Motivi aggiunti per nuovi atti della medesima procedura nel contenzioso appalti (art. 120)

Raffaele Tuccillo

Inquadramento

I motivi aggiunti sono disciplinati all'art. 43 c.p.a. e possono essere utilizzati sia per proporre censure nuove (motivi aggiunti c.d. propri) nei confronti dello stesso provvedimento già gravato con l'atto introduttivo del giudizio, al fine di dedurre vizi conosciuti successivamente, che per introdurre un nuovo ricorso (motivi aggiunti c.d. impropri) avverso un provvedimento diverso, ricorso che per motivi di economia processuale, si incardina in quello già esistente.

Anche nel rito appalti può trovare spazio applicativo l'istituto dei motivi aggiunti, sia in relazione a provvedimenti sopravvenuti, sia in relazione ad atti già impugnati o domande già proposte ma per motivi nuovi. Più in particolare, l'istituto dei motivi aggiunti può trovare applicazione anche per l'impugnazione di atti sopravvenuti o conosciuti dopo la proposizione del ricorso introduttivo.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [_]

MOTIVI AGGIUNTI DI RICORSO

In relazione al ricorso n. r.g. ...

proposto da

- [PERSONA FISICA] [1], nato/a a ... il ... (C.F. ... ), residente in ... , via/piazza ... n. ... , elettivamente domiciliato/a in ... , via/piazza ... , n. ... , presso lo studio dell'Avv. [2] ... , C.F. ... [3], PEC: ... [4], fax ... [5], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [6].

- [PERSONA GIURIDICA] [7], con sede legale in ... , via/piazza ... , n. ... , iscritta nel registro delle imprese di ... , n. ... , P.I. ... , in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ... , via/piazza ... , n. ... , presso lo studio dell'Avv. ... , C.F. ... [8], PEC: ... [9], fax ... ​ [10], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... .

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ... ] [11].

- ricorrente -

CONTRO

- [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ] [12], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [13],

- resistente -

E NEI CONFRONTI DI

- ... residente in ... , via/piazza ... n. ... [14]

- controinteressato -

PER L'ANNULLAMENTO

- del provvedimento ... , prot. n. ... , notificato in data ... [15], avente ad oggetto ... [16] e di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale, ivi espressamente incluso ... [17] e dei seguenti ulteriori atti ...

FATTO E DIRITTO

[Richiamato quanto già esposto nel ricorso introduttivo, il ricorrente rappresenta che in data ... l'amministrazione ha adottato i seguenti ulteriori provvedimenti tra le stesse parti e connessi all'oggetto del ricorso medesimo in quanto afferenti alla medesima procedura ... ];

[indicare i motivi per quali si ritiene illegittimo l'impugnato provvedimento, indicando nella loro descrizione una o più delle seguenti tipologie di vizi: incompetenza dell'autorità o organo che ha emanato l'atto, violazione di legge (con indicazione degli articoli della Costituzione, di legge o di altra normativa che si assume violata), eccesso di potere (indicando ove ricorra una delle figure sintomatiche, quali ad esempio: irragionevolezza, illogicità o contraddittorietà dell'atto, travisamento o erronea valutazione dei fatti, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, difetto di istruttoria, difetto di motivazione)]

[indicare eventuali istanze di remissione in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea o di legittimità costituzionale]

[indicare eventuali istanze istruttorie]

P.Q.M.

Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di annullare i seguenti atti: ... .

Con riserva di dedurre ulteriormente nel corso di causa e di proporre eventualmente motivi aggiunti di impugnazione.

Con vittoria di spese e onorari.

Si producono i seguenti documenti:

1) [copia del provvedimento impugnato ove disponibile]

2) [copia di eventuali atti antecedenti, conseguenti e connessi]

3) [ ... ] [18].

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che non è dovuto il contributo unificato, in quanto si tratta di atto che non introduce domande nuove.

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [19]

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (eventuale)

[V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche. [20]

[EVENTUALE] ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE A DEROGARE AL LIMITE DIMENSIONALE DEL RICORSO

[v. formula “Istanza di autorizzazione al deposito di atti che superano i limiti del decreto sinteticità (art. 3 d.P.C.S. n. 167/2016)”]

1. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011).

2. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...).

3. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico.

4. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

5. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]».

6. La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'art. 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all. 1 al d.P.C.S. 28 dicembre 2020). V. Formula “Attestazione di conformità al fine del deposito di copia informatica della procura cartacea”.

7. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, la stessa sta in giudizio in persona del legale rappresentante, e si dovranno indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale.

8. V. nt. 3.

9. V. nt. 4.

10. V. nt. 8.

11. In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento.

12. A titolo esemplificativo, nel caso di Ministero, il ricorso sarà proposto contro il Ministero “in persona del Ministro in carica”; in caso di Comune, “in persona del Sindaco in carica”, in caso di un'autorità indipendente o altro ente pubblico o concessionario di pubblici servizi, “in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore”.

13. In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979).

14. Ai sensi dell'art. 41, comma 2, c.p.a., il ricorso va notificato ad almeno uno dei controinteressati individuati nell'atto stesso. In caso di impugnazione del provvedimento di aggiudicazione, il controinteressato è identificabile nell'aggiudicatario.

15. Indicare numeri e date. In caso di mancata notifica o comunicazione, indicare il momento in cui lo stesso è stato conosciuto.

16. Appare utile indicare altresì una breve descrizione dell'oggetto e del contenuto del provvedimento.

17. Indicare eventuali atti prodromici, preparatori o consequenziali di cui si chiede l'annullamento.

18. Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. V. anche Formula [“Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”].

19. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all. 2 del d.P.C.S. 28 dicembre 2020 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”).

20. Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso” (v. nt. 22), reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all. 2 al d.P.C.S. 28 dicembre 2020). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020); v. la formula “Attestazione di conformità della copia autentica del ricorso e degli scritti difensivi depositati con modalità telematiche”.

Commento

Motivi aggiunti

La disciplina dei motivi aggiunti è contenuta nell'art. 43 c.p.a. L'istituto dei motivi aggiunti comprende sia le censure nuove proposte nei confronti dello stesso provvedimento già gravato con l'atto introduttivo del giudizio, al fine di dedurre vizi conosciuti successivamente, che come nuovo ricorso proposto avverso un provvedimento diverso, ricorso che, per ragioni di economia processuale, si propone nel corso di quello pendente.

I motivi aggiunti c.d. impropri rispondono a ragioni di economia processuale. L'esigenza di far convergere in un unico giudizio tutte le domande connesse è evidenziata nell'art. 43, comma 3, c.p.a., nel quale si precisa che ove la domanda nuova sia stata proposta non tramite motivi aggiunti, ma con separato ricorso, il giudice adito deve provvedere alla loro riunione. Il ricorso per motivi aggiunti in luogo del gravame autonomo deve comunque intendersi come facoltativo, non essendo previsto a pena di inammissibilità. I motivi aggiunti impropri possono essere utilizzati, in generale, per la proposizione di nuove domande che possono comprendere sia l'impugnazione e la richiesta di annullamento di nuovi provvedimenti che la proposizione di domande che prescindono dall'impugnazione di atti, quali la proposizione di una domanda risarcitoria.

Per ulteriori indicazioni V. Formula “Motivi aggiunti per domande nuove”.

Termini

I motivi aggiunti devono essere proposti entro trenta giorni, tanto nei casi in cui siano con essi impugnati provvedimenti ulteriori e diversi rispetto a quelli oggetto dell'atto introduttivo del giudizio, tanto nelle ipotesi di nuovi motivi di censura proposti avverso atti già impugnati. Tale previsione si differenzia quanto prevedeva l'art. 245 del d.lgs. n. 163/2006, anteriormente alla modifica operata con il d.lgs. n. 53/2010, che fissava in trenta giorni il termine per proporre motivi aggiunti verso nuovi atti e in quindici giorni il termine per proporre motivi aggiunti avverso provvedimenti già impugnati con l'atto introduttivo del giudizio.

Con il d.lgs. n. 195/2011, anche il termine per proporre ricorso incidentale è diventato di trenta giorni. Prima di tale intervento legislativo, in mancanza di diverse previsioni, doveva farsi riferimento al termine di sessanta giorni previsto dall'art. 119, comma 2, c.p.a., decorrente dalla notificazione del ricorso principale.

Il termine per il deposito dell'atto introduttivo del giudizio, dei motivi aggiunti e del ricorso incidentale è di quindici giorni dal perfezionamento dell'ultima notifica anche per il suo destinatario (art. 45, comma 1, c.p.a.). A tale conclusione deve pervenirsi dall'esame del terzo comma dell'art. 120 c.p.a., il quale prevede, salvo quanto previsto dalla medesima disposizione, l'applicabilità dell'art. 119 c.p.a., che stabilisce che tutti i termini processuali sono dimezzati.

Motivi aggiunti e atti della medesima procedura

Tutti gli atti della stessa procedura devono essere impugnati con ricorso per motivi aggiunti. Sembra, tuttavia, doversi ritenere che la previsione non sia imposta a pena di inammissibilità con la conseguenza che, nell'ipotesi in cui sia proposto un nuovo ricorso, il giudice possa riunirli ai sensi dell'art. 70 c.p.a.

Secondo la prevalente giurisprudenza, la violazione della citata previsione, che ha lo scopo di consentire la trattazione in un unico contesto processuale delle diverse questioni che una stessa parte intende far valere avverso diversi atti della stessa procedura di gara non determina l'inammissibilità del nuovo ricorso eventualmente proposto in modo autonomo e regolarmente notificato alle controparti, non essendo stata prevista l'automatica applicazione della sanzione dell'inammissibilità del nuovo ricorso (Cons. St. III, n. 3597/2012). La disposizione deve essere interpretata nel senso di riconoscere alla parte ricorrente la facoltà (e non l'obbligo) di proporre autonoma impugnativa avverso il provvedimento di aggiudicazione della gara, ove questo sia sopraggiunto all'introduzione del giudizio non ancora definito, senza in assoluto escludere né la possibilità di un'impugnativa congiunta né la proposizione successiva di motivi aggiunti (T.A.R. Campania (Napoli), n. 434/2017; T.A.R. Abruzzo (L'Aquila), n. 319/2014).

Si tratta di una previsione che è tuttavia applicabile al solo ricorrente principale e non anche al controinteressato o all'amministrazione resistente, giacché, diversamente opinando, non avrebbe senso l'espressione linguistica “aggiunti” utilizzata dal legislatore. In altri termini il lemma in questione presuppone logicamente la preesistenza di un ricorso originario del quale i motivi ampliano il petitum o la causa petendi, ne consegue che il controinteressato non può impugnare gli atti sopravvenuti in corso di causa tramite tale strumento (T.A.R. Campania (Napoli), n. 4909/2013).

Per quanto riguarda il grado di appello (Cons. St. III, n. 1633/2017), l'art. 104, comma 3, c.p.a., ammette i motivi aggiunti al solo fine di dedurre ulteriori vizi degli atti già censurati in primo grado, evenienza nella quale non ci si trova tanto in presenza di una domanda nuova quanto di un'articolazione della domanda già proposta al T.A.R.; i motivi aggiunti non sono invece ammessi nella diversa ipotesi in cui con essi si intendano impugnare nuovi atti sopravvenuti alla sentenza di prime cure. Questo principio si applica anche alle impugnative di atti delle procedure di affidamento di contratti pubblici, ove l'art. 120, comma 7, c.p.a. prevede che i nuovi atti attinenti la medesima procedura di gara devono essere impugnati con ricorso per motivi aggiunti solo con riferimento al primo grado di giudizio, ma non già per il grado di appello, per il cui svolgimento l'art. 120, comma 11, c.p.a. non richiama la regola del comma 7, ciò per l'ovvia ragione che, in virtù del generale principio di cui all'art. 104, comma 3, c.p.a., non è possibile impugnare, con motivi aggiunti, un atto sopravvenuto alla sentenza già gravata né, a fortiori, è possibile impugnare la sentenza di prime cure che si sia pronunciata sulla legittimità dell'atto di gara sopravvenuto alla prima sentenza.

Motivi aggiunti e rito speciale su ammissioni ed esclusioni

Una particolare regola riferita al giudizio in materia di esclusioni e ammissioni riguardava la disciplina dei motivi aggiunti diretti a contestare nuovi provvedimenti connessi. Al comma 7 dell'art. 120 c.p.a., secondo il quale i nuovi atti attinenti la medesima procedura di gara devono essere impugnati con ricorso per motivi aggiunti, era aggiunto l'inciso “ad eccezione dei casi previsti al comma 2-bis”. Erano emersi dei dubbi sull'effettiva portata e utilità della norma. La previsione, infatti, non determinava il divieto, per l'interessato, di esercitare la facoltà, generale, di utilizzare lo strumento dei motivi aggiunti. Se è così, l'utilità della disposizione risulta piuttosto limitata, dal momento che, per il ricorrente e per le altre parti, dovrebbe essere decisamente preferibile concentrare in un unico giudizio tutte le contestazioni riguardanti la gara.

Pur in assenza di una specifica previsione e ferma la finalità acceleratoria del rito che, nella prospettiva del legislatore, dovrebbe consentire la conclusione delle controversie in tema di ammissione ed esclusione prima dell'aggiudicazione (Cons. St., comm. spec., n. 855/2016), sembrava preferibile l'opzione che consentiva la proposizione congiunta di un'impugnazione avverso l'aggiudicazione e avverso l'atto di ammissione o di esclusione.

In base all'art. 32 c.p.a. è sempre possibile il cumulo di domande connesse proposte in via principale o incidentale, con la conseguenza che se le azioni sono soggette a riti diversi si applica quello ordinario salvo quanto previsto dal Titolo V del Libro IV. La norma è intesa nel senso che il rito di cui agli artt. 119 e 120 c.p.a. prevalga su quello ordinario (T.A.R. Abruzzo (L'Aquila), n. 152/2015; T.A.R. Calabria (Catanzaro), n. 589/2013), ma la disposizione non esamina il problema della connessione di più domande rientranti nei riti di cui agli artt. 119 e 120 c.p.a. e così nell'ipotesi in cui una domanda sia soggetta al rito ex art. 120 c.p.a. e l'altra al rito in tema di ammissioni ed esclusioni.

Secondo la giurisprudenza amministrativa, in presenza di domande di annullamento di provvedimenti afferenti la medesima materia, disciplinate da riti caratterizzati da un diverso grado di specialità (commi 6 e 6-bis dell'art. 120 c.p.a.) si applica all'intera controversia il rito disciplinato dal comma 6 e non quello “superaccelerato” introdotto dal successivo comma 6-bis (T.A.R. Campania (Napoli), n. 434/2017). Una volta che il provvedimento di aggiudicazione intervenga in corso di causa, non appare logico, né utile ai fini delle ragioni di economia processuale, precludere l'impugnativa di quest'ultimo provvedimento con motivi aggiunti. Anzi appare del tutto contrario ai principi di economia e concentrazione processuale, oltre che foriero di possibili contrasti tra giudicati, sostenere che il provvedimento di aggiudicazione sopravvenuto debba necessariamente essere impugnato con ricorso autonomo e che le due impugnative non possano confluire in un unico giudizio. In base all'art. 32 c.p.a., deve ritenersi esistente un principio di prevalenza del rito che si presti a fornire maggiori garanzie per tutte le parti coinvolte nell'unica vicenda processuale, in ragione della necessità di individuare tra più discipline confliggenti quella che fissi regole e termini processuali in grado di offrire una maggiore salvaguardia del diritto di difesa. Tale rito deve individuarsi in quello disciplinato dal comma 6 dell'art. 120 c.p.a., che ordinariamente si applica all'impugnativa di provvedimenti concernenti le procedure di affidamento relative a pubblici lavori, servizi o forniture, tanto da prevalere anche sul rito ordinario (in questo senso anche T.A.R. Puglia (Bari) n. 529/2017; T.A.R. Puglia (Bari), n. 1367/2016).

Diversamente, secondo un alternativo orientamento, è inammissibile il cumulo e la trattazione congiunta delle domande di annullamento dei provvedimenti di ammissione e aggiudicazione della gara (Cons. St., ord. n. 1059/2017), essendo disciplinati da due riti differenti, con la conseguenza che occorre esaminare nel giudizio introdotto con il rito superspeciale la sola domanda relativa al provvedimento di ammissione dovendo essere dichiarata inammissibile la domanda avverso l'annullamento dell'aggiudicazione, salva l'applicabilità della disciplina dell'errore scusabile.

Contributo unificato

Il d.lgs. n. 36/2023 ha espressamente previsto con il nuovo comma 7 dell'art. 120 che i nuovi atti attinenti alla medesima procedura di gara sono impugnati con ricorso per motivi aggiunti, senza pagamento del contributo unificato.

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