Ricorso del controinteressato in materia di Scia per sollecitare l'adozione del controllo della p.a. (art. 19, comma 6-ter, l. n. 241/1990)

Maurizio Santise

Inquadramento

Il d.l. n. 138/2011 ha introdotto, all'interno dell'art. 19, il comma 6-ter, secondo cui «la segnalazione certificata di inizio attività, la denuncia e la dichiarazione di inizio attività non costituiscono provvedimenti taciti direttamente impugnabili. Gli interessati possono sollecitare l'esercizio delle verifiche spettanti all'amministrazione e, in caso di inerzia, esperire esclusivamente l'azione di cui all'art. 31, commi 1, 2 e 3 del decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104». Tale intervento normativo non è stato intaccato dalla l. n. 124/2015.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE, SEDE DI [ ... ]

RICORSO EX ART. 117 C.P.A. IN COMBINATO DISPOSTO CON L'ART. 19, COMMA 6-TER L. N. 241/1990

Nell'interesse di:

- [PERSONA FISICA] [1], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [2] ..., C.F. ... [3], PEC: ... [4], fax ... [5], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [6].

- [PERSONA GIURIDICA] [7], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ..., iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [8] ..., C.F. ... [9], PEC: ... [10], fax ... [11], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [12].

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... ] [13]

- ricorrente -

CONTRO

- [Amministrazione/Ente/Autorità] [14], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [15],

- resistente -

E NEI CONFRONTI DI

- Sig./ Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ... [16]

- controinteressato -

PER L'ACCERTAMENTO DELL'ILLEGITTIMITÀ DEL SILENZIO/INERZIA

serbato dal Comune di ... nel procedimento iniziato con istanza presentata dalla società ricorrente in data ... e non concluso entro il termine dalla stessa fissato del ... volta a sollecitare l'adozione dei provvedimenti previsti dall'art. 19, commi 3 e 4 della l. n. 241/1990.

FATTO

In data ... il Sig. ... presentava al Comune di [ ... ] S.C.I.A. al fine di realizzare i seguenti interventi: ... .

Poiché i citati interventi edilizi sono illegittimi, il ricorrente diffidava il Comune di ... a intervenire e ad emanare i provvedimenti di cui all'art. 19, commi 3 e 4 della l. n. 241/1990.

Il Comune, trascorsi i termini previsti dalla legge, non emanava alcun provvedimento.

In via preliminare, va evidenziato che l'art. 19, il comma 6 ter, dispone che «la segnalazione certificata di inizio attività, la denuncia e la dichiarazione di inizio attività non costituiscono provvedimenti taciti direttamente impugnabili. Gli interessati possono sollecitare l'esercizio delle verifiche spettanti all'amministrazione e, in caso di inerzia, esperire esclusivamente l'azione di cui all'art. 31, commi 1, 2 e 3 del decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104». Tale intervento normativo non è stato intaccato dalla l. n. 124/2015.

Il ricorrente, titolare di un interesse contrario alla realizzazione degli interventi oggetto di S.C.I.A., in quanto proprietario frontista (indicare altre ragioni che dimostrano la legittimazione ad agire del ricorrente), intende sollecitare l'intervento dell'amministrazione, perché il silenzio dalla stessa serbato sull'atto di diffida del ... è illegittimo per i seguenti:

MOTIVI

1. Violazione art. 2 l. n. 241/1990.

Il silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata dalla società ricorrente è illegittimo, perché formatosi in violazione dell'art. 2 l. n. 241/1990, il quale stabilisce che, in ogni caso, il procedimento deve concludersi entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza.

Nel caso di specie non ampiamente decorsi i termini di legge per provvedere. Ne deriva, pertanto, che il silenzio serbato dall'amministrazione resistente è illegittimo.

Sussiste, peraltro, anche l'obbligo a provvedere sull'istanza di parte. In quest'ottica il Consiglio di Stato ha chiarito che si verifica un silenzio-inadempimento da parte della Pubblica amministrazione tutte le volte in cui essa contravviene ad un preciso obbligo di provvedere, e tanto sia in base ad espresse previsioni di legge, sia nelle ipotesi che discendono dai principi generali o dalla peculiarità del caso (Cons. St. IV, n. 5529/2016).

(Indicare eventuale norme speciali che fondano un obbligo a provvedere dell'amministrazione)

2. (Indicare altri motivi di ricorso legati alla disciplina speciale).

P.Q.M.

la [PARTE RICORRENTE], come in epigrafe rappresentata e difesa, chiede che codesto Ecc.mo T.A.R. di ... voglia:

1) accertare l'illegittimità del silenzio/inerzia serbato dall'Amministrazione resistente in relazione all'atto di diffida del ...;

2) per l'effetto, ordinare a quest'ultima di concludere con un provvedimento espresso il procedimento dalla stessa avviato il ... su istanza della ricorrente del ...;

b) prevedere, fin d'ora, la nomina di un Commissario ad acta nell'ipotesi in cui l'inerzia della p.a. sia ulteriormente protratta oltre il termine assegnato da codesto G.A., ponendo i conseguenti costi a suo carico.

Con vittoria di spese e onorari.

Si producono i seguenti documenti:

1) [copia dell'istanza presentata dalla società ricorrente]

2) [ ... ]

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ... . Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”].

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [17]

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (eventuale)

[V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [18]. ​

1. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011).

2. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...).

3. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010.

4. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

5. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv. con modif., nella l. n. 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

6. La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto, comunque, nelle forme stabilite dall'art. art. 83 c.p.c.

7. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio.

8. V. nt. 2.

9. V. nt. 3.

10. V. nt. 4.

11. V. nt. 5.

12. V. nt. 6.

13. In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento.

14. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”.

15. In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979).

16. Ai sensi dell'art. 41, comma 2, c.p.a., il ricorso va notificato ad almeno uno dei controinteressati individuati nell'atto stesso.

17. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo deposito Atto).

18. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito della Giustizia Amministrativa.

È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

Il d.l. n. 138/2011 ha introdotto, all'interno dell'art. 19, il comma 6- ter, secondo cui «la segnalazione certificata di inizio attività, la denuncia e la dichiarazione di inizio attività non costituiscono provvedimenti taciti direttamente impugnabili. Gli interessati possono sollecitare l'esercizio delle verifiche spettanti all'amministrazione e, in caso di inerzia, esperire esclusivamente l'azione di cui all'art. 31, commi 1, 2 e 3 del d.lgs. 2 luglio 2010, n. 104». Tale intervento normativo non è stato intaccato dalla l. n. 124/2015.

L'intervento legislativo ha fatto, quindi, sorgere un nuovo dibattito giurisprudenziale, teso a comprendere la reale portata dell'innovazione legislativa.

Secondo alcuni la tutela proposta dal legislatore, del tutto incentrata sul silenzio inadempimento, sarebbe del tutto inutile come, peraltro, aveva già precisato l'adunanza plenaria (n. 15/2011) che il legislatore sembra voler sconfessare.

Il terzo controinteressato può sollecitare esclusivamente i contropoteri della p.a. (a carattere inibitorio), ma se questa non interviene e spira il termine per provvedere previsto a pena di decadenza, il ricorso avverso il silenzio inadempimento non può essere proposto, perché in questo caso, decorsi i 60 giorni, il potere della p.a. si è consumato (Cons. St., Ad. plen., n. 15/2011).

Il giudizio sul silenzio inadempimento, come già visto sopra, può essere esperito con riguardo al potere inibitorio.

È preclusa, invece, la tutela ex art. 31 c.p.a. in relazione al potere di autotutela che ha carattere ampiamente discrezionale.

Si ripropone così il consueto problema: il controinteressato può esperire la domanda avverso il silenzio (nel rispetto dei limiti previsti) solo con riguardo al potere inibitorio, ma non anche con riguardo al potere di autotutela ex art. 21-nonies, richiamato dall'art. 19, comma 3 l. n. 241/1990.

Per cercare di fornire una lettura compatibile con i principi costituzionali, è intervenuto, nel 2012 (sent. n. 298), il T.A.R. Veneto, il quale ha offerto una spiegazione interessante, sulla spinta della novella del novembre 2011 che integra il comma 1 dell'art. 31 c.p.a. Tale norma prevede la possibilità di esperire l'azione sul silenzio nei casi in cui la p.a. abbia l'obbligo di provvedere e negli altri casi previsti dalla legge.

Secondo il T.A.R. Veneto, il legislatore consente al privato di proporre l'azione avverso il silenzio inadempimento nei casi in cui sussiste l'obbligo di provvedere in seguito ad un inadempimento o negli altri casi previsti dalla legge; in queste ultime ipotesi non sarebbe necessario attendere l'inadempimento della p.a., potendo la tutela essere esperita anche in via anticipata, prima della scadenza del termine a provvedere.

La S.c.i.a. rappresenta, secondo il T.A.R., uno dei casi previsti dalla legge che consente la tutela anticipata.

Ne deriva, quindi, che il terzo controinteressato può proporre l'azione prevista dall'art. 31 c.p.a. prima della scadenza del termine a provvedere.

Il risultato è che il g.a. dovrà accertare l'insussistenza delle condizioni per presentare la S.c.i.a. e condannare la p.a. ad emettere il provvedimento inibitorio che, avendo carattere vincolato, può ben essere imposto alla p.a. dal giudice amministrativo.

Di recente, peraltro, il T.A.R. Toscana III, ord., 11 maggio 2017, n. 667 ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale dell'art. 19, comma 6-ter, l. n. 241/1990, nella parte in cui non prevede un termine per la sollecitazione da parte del terzo delle verifiche sulla S.c.i.a., per contrasto con gli artt. 3,11,97,117, comma 1 Cost., in relazione all'art. 1 del Protocollo addizionale n. 1 alla CEDU ed all'art. 6, paragrafo 3, del Trattato UE, e 117 comma 2 lett. m) Cost.

L'ordinanza denuncia, in primo luogo, che la mancata fissazione di un termine per la sollecitazione da parte del terzo delle verifiche amministrative, viola la necessaria tutela dell'affidamento del segnalato, tutela che viene inquadrata quale principio cardine dell'attività amministrativa in tutti i settori dell'intervento pubblico. Viene, inoltre, denunciato il contrasto della norma in questione con i principi di ragionevolezza e buon andamento di cui agli artt. 3 e 97 Cost., in quanto il disegnato modello procedimentale impone all'amministrazione, quale che sia il momento in cui sopravviene l'istanza del controinteressato, di rivedere la posizione assunta in precedenza (in sede di verifica ufficiosa) circa la legittimità dell'iniziativa segnalata. Infine, viene rilevata la violazione del principio di ragionevolezza della scelta legislativa di non prevedere alcun limite temporale alla possibilità che il terzo solleciti il potere inibitorio dell'amministrazione, in quanto si omette di disciplinare un elemento indispensabile alla tenuta complessiva del meccanismo semplificatorio introdotto dal legislatore e da quest'ultimo ascritto ai livelli essenziali delle prestazioni garantite su scala nazionale.

Sul punto va, però, segnalato Cons. St. VI, n. 4610/2016, secondo cui “In relazione al tempo, non è perfettamente adattabile lo schema dell'azione avverso il silenzio-inadempimento a quella proposta dal terzo nell'ambito della S.c.i.a. L'art. 31 c.p.a. prevede, infatti, che l'azione si propone entro il termine di un anno dalla conclusione del procedimento. Ma in questo caso il ricorrente, essendo titolare dell'interesse legittimo pretensivo all'adozione di un provvedimento favorevole che ha attivato con la sua istanza, è a conoscenza del momento in cui il procedimento si deve concludere e, conseguentemente, di quando inizia a decorrere il termine di un anno. Nel caso della S.c.i.a., invece, il terzo è titolare di un interesse legittimo pretensivo all'adozione di atti sfavorevoli per il destinatario dell'azione amministrativa. Non è, pertanto, a conoscenza «diretta» dell'andamento procedimentale della vicenda. Ne consegue che il termine decorre da quando il terzo ha avuto piena conoscenza dei fatti idonei a determinare un pregiudizio nella sua sfera giuridica”.

L'assenza del termine per sollecitare le verifiche da parte del controinteressato potrebbe, comunque, essere risolto nel senso di imporre al terzo controinteressato di avanzare l'istanza non oltre il termine di 18 mesi spettanti all'amministrazione per procedere con i poteri di cui all'art. 21-nonies. L'art. 19, comma 6-ter, nella parte in cui consente al terzo controinteressato di sollecitare le verifiche, individua queste con le verifiche “spettanti” alla p.a. competente. Ne deriva che il potere del terzo controinteressato deve essere individuato in relazione a tali poteri della p.a. che non possono essere esperiti oltre il termine di 18 mesi dalla scadenza del termine per provvedere in via inibitoria, come ormai espressamente previsto dall'art. 2, comma 4, del d.lgs. n. 222/2016.

La p.a., compulsata dal controinteressato, sarà tenuta ad attivare un procedimento di verifica, ai sensi dell'art. 21-nonies l. n. 241/1990, sulla S.c.i.a., ma non sarà tenuta necessariamente ad intervenire, trattandosi, comunque, di un'attività discrezionale.

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