Atto di riassunzione del processo a seguito di rimessione al Tar (art. 105)InquadramentoI casi in cui si determina la rimessione in primo grado sono legati a violazioni particolarmente gravi che hanno leso il contraddittorio e il diritto di difesa o che hanno impedito l'esame del ricorso di primo grado, come l'erronea declaratoria del difetto di giurisdizione, una erronea pronuncia sulla competenza o ancora l'erronea declaratoria di estinzione o perenzione del giudizio. In presenza di questi vizi del giudizio di primo grado e della sentenza che lo ha concluso l'appello assume nel processo amministrativo carattere eliminatorio e determina, a seguito dell'annullamento della sentenza del T.A.R., il ritorno del giudizio in primo grado. Negli altri casi l'appello è un mezzo di gravame di tipo rinnovatorio, anche in ipotesi in cui il T.A.R. abbia erroneamente dichiarato irricevibile o inammissibile il ricorso per profili non attinenti alla giurisdizione, il Consiglio di Stato decide nel merito la controversia, senza la necessità di un ritorno in primo grado, benché il merito della questione venga in questo modo affrontato solo in appello. In sostanza, per il ritorno del processo in primo grado non è sufficiente che il ricorso non sia stato completamente esaminato dai primi giudici o che sia intervenuto un vizio in iudicando che ha determinato l'omesso esame di alcune censure, potendo supplire in questi casi il pieno effetto devolutivo dell'appello, ma devono sussistere quei vizio che l'art. 35 l. n. 1034/1971 (l. T.A.R.) definiva difetto di procedura o vizio di forma, quale ad esempio la non compiuta instaurazione del contraddittorio. In ogni caso in cui il Consiglio di Stato annulla la sentenza o l'ordinanza con rinvio della causa al giudice di primo grado opera una priorità per la successiva fissazione dell'udienza davanti al T.A.R. Dai casi di annullamento con rinvio vanno distinti quelli di annullamento della sentenza di primo grado senza rinvio, in passato disciplinati dall'art. 34 della l. n. 1034/1971 (l. T.A.R.) che prevedeva appunto l'annullamento della sentenza di primo grado senza rinvio al Tar, quando il Consiglio di Stato riconosceva il difetto di giurisdizione o di competenza del T.A.R. o la nullità del ricorso introduttivo del giudizio di prima istanza, o l'esistenza di cause impeditive o estintive del giudizio. Si tratta di vizi che precludono l'esame della controversia nel merito e ciò rende non necessario il rinvio al giudice di primo grado. A differenza della previgente normativa (art. 34 l. n. 1034/1971) l'art. 105 non disciplina i casi di annullamento senza rinvio. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] RICORSO IN RIASSUNZIONE DEL PROCESSO A SEGUITO DI SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO DI ANNULLAMENTO CON RINVIO [2] Nell'interesse di: - [PERSONA FISICA] [3], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [4] ..., C.F. ... [5], PEC: ... [6], Fax ... [7], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [8]. - [PERSONA GIURIDICA] [9], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P. I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [10] ..., C.F. ... [11], PEC: ... [12], Fax ... [13], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [14]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... ] [15] - ricorrente - CONTRO - [Amministrazione/Ente/Autorità] [16], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [17], - resistente - E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ... [18] - controinteressato - PER L'ANNULLAMENTO - del provvedimento ..., prot. n. ..., notificato in data ... [19], avente ad oggetto ... [20] ; - di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso ... [21]. FATTO In data ..., l'odierno istante notificava un ricorso davanti al T.A.R. del ... avverso il provvedimento del ... adottato da ... ed avente ad oggetto ... . Con sentenza del ..., notificata in data ... / pubblicata in data ..., il T.A.R. ha accolto/respinto il ricorso sulla base delle seguenti ragioni ... . Il Sig. ... ha proposto ricorso in appello con atto notificato il ... . Con sentenza n. ... del ... il Consiglio di Statoha disposto l'annullamento della sentenza impugnata con rinvio a codesto Tar per le seguenti ragioni: ... . DIRITTO L'originario ricorso viene riassunto davanti a codesto Tar a seguito della citata sentenza del Consiglio di Stato di annullamento con rinvio. Di seguito, si trascrive l'originario ricorso: ... P.Q.M. Trascrivere le richieste dell'originario ricorso Si producono i seguenti documenti: 1) [ricorso originario] 2) [allegati all'originario ricorso] 3) [sentenza del T.A.R.] 4) [sentenza del Consiglio di Stato] 5) [pagamento del contributo unificato effettuato per l'originario ricorso] [22] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ... . Il contributo unificato, già versato in relazione all'originario ricorso, è stato, pertanto, applicato nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ... . Trattandosi di riassunzione di un ricorso per il quale è già stato pagato il contributo, non è dovuto un nuovo pagamento del contributo [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”]. Luogo e data ... Firma Avv. ... [23] PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [24]. 1. Il ricorso si deve proporre dinnanzi al T.A.R. nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1, c.p.a.). Nel caso di controversie relative al pubblico impiego, sussiste il foro speciale indicato dall'art. 13, comma 2 (ossia il T.A.R. nella cui circoscrizione è situata la sede di servizio). 2. Il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 40 c.p.a. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 44 c.p.a., lo stesso deve recare, a pena di nullità, la sottoscrizione del ricorrente (se sta in giudizio personalmente) o del difensore (con indicazione, in questo caso, della procura speciale). Il ricorso è un atto di parte e, pertanto, debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il decreto del Presidente del Consiglio di Stato del 22 dicembre 2016, n. 167. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). 4. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc....). 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l.n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art.40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6- bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico. 6. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. 7. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'articolo 136 [c.p.a.] ». 8. La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico, il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. 9. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. 10. V. nt. 4. 11. V. nt. 5. 12. V. nt. 6. 13. V. nt. 7. 14. V. nt. 8. 15. In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. 16. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”. 17. In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979). 18. Ai sensi dell'art. 41, comma 2, c.p.a., il ricorso va notificato ad almeno uno dei controinteressati individuati nell'atto stesso. 19. Indicare il numero e la data del provvedimento. In caso di mancata notifica o comunicazione, indicare il momento in cui lo stesso è stato conosciuto. 20. È utile indicare altresì una breve descrizione dell'oggetto e del contenuto del provvedimento. 21. Indicare eventuali atti prodromici, preparatori o consequenziali di cui si chiede l'annullamento. 22. Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”]. 23. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2). 24. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoI casi di annullamento con rinvio con rimessione al giudice di primo grado sono tassativi e sono i seguenti: - mancata integrazione del contraddittorio; - violazione del diritto di difesa di una delle parti (mancata concessione di un termine a difesa, omessa comunicazione della data di udienza, violazione di termini a difesa, erronea fissazione dell'udienza durante il periodo feriale, mancata concessione dell'errore scusabile che ha determinato un vizio del contraddittorio, violazione dell'art. 73, comma 3, per aver il giudice di primo grado posto a fondamento della sua decisione una questione rilevata d'ufficio e non prospettata alle parti (v. art. 73), definizione del giudizio in forma semplificata senza il rispetto delle garanzie processuali); - nullità della sentenza (illegittima costituzione del collegio giudicante o un vizio nella sottoscrizione della sentenza) - erronea declinatoria della giurisdizione; - erronea pronuncia sulla competenza; - erronea declaratoria dell'estinzione del giudizio o della perenzione. Vanno segnalate alcune decisioni di segno diverso che sembrano accogliere alcune delle critiche espresse dalla dottrina: in un caso in cui il T.A.R. aveva (erroneamente) dichiarato la tardività di una domanda di risarcimento del c.d. danno da ritardo, in sede di appello è stata riconosciuta l'erronea declaratoria di tardività della domanda risarcitoria, tradottasi in una omessa pronuncia nel merito della causa, il cui oggetto coincideva per intero con detta domanda e ne è stata tratta la conseguenza che tale ipotesi sia sussumibile nella categoria della lesione del diritto di difesa e imponga la rimessione della causa al giudice di primo grado, ai sensi e nei termini di cui all'art. 105 c.p.a. (Cons. giust. amm. Reg. Sic., n. 33/2018, che ha affermato che lo spazio che il c.p.a. ha riservato ai casi di annullamento con rinvio al giudice di primo grado è più ampio rispetto al passato, tanto emerge dal confronto del nuovo art. 105 c.p.a. con il vecchio art. 35 l. T.A.R., dal fatto che l'art. 105 c.p.a. ha portata diversa e più ampia degli artt. 353 e 354 c.p.c. e da quella giurisprudenza che già ha ricondotto alla violazione del diritto di difesa l'ipotesi in cui vi sia stata “totale omessa pronuncia” - v. Cons. St. IV, n. 3809/2017). Con altra sentenza è stato affermato che tale principio è applicabile anche in caso di erronea declaratoria in primo grado dell'azione di annullamento, che anche integra una delle ipotesi di rimessione della causa al giudice di primo grado previste dall'art. 105 c.p.a., sussumibile nella categoria della lesione del diritto di difesa, atteso che le parti non hanno potuto avere riscontro della fondatezza o meno delle loro difese su tutte le tante questioni trattate fatta eccezione per quella posta a base della decisione ( Cons. giust. amm. Reg. Sic., n. 123/2018). Dovrà ora essere verificato se tale cambio di orientamento si consoliderà o se sarà necessario un intervento della Plenaria. Con il secondo correttivo (d.lgs. n. 160/2012) l'art. 105 è stato modificato, con la sostituzione della prevista prosecuzione d'ufficio del giudizio in primo grado con l'onere posto a carico delle parti della riassunzione del processo entro novanta giorni decorrenti dalla notificazione o, se anteriore, dalla comunicazione della pronuncia di annullamento con rinvio, in modo da evitare fissazioni d'ufficio che possano non corrispondere all'interesse delle parti. Di conseguenza, l'erronea declinatoria di giurisdizione da parte del giudice di primo grado comporta, ai sensi dell'art. 105, comma 1, l'annullamento con rinvio della sentenza allo stesso giudice di primo grado, dinanzi al quale le parti dovranno riassumere il processo con le modalità e nei termini di cui al comma 3 dello stesso art. 105, ovvero novanta giorni dalla notificazione o, se anteriore, dalla comunicazione della sentenza o dell'ordinanza (Cons. St. Ad. plen., n. 17/2013). Per limitare l'impatto del ritorno del giudizio in primo grado è stato previsto che in ogni caso in cui il Consiglio di Stato annulla la sentenza o l'ordinanza con rinvio della causa al giudice di primo grado, si applica l'articolo 8, comma 2, delle norme di attuazione, che prevede una priorità per la fissazione dell'udienza. Violazione del diritto al contraddittorio sulle questioni rilevate d'ufficio Con riferimento alla violazione dell'art. 73, la giurisprudenza ha confermato che costituisce violazione del diritto di difesa, rilevabile d'ufficio ex art. 73 comma 3, porre a fondamento della sentenza di primo grado una questione rilevata d'ufficio, quale la perenzione del giudizio, senza previa indicazione in udienza o assegnazione di un termine per controdedurre al riguardo, con conseguente obbligo per il giudice di appello di annullamento della sentenza stessa e rimessione della causa al giudice di primo grado ai sensi dell'art. 105 comma 1 (Cons. St. IV, n. 1808/2016). La nuova disposizione è più chiara della precedente e risolve i dubbi in passato legati alla esatta definizione dei concetti di difetto di procedura e vizio di forma, includendo ad esempio in modo espresso l'erronea declaratoria di perenzione o estinzione del giudizio. Si deve tenere presente che la regola è costituita dalla decisione da parte del Consiglio di Stato e l'eccezione dalla rimessione in primo grado con la conseguenza che, una volta che l'art. 105 ha definito in modo puntuale i casi di annullamento con rinvio, questi non possono essere estesi in via analogica ad altre ipotesi, a nulla rilevando al riguardo che non sia stata riproposta nel c.p.a. la disposizione, contenuta nel previgente art. 35, comma 3, l. n. 1034/1971 (l. T.A.R.), secondo cui in ogni altro caso (diverso da quelli di cui ai commi 1 e 2, il Consiglio di Stato decide la controversia nel merito). |