Motivi aggiunti in appello (art. 104)InquadramentoNel giudizio di appello non possono essere proposte domande nuove e, se proposte, devono essere dichiarate inammissibili. Il divieto di ius novorum in appello in relazione a nuove domande trova nel processo amministrativo tre limitate eccezioni, costituite da: a) la possibilità di chiedere l'accertamento dell'illegittimità del provvedimento amministrativo, qualora ai sensi dell'art. 34, comma 3, c.p.a. nel corso del giudizio l'annullamento del provvedimento impugnato non risulta più utile per il ricorrente; b) la possibilità di chiedere per la prima volta in appello accessori e danni maturati dopo la sentenza di primo grado (interessi e della rivalutazione monetaria maturati dopo la sentenza impugnata e il risarcimento dei danni subiti dopo la sentenza stessa); c) i motivi aggiunti in appello, ammissibili solo avverso atti e provvedimenti già impugnati in primo grado e allorché i vizi ulteriori emergano da documenti non prodotti dalle altre parti nel giudizio di primo grado (art. 104, comma 3, c.p.a.). L'art. 104, comma 3, prevede che in appello possono essere proposti motivi aggiunti qualora la parte venga a conoscenza di documenti non prodotti dalle altre parti nel giudizio di primo grado da cui emergano vizi degli atti o provvedimenti amministrativi impugnati. Resta fermo restando che non possono essere impugnati con motivi aggiunti in appello nuovi provvedimenti. Pertanto, nei confronti degli ulteriori provvedimenti amministrativi emessi o conosciuti nelle more del giudizio di appello va proposto un separato ricorso di primo grado. Ovviamente, i motivi aggiunti sono ammissibili solo se il vizio è emerso a seguito della conoscenza di documenti non prodotti in primo grado. La disposizione è destinata ad assumere un valore interpretativo della previgente disciplina per i giudizi già in corso. FormulaECC.MO CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE .... MOTIVI AGGIUNTI ALL'APPELLO PRINCIPALE N. R.G. .... PROPOSTO DA - [PERSONA FISICA], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ....,, che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [1] . - [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avvocato che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [2] . [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....] [3] - appellante - CONTRO - [Amministrazione/Ente/Autorità], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], - appellato - E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. ...., rappresentato e difeso nel giudizio di primo grado dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliato presso .... - controinteressato - PER L'ANNULLAMENTO - della sentenza del T.A.R. del ...., n. ...., pubblicata in data ...., notificata in data ...., con cui è stato accolto/respinto il ricorso ..... FATTO L'odierno appellante / parte appellata proponeva ricorso al T.A.R. del .... avverso il provvedimento del .... adottato da .... ed avente ad oggetto ...., deducendo che: .... Con sentenza del ...., notificata in data .... / pubblicata in data ...., il T.A.R. ha accolto/respinto il ricorso e l'odierno appellante ha proposto ricorso in appello con atto notificato il .... Nel corso del giudizio di appello l'appellante è venuto per la prima volta a conoscenza dei seguenti atti e documenti, non prodotti nel corso del giudizio di primo grado: .... L'appellante ha avuto conoscenza di tali atti e documenti in data .... (indicare se a seguito del deposito nel giudizio di appello o in altro modo). DIRITTO 1. La sentenza indicata in epigrafe è meritevole di annullamento per i motivi già indicati nel ricorso in appello, che in questa sede devono intendersi integralmente richiamati. Dai nuovi atti e documenti sopra menzionati emergono nuovi vizi dei provvedimenti amministrativi impugnati in primo grado che vengono qui dedotti con i motivi aggiunti ai sensi dell'art. 104, comma 3, c.p.a. In particolare, si propongono le seguenti censure: - [indicare gli ulteriori motivi per quali si ritiene errata la sentenza impugnata, distinguendo eventuali errori in procedendo e errori in iudicando] - [indicare eventuali istanze istruttorie] Si chiede pertanto l'accoglimento del ricorso in appello e del presente ricorso per motivi aggiunti. Con vittoria di spese, diritti e onorari del doppio grado di giudizio. P.Q.M. Si chiede a codesto Ecc.mo Giudice, respinta ogni contraria istanza, di accogliere il ricorso in appello indicato in epigrafe e il presente ricorso per motivi aggiunti e, per l'effetto, in riforma della sentenza impugnata, di accogliere il ricorso di primo grado ed annullare i provvedimenti impugnati Si producono i seguenti documenti in aggiunta a quelli già depositati con il ricorso in appello: 1) [Nuovi documenti che giustificano la proposizione dei motivi aggiunti] 2) [ ....] [4] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che non è dovuto il contributo unificato, trattandosi di motivi aggiunti che non introducono domande nuove ai sensi dell'art. 104, comma 3, c.p.a. Luogo e data .... Firma Avv. [5] .... ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (EVENTUALE) [V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [6] . [1]La procura, conferita ad avvocato abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. [2]V. nt. precedente. [3]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. [4]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni dell'appello, nonché di eventuali istanze istruttorie, nei limiti consentiti dall'art. 104, comma 2, c.p.a. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”]. [5]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Atto”. [6]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito: www.giustizia-amministrativa.it. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi. CommentoL'art. 104, comma 3, c.p.a. laddove consente la proposizione di motivi aggiunti in appello «qualora la parte venga a conoscenza di documenti non prodotti dalle altre parti nel giudizio di primo grado da cui emergano vizi degli atti o provvedimenti amministrativi impugnati», ha codificato il pregresso orientamento giurisprudenziale che ammetteva i motivi aggiunti in grado d'appello al solo fine di dedurre ulteriori vizi degli atti già censurati in primo grado, e non anche nella diversa ipotesi in cui con essi si intenda impugnare nuovi atti sopravvenuti alla sentenza di primo grado. Nella sostanza con i motivi aggiunti in appello non si introducono vere e proprie nuove domande nel giudizio di secondo grado, ma si deducono nuovi vizi a sostegno delle domande già proposte. La sopravvenienza di atti diversi da quelli impugnati con il ricorso di primo grado, ancorché connessi, non consente di ampliare l'oggetto del giudizio di appello. La conoscenza dei nuovi atti può derivare dalla produzione in giudizio degli stessi da parte degli appellati o può essere avvenuta anche fuori dal giudizio. Nel primo caso è importante mettere in rilevo, nel completare la formula, che prima del deposito nel giudizio di appello alcuna conoscenza di tali atti si era verificata e spetterà poi alle controparti provare il contrario. Nel secondo caso va indicato in che modo e quando si è avuta conoscenza dei nuovi atti e anche in questo caso grava sulle controparti l'onere della prova contraria. Per l'ammissibilità dei motivi aggiunti in appello serve non solo che gli stessi riguardino atti già impugnati in primo grado, ma anche che siano basati su documenti – non prodotti nel giudizio davanti al T.A.R. - di cui la parte sia venuta a conoscenza solo nel corso del giudizio di appello e per fatto a lei non imputabile (Cons. St. IV, n. 1276/2021, che ha escluso la ricevibilità di motivi aggiunti proposti all'esito di due accessi concernenti documenti che preesistevano al giudizio di primo grado e che quindi avrebbero potuto essere acquisiti prima). La formula in commento può essere adattata anche per la proposizione in appello di motivi aggiunti al ricorso incidentale, con i quali – ad esempio – l'aggiudicatario appellato deduca un nuovo motivo di censura avverso l'ammissione alla gara dell'originario ricorrente, emerso dopo la celebrazione del giudizio di primo grado. Il divieto di ius novorum in appello Ai sensi dell'art. 104, comma 1, nel giudizio di appello non possono essere proposte domande nuove e, se proposte, devono essere dichiarate inammissibili. È anche inammissibile la proposizione in appello di domande subordinate, non proposte nel ricorso in primo grado. Si è posto il problema se debba intendersi domanda nuova la deduzione di un dubbio di costituzionalità a fondamento dell'azione. È stato rilevato che la questione di legittimità costituzionale nel giudizio amministrativo deve essere esaminata tenendo presente la causa petendi ed il petitum, che caratterizzano la domanda spiegata dal ricorrente in primo grado; pertanto, l'esame in questione deve non solo fare riferimento, nel giudizio impugnatorio di legittimità, ai vizi denunciati con il ricorso che delimita il thema decidendi, ma anche alla domanda in concreto proposta, che in omaggio al principio del divieto dei nova in appello recepito dall'art. 104 comma 1, non può che essere quella descritta nel ricorso proposto in primo grado. In pratica la necessaria corrispondenza tra petitum e decisum fissa i limiti invalicabili, nel cui rispetto deve essere esaminata la rilevanza della questione proposta dalle parti; pertanto, se è vero che non vi è un limite temporale, anche nel giudizio amministrativo di secondo grado per sollevare la questione di legittimità costituzionale, non possono essere ritenute rilevanti questioni che riguardino norme la cui violazione il proponente non abbia ritualmente evidenziato in primo grado e nei limiti imposti all'effetto devolutivo dai principi di specificità e tempestività dei motivi di appello (Cons. St. V, n. 3356/2014). |