Ricorso al difensore civico (art. 25, comma 4, l. n. 241/1990)

Maurizio Santise

Inquadramento

In caso di diniego di accesso, espresso o tacito, la normativa prevede (in alternativa al ricorso giurisdizionale) la possibilità di richiedere ad un organo amministrativo, difensore civico o Commissione per l'accesso, che sia riesaminata la determinazione negativa. La decisione, favorevole al richiedente, assunta dall'organo amministrativo competente in materia, impone all'Amministrazione, se intende confermare il diniego, di adottare un provvedimento espresso in tal senso entro 30 giorni; in caso contrario l'accesso è consentito. Il decorso del termine, senza che l'Amministrazione intervenga, cristallizza la situazione in senso definitivamente favorevole al richiedente, senza lasciare più spazio ad ulteriori interventi dell'Amministrazione stessa, il cui potere è in questo caso consumato. La mancata conferma del diniego da parte dell'Amministrazione si traduce in una rinuncia della stessa ad opporsi all'accesso. Proprio perché in tal modo si consolida definitivamente il giudizio espresso dal difensore civico o dalla Commissione, non appare neppure ipotizzabile che, prodottosi l'effetto legale in questione, su di esso l'Amministrazione possa ancora intervenire in via di autotutela.

Formula

Al Sig. DIFENSORE CIVICO

c/o Regione ... (o altro ente)

Via ..., n. ...

Cap - città

Raccomandata A/R

Oggetto: Ricorso al Difensore Civico nei confronti della ... (precisare l'ufficio competente), ai sensi dell'art. 25, comma 4, l. n. 241/1990.

FATTO E DIRITTO

Il sottoscritto ..., con istanza di accesso agli atti presentata al Comune d ..., in data ... ha chiesto l'accesso ai seguenti documenti ... .

Il Comune, decorsi il termine di trenta giorni dalla ricezione dell'istanza, è rimasto silente.

Il silenzio rigetto del Comune è illegittimo per i seguenti motivi:

(indicare i motivi per cui si ritiene illegittimo il silenzio rigetto)

Alla luce di quanto sopra esposto, il sottoscritto ...

CHIEDE

che, ai sensi dell'art. 25, comma 4, l. n. 241/1990, che il Difensore Civico possa riesaminare la suddetta determinazione (tacita) e adottare i provvedimenti conseguenti.

Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e in attesa di conoscere le iniziative da Voi assunte e il loro esito.

Distinti saluti.

Luogo e data ...

Firma ...

Commento

La particolare tutela che il legislatore offre al diritto di accesso si apprezza sotto diversi piani. Per tutelare il richiedente l'accesso agli atti, oltre al ricorso giurisdizionale, previsto dall'art. 116 c.p.a., richiamato dall'art. 25, ultimo comma l. n. 241/1990, è prevista una tutela amministrativa che il titolare del diritto di accesso può attivare rivolgendosi al Difensore Civico o alla Commissione per l'accesso, i quali sono tenuti a riesaminare la determinazione negativa. La decisione, favorevole al richiedente, assunta dall'organo amministrativo competente in materia, impone all'Amministrazione, se intende confermare il diniego, di adottare un provvedimento espresso in tal senso entro 30 giorni; in caso contrario l'accesso è consentito.

Il decorso del termine di 30 giorni che l'art. 25, comma 4, l. n. 241/1990 assegna all'amministrazione per negare motivatamente l'accesso consentito dal provvedimento del difensore civico comporta la decadenza per la stessa dal potere di negare l'accesso.

Dopo l'infruttuoso esperimento della tutela giustiziale innanzi al difensore civico, il ricorso giurisdizionale avverso il diniego di accesso dev'essere proposto nel termine di trenta giorni decorrenti dalla comunicazione con cui il difensore civico informa l'interessato in merito all'esito negativo della sollecitazione rivolta all'Amministrazione procedente, e non da quando la stessa amministrazione comunica al difensore civico le ragioni del diniego all'accesso opposto all'interessato (Cons. St. V, n. 5132/2012).

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