Atto di intervento in appello ad opponendum di un nuovo interveniente (artt. 97 e 101)InquadramentoNel processo amministrativo la legittimazione ad intervenire nei giudizi di impugnazione è disciplinata in modo diverso dal processo civile. L'art. 344 c.p.c. stabilisce che nel giudizio d'appello è ammesso soltanto l'intervento dei terzi, che potrebbero proporre opposizione a norma dell'art. 404 c.p.c. L'art. 97 ammette, invece, l'intervento di tutte le parti che vi hanno interesse, recependo un orientamento già emerso in giurisprudenza prima dell'entrata in vigore del Codice e, quindi, non soltanto — come avviene invece nel giudizio civile — a chi potrebbe proporre l'opposizione di terzo, che sono solo i soggetti che sono titolari di una situazione giuridica che sia in diretto rapporto con la controversia e non riflesso o titolari di un interesse economico professionale di fatto. L'intervento può essere ad adiuvandum o ad opponendum a seconda che l'interveniente agisca a fianco del ricorrente o della parte resistente. L'intervento in appello generalmente è proposto da una parte eventuale del processo: la parte necessaria del processo non evocata in giudizio (controinteressato pretermesso) può intervenire in primo grado senza pregiudizio per il suo diritto di difesa, anche in assenza di un valido atto di integrazione del contraddittorio nei suoi confronti; tuttavia se il controinteressato pretermesso non partecipa al processo di primo grado e la sentenza è a lui sfavorevole, lo strumento di reazione è quello della opposizione di terzo. Tuttavia, nello stabilire la competenza per l'opposizione di terzo del giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, l'art. 109 ha anche disciplinato il concorso tra opposizione di terzo e appello, stabilendo la prevalenza dell'appello e, di conseguenza, il terzo deve introdurre la domanda intervenendo nel giudizio di appello (v. formula “Atto di intervento in appello per proporre opposizione di terzo avverso la sentenza del T.A.R appellata”). Se invece la sentenza di primo grado è favorevole al controinteressato pretermesso e questi non ha avuto piena o legale conoscenza della sentenza di primo grado, quest'ultimo può scegliere tra intervenire nel giudizio di appello ad opponendum o restare estraneo anche a tale giudizio, riservandosi di attivare lo strumento dell'opposizione di terzo in caso di sentenza definitiva a lui sfavorevole. Va ricordato che l'intervento spiegato ai sensi dell'art. 28, comma 2 è di tipo adesivo dipendente e l'interventore sostiene le ragioni di una o dell'altra parte, mentre l'intervento in appello del soggetto che intende proporre opposizione di terzo ex art. 109, comma 2, è di tipo litisconsortile autonomo (Cons. St., n. 1640/2012). Diversa è la situazione, più frequente in appello, dell'intervento di una parte eventuale del processo che accetta lo stato e il grado di giudizio in cui si trova e non è legittimato a proporre domande nuove rispetto a quelle fatte valere, dovendo egli limitarsi ad aderire o a resistere alle domande già proposte. La facoltà di intervento, anche volontario, richiede la titolarità di una situazione qualificata, la quale necessariamente presuppone un oggettivo e concreto interesse in capo al terzo a aderire o contrastare il ricorso. Il cointeressato decaduto dalla possibilità di impugnare l'atto, non può quindi intervenire ad adiuvandum nel giudizio proposto per l'annullamento del provvedimento e, di conseguenza, tanto più non può intervenire in appello con la stessa finalità. FormulaECC.MO CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE ... ATTO DI INTERVENTO AD OPPONENDUM IN APPELLO - nell'interesse di: - [PERSONA FISICA], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato ..., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [1]. - [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P. I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [2]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... .] [3] - interveniente in appello - per RESISTERE all'appello n. r.g. ... - proposto da [PERSONA FISICA/GIURIDICA], rappresentato e difeso da ..., presso il cui studio è elettivamente domiciliato in ..., via ... n. ... ; CONTRO - [Amministrazione/Ente/Autorità], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato], - appellato - E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ..., rappresentato e difeso nel giudizio di primo grado dall'avv.to ... ed elettivamente domiciliato presso ... - controinteressato - PER L'ANNULLAMENTO - della sentenza del T.A.R. del ..., n. ..., pubblicata in data ..., notificata in data ..., con cui è stato accolto/respinto il ricorso ... . FATTO Il Sig. ... proponeva ricorso al Tar del ... avverso il provvedimento del ... adottato da ... ed avente ad oggetto ..., deducendo che: ... Con sentenza del ..., notificata in data ... / pubblicata in data ..., il T.A.R. ha accolto/respinto il ricorso e il Sig. ... ha proposto ricorso in appello con atto notificato il ... DIRITTO Con il presente atto, lo scrivente interviene ad opponendum per resistere all'appello, chiedendone la reiezione. La legittimazione all'intervento è data dalla propria qualità di controinteressato rispetto all'accoglimento dell'appello, in quanto titolare di una posizione ..., perché ... (spiegare la particolare posizione che legittima l'intervento) La sentenza indicata in epigrafe va confermata per i motivi indicati dalle parti resistenti in secondo grado, a cui in questa sede si aderisce. In particolare, (svolgere le tesi a favore della reiezione dell'appello). Con vittoria di spese, diritti e onorari del giudizio. P.Q.M. Si chiede a codesto Ecc.mo Giudice, previa ammissione del presente intervento, respinta ogni contraria istanza, di respingere il ricorso in appello indicato in epigrafe. Con vittoria di spese e onorari del giudizio. Si producono i seguenti documenti: 1) [ ... ] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che non è dovuto il contributo unificato, in quanto si tratta di intervento in causa senza domande nuove. Luogo e data ... Firma Avv. ... [4] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] [5] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [6]. 1. La procura, conferita ad avvocato abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico, il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. 2. V. nt. 1. 3. In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. 4. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2).d.P.C. n. 40/2016 (attraverso il Modulo deposito Atto). 5. V. anche Formule “Attestazione di conformità della prova della notificazione effettuata con modalità cartacea” e “attestazione di conformità al fine del deposito della prova della notifica a mezzo pec che non possa essere fornita con modalità telematiche”. 6. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoL'intervento adesivo non autonomo può essere legittimamente proposto per la prima volta nel processo amministrativo di appello da parte di chiunque abbia interesse alla contestazione, anche ove titolare di un interesse di mero fatto (Cons. St., n. 6702/2011). Ad esempio, ai sensi dell'art. 97 deve essere riconosciuta la legittimazione ad essere parte del giudizio, in qualità di interveniente, alla associazione iscritta nel registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore degli immigrati, in quanto titolare di un interesse di fatto ad una pronuncia giurisdizionalmente favorevole alla categoria dei propri soci (Cons. St., Ad. plen., n. 7/2011). In giurisprudenza è stato ritenuto inammissibile un intervento ad adiuvandum effettuato sulla base della sola circostanza per cui l'interveniente è parte in un giudizio in cui venga in rilievo una quaestio iuris analoga a quella divisata nell'ambito del giudizio principale; infatti, nel caso in cui si ammettesse la possibilità di spiegare l'intervento volontario a fronte della sola analogia fra le quaestiones iuris controverse nei due giudizi, si finirebbe per introdurre nel processo amministrativo una nozione di “interesse” del tutto peculiare e svincolata dalla tipica valenza endoprocessuale connessa a tale nozione e potenzialmente foriera di iniziative anche emulative, avulse dall'oggetto specifico del giudizio cui l'intervento si riferisce (Cons. St., Ad. plen., n. 3/2017; Cons. St., III, n. 23/2016). Modalità e forma dell'intervento. L'art. 97 prevede la notificazione dell'atto di intervento. L'atto deve essere, quindi, notificato alle altre parti e depositato in giudizio nei termini ordinari. Di conseguenza, ai sensi di tale previsione è inammissibile l'atto d'intervento che non sia stato notificato alle controparti. Nel caso di soggetti diversi dai contraddittori necessari, l'atto deve essere depositato fino a trenta giorni prima dell'udienza. L'atto di intervento ha un contenuto identificato dal comma 1 dell'art. 50, ai sensi del quale deve indicare: - il giudice adito; - le generalità dell'interveniente; - le ragioni su cui si fonda l'intervento; - eventuali documenti giustificativi delle ragioni; - la sottoscrizione dell'interventore e, se non abilitato a stare in giudizio personalmente, l'autenticazione del difensore con procura speciale ad litem (ai sensi dell'art. 40, comma 1, lett. d), ivi richiamato). Nel completare la formula in commento si deve prestare particolare attenzione nell'indicare le ragioni dell'intervento e tale esigenza è maggiore nel caso di specie in cui l'intervento è svolto per la prima volta in appello e, di conseguenza, l'interveniente non può vantare un giudizio di ammissibilità dell'intervento da parte del T.A.R. Una volta illustrate le ragioni dell'intervento l'atto deve contenere le tesi poste a fondamento dell'intervento stesso e, quindi, nel caso di intervento ad opponendum a favore della reiezione dell'appello. L'interveniente non può allargare il thema decidendum, contestando la legittimità di altri provvedimenti amministrativi e tale preclusione vale ancor di più in appello. Ciò non significa però che non si possa sostenere le ragioni a favore della reiezione dell'appello anche con argomentazioni giuridiche o elementi di fatto diversi da quelli dedotti dalle altre parti resistenti. |