Ricorso per revocazione straordinaria (art. 106)

Roberto Chieppa

Inquadramento

La revocazione straordinaria riguarda le sentenze formalmente passate in giudicato per le quali il vizio revocatorio si manifesta successivamente, mentre quella ordinaria le sentenze non ancora passate in giudicato.

Nel processo amministrativo le norme applicabili sono quelle del c.p.c. (artt. 395 e 396 c.p.c.).

La revocazione straordinaria è ammessa nelle ipotesi di cui ai nn. 1, 2, 3, 6 dell'art. 395 c.p.c. quando è scaduto il termine per l'appello (termine che è prorogato se durante il suo corso sopravviene un motivo di revocazione straordinaria).

Con la riforma del processo civile attuata con il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 è stata introdotta una nuova ipotesi di revocazione straordinaria del giudicato formatosi in contrasto con i diritti fondamentali garantiti dalla CEDU (v. oltre sul nuovo art. 391-quater, c.p.c.).

Si tratta, quindi, dei casi di dolo di una parte; sentenza emessa sulla base di prove riconosciute o dichiarate false dopo la sentenza oppure che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza; ritrovamento di uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario; sentenza effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato.

La revocazione straordinaria si incentra su motivi estrinseci alla sentenza (c.d. «motivi occulti»), non immediatamente rilevabili e ciò giustifica la possibilità di far rilevare tali vizi anche oltre la definitività della sentenza

Si ricorda che la sentenza passa in giudicato quando contro di essa non siano esperibili gli ordinari mezzi di impugnazione (appello, ricorso in cassazione per motivi inerenti alla giurisdizione, revocazione ordinaria nei casi previsti da nn. 4 e 5 dell'art. 395 c.p.c.). Tale stato di immodificabilità non è appunto assoluto, in quanto le sentenze passate in cosa giudicata formale possono essere impugnate con i mezzi di impugnazione straordinari (revocazione per i motivi di cui ai nn. 1, 2, 3 e 6, revocazione del pubblico ministero ex art. 397 c.p.c., opposizione di terzo); tuttavia, l'esperibilità di tali gravami straordinari non impedisce il passaggio in giudicato.

Formula

ECC.MO CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE

RICORSO PER REVOCAZIONE

Nell'interesse di

- [PERSONA FISICA] [3], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [4] ...., C.F. .... [5], PEC: .... [6], fax .... [7], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [8] .

- [PERSONA GIURIDICA] [9], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [10] ...., C.F. .... [11], PEC: .... [12], fax .... [13], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [14] .

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....] [15]

- appellante -

CONTRO

- [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ] [16], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [17],

- appellato -

E NEI CONFRONTI DI

- Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. ...., rappresentato e difeso nel giudizio di primo grado dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliato presso ....

- controinteressato -

PER LA REVOCAZIONE

- della sentenza di codesto Consiglio di Stato, sez. ...., del ...., n. ...., pubblicata in data ...., notificata in data .... [18] .

FATTO

.... proponeva al T.A.R. del .... il ricorso n. R.G. ...., per l'annullamento dei seguenti provvedimenti .....

Il T.A.R., con la sentenza n. ...., pubblicata in data ...., accoglieva/respingeva il ricorso sulla base delle seguenti considerazioni (descrivere in modo sintetico il contenuto della sentenza di primo grado)

Avverso tale sentenza il .... proponeva appello al Consiglio di Stato, che – con decisione n. .... del .... accoglieva/respingeva l'appello, osservando che ....

DIRITTO

Con il presente ricorso si chiede la revocazione della sentenza sopra indicata ai sensi dell'art. 106 c.p.a., in quanto (indicare le ragioni della richiesta di revocazione a seconda della ipotesi di revocazione azionata, tra quelle sotto indicate).

a) La sentenza è l'effetto del dolo di una delle parti, e in particolare di .... in danno dell'odierno ricorrente (art. 395, n. 1, c.p.c.), in quanto ....

Nel caso di specie, il dolo di controparte è stato integrato da un'attività deliberatamente fraudolenta, concretatasi in artifici e raggiri tali da paralizzare o sviare la difesa avversaria ed impedire al giudice l'accertamento della verità, facendo apparire una situazione diversa da quella reale.

Il dolo è stato scoperto dall'odierno ricorrente in data .... ed è dimostrato dai seguenti elementi di prova.

b) La sentenza è stata pronunciata sulla base di prove riconosciute o comunque dichiarate false (art. 395, n. 2, c.p.c.).

Infatti, dopo la sentenza, è emersa la falsità delle prove ...., dimostrata dai seguenti documenti

(in alternativa, infatti, dopo la sentenza, parte ricorrente ha acquisito la conoscenza della falsità delle seguenti prove ...., dimostrata dai documenti di seguito indicati ..... La conoscenza della falsità è stata acquisita dopo la pubblicazione della sentenza per causa ad essa non imputabile .... spiegare)

c) Dopo la pubblicazione della sentenza il ricorrente ha trovato i seguenti documenti decisivi, che non ha potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore (ovvero: per fatto dell'avversario) (art. 395, n. 3, c.p.c.).

Il carattere di documenti decisivi è dimostrato dal fatto che ....

La causa di forza maggiore (o il fatto dell'avversario) che hanno impedito la produzione in giudizio sono dimostrati da ....

d) La sentenza è l'effetto di dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato (art. 395, n. 6, c.p.c.).

In particolare, con sentenza .... sono stati accertati i seguenti fatti ....

P.Q.M.

Si chiede a codesto Ecc.mo Giudice, respinta ogni contraria istanza, di accogliere il presente ricorso per revocazione, e, per l'effetto, previa rescissione della sentenza impugnata, di respingere il ricorso in appello (in alternativa: di accogliere il ricorso in appello e per l'effetto accogliere/respingere il ricorso primo grado).

Con vittoria di spese e onorari della presente fase e del precedente grado di giudizio.

Si producono i seguenti documenti:

1) [copia della sentenza gravata]

2) [fascicolo del giudizio di appello]

3) [ ....] [19]

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ..... Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro .... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”]

Luogo e data ....

Firma Avv. [20] ....

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [21] .

[3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011).

[4]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.).

[5]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico.

[6]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

[7]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]».

[8]La procura, conferita ad avvocato abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”.

[9]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio.

[10]V. nt. 2.

[11]V. nt. 3.

[12]V. nt. 4.

[13]V. nt. 5.

[14]V. nt. 6.

[15]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento.

[16]A titolo esemplificativo, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”.

[17]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979).

[18]Indicare il numero e la data del provvedimento. In caso di mancata notifica o comunicazione, indicare il momento in cui lo stesso è stato conosciuto.

[19]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso, nonché di eventuali istanze istruttorie, nei limiti consentiti dall'art. 104, comma 2, c.p.a. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”].

[20]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”).

[21]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito: www.giustiziaamministrativa.it. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi.

Commento

Il ricorso per revocazione straordinaria può riguardare anche sentenze del T.A.R. passate in giudicato e in questo caso il ricorso si propone al T.A.R.; la formula in commento riguarda un caso in cui la revocazione è chiesta per una sentenza del Consiglio di Stato, essendo statisticamente più frequente questa ipotesi, tenuto conto che se il motivo di revocazione emerge quando è ancora possibile l'appello il principio di prevalenza dell'appello fa sì che i motivi di revocazione ordinaria confluiscano appunto nell'appello.

Nei casi di revocazione straordinaria grava sul ricorrente l'onere di dimostrare la data in cui l'evento che fonda la revocazione straordinaria si è verificato, come prevede l'art. 398 c.p.c.

Nel completare la formula in commento si deve, quindi, prestare particolare attenzione alla esatta individuazione della data in cui si è verificato l'evento indicato dall'art. 395, n. 2, (scoperta del dolo o della falsità o recupero di documenti), rilevante agli effetti della decorrenza del termine di impugnazione per revocazione.

Dolo di una delle parti in danno dell'altra

L'art. 395, comma 1, n. 1), c.p.c. prevede la revocabilità delle sentenze se sono l'effetto del dolo di una delle parti in danno dell'altra.

Deve trattarsi di un'attività deliberatamente fraudolenta, concretatasi in artifici e raggiri, idonea a paralizzare o sviare la difesa avversaria e ad impedire al giudice l'accertamento della verità, non essendo sufficiente la semplice allegazione di fatti non veritieri favorevoli alla propria tesi difensiva e/o la mera violazione del dovere di lealtà e probità, di cui all'art. 88 c.p.c.

Non è, quindi, idonea a realizzare la fattispecie di cui all'art. 395 n. 1 c.p.c. la semplice allegazione di fatti non veritieri, favorevoli alla propria tesi.

Prove riconosciute o dichiarate false

L'art. 395, comma 1, n. 2), c.p.c. prevede la revocabilità delle sentenze se si è giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza oppure che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza.

Solo la falsità non rilevata prima della sentenza revocanda consente la revocazione, mentre qualora la falsità sia riscontrata in corso di processo, essa dovrà essere ivi rilevata e non potrà essere alla base di una futura revocazione.

È necessario che la falsità sia stata determinante sulla decisione nel senso che la sentenza sarebbe stata diversa se il giudice ne avesse conosciuto la falsità.

Ritrovamento di documenti decisivi

L'art. 395, comma 1, n. 3, c.p.c. prevede la revocabilità delle sentenze se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario.

Anche in questo caso l'onere probatorio richiesto riguarda non solo la decisività del documento ritrovato, ma anche che si tratti di un documento che non era potuto essere prodotto in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario.

Al riguardo, è opportuno completare la formula in commento indicando quali indagini siano state esperite per il ritrovamento, al fine di consentire la valutazione della diligenza con la quale esse siano state compiute e, quindi, l'accertamento dell'assenza di colpa in cui si concreta il concetto di forza maggiore di cui all'art. 395, n. 3, c.p.c.

L'onere probatorio si estende alla dimostrazione della data del recupero del documento.

Dolo del giudice

L'art. 395, comma 1, n. 5, c.p.c. prevede la revocabilità delle sentenze se la sentenza è effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato.

La revocazione richiede in tale ipotesi che il dolo sia stato accertato con sentenza passata in giudicato e che esso consista in un intento fraudolento, ovvero in una collusione che hanno falsato la corretta formazione della decisione, costituendo causa diretta e determinante del provvedimento ingiusto.

Per quanto concerne le decisioni revocabili e l'obbligo di astensione del giudice, si rinvia al commento alla formula: “Ricorso per revocazione ordinaria”.

Revocazione per contrarietà alla Cedu

Con la finalità di ampliare le ipotesi di revocazione, è stata sollevata una questione di costituzionalità, in relazione agli artt. 117 comma 1, 111 e 24 della Costituzione, delle disposizioni processuali che non prevedono un diverso caso di revocazione della sentenza quando ciò sia necessario, ai sensi dell'art. 46, par. 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, per conformarsi ad una sentenza definitiva della CEDU ( Cons. St. Ad. plen. , n. 2/2015).

La Corte costituzionale ha ritenuto infondata la questione di legittimità costituzionale dell' art. 106 del Codice e degli artt. 395 e 396 del codice di procedura civile, nella parte in cui non prevedono un diverso caso di revocazione della sentenza quando ciò sia necessario, ai sensi dell' art. 46, par. 1, della CEDU, per conformarsi ad una sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell'uomo (Corte cost. n. 123/2017).

Con la riforma del processo civile attuata con il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 è stata introdotta una nuova ipotesi di revocazione straordinaria del giudicato formatosi in contrasto con i diritti fondamentali garantiti dalla CEDU: il nuovo art. 391-quater, c.p.c. prevede che “Le decisioni passate in giudicato il cui contenuto è stato dichiarato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo contrario alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali ovvero ad uno dei suoi Protocolli, possono essere impugnate per revocazione se concorrono le seguenti condizioni: 1) la violazione accertata dalla Corte europea ha pregiudicato un diritto di stato della persona; 2) l'equa indennità eventualmente accordata dalla Corte europea ai sensi dell'articolo 41 della Convenzione non è idonea a compensare le conseguenze della violazione. Il ricorso si propone nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione o, in mancanza, dalla pubblicazione della sentenza della Corte europea ai sensi del regolamento della Corte stessa. Si applica l'articolo 391-ter, secondo comma. L'accoglimento della revocazione non pregiudica i diritti acquisiti dai terzi di buona fede che non hanno partecipato al giudizio svoltosi innanzi alla Corte europea.”.

Inoltre è stato aggiunto un nuovo comma all'art. 362 c.p.c., che stabilisce che “Le decisioni dei giudici ordinari passate in giudicato possono altresì essere impugnate per revocazione ai sensi dell'articolo 391-quater quando il loro contenuto e' stato dichiarato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo contrario alla Convenzione ovvero ad uno dei suoi Protocolli”. Le modifiche hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 e si applicano ai giudizi introdotti con ricorso notificato a decorrere da tale data.

Con riferimento alla incidenza di tale modifica sul processo amministrativo è stato rilevato che vi sono contenziosi attribuiti alla giurisdizione amministrativa in cui può venire in rilievo un «diritto di stato della persona» ma che per poter applicare la norma a pronunce della Cassazione su sentenze del Consiglio di Stato la lesione accertata dalla Corte europea, incidente sul «diritto di stato della persona» deve derivare direttamente da una questione di giurisdizione decisa dalla Corte di Cassazione. Inoltre, sulla ammissibilità anche nel processo amministrativo di questa nuova ipotesi di revocazione, pur non potendosi utilizzare il rinvio che l'art. 106 c.p.a fa ai soli artt. 395 e 396 c.p.c. e non essendo testualmente applicabile l'art. 362 c.p.c. al processo amministrativo, non si può consentire che nelle controversie devolute alla giurisdizione amministrativa vi possa essere un deficit di tutela, rispetto alle corrispondenti situazioni attribuite alla cognizione del giudice ordinario, potendo così giungersi a una interpretazione costituzionalmente orientata (a seguito della riforma del processo civile) che conduca a ritenere applicabile al processo amministrativo la nuova ipotesi di revocazione in caso di lesione di un «diritto di stato della persona» accertato dalla Corte EDU (Durante, Relazione sugli effetti diretti e sulle implicazioni sistematiche che la riforma del processo civile, apprestata dal D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, reca al processo amministrativo – Ufficio Studi e formazione della Giustizia Amministrativa, in www.giustizia-amministrativa.it, 2022, 46).

Va ricordato che la Corte di Giustizia ha escluso il contrasto con il diritto U.E. di un sistema che non consente di usare il rimedio del ricorso per revocazione per impugnare sentenze del Consiglio di Stato confliggenti con sentenze della Corte di giustizia (Corte giust. UE, 7 luglio 2022, C-261/21 in relazione ad una questione sollevata da Cons. St., VI, n. 2327/2021).

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