Azione avverso il silenzio con richiesta al giudice di pronunciarsi sull'indennizzo

Maurizio Santise

Inquadramento

L'art. 2-bis, comma 1-bis, l. n. 241/1990, ha introdotto, con sedici anni di ritardo, l'indennizzo da mero ritardo, già enunciato, ma mai attuato, dall'art. 17, comma 1 lett. f) l. n. 59/1997.

Dalla lettura della norma emerge che l'indennizzo è corrisposto per il solo fatto del mero ritardo e, ad esclusione delle ipotesi di silenzio significativo e dei concorsi pubblici, può concorrere con il risarcimento del danno, ma in tal caso va considerato assorbito in questo.

Dall'esame dell'art. 28 d.l. n. 69/2013, convertito, con modificazioni, in l. n. 98/2013, emerge che l'indennizzo è corrisposto esclusivamente quando il provvedimento non venga adottato nel termine assegnato al titolare del potere sostitutivo: termine pari alla metà di quello stabilito per la conclusione del procedimento iniziale.

L'indennizzo è pari ad Euro 30,00 per ogni giorno di ritardo e, comunque, l'ammontare non può superare la somma di Euro 2.000.

Al fine di ottenere l'indennizzo l'istante è, comunque, tenuto ad attivare il potere sostitutivo nel termine perentorio di 20 gg. dalla scadenza del termine di conclusione del procedimento. Il termine ha natura decadenziale e qualora sia scaduto onera il privato a riattivare il procedimento.

Nel caso in cui anche il titolare del potere sostitutivo non provveda, l'interessato può proporre domanda ai sensi dell'art. 117 c.p.a. La domanda sull'indennizzo è trattata con rito in camera di consiglio e decisa con sentenza in forma semplificata. Se il ricorso è dichiarato inammissibile o è manifestamente infondata l'istanza, il giudice condanna l'istante ad una somma da due a quattro volte il contributo unificato.

Formula

Tribunale Amministrativo Regionale, sede di [ ... ]

Ricorso ex art. 117 c.p.a.

con connessa domanda di corresponsione dell'indennizzo

Nell'interesse di:

- [PERSONA FISICA] , nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC: ..., fax ..., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... .

- [PERSONA GIURIDICA] , con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC: ..., fax ..., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... .

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... ]

- ricorrente -

CONTRO

- [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato],

- resistente -

E NEI CONFRONTI DI

- Sig./ Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ...

- controinteressato -

PER L'ACCERTAMENTO DELL'ILLEGITTIMITÀ DEL SILENZIO/INERZIA

serbato dal Comune di ... nel procedimento iniziato con istanza presentata dalla società ricorrente in data ... e non concluso entro il termine dalla stessa fissato del ...

e la condanna all'erogazione dell'indennizzo ai sensi dell'art. 2-bis, comma 1-bis, l. n. 241/1990.

FATTO

In data ... il ricorrente ... presentava istanza di ... .

Il Comune trascorsi i termini previsti dalla legge non emanava alcun provvedimento.

Con atto del ... il ricorrente diffidava l'amministrazione ad emanare il provvedimento richiesto; nonostante tale diffida, il Comune restava silente.

A questo punto, il ricorrente propone l'odierno ricorso per contestare il silenzio serbato dal Comune sull'istanza del ..., con la conseguente condanna all'erogazione dell'indennizzo ai sensi dell'art. 2-bis, comma 1-bis, l. n. 241/1990.

Il silenzio serbato dal Comune sull'istanza del ... è illegittimo per i seguenti motivi.

MOTIVI

1. Violazione art. 2 l. n. 241/1990.

Il silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata da [ ... ] è illegittimo, perché formatosi in violazione dell'art. 2 l. n. 241/1990, il quale stabilisce che, in ogni caso, il procedimento deve concludersi entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza.

Nel caso di specie, sono ampiamente decorsi i termini di legge per provvedere. Ne deriva, pertanto, che il silenzio serbato dall'amministrazione resistente è illegittimo.

Sussiste, peraltro, anche l'obbligo a provvedere sull'istanza di parte. In quest'ottica il Consiglio di Stato ha chiarito che si verifica un silenzio-inadempimento da parte della Pubblica amministrazione tutte le volte in cui essa contravviene ad un preciso obbligo di provvedere, e tanto sia in base ad espresse previsioni di legge, sia nelle ipotesi che discendono dai principi generali o dalla peculiarità del caso (Cons. St. IV, n. 5529/2016).

(Indicare eventuale norme speciali che fondano un obbligo a provvedere dell'amministrazione).

2. (Indicare altri motivi di ricorso legati alla disciplina speciale).

3. Richiesta di corresponsione dell'indennizzo, ai sensi dell'art. 2-bis, comma 1-bis, l. n. 241/1990.

(Indicare gli argomenti di fatto e di diritto che consentono di ritenere sussistente il diritto all'indennizzo, si veda anche la parte inserita nel “commento”)

*****

In considerazione dei motivi appena illustrati, il ricorrente, come sopra rappresentato e difeso, chiede, in via preliminare, accertare l'illegittimità del silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata dalla ricorrente in data...

Conseguentemente, stante l'attività vincolata del Comune, il giudice amministrativo dovrà accertare la fondatezza della pretesa sostanziale fatta valere, anche adottando il provvedimento amministrativo richiesto.

Si chiede, inoltre, l'erogazione dell'indennizzo ai sensi dell'art. 2-bis, comma 1-bis, l. n. 241/1990 pari a complessivi Euro ... .

P.Q.M.

Il ricorrente, come in epigrafe rappresentato e difeso, chiede che codesto Ecc.mo T.A.R. di ... voglia:

1) accertare l'illegittimità del silenzio/inerzia serbati nella vicenda che occupa dall'Amministrazione resistente;

2) per l'effetto, ordinare a quest'ultima di emanare il provvedimento richiesto dalla società ricorrente;

3) prevedere, fin d'ora, la nomina di un Commissario ad acta nell'ipotesi in cui l'inerzia della p.a. sia ulteriormente protratta oltre il termine assegnato da codesto G.A., ponendo i conseguenti costi a suo carico.

4) condannare il Comune di [ ... ] all'erogazione dell'indennizzo ai sensi dell'art. 2-bis, comma 1 bis, l. n. 241/1990.

Con vittoria di spese e onorari.

Si producono i seguenti documenti:

1) [copia dell'istanza presentata dalla società ricorrente]

2) [ ... ]

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2022 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ... . Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”]

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [1]

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (EVENTUALE)

[V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [2].

1. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo deposito Atto).

2. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

La norma, di non facile interpretazione, ha fatto sorgere una serie di dubbi ermeneutici.

Il primo riguarda l'ambito applicativo dell'indennizzo, in relazione al risarcimento del danno. Va da subito chiarito che il diritto all'indennizzo non è conseguenza automatica del ritardo nella conclusione del procedimento, perché l'istante è tenuto a chiedere che sull'istanza si attivi il titolare dei poteri sostitutivi ed è tenuto a rispettare termini perentori, peraltro, molto stretti.

L'indennizzo, rispettate le regole procedimentali, certamente va riconosciuto qualora l'amministrazione abbia violato il termine a provvedere, indipendentemente dalla sussistenza dei requisiti necessari per configurare una responsabilità extracontrattuale. L'indennizzo può essere, quindi, liquidato, per il solo fatto del ritardo, indipendentemente dalla colpa della P.A. e anche in assenza di danno, come pare desumersi dalla Direttiva del Ministro della funzione pubblica e della semplificazione del 9 gennaio 2014. Secondo tale Direttiva, l'indennizzo da ritardo va corrisposto tutte le volte che l'Amministrazione non abbia rispettato un termine perentorio (che fa venir meno il potere dell'Amministrazione di provvedere) oppure ordinatorio (persistendo il relativo potere). L'indennizzo, che va tenuto nettamente distinto dal risarcimento del danno, può essere riconosciuto anche in presenza di un comportamento tenuto dall'amministrazione in base ad un errore scusabile ed astrattamente lecito. Rientreranno in queste ipotesi anche i casi riconducibili all'interno della forza maggiore o del caso fortuito.

L'indennizzo, quindi, spetta in ogni caso di violazione dei termini perché è il frutto di una valutazione di equità, volta a sanzionare comportamenti inerti dell'Amministrazione, prevedendo, comunque, una forma di ristoro per il disagio sopportato dal privato a seguito dell'avvenuta violazione dei termini.

L'istituto, quindi, assume una portata dirompente che ha consigliato di introdurlo solo in via sperimentale e solo in relazione all'avvio e all'esercizio dell'attività d'impresa.

L'indennizzo, quindi, scatta in via automatica per il solo fatto della mancata emanazione del provvedimento amministrativo; non rileva naturalmente a tal fine il preavviso di rigetto, previsto dall'art. 10-bis legge n. 241/1990, che ha carattere meramente interlocutorio.

La disposizione si applica solo a partire dal 21 agosto 2013, data di conversione del citato decreto e non si applica alla Segnalazione di inizio attività anche se relativa all'esercizio dell'attività d'impresa perché la norma richiede l'obbligo di provvedere che è assente nel caso di specie

La mancata attivazione dell'esercizio del potere sostitutivo di cui all'art. 2, comma 9-bis della l. n. 241/1990 preclude la possibilità di ottenere l'indennizzo per il mero ritardo nella conclusione del procedimento ai sensi dell'art. 28 d.l. n. 69/2013, convertito nella l. n. 98/2013 (T.A.R. Sardegna (Cagliari) II, 20 settembre 2016, n. 724).

L'indennizzo da mero ritardo, previsto dall'art. 2-bis della l. n. 241/1990, prescinde dalla dimostrazione degli elementi costitutivi della responsabilità extracontrattuale (prova del danno, del comportamento colposo dell'amministrazione, del nesso di causalità); tuttavia, ai fini del riconoscimento del diritto all'indennizzo, una volta scaduti i termini per la conclusione del procedimento, l'istante, entro la scadenza perentoria dei successivi 20 giorni, deve ricorrere all'autorità titolare del potere sostitutivo di cui all'art. 2, comma 9-bis, l. n. 241/1990, richiedendo l'emanazione del provvedimento non adottato (T.A.R. Sardegna (Cagliari) I, 12 maggio 2016, n. 428).

Il diritto all'indennizzo per il mero ritardo presuppone, in base all'art. 2-bis, l. n. 241/1990 (introdotto dall'art. 28, comma 9, d.l. n. 69/2013), un procedimento ad istanza di parte e non un procedimento d'ufficio (T.A.R. Campania (Napoli) III, 4 marzo 2016, n. 1175).

La giurisprudenza ha poi tratto dall'introduzione dell'indennizzo da mero ritardo conclusioni anche in relazione al risarcimento del danno.

In particolare, si è evidenziato che l'entrata in vigore dell'art. 2-bis, l. n. 241/1990 non ha elevato a bene della vita suscettibile di autonoma protezione, tramite risarcimento del danno, l'interesse procedimentale al rispetto dei termini dell'azione amministrativa avulso da ogni riferimento alla spettanza del « bene della vita », al cui conseguimento il procedimento è finalizzato: ed infatti, l'art. 2-bis cit. ammette al risarcimento il solo danno espressamente qualificato come ingiusto, ossia quello che si verifica ove l'inerzia o il ritardo pregiudichino un interesse sostanziale di effettiva pertinenza del privato. E tale opzione ermeneutica, chiaramente ricavabile dal dettato normativo, è avvalorata dalla previsione del successivo comma 1-bis dello stesso art. 2-bis, con cui il legislatore ha voluto, per casi determinati, prevedere non già il risarcimento del danno, ma il riconoscimento di un indennizzo in caso di mera inosservanza del termine di conclusione del procedimento (T.A.R. Latina (Lazio) I, 26 settembre 2016, n. 579).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario