Ricorso in opposizione a decreto ingiuntivo (art. 118 c.p.a.; art. 645 c.p.c.)

Raffaele Tuccillo

Inquadramento

L'istituto del decreto ingiuntivo trova applicazione dinanzi al giudice amministrativo solo per le materie devolute alla sua giurisdizione esclusiva ed aventi ad oggetto diritti soggettivi di natura patrimoniale. Più precisamente, il legislatore rinvia interamente al Capo I, Titolo I, del Libro IV del codice di procedura civile al fine di individuare la disciplina applicabile, premurandosi solo di sottolineare che, per la fase dell'ingiunzione, è competente il presidente o un magistrato da lui delegato e l'opposizione si propone con ricorso. La rilevanza del procedimento monitorio risiede nel fatto che esso consente di ottenere, in presenza dei presupposti di legge, inaudita altera parte, un provvedimento di condanna denominato ingiunzione costituente titolo esecutivo. Tale funzione si realizza consentendo al giudice di emanare un provvedimento di condanna in assenza di contraddittorio e spostando sul debitore ingiunto (destinatario del provvedimento di condanna) l'onere di instaurare un processo a cognizione piena. La fase monitoria è sempre necessaria e si sviluppa dal momento del deposito del ricorso fino alla notifica del decreto ingiuntivo o al rigetto del ricorso, dando vita ad un procedimento sommario tipico, caratterizzato dall'assenza di contraddittorio. La fase successiva è solamente eventuale e viene introdotta su iniziativa dell'ingiunto, il quale propone opposizione al decreto ingiuntivo notificatogli, determinando l'introduzione di un processo a cognizione piena destinato a concludersi con una sentenza. L'opposizione a decreto ingiuntivo, disciplinata dall'art. 645 c.p.c., è lo strumento processuale mediante il quale l'ingiunto introduce il giudizio ordinario volto all'accertamento della sussistenza del credito portato dal decreto emesso nei suoi confronti. Deve essere proposta con ricorso, per espressa previsione dell'art. 118 c.p.a., davanti all'ufficio giudiziario che ha emesso il decreto nel termine di quaranta giorni dalla notificazione del decreto stesso o in quello maggiore o minore fissato dal giudice in base alla disciplina processualcivilistica. Nella fase dell'opposizione si assiste a un'inversione dell'iniziativa processuale che spetta quindi al convenuto/resistente in senso sostanziale. Il debitore opponente, proponendo la domanda di opposizione, diviene attore in senso formale, pur rimanendo convenuto in senso sostanziale. In ogni caso, ad esempio, ai fini della ripartizione dell'onere della prova si dovrà attribuire rilevanza giuridica alla relativa posizione in una prospettiva sostanziale e non formale.

Formula

AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [ ....] [1]

RICORSO IN OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO

Proposto da [PERSONA FISICA] [2], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/p.za .... n. ...., .... elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avvocato [3]...., C.F. .... [4], PEC .... [5], fax .... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [7].

- [PERSONA GIURIDICA] [8], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [9]...., C.F. .... [10], PEC: .... [11], fax .... [12], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [13].

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax ....] [14]

CONTRO

- ...., rappresentat .... e difes .... dall'Avv. ...., presso il cui studio è elettivamente domiciliato, in ...., via ...., n. ....

E NEI CONFRONTI DI

- .... residente in ...., via/piazza .... n. .... [15]

PER OPPORSI

- al decreto ingiuntivo n. ...., emesso in data ...., notificato all'opponente in data ...., con cui si ingiunge il pagamento della somma di Euro ....

FATTO E DIRITTO

- [descrivere il contenuto del ricorso per decreto ingiuntivo, sul titolo sul quale esso si fonda, e del decreto];

- [indicare i motivi per i quali si contesta la pretesa creditoria]

- [formulare le richieste di revoca del decreto ingiuntivo e di rigetto della domanda del richiedente il decreto

P.Q.M.

Si chiede l'accoglimento della presente opposizione e, pertanto, la revoca del decreto ingiuntivo e il rigetto della domanda proposta dal ricorrente.

Con vittoria di spese e onorari.

Si producono i seguenti documenti:

1) [decreto ingiuntivo notificato]

2) [istanza di fissazione dell'udienza]

3) [ ....] [16]

Ai sensi dell'art. ...., d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), come interpretato dal segretario generale della giustizia amministrativa non è dovuto contributo unificato per la fase di opposizione a decreto ingiuntivo.

[Rinvio a formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”]

Luogo e data ....

Firma Avv. [17]....

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] [18]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [19].

[1]La competenza funzionale e inderogabile è del Tribunale che ha emesso il decreto ingiuntivo opposto.

[2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011).

[3]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.).

[4]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8 comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico.

[5]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

[6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]».

[7]La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”.

[8]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio.

[9]V. nt. 3.

[10]V. nt. 4.

[11]V. nt. 5.

[12]V. nt. 6.

[13]V. nt. 7.

[14]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento.

[15]Si rammenta che ai sensi dell'art. 41, comma 2, c.p.a., il ricorso va notificato ad almeno uno dei controinteressati individuati nell'atto stesso.

[16]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”].

[17]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”).

[18]V. anche Formule “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico” e “Attestazione di conformità al fine del deposito della prova della notifica a mezzo pec che non possa essere fornita con modalità telematiche”.

[19]Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso” (v. nt. 22), reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all.to 2 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

Termini e competenza nell'opposizione a decreto ingiuntivo

L'opposizione al decreto ingiuntivo si propone con ricorso al collegio in base all'art. 645 c.p.c., che deve essere notificato alla controparte nei quaranta giorni successivi alla notifica del decreto. La costituzione e la comparizione in udienza dell'opposto non sanano l'omessa notificazione dell'atto di opposizione (T.A.R. Molise, n. 489/2013).

L'opposizione va proposta dinanzi all'ufficio giudiziario cui appartiene il giudice che ha emesso il decreto. Tale competenza ha natura funzionale ed inderogabile in guisa che il giudice investito dell'opposizione, ove accerti l'incompetenza del proprio ufficio ad emettere il provvedimento monitorio, non dovrà rimettere la causa al giudice competente, bensì dichiarare la nullità del provvedimento stesso, con ciò esaurendo la propria competenza funzionale.

L'orientamento della giurisprudenza più recente è nel senso di ritenere la competenza sull'opposizione inderogabile anche in ipotesi di connessione, continenza e litispendenza (Cass., n. 20324/2006; Cass., n. 2237/2019).

Per effetto del rinvio al codice di procedura civile operato dall'art. 118c.p.a., il termine perentorio per proporre l'opposizione al decreto ingiuntivo è di quaranta giorni dalla sua notifica; tuttavia, poiché l'opposizione non si propone nelle forme previste dall'art. 645 c.p.c., ossia con atto di citazione notificato al ricorrente, bensì, per espressa previsione dell'art. 118 c.p.a., con ricorso, ne consegue che entro il suindicato termine è necessario effettuare solo la notifica del ricorso all'amministrazione resistente, mentre il successivo deposito presso la segreteria del giudice adito va fatto nell'osservanza degli ordinari termini processuali (Cons. St. III, n. 1515/2014).

Fasi del procedimento

Il procedimento d'ingiunzione si articola in due fasi.

La prima fase è sempre necessaria e si sviluppa dal momento del deposito del ricorso a quello della notifica del decreto ingiuntivo ovvero della pronuncia del decreto di rigetto dell'istanza, dando vita ad un procedimento sommario tipico, caratterizzato da una cognizione parziale (per l'assenza di contraddittorio), sottoposto a speciali condizioni di ammissibilità ed attraverso il quale viene esercitata un'azione speciale di condanna: questa è chiaramente finalizzata alla rapida formazione di un titolo esecutivo e si fonda sulla possibilità che la pretesa creditoria fatta valere suo tramite non venga contestata dal debitore.

La successiva seconda fase, invece, è solamente eventuale e viene introdotta su iniziativa del soggetto ingiunto, il quale – con la notifica di un atto di citazione o con il deposito di un ricorso – propone opposizione al decreto ingiuntivo notificatogli, introducendo un processo ordinario disciplinato dalle regole della cognizione piena ed esauriente e destinato a concludersi con una sentenza che direttamente (in caso di accoglimento, anche parziale, dell'opposizione) o indirettamente (in caso di rigetto dell'opposizione e di conferma del decreto ingiuntivo) detterà il regolamento sostanziale della res controversa.

Procedimento

L'opposizione introduce un giudizio ordinario di cognizione (Cons. St. III, n. 5866/2012; Cass., n. 26664/2007), in cui l'opponente è processualmente attore, ma sostanzialmente convenuto. Ne deriva che: l'opposizione lascia inalterate le regole relative alla ripartizione dell'onere probatorio tra le parti; il giudizio di opposizione dà luogo a un ordinario giudizio di cognizione, teso ad accertare la fondatezza della pretesa fatta valere e non a verificare se l'ingiunzione sia stata emessa legittimamente. L'accoglimento della domanda dell'ingiungente creditore risulta indipendente dalla validità, dalla sufficienza e dalla regolarità degli elementi in base ai quali è stato emesso il decreto ingiuntivo opposto (Cass., n. 24438/2016). La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che l'opposizione prevista dall'art. 645 c.p.c. non è una actio nullitatis o un'azione di impugnativa nei confronti dell'emessa ingiunzione, ma un ordinario giudizio sulla domanda del creditore che si svolge in prosecuzione del procedimento monitorio, non quale giudizio autonomo, ma come fase ulteriore – anche se eventuale – del procedimento iniziato con il ricorso per ottenere il decreto ingiuntivo (Cass. S.U., n. 927/2022).

La giurisprudenza ritiene che, in difetto di disciplina specifica per il deposito dell'atto di opposizione a seguito di sua notificazione, è da applicarsi il termine ordinario di deposito di trenta giorni decorrenti dal perfezionamento per il destinatario della notificazione ai sensi dell'art. 45 c.p.a. (Cons. St. III, n. 5866/2012). I termini sono quindi quelli ordinariamente applicabili per il giudizio amministrativo.

Nel processo amministrativo trovano applicazione le disposizioni di cui agli artt. 648 e 649 c.p.c. in tema di esecuzione provvisoria o di sospensione dell'esecuzione nel corso del giudizio di opposizione. Allo stesso modo, è possibile la proposizione dell'opposizione tardiva nei casi previsti dall'art. 650 c.p.c., qualora l'intimato provi di non aver avuto tempestiva conoscenza del decreto ingiuntivo per irregolarità della notificazione o per caso fortuito o forza maggiore.

Nel caso in cui l'opposizione venga rigettata con sentenza passata in giudicato o provvisoriamente esecutiva oppure nel caso in cui venga dichiarata l'estinzione del processo con ordinanza, il decreto acquista efficacia esecutiva. Ove l'opposizione sia accolta, il decreto, unitamente agli atti esecutivi eventualmente posti in essere, perde efficacia. Se l'opposizione è accolta solo in parte, il titolo esecutivo è costituito esclusivamente dalla sentenza, ma gli atti di esecuzione già compiuti in base al decreto conservano i loro effetti nei limiti della somma o della quantità ridotta.

Per ulteriori indicazioni, v. formula “Ricorso per decreto ingiuntivo”.

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