Opposizione tardiva ad ingiunzione (art. 118 c.p.a.; art. 650 c.p.c.)InquadramentoL'istituto del decreto ingiuntivo trova applicazione dinanzi al giudice amministrativo solo per le materie devolute alla sua giurisdizione esclusiva ed aventi ad oggetto diritti soggettivi di natura patrimoniale. Più precisamente, il legislatore rinvia interamente al Capo I, Titolo I, del Libro IV del codice di procedura civile al fine di individuare la disciplina applicabile, premurandosi solo di sottolineare che, per la fase dell'ingiunzione, è competente il presidente o un magistrato da lui delegato e l'opposizione si propone con ricorso. La rilevanza del procedimento monitorio risiede nel fatto che esso consente di ottenere, in presenza dei presupposti di legge, inaudita altera parte, un provvedimento di condanna denominato ingiunzione costituente titolo esecutivo. Tale funzione si realizza consentendo al giudice di emanare un provvedimento di condanna in assenza di contraddittorio e spostando sul debitore ingiunto (destinatario del provvedimento di condanna) l'onere di instaurare un processo a cognizione piena. La fase monitoria è sempre necessaria e si sviluppa dal momento del deposito del ricorso fino alla notifica del decreto ingiuntivo o al rigetto del ricorso, dando vita ad un procedimento sommario tipico, caratterizzato dall'assenza di contraddittorio. La fase successiva è solamente eventuale e viene introdotta su iniziativa dell'ingiunto, il quale propone opposizione al decreto ingiuntivo notificatogli, determinando l'introduzione di un processo a cognizione piena destinato a concludersi con una sentenza. L'opposizione a decreto ingiuntivo, disciplinata dall'art. 645 c.p.c., è lo strumento processuale mediante il quale l'ingiunto introduce il giudizio ordinario volto all'accertamento della sussistenza del credito portato dal decreto emesso nei suoi confronti. Deve essere proposta con ricorso, per espressa previsione dell'art. 118 c.p.a., davanti all'ufficio giudiziario che ha emesso il decreto nel termine di quaranta giorni dalla notificazione del decreto stesso o in quello maggiore o minore fissato dal giudice in base alla disciplina processualcivilistica. In base all'art. 650 c.p.c., l'intimato può fare opposizione anche dopo la scadenza del termine fissato nel decreto se prova di non averne avuta tempestiva conoscenza per irregolarità della notificazione o per caso fortuito o forza maggiore. In questo caso l'esecutorietà può essere sospesa. L'opposizione non è ammessa decorsi dieci giorni dal primo atto di esecuzione. FormulaAL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [ ....] [1] RICORSO IN OPPOSIZIONE TARDIVA A DECRETO INGIUNTIVO Proposto da [PERSONA FISICA] [2], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/p.za .... n. ...., .... elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [3]...., C.F. .... [4], PEC: .... [5], fax .... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [7]. - [PERSONA GIURIDICA] [8], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [9]...., C.F. .... [10], PEC: .... [11], fax .... [12], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [13]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax ....] [14] CONTRO - ...., rappresentat .... e difes .... dall'Avv. ...., presso il cui studio è elettivamente domiciliato, in ...., via ...., n. .... E NEI CONFRONTI DI - .... residente in ...., via/p.za .... n. .... [15] PER OPPORSI - al decreto ingiuntivo n. ...., emesso in data ...., notificato all'opponente in data ...., con cui si ingiunge il pagamento della somma di Euro .... FATTO E DIRITTO - [descrivere il contenuto del ricorso per decreto ingiuntivo, del titolo sul quale esso si fonda e del decreto]; - [indicare la data di emissione e di notifica del decreto ingiuntivo, nonché le irregolarità della notificazione o il caso fortuito o la forza maggiore che hanno impedito all'opponente la tempestiva conoscenza del decreto opposto ai sensi dell'art. 650 c.p.c.]; - [indicare i motivi per i quali, nel merito, la pretesa dell'opposto è infondata]; (EVENTUALE) ISTANZA DI SOSPENSIONE DELLA PROVVISORIA ESECUTIVITÀ - [indicare le ragioni per le quali si chiede la sospensione della provvisoria esecutività del decreto, evidenziando i gravi motivi che giustificano l'adozione del provvedimento di sospensione e, quindi, il danno grave e irreparabile che esso arreca alla posizione dell'opponente] P.Q.M. Ritenuta l'ammissibilità dell'opposizione proposta, si chiede l'accoglimento della stessa e, pertanto, previa sospensione della provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo n. .... ai sensi dell'art. 649 c.p.c., la revoca dello stesso e il rigetto della domanda proposta dall'opposto. Con vittoria di spese e onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) [decreto ingiuntivo notificato] 2) [ ....] [16] Ai sensi dell'art. ...., d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), come interpretato dal segretario generale della giustizia amministrativa non è dovuto contributo unificato per la fase di opposizione a decreto ingiuntivo. [rinvio a formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”] Luogo e data .... Firma Avv. [17].... PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [18]. [1]La competenza funzionale e inderogabile è del Tribunale che ha emesso il decreto ingiuntivo opposto. [2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). [3]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.). [4]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009, conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico. [5]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. [6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]». [7]La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, co. 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. [8]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. [9]V. nt. 3. [10]V. nt. 4. [11]V. nt. 5. [12]V. nt. 6. [13]V. nt. 7. [14]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. [15]Si rammenta che ai sensi dell'art. 41, comma 2, c.p.a., il ricorso va notificato ad almeno uno dei controinteressati individuati nell'atto stesso. In caso di impugnazione del provvedimento di aggiudicazione, il controinteressato è identificabile nell'aggiudicatario. [16]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”. [17]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all. 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”). [18]Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso” (v. nt. 22), reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all. 2 al d.P.C.S. luglio 2021). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. 31 agosto 2016, n. 168) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoCasi in cui è ammissibile l'opposizione tardiva Il debitore può proporre opposizione a decreto ingiuntivo anche dopo la scadenza del termine fissato nello stesso se dimostra, alternativamente: di non aver avuto conoscenza del decreto a causa della nullità della notificazione del decreto o dell'irregolarità della stessa (Cass. S.U., n. 9938/2005); di non aver avuto conoscenza del decreto per un fatto imprevedibile (caso fortuito) o per una circostanza indipendente dalla volontà del debitore (forza maggiore) che ha impedito a quest'ultimo di prendere conoscenza del decreto; che, pur avendo avuto conoscenza del decreto, non ha potuto, per caso fortuito o forza maggiore, fare opposizione nel termine fissato nel decreto (Corte cost., n. 120/1976). Occorre in ogni caso fornire la prova del legame tra il vizio della notifica (o il caso fortuito o la forza maggiore) e l'impossibilità, per il debitore, di proporre una tempestiva opposizione, nel senso che proprio a causa di quella irregolarità, di quel caso fortuito o di quella forza maggiore, egli non ha potuto conoscere il decreto (Cass. I, n. 12215/1995; Cass. n. 20850/2018) o proporre opposizione. La giurisprudenza ha ritenuto che nell'ipotesi di notifica del decreto ingiuntivo a mezzo PEC, a norma dell'art. 3-bis della l. n. 53/1994, la circostanza che la e-mail PEC di notifica sia finita nella cartella della posta indesiderata (“spam”) della casella PEC del destinatario e sia stata eliminata dall'addetto alla ricezione, senza apertura e lettura della busta, per il timore di danni al sistema informatico aziendale, non può essere invocata dall'intimato come ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore ai fini della dimostrazione della mancata tempestiva conoscenza del decreto che legittima alla proposizione dell'opposizione tardiva ai sensi dell'art. 650 c.p.c.; ciò in quanto l'art. 20 del d.m. n. 44/2011 (regolamento concernente le regole tecniche per l'adozione nel processo civile e nel processo penale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in attuazione dei principi di cui al d.lgs. n. 82/2005), nel disciplinare i requisiti della casella PEC del soggetto abilitato esterno, impone una serie di obblighi - tra cui quello di dotare il terminale informatico di “software” idoneo a verificare l'assenza di virus informatici nei messaggi in arrivo e in partenza, nonché di “software antispam” idoneo a prevenire la trasmissione di messaggi indesiderati - finalizzati a garantire il corretto funzionamento della casella di posta elettronica certificata, il cui esatto adempimento consente di isolare i messaggi sospetti ovvero di eseguire la scansione manuale dei relativi “files”, sicché deve escludersi l'impossibilità di adottare un comportamento alternativo a quello della mera ed immediata eliminazione del messaggio PEC nel cestino, una volta che esso sia stato classificato dal computer come “spam” (Cass., n. 17968/2021). Ai fini dell'opposizione tardiva a decreto ingiuntivo, ai sensi dell'art. 650 c.p.c., la forza maggiore ed il caso fortuito si identificano, rispettivamente, in una forza esterna ostativa in modo assoluto ed in un fatto di carattere oggettivo avulso dall'umana volontà e causativo dell'evento per forza propria. Dette circostanze non possono, pertanto, essere invocate nell'ipotesi di mancata conoscenza del decreto determinata da assenza dalla propria residenza, configurandosi l'allontanamento come un fatto volontario ed essendo imputabile all'assente il mancato uso di cautele idonee a permettere la ricezione o almeno la conoscenza delle missive pervenutegli nel periodo di assenza (Cass., n. 17922/2019). L'art. 650 c.p.c. risulta applicabile anche in relazione alla normativa riguardante la notifica degli atti giudiziari presso l'Avvocatura dello Stato (Cons. St., n. 1281/2007). Nel caso in cui il decreto ingiuntivo venga notificato presso l'amministrazione dello Stato e non presso l'avvocatura domiciliataria ex lege, l'opposizione tardiva è ammissibile solo se l'opponente provi che, a causa della nullità della notifica, non ha avuto tempestiva conoscenza del decreto stesso (Cass., n. 9938/2005). Al fine dell'opposizione tardiva prevista dall'art. 650 c.p.c. la irregolarità della notifica consistente nell'esecuzione di questa direttamente all'amministrazione, anziché presso l'Avvocatura dello Stato, fa presumere sia la mancata conoscenza che la ricollegabilità della stessa al vizio di notifica (Cass., n. 147/1996). |