Dichiarazione di avere interesse alla pubblicazione anticipata del dispositivo (art. 119)InquadramentoL'art. 119 c.p.a. disciplina il rito abbreviato che si applica al contenzioso avente ad oggetto le materie tassativamente elencate al primo comma della disposizione. Tra le controversie indicate sono comprese quelle relative ai provvedimenti concernenti le procedure di affidamento di pubblici lavori, servizi e forniture, che trovano, tuttavia, la loro regolamentazione primaria negli artt. 120 ss. c.p.a., con la conseguenza che ad esse la normativa in esame si applica solo in quanto non diversamente previsto dalle norme ad essa dedicate. Si tratta di un rito diretto a garantire una rapida definizione della controversia e, quindi, caratterizzato da una rapida scansione dei termini processuali. Più in particolare: il secondo comma della disposizione prevede e disciplina il dimezzamento dei termini processuali e le relative deroghe. Le norme contenute nell'art. 119 c.p.a. trovano applicazione anche ai giudizi di appello, revocazione e opposizione di terzo. Per quanto concerne il deposito della sentenza anche il relativo termine è abbreviato, con la conseguenza che la stessa deve essere depositata entro 23 giorni dalla decisione della causa. Tuttavia, la parte interessata può fare richiesta di pubblicazione anticipata del dispositivo, che deve avvenire, in tal caso, entro 7 giorni dalla decisione della causa. La dichiarazione deve essere resa nell'udienza di discussione e attestata nel verbale d'udienza. FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_] [1] DICHIARAZIONE DI AVERE INTERESSE ALLA PUBBLICAZIONE ANTICIPATA DEL DISPOSITIVO In relazione al ricorso n. r.g. ... [2] Nell'interesse di ... L'Avv. ... nella sua qualità di procuratore di - [PERSONA FISICA] [3], - [PERSONA GIURIDICA] [4], ... , in relazione al suindicato ricorso, dichiara di avere interesse alla pubblicazione anticipata del dispositivo. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Il ricorso si deve proporre dinnanzi al T.A.R. nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1 c.p.a.). Si sottolinea, in dottrina, che anche nella giurisdizione esclusiva vi è pur sempre un atto amministrativo da impugnare o un comportamento connesso all'esercizio di un potere pubblicistico, sicché può ritenersi che la competenza per il decreto ingiuntivo vada determinata individuando il tribunale competente per l'atto amministrativo impugnato o per il comportamento inadempiente tenuto. 2. Inserire i dati relativi al procedimento per cui si domanda la pubblicazione anticipata del dispositivo. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). 4. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, la stessa sta in giudizio in persona del legale rappresentante, e si dovranno indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale. CommentoPubblicazione anticipata del dispositivo Il legislatore ha previsto che, su richiesta delle parti con dichiarazione di interesse attestata nel verbale d'udienza, può essere richiesta la pubblicazione del dispositivo entro sette giorni dall'udienza di merito. L'istanza vincola il giudice a pubblicare il dispositivo entro il termine previsto dalla norma. Lo scopo della previsione è quello di cristallizzare la decisione e di consentire l'immediata formazione del titolo esecutivo. Si tratta di una previsione applicabile ai soli provvedimenti a contenuto decisorio e non alle ordinanze istruttorie o ai decreti. L'anticipata pubblicazione interessa solo la sentenza che definisce il giudizio, almeno parzialmente, e non i provvedimenti interinali, quali ordinanze istruttorie o altro. La pubblicazione del dispositivo costituisce un'opportunità che il legislatore offre alle parti a fini acceleratori e corrisponde all'esigenza di conoscere, sia pure in sintesi, la decisione del giudice in anticipo rispetto alla sentenza completa della motivazione, con l'evidente finalità di consentire alle parti di adottare le iniziative ritenute più opportune a fini organizzativi o economico finanziari (Cons. St. III, n. 713/2014). La parte può proporre appello avverso il dispositivo al fine di ottenerne la sospensione prima della pubblicazione della motivazione della sentenza. L'appello è proponibile entro trenta giorni dalla pubblicazione, con riserva dei motivi da proporre entro trenta giorni dalla notificazione della sentenza o entro tre mesi dalla sua pubblicazione (Cons. St., Ad. Plen., n. 8/2014). La giurisprudenza ha inoltre definito il tema del rapporto tra appello contro il dispositivo e appello contro la sentenza traducendolo in una fattispecie a formazione progressiva. In particolare (Cons. St., Ad. Plen., n. 8/2014), i due appelli costituiscono espressione del medesimo potere di impugnazione della parte, con la conseguenza che non incorrono nella sanzione di inammissibilità i motivi aggiunti che non contengono una compiuta e separata esposizione dei fatti su cui si innesta la controversia, ma rinviano alle considerazioni già espresse nell'atto di impugnazione del dispositivo. L'effetto devolutivo della controversia si produce in un primo tratto limitatamente all'emissione delle misure cautelari che l'impugnazione del dispositivo consente di anticipare in presenza della sola esecutività del dispositivo medesimo; nel secondo tratto con effetto di cognizione piena del merito della controversia in relazione ai motivi di appello che il ricorrente è posto in condizione di articolare dopo la pubblicazione della motivazione della sentenza. Correlativamente e per converso, è inammissibile l'appello rivolto contro il dispositivo, qualora sia privo dell'istanza cautelare (Cons. St. V, n. 5375/2013), ed è improcedibile qualora non venga seguito dall'impugnazione della intera sentenza (Cons. St. IV, n. 3842/2000). La mancata pubblicazione del dispositivo non comporta la nullità della pronuncia emessa nel testo integrale, perché a differenza del processo del lavoro, nel quale la lettura del dispositivo risponde ad esigenze di concentrazione del giudizio e di immutabilità della decisione, nel rito speciale in esame la pubblicazione del dispositivo ha finalità meramente acceleratorie del giudizio. Secondo la giurisprudenza prevalente, qualora si verifichino discrasie tra il dispositivo pubblicato e la pronuncia redatta per esteso, è ammessa la correzione del primo da parte della seconda (Cons. St. V, n. 4746/2003) e, comunque, l'errore è emendabile mediante il procedimento di correzione di errore materiale (Cons. St. III, n. 871/2016; Cons. St. IV, n. 4103/2015). |