SEZIONE .... [1] GIUDIZIO R.G. n. [ ....] ATTO DI DICHIARAZIONE DI SOPRAVVENUTA CARENZA DI INTERESSE Nell'interesse di [PARTE RICORRENTE], elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo/la rappresenta e difende giusta procura speciale, in relazione al ricorso N. R.G. ...., proposto da .... contro .... e nei confronti di ....; DICHIARA la sopravvenuta carenza di interesse alla prosecuzione del ricorso, essendo intervenuta, successivamente alla sua proposizione, la seguente circostanza .... [descrivere gli atti o le circostanze sopravvenute che determinano la soddisfazione dell'interesse sostanziale] CHIEDE pertanto, che Codesto Ecc.mo Collegio voglia dichiarare improcedibile il presente giudizio, [eventuale: compensando le spese tra le parti, in ragione delle seguenti circostanze: ....] [2] . Si depositano i seguenti documenti che dimostrano le circostanze sopra allegate 1) ....; [ ....] Luogo e data .... Firma Avv. [3] .... DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [4] . [1]Ai sensi dell'art. 136, comma 2, c.p.a., i difensori sono tenuti a depositare tutti gli atti e i documenti con modalità telematiche. A tal fine, il deposito avviene mediante l'utilizzo del modulo disponibile sul sito www.giustizia-amministrativa.it, da inviare via PEC alla segreteria del tribunale adito (vedi le relative istruzioni disponibili sul sito www.giustizia-amministrativa.it). [2]Ai sensi dell'art. 84, comma 2, c.p.a. il rinunciante deve pagare le spese del procedimento, salvo che non ricorrano circostanze che inducano il giudice a compensare. [3]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”). [4]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi. CommentoLa rinuncia al ricorso, che determina l'estinzione del giudizio ai sensi dell'art. 84, comma 3, c.p.a., è un atto che il codice sottopone a determinati requisiti formali (notifica e sottoscrizione della parte), nonché ad una implicita adesione (rectius, non opposizione) delle altre parti. Il rigore formale è tuttavia attenuato dalla previsione del comma 4 del medesimo articolo, che consente al giudice di desumere dall'intervento di fatti ed atti univoci dopo la proposizione del ricorso ed altresì dal comportamento delle parti argomenti di prova della sopravvenuta carenza di interesse alla decisione della causa. Conseguentemente, può pronunciare sentenza di rito ex art. 35, comma 1, lett. c) c.p.a. Ciò vale, in particolare, per le dichiarazioni di rinuncia non ritualmente formulate, dalle quali può trarre argomenti per dichiarare l'improcedibilità del ricorso, statuendo poi sulle spese (cosa che farebbe anche in caso di accettazione della rinuncia). L'istanza in parola, liberamente valutabile dal giudice, può dunque anche essere proposta dal solo difensore e rivolta al solo giudice, senza previa notifica alle altre parti. È stato quindi ritenuto che la dichiarazione di rinuncia al ricorso che non abbia i requisiti propri dell'atto di rinuncia, esprime in modo univoco che le ricorrenti non hanno più interesse alla decisione della causa, con la conseguenza, che il ricorso può essere dichiarata improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse. Così anche nel caso di rinuncia al ricorso non sottoscritta personalmente dalla parte interessata, priva di rilascio di procura speciale al difensore e non notificata alla controparte, che nondimeno può essere valutata quale dichiarazione di sopravvenuta carenza d'interesse con conseguente improcedibilità della impugnazione. In altri termini, dalla rinuncia irrituale si possono ricavare argomenti di prova circa la sopravvenuta carenza di interesse alla decisione (Cons. St. VI, n. 648/2011; Cons. St. V, n. 2940/2015; Cons. St. IV, n. 1846/2017; cfr. anche T.A.R. Trentino-Alto Adige (Trento) I, 28 febbraio 2017, n. 69; per il caso di una rinuncia al ricorso condizionata alla compensazione delle spese processuali, cfr. T.A.R. Campania (Napoli) I, 24 giugno 2015, n. 3352). La formula in commento riguarda una dichiarazione della parte ricorrente di sopravvenuta carenza di interesse al ricorso, che non ha quindi il contenuto della rinuncia e che è diretta ad ottenere una dichiarazione di improcedibilità del ricorso. Quando proviene dalla parte ricorrente, tale dichiarazione è vagliata dal giudice e generalmente, in assenza di contestazioni di altre parti, conduce alla dichiarazione di improcedibilità del ricorso. L'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse può essere chiesta anche da una parte diversa dal ricorrente, che può avere interesse che il ricorso non sia deciso nel merito, rilevando e dimostrando come in realtà non sussista più alcun interesse alla decisione. In questo caso, diverso dalla formula in commento, la richiesta di improcedibilità sarà contenuta in una memoria, in cui devono appunto essere evidenziate le ragioni del venir meno dell'interesse al ricorso. Quando la carenza di interesse sopravviene in appello si deve distinguere se tale carenza riguarda il ricorso in appello o il ricorso di primo grado. Nel primo caso, la carenza di interesse all'appello e la conseguente improcedibilità del ricorso in appello mira a consolidare la sentenza di primo grado (sia essa di accoglimento o di rigetto). Quando, invece, nel corso del giudizio di appello sopravviene una carenza di interesse relativa al ricorso di primo grado, se il giudice condivide tale carenza, l'effetto è quello di determinare la riforma della sentenza del T.A.R. (specie se di accoglimento) e la declaratoria della improcedibilità del ricorso di primo grado con annullamento della sentenza impugnata. Ai sensi dell'art. 84, comma 2, c.p.a., il rinunciante deve pagare le spese del procedimento, salvo che non ricorrano circostanze che inducano il giudice a compensare; nella formula in commento la richiesta di compensazione delle spese del giudizio è stata messa come eventuale, in quanto subordinare espressamente la rinuncia alla compensazione può non risultare corretto essendo nella sola disponibilità del giudice verificare la sussistenza dei presupposti per la compensazione. A volte la rinuncia viene formalizzata a seguito di un accordo con le altre parti e in questo caso se l'accordo riguarda anche la compensazione è utile produrre l'adesione delle altri parti alla rinuncia e alla compensazione delle spese del giudizio. |