Ricorso per opposizione di terzo ordinaria (art. 108)

Roberto Chieppa

Inquadramento

L'opposizione di terzo ordinaria è prevista dall'art. 404, comma 1, c.p.c., secondo cui un terzo può fare opposizione contro la sentenza passata in giudicato o comunque esecutiva pronunciata tra altre persone quando pregiudica i suoi diritti e si distingue da quella revocatoria, prevista dal comma 2 che stabilisce che gli aventi causa e i creditori di una delle parti possono fare opposizione alla sentenza, quando è l'effetto di dolo o collusione a loro danno.

L'opposizione di terzo è un mezzo di impugnazione straordinaria, essendo proponibile avverso sentenze passate in giudicato.

Tale rimedio non era previsto nel processo amministrativo fino a quando la Corte costituzionale non lo ha introdotto, ritenendo costituzionalmente illegittimi, per violazione degli artt. 3 e 24 Cost., gli artt. 28 e 36 l. T.A.R. nella parte in cui non prevedono l'opposizione di terzo ordinaria fra i mezzi di impugnazione delle sentenze del Consiglio di Stato e delle sentenze del T.A.R. passate in giudicato (Corte cost., n. 177/1995).

Ovviamente, l'introduzione nel processo amministrativo dell'opposizione di terzo non elide l'onere di notificare il ricorso giurisdizionale ai diretti controinteressati, né modifica le sanzioni dell'inosservanza di quest'ultimo, servendo solo ai soggetti che non abbiano ricevuto la notificazione, dovuto o non che fosse, per far valere le proprie ragioni in quella sede. Di conseguenza, alcuna attenuazione dei suddetti oneri deriva dalla successiva proponibilità dell'opposizione di terzo.

La mancata formale previsione dell'opposizione di terzo nel processo amministrativo aveva indotto la giurisprudenza ad ammettere in diverse occasioni l'appello da parte del terzo; tale tendenza deve ritenersi esaurita con l'entrata in vigore del codice del processo amministrativo.

Infatti, l'art. 102 sancisce, con previsione tassativa, che «possono proporre appello le parti fra le quali è stata pronunciata la sentenza di primo grado», con ciò escludendo la possibilità per il controinteressato sostanziale pretermesso in primo grado di proporre autonomamente appello. Conseguentemente deve ritenersi che, nella vigenza del codice del 2010, il controinteressato non evocato in giudizio possa impugnare la sentenza di primo grado soltanto – laddove ne sussistano le condizioni – nelle forme dell'opposizione di terzo di cui agli artt. 108 e 109 del medesimo codice.

Con gli artt. 108 e 109 c.p.a. è stata codificata l'introduzione del processo amministrativo dell'opposizione di terzo ordinaria ed introdotta anche l'opposizione di terzo revocatoria.

L'opposizione di terzo ordinaria può essere proposta non già da tutti coloro che rivestono la qualità di terzi rispetto al giudizio nel quale fu emessa la sentenza ed abbiano comunque un interesse, sia pure di fatto, ad insorgere contro la pronuncia, ma soltanto dai soggetti legittimati, che sono:

– il litisconsorte necessario pretermesso (controinteressati in senso sostanziale, che non hanno potuto prendere parte al giudizio, pur avendone titolo);

– il titolare di una situazione soggettiva autonoma ed incompatibile con quella accertata dalla sentenza (ad es., i beneficiari di un provvedimento conseguente all'atto annullato, come i vincitori di un concorso che verrebbero pregiudicati dall'annullamento del bando, impugnato quando non erano ancora controinteressati).

L'opposizione di terzo può essere proposta avverso sentenze del T.A.R. ancora suscettibili di appello.

Il termine di sessanta giorni per l'opposizione di terzo decorre dalla legale o comunque piena conoscenza della sentenza lesiva da parte dell'opponente.

Nello stabilire la competenza per l'opposizione di terzo del giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, l'art. 109 ha anche disciplinato il concorso tra opposizione di terzo e appello, stabilendo la prevalenza dell'appello e, di conseguenza, il terzo deve introdurre la domanda intervenendo nel giudizio di appello.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [ ....] [20]

RICORSO PER OPPOSIZIONE DI TERZO ORDINARIA [21]

NELL'INTERESSE DI

- [PERSONA FISICA] [22], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [23] ...., C.F. .... [24], PEC: .... [25], fax .... [26], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [27] .

- [PERSONA GIURIDICA] [28], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P. I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [29] ...., C.F. .... [30], PEC: .... [31], fax .... [32], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [33] .

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....] [34]

- ricorrente -

CONTRO

- [Amministrazione/Ente/Autorità] [35], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [36],

- resistente -

E NEI CONFRONTI DI

- Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. .... [37]

- controinteressato -

PER L'OPPOSIZIONE

alla sentenza di codesto T.A.R. - sez. ...., n. ...., pubblicata in data ...., conosciuta in data ....

FATTO

.... proponeva a codesto T.A.R. il ricorso n. r.g. ...., per l'annullamento del/dei provvedimento/i ...., notificando il ricorso a ....

Il T.A.R., con la sentenza qui opposta, accoglieva il ricorso, rilevando che ....

DIRITTO

1. In data .... l'odierno ricorrente ha avuto conoscenza della sentenza indicata in epigrafe, con cui il T.A.R. del .... ha accolto il ricorso proposto da .... avverso ....

La sentenza del T.A.R. è passata in giudicato in data .... (o, in alternativa: non è passata in giudicato ma non risulta che contro di essa sia stato proposto appello).

2. La sentenza qui opposta pregiudica i diritti e interessi legittimi del ricorrente, in quanto (indicare una delle due seguenti ragioni dell'opposizione):

a) l'opponente riveste la posizione di litisconsorte necessario pretermesso (controinteressato in senso sostanziale, che non ha potuto prendere parte al giudizio, pur avendone titolo), perché (spiegare le ragioni)

Il ricorso deciso con la sentenza qui opposta avrebbe quindi dovuto essere notificato all'odierno ricorrente e non lo è stato con pregiudizio per quest'ultimo che impone l'accoglimento dell'opposizione.

b) l'opponente riveste la posizione di terzo titolare di una situazione soggettiva autonoma ed incompatibile con quella accertata dalla sentenza (spiegare le ragioni, come, ad esempio, l'essere beneficiario di un provvedimento conseguente all'atto annullato, come il vincitore di un concorso che verrebbe pregiudicato dall'annullamento del bando, impugnato quando non era ancora controinteressato).

Si chiede pertanto l'accoglimento della presente opposizione di terzo, annullando l'impugnata sentenza e consentendo il contraddittorio in ordine all'originario ricorso.

3. Nel merito, si rileva che il ricorso originario è irricevibile, inammissibile e infondato, in quanto .... (spiegare le ragioni)

P.Q.M.

Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di accogliere il presente ricorso in opposizione, annullando l'impugnata sentenza e dichiarando inammissibile o irricevibile o respingendo l'originario ricorso di primo grado.

Con vittoria di spese e onorari.

Si producono i seguenti documenti:

1) [copia della sentenza impugnata]

2) [ ....] [38]

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ..... Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro .... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”]

Luogo e data ....

Firma Avv. [39] ....

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [40] .

[20]Il ricorso si deve proporre dinanzi al T.A.R. che ha pronunciato la sentenza opposta.

[21]Il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 40 c.p.a. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 44 c.p.a., lo stesso deve recare, a pena di nullità, la sottoscrizione del ricorrente (se sta in giudizio personalmente) o del difensore (con indicazione, in questo caso, della procura speciale). Il ricorso è un atto di parte e, pertanto, debbono essere rispettati i limiti dimensionali e le specifiche tecniche stabiliti con il d.P.C.S. n. 167/2016.

[22]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011).

[23]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.).

[24]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8° comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico.

[25]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

[26]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]».

[27]La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all.to 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”.

[28] In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio.

[29]V. nt. 4.

[30]V. nt. 5.

[31]V. nt. 6.

[32]V. nt. 7.

[33]V. nt. 8.

[34]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento.

[35]A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”.

[36]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979).

[37]Ai sensi dell'art. 41, comma 2, c.p.a., il ricorso va notificato ad almeno uno dei controinteressati individuati nell'atto stesso.

[38]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”].

[39]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”).

[40]Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020) l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi.

Commento

Competenza e rapporto con il giudizio di appello

L'opposizione è proposta davanti allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza e quindi è possibile che sia proposta sia davanti al T.A.R. che davanti al Consiglio di Stato.

Nella formula in commento l'opposizione è proposta davanti al T.A.R. (nella formula “Ricorso per opposizione di terzo revocatoria” l'opposizione è proposta davanti al Consiglio di Stato).

In passato, una parte della giurisprudenza ammetteva la proponibilità dell'opposizione di terzo davanti al Consiglio di Stato avverso sentenze del T.A.R., esecutive ma non passate in giudicato, ma oggi l'art. 109 comma 1 è molto chiaro nell'affermare la competenza, sul giudizio di opposizione, del giudice che ha emanato la sentenza opposta, con la sola eccezione dei casi in cui l'appello contro la sentenza da opporre sia già pendente, essendo allora necessario fare opposizione attraverso l'intervento nel processo di appello.

Il Codice, oltre ad attribuire la competenza al giudice che ha emesso la sentenza impugnata, disciplina altresì il caso di concorso dell'appello della parte e dell'opposizione di terzo, affermando il principio della prevalenza dell'appello e stabilendo che in tal caso il terzo deve proporre le sue domande non con l'opposizione di terzo, ma mediante intervento (litisconsortile autonomo) nel giudizio di appello.

Essendo l'opposizione di terzo proponibile nei confronti delle sentenze del T.A.R. fin dal momento in cui sono esecutive, anche se ancora suscettibili di appello, e quindi senza necessità di attendere il passaggio in giudicato, può accadere che viene proposta prima l'opposizione di terzo e poi sopravviene l'appello di una parte formale del giudizio.

In tal caso, se l'opposizione di terzo è già stata proposta al giudice di primo grado, questo la dichiara improcedibile e, se l'opponente non vi ha ancora provveduto, fissa un termine per l'intervento nel giudizio di appello.

Se il termine dell'appello scade prima di quello relativo all'opposizione di terzo si può valutare se attendere la scadenza di tale termine in modo da proporre l'opposizione davanti al giudice che con certezza sarà quello chiamato a decidere il ricorso (in questo caso si dovrà acquisire autonomamente l'informazione circa la proposizione o meno dell'appello che ovviamente non sarà notificato al terzo).

L'espressa previsione dell'opposizione di terzo rende oggi inammissibile l'appello del terzo: l'appello può essere proposta solo da chi è stato parte in primo grado e chi non è stato parte può invece proporre l'opposizione di terzo.

L'accoglimento del ricorso per opposizione di terzo contro una decisione di appello comporta, stante l'impossibilità di integrare il contraddittorio in tale fase del giudizio, l'annullamento con rinvio della sentenza di primo grado.

La dimostrazione della legittimazione a proporre l'opposizione

Il litisconsorte pretermesso che ricorre in opposizione può limitarsi a dedurre il solo vizio processuale rappresentato dalla sua mancata partecipazione al processo, ma deve comunque dimostrare la sussistenza della sua posizione di controinteressato a cui il ricorso doveva essere notificato.

L'originario riferimento nell'art. 108 al solo titolare di una posizione autonoma e incompatibile aveva creato qualche perplessità e al fine di eliminare dubbi sulla legittimazione del litisconsorte necessario pretermesso, il primo correttivo (d.lgs. n. 195/2001) ha soppresso l'inciso per uniformare la disposizione a quella dell'art. 404 c.p.c.

La modifica apportata dal correttivo non deve, tuttavia, far ritenere che sia stato esteso l'utilizzo dello strumento de quo anche ai soggetti titolari di una posizione derivata.

La novella, infatti, ha voluto evitare che possa essere richiesto al litisconsorte pretermesso una prova diversa e più gravosa rispetto a quella della sua pretesa processuale alla non integrità del contraddittorio, che inficia la sentenza opposta. Quindi, mentre al litisconsorte pretermesso non viene richiesta alcuna prova particolare e la sua opposizione ha un marcato tratto rescindente, per il terzo che sia titolare di una posizione autonoma e incompatibile l'opposizione ha natura rescindente e rescissoria, perché mira anche all'accertamento di una pretesa in conflitto con quella accertata giudizialmente. In quest'ultimo caso, l'interesse fatto valere non deve, però, essere un interesse di mero fatto, ma una situazione giuridica soggettiva autonoma, ossia non deve essere direttamente incisa dalla sentenza opposta, né deve risultare in posizione di derivazione o dipendenza rispetto a quella oggetto di accertamento giudiziale.

La formula in commento va quindi completata con particolare attenzione con riferimento alle ragioni per le quali il terzo è titolare di una situazione soggettiva autonoma ed incompatibile con quella accertata dalla sentenza.

L'opposizione di terzo non può essere proposta dal cointeressato al ricorso di primo grado, che non ha partecipato al giudizio, ma che lamenta l'incidenza nei suoi confronti della sentenza.

Resta fermo che la legittimazione all'opposizione di terzo ordinaria non spetta al successore a titolo particolare nel diritto controverso, che non è terzo, bensì l'effettivo titolare del diritto in contestazione.

Il momento di qualificazione della situazione di titolarità che si intende tutelare col ricorso in opposizione di terzo è quello dell'attuazione di una situazione preesistente alla sentenza e non già la tutela mediante il ricorso di una situazione di titolarità successiva.

Tuttavia, il requisito della preesistenza della situazione giuridica da tutelare non è stato sempre ritenuto necessario specie nel contenzioso in materia di appalti, dove è stato dato rilievo a situazioni sopravvenute come quella dell'aggiudicatario, che è un controinteressato successivo rispetto ad un giudizio vertente sulla esclusione di altro soggetto dalla gara.

Si parla in questo caso di controinteressati sopravvenuti e la sopravvenienza dovrebbe consentire la proposizione dell'opposizione se, benché successiva al ricorso originario, è antecedente alla sentenza; è il caso dei beneficiari di un atto consequenziale, quando una sentenza abbia annullato un provvedimento presupposto all'esito di un giudizio cui siano rimasti estranei.

Del resto, già l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (Cons. St., Ad. plen., n. 2/2017) aveva chiarito che esistono altre tipologie di controinteressati, individuandole nel controinteressato sopravvenuto e nel controinteressato occulto, ossia o in colui che abbia conseguito un titolo abilitativo, un beneficio o uno status da un provvedimento ulteriore conseguente alla conclusione di un procedimento autonomo rispetto a quello presupposto già impugnato, ovvero in colui che sia sostanzialmente un controinteressato (in quanto la sentenza di accoglimento del ricorso lederebbe in via immediata l'interesse che questi nutre alla conservazione del provvedimento amministrativo o alla sua mancata adozione), ma non sia facilmente individuabile dalla lettura dell'atto impugnato. Quest'ultimi – per proporre l'opposizione di terzo e non avendo la qualità di controinteressato cui andava notificato il ricorso originario – devono risultare titolari di una posizione giuridica autonoma e incompatibile, come in tutte le altre ipotesi nelle quali un terzo pretenda di proporre opposizione (Cons. St. V, n. 4014/2014).

La questione coinvolge anche l'ulteriore tematica dei rapporti tra atto presupposto e atto consequenziale e sull'idoneità dell'annullamento di atti presupposti a travolgere gli atti consequenziali. Al riguardo, secondo una tesi accolta dalla giurisprudenza l'annullamento dell'atto presupposto comporta l'automatica caducazione dell'atto consequenziale, ad eccezione delle fattispecie in cui con l'atto posteriore sia stato conferito un bene o una qualche utilità ad un soggetto non qualificabile come parte necessaria nel giudizio che ha per oggetto l'atto presupposto (Cons. St. VI, n. 5677/2001; Cons. St. VI, n. 1948/2007).

Accogliendo tale tesi, il terzo restato estraneo al giudizio di annullamento dell'atto presupposto non dovrebbe poter essere pregiudicato da detta sentenza e quindi non dovrebbe essere legittimato a proporre opposizione di terzo; ad esempio, se un soggetto impugna l'esclusione da un concorso pubblico e non si fa carico di impugnare con motivi aggiunti l'approvazione della graduatoria finale, si potrebbe ritenere che l'utilità che quel soggetto può trarre dal giudizio di annullamento non può travolgere le posizioni dei vincitori del concorso, ma essere fatta valere ad altri fini (es. quelli risarcitori). A quel punto i vincitori del concorso non rivestono la posizione di controinteressati pretermessi (perché tali non erano ab origine), né hanno una posizione autonoma e incompatibile rispetto all'utilità che l'originario ricorrente può trarre dall'annullamento. Cons. St. IV, n. 1659/2021 ha inoltre esteso la legittimazione a proporre opposizione anche al controinteressato rimasto estraneo perché non facilmente identificabile.

Trattandosi di giurisprudenza non consolidata, appare preferibile proporre l'opposizione di terzo anche al fine di farla dichiarare inammissibile con una pronuncia che accerti che la sentenza opposta non è in grado di ledere la posizione del terzo.

Opposizione di terzo e obbligo di astensione del giudice

È stato ritenuto che, in caso di opposizione di terzo, è possibile per il giudice-persona fisica che ha pronunciato la sentenza poi impugnata con la opposizione di terzo partecipare alla decisione sull'opposizione medesima, non essendo configurabile la situazione di cui all'art. 51 n. 4 c.p.c. (Cons. St., Ad. plen., n. 2/2009). Nello stesso senso la giurisprudenza della Cassazione (Cass., n. 6358/2006; Cass., n. 12373/1992).

Opposizione di terzo e misure cautelari

La generalizzazione delle misure cautelari anche in relazione a ogni tipologia di impugnazione (art. 98) conduce a ritenere che la sentenza opposta possa essere sospesa dal giudice dell'opposizione.

Il contenuto della formula potrà quindi essere integrato con la richiesta di misure cautelari (v. formula “Appello con istanza di sospensione della sentenza impugnata”).

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