Atto di appello contro la motivazione della sentenza in seguito all'impugnazione del dispositivo nel contenzioso appalti (art. 120)InquadramentoLa decisione pronunciata dall'autorità giudiziaria sul ricorso in primo grado è impugnabile mediante appello al Consiglio di Stato. Il termine per proporre appello è di trenta giorni dalla notificazione della sentenza o di tre mesi dalla sua pubblicazione. Per quanto concerne la sentenza di primo grado, l'art. 120, comma 9, c.p.a. prevedeva che il T.A.R. depositasse la sentenza entro trenta giorni dall'udienza di discussione. In conformità con quanto previsto dal rito speciale comune dell'art. 119, anche nel rito appalti le parti potevano chiedere l'anticipata pubblicazione del dispositivo che avviene entro due giorni dall'udienza. Una volta pubblicato, il dispositivo è pienamente efficace, onde si determinano immediatamente i suoi effetti demolitori e conformativi. Con l'art. 4, comma 4, lett. b), del d.l. n. 76/2020, recante «Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale», convertito con modificazioni dalla l. n. 120/2020, il legislatore ha modificato il comma 9 dell'art. 120 prevedendo, per il deposito della sentenza, il termine di quindici giorni dall'udienza di discussione. Nell'ipotesi in cui la stesura della motivazione sia particolarmente complessa, il giudice pubblica il dispositivo nel termine di quindici giorni e la sentenza entro trenta giorni dall'udienza. Per quanto concerne il dispositivo, sotto un profilo contenutistico, al fine di attribuire alla stazione appaltante utili indicazioni per andare avanti con la procedura, si precisa che lo stesso deve indicare anche le domande eventualmente accolte e le misure per darvi attuazione. Oggi la regola, in seguito al d.lgs. n. 36/2023, è contenuta al comma 11 dell’art. 120. FormulaAL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE APPELLO AI SENSI DELL'ART. 120 C.P.A. [1] Proposto da [PERSONA FISICA], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/p.za .... n. ...., .... elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [2]...., C.F. .... [3], PEC .... [4], fax .... [5], iscritto nell'albo dei patrocinanti in cassazione, che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [6]. - [PERSONA GIURIDICA] [7], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [8]...., C.F. .... [9], PEC: .... [10], fax .... [11], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [12]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax ....] [13] CONTRO - .... in primo grado rappresentat .... e difes .... dall'Avvocato .... ed elettivamente domiciliato in .... via ...., n. ....; E NEI CONFRONTI DI - .... in primo grado rappresentat .... e difes .... dall'Avvocato .... ed elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ....; PER LA RIFORMA E/O L'ANNULLAMENTO - della sentenza del T.A.R. del .... n. ...., la cui motivazione è stata pubblicata in data ...., conosciuta in data ...., con cui è stato .... il ricorso n. r.g. .... proposto da .... per l'annullamento de .... provvediment ...., prot. n. ...., notificato in data ...., avente ad oggetto .... [14] ; FATTO - [indicare anche lo svolgimento del processo: il provvedimento originariamente impugnato e i dati identificativi dell'originario ricorrente e del provvedimento; i motivi di ricorso originario; la sentenza del T.A.R. e il contenuto del dispositivo, emesso dal T.A.R. ai sensi dell'art. 120, comma 9, c.p.a.; la data di conoscenza del dispositivo; la data e il contenuto dell'appello immediato proposto avverso il dispositivo e l'eventuale provvedimento cautelare adottato; la data del deposito della motivazione della sentenza e, sinteticamente, il relativo contenuto] DIRITTO - [indicare i motivi per quali si ritiene meritevole di annullamento o di riforma la sentenza impugnata, sia in rito che nel merito, con eventuale graduazione degli stessi (in via principale e in via subordinata)] - [eventuale riproposizione delle domande ed eccezioni che il T.A.R. ha assorbito o comunque non ha esaminato] - [indicare le richieste, cioè la riforma della sentenza appellata ed eventualmente, per l'effetto, l'annullamento del provvedimento originariamente impugnato] - [indicare eventuali istanze istruttorie] ISTANZA CAUTELARE - [Indicare i motivi per i quali le statuizioni della sentenza recano un danno grave e irreparabile all'appellante] - [Eventuale istanza al Presidente di adozione di misure cautelari provvisorie, in considerazione della sussistenza di una situazione di estrema gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio, precisandone i motivi; indicare anche il contenuto delle misure cautelari provvisorie di cui si chiede l'adozione] - [indicare eventuali istanze istruttorie] P.Q.M. Voglia il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, previa sospensione della sentenza di primo grado, accogliere l'appello e, per l'effetto, in riforma della sentenza gravata, accogliere il ricorso di primo grado e annullare i .... provvediment .... con questo impugnat .... oppure dichiarare inammissibile, improcedibile o rigettare il ricorso di primo grado. Con vittoria di spese e onorari del doppio grado di giudizio. Si allegano i seguenti documenti: 1) [originale dell'appello con la prova delle eseguite notificazioni e copie di rito] 2) [sentenza appellata] 3) [fascicolo del primo grado di giudizio, se non già depositato con l'appello avverso il dispositivo] 4) [ ....] [15] Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che si tratta di controversia in materia di procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture e che il valore del presente procedimento è pari a Euro ..... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”] Luogo e data .... Firma Avv. [16].... PROCURA [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (EVENTUALE) [V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”] RELATA DI NOTIFICA [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] [17] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [18] (EVENTUALE) ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE A DEROGARE AL LIMITE DIMENSIONALE DEL RICORSO [V. formula “Istanza di autorizzazione al deposito di atti che superano i limiti del decreto sinteticità (art. 3 d.P.C.S. n. 167/2016)”] [1]Il contenuto del ricorso in appello è disciplinato dall'art. 101 c.p.a., in base al quale il ricorso in appello deve contenere l'indicazione del ricorrente, del difensore, delle parti nei confronti delle quali è proposta l'impugnazione, della sentenza che si impugna, nonché l'esposizione sommaria dei fatti, le specifiche censure contro i capi della sentenza gravata, le conclusioni, la sottoscrizione del difensore con indicazione della procura speciale rilasciata anche unitamente a quella del giudizio di primo grado. [2]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.). [3]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. [4]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. [5]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]». [6]La procura, conferita ad avvocato abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, può essere apposta in calce o a margine dell'atto di appello o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico (‘PAT'), il difensore procede al deposito della copia per immagine della procura conferita su supporto cartaceo e ne attesta la conformità all'originale, ai sensi dell'art. 22 del d.lgs. n. 82/2005 (“Codice dell'Amministrazione Digitale”; CAD), mediante sottoscrizione con firma digitale (cfr. art. 8, comma 2, delle Regole tecnico-operative del PAT, all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). V. Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico”. [7]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. [8]V. nt. 2. [9]V. nt. 3. [10]V. nt. 4. [11]V. nt. 5. [12]V. nt. 6. [13]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. [14]Appare utile indicare altresì una breve descrizione dell'oggetto e del contenuto del provvedimento. [15]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso e/o dei fatti giustificativi della richiesta di sospensione della sentenza. V. anche Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento o documento originale analogico”. [16]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “Modulo Deposito Ricorso”). [17]V. anche Formule “Attestazione di conformità della prova della notificazione effettuata con modalità cartacea” e “Attestazione di conformità al fine del deposito della prova della notifica a mezzo PEC che non possa essere fornita con modalità telematiche”. [18]Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso” (v. nt. 22), reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all.to 2 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoTermini Il termine per proporre appello è di trenta giorni dalla notificazione della sentenza o di tre mesi dalla sua pubblicazione. Nel caso dell'appello avverso il dispositivo i termini sono i medesimi ma decorrenti dalla notificazione o dalla pubblicazione del dispositivo. Procedimento La disciplina processuale è in parte comune a quella del primo grado del rito appalti e, per il resto, da individuarsi dall'art. 119 c.p.a. In particolare, il legislatore, anche in seguito alle modifiche apportate all’articolo dal d.lgs. n. 36/2023, recante il nuovo codice dei contratti pubblici, richiama: il comma 1, secondo periodo, in base al quale in tutti gli atti di parte e in tutti i provvedimenti del giudice è indicato il codice identificativo di gara (CIG); nel caso di mancata indicazione il giudice procede in ogni caso e anche d'ufficio, su segnalazione della segreteria, ai sensi dell'articolo 86, comma 1; il comma 5 e il comma 8 dell'art. 120 c.p.a. in tema di procedimento; i commi 6, 9 e 10, in tema di domanda cautelare; il comma 11, in tema di forma della sentenza. Nel caso in cui sia proposta domanda cautelare, è attribuita all'autorità giudiziaria la possibilità di definire immediatamente il giudizio con sentenza in forma semplificata nella stessa camera di consiglio fissata per la trattazione dell'istanza cautelare. L'art. 120 c.p.a. introduce una clausola di salvezza, descrivendo le modalità di svolgimento del procedimento, lasciando tuttavia ferma la possibilità della definizione immediata del giudizio ove ne ricorrano i presupposti. I presupposti legittimanti una tale modalità di conclusione del procedimento si ricavano dall'art. 119 c.p.a., in forza del rinvio operato dal terzo comma dell'art. 120 c.p.a., il quale, a sua volta, fa salva l'applicazione dell'art. 60 c.p.a. Si tratta della fattispecie processuale introdotta per la prima volta dall'art. 9 della l. n. 205/2000 e richiede che: siano trascorsi almeno dieci giorni dall'ultima notificazione del ricorso; venga assicurata l'integrità del contraddittorio e la completezza dell'istruttoria; siano sentite le parti costituite sul punto; l'immediata pronuncia sul merito non rechi pregiudizio alle difese delle parti o comunque una delle parti manifesti l'intenzione di proporre motivi aggiunti, ricorso incidentale, regolamento di competenza o di giurisdizione. Si ritiene, inoltre, che il primo percorso possa essere utilizzato solo nel caso in cui sia ravvisabile una situazione di manifesta fondatezza del ricorso, ovvero di manifesta sua irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza. Tale conclusione ermeneutica è desunta dal combinato disposto degli artt. 60 e 74 c.p.a.: la prima disposizione prevede che la definizione in via immediata del giudizio debba avvenire a mezzo di sentenza in forma semplificata; la seconda disposizione prevede che la sentenza in forma semplificata possa essere pronunciata solo in presenza dei presupposti indicati. Con l'art. 4, comma 4, lett. a), del d.l. n. 76/2020, recante «Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale», convertito con modificazioni dalla l. n. 120/2020, il legislatore, al fine di accelerare ulteriormente la durata del rito appalti, ha modificato il citato comma 6 prevedendo che il giudizio, qualora le parti richiedano congiuntamente di limitare la decisione all'esame di un'unica questione, nonché in ogni altro caso compatibilmente con le esigenze di difesa di tutte le parti in relazione alla complessità della causa, è di norma definito in esito all'udienza cautelare ai sensi dell'art. 60, ove ne ricorrano i presupposti. Si precisa che la definizione immediata del giudizio opera in deroga all'art. 74, con la conseguenza che lo strumento andrà utilizzato anche nel caso in cui non sia ravvisabile una situazione di manifesta fondatezza del ricorso, ovvero di manifesta sua irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza. La disposizione è oggi prevista al comma 5 dell’art. 120. In ogni caso, secondo la giurisprudenza, l'eventuale assenza di tali condizioni (Cons. St. IV, n. 4298/2015) non incide sulla validità della sentenza. La censura con la quale si denuncia la carenza dei presupposti per la definizione del giudizio di primo grado con sentenza in forma semplificata all'esito della camera di consiglio fissata dall'autorità giudiziaria di primo grado per la trattazione dell'incidente cautelare, oltre ad essere inammissibile se le parti, espressamente informate dell'intenzione del collegio giudicante di definire immediatamente nel merito la causa, nulla hanno obiettato, è anche infondata nel merito, atteso che la doglianza si sostanzia in una censura di difetto di motivazione della sentenza impugnata, che non rileva nel giudizio di appello, giacché l'effetto devolutivo di quest'ultimo consente al giudice di appello di provvedere, eventualmente integrando la motivazione mancante (in senso conforme Cons. St. V, n. 4144/2015). In mancanza di proposizione della domanda cautelare o in assenza dei presupposti per la definizione del giudizio con sentenza immediata, il giudizio prosegue con l'udienza di merito, come previsto dal sesto comma dell'art. 120 c.p.a. L'udienza deve essere fissata in una data compresa entro i quarantacinque giorni dalla scadenza del termine per la costituzione delle parti diverse dal ricorrente. È da sottolineare che la fissazione dell'udienza avviene d'ufficio, con la conseguenza che per tale speciale rito non è richiesta la presentazione della istanza di fissazione dell'udienza, prevista in via generale dall'art. 71 c.p.a. La precedente formulazione dell'art. 120, comma 6, c.p.a. modificata dall'art. 40, comma 1, lett. a), d.l. n. 90/2014, convertito dalla l. n. 114/2014, richiedeva la fissazione dell'udienza in via immediata e con assoluta priorità. La legge del 2014 ha inoltre previsto che, in caso di esigenze istruttorie o quando è necessario integrare il contraddittorio o assicurare il rispetto dei termini a difesa, la definizione del merito è rinviata ad un'udienza da tenersi non oltre il termine di trenta giorni, fissata con ordinanza collegiale. In ogni caso i termini previsti hanno carattere ordinatorio, perché dalla loro inosservanza non possono derivare conseguenze preclusive dei diritti di tutela giurisdizionale delle parti. Dell'udienza è dato immediato avviso alle parti a cura della segreteria, a mezzo posta elettronica certificata, almeno trenta giorni liberi prima della data dell'udienza o ventitré giorni liberi qualora l'udienza sia stata fissata a seguito di rinuncia alla definizione autonoma della domanda cautelare. A tali termini seguono quello per deposito dei documenti fino a venti giorni liberi prima dell'udienza, delle memorie fino a quindici giorni liberi prima nonché delle repliche fino a dieci giorni liberi prima (derivanti dalla dimidiazione, stabilita dall'art. 119, comma 2, c.p.a., dei termini ordinari di cui all'art. 73 c.p.a.). V. anche formule “Ricorso in appello avverso il dispositivo, con richiesta di sospensione della sentenza”, “Atto di appello contro la motivazione della sentenza in seguito all'impugnazione del dispositivo”, “Ricorso in appello avverso l'ordinanza cautelare”. Appello avverso il dispositivo e avverso la sentenza Per il deposito della sentenza non era previsto un termine particolare, per cui si riteneva applicabile il termine (ordinatorio) stabilito in via generale dall'art. 89, comma 1, c.p.a., pari a 45 giorni dalla pronuncia, ridotto alla metà. Il d.lgs. n. 90/2014, è intervenuto sulla disposizione fissando un termine ordinatorio di trenta giorni dall'udienza di discussione per il deposito della sentenza. In conformità con quanto previsto dal rito speciale comune dell'art. 119 c.p.a., anche nel rito appalti le parti possono chiedere l'anticipata pubblicazione del dispositivo che avviene entro due giorni dall'udienza. Una volta pubblicato, il dispositivo è pienamente efficace, onde si determinano immediatamente i suoi effetti demolitori e conformativi. Con l'art. 4, comma 4, lett. b), del d.l. n. 76/2020, recante «Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale», convertito con modificazioni dalla l. n. 120/2020, il legislatore ha modificato il comma 9 dell'art. 120 prevedendo, per il deposito della sentenza, il termine di quindici giorni dall'udienza di discussione. Nell'ipotesi in cui la stesura della motivazione sia particolarmente complessa, il giudice pubblica il dispositivo nel termine di quindici giorni e la sentenza entro trenta giorni dall'udienza. Per quanto concerne il dispositivo, sotto un profilo contenutistico, al fine di attribuire alla stazione appaltante utili indicazioni per andare avanti con la procedura, si precisa che lo stesso deve indicare anche le domande eventualmente accolte e le misure per darvi attuazione. Oggi, il comma 11, applicabile anche in appello, prevede che il giudice deposita la sentenza con la quale definisce il giudizio entro quindici giorni dall'udienza di discussione. Quando la stesura della motivazione è particolarmente complessa, il giudice pubblica il dispositivo nel termine di cui al primo periodo, indicando anche le domande eventualmente accolte e le misure per darvi attuazione, e comunque deposita la sentenza entro trenta giorni dall'udienza. La disposizione è da leggere in combinato disposto anche con il primo comma del medesimo art. 4, il quale, oltre a stabilire che il contratto deve essere concluso nel termine previsto dalla legge, aggiunge alla lett. b) che la mancata stipulazione del contratto nel termine previsto deve essere motivata con specifico riferimento all'interesse della stazione appaltante e a quello nazionale alla sollecita esecuzione del contratto e viene valutata ai fini della responsabilità erariale e disciplinare del dirigente preposto. Non costituisce giustificazione adeguata per la mancata stipulazione del contratto nel termine previsto, la pendenza di un ricorso giurisdizionale, nel cui ambito non sia stata disposta o inibita la stipulazione del contratto. Le stazioni appaltanti hanno facoltà di stipulare contratti di assicurazione della propria responsabilità civile derivante dalla conclusione del contratto e dalla prosecuzione o sospensione della sua esecuzione. La previsione è contenuta, oggi, all’art. 18, comma 7, d.lgs. n. 36/2023, in base al quale la mancata o tardiva stipula del contratto al di fuori delle ipotesi di cui ai commi 5 e 6 costituisce violazione del dovere di buona fede, anche in pendenza di contenzioso. La pubblicazione del dispositivo costituisce un'opportunità che il legislatore offre alle parti a fini acceleratori e corrisponde all'esigenza di conoscere, sia pure in sintesi, la decisione del giudice in anticipo rispetto alla sentenza completa della motivazione, con l'evidente finalità di consentire alle parti di adottare le iniziative ritenute più opportune a fini organizzativi o economico finanziari (Cons. St. III, n. 713/2014). Per quanto riguarda la decisione emessa in seguito all'appello, l'art. 120, comma 11, c.p.a., al fine di individuarne la disciplina, richiama l'art. 120, comma 9, c.p.a. in cui è prevista la possibilità dell'anticipata pubblicazione del dispositivo. L'anticipata pubblicazione interessa solo la sentenza che definisce il giudizio, almeno parzialmente, e non i provvedimenti interinali. La parte può proporre appello avverso il dispositivo al fine di ottenerne la sospensione prima della pubblicazione della motivazione della sentenza. L'appello è proponibile entro trenta giorni dalla pubblicazione, con riserva dei motivi da proporre entro trenta giorni dalla notificazione della sentenza o entro tre mesi dalla sua pubblicazione (Cons. St., Ad. plen., n. 8/2014). La giurisprudenza ha inoltre definito il tema del rapporto tra appello contro il dispositivo e appello contro la sentenza traducendolo in una fattispecie a formazione progressiva. In particolare (Cons. St., Ad. plen., n. 8/2014), i due appelli costituiscono espressione del medesimo potere di impugnazione della parte, con la conseguenza che non incorrono nella sanzione di inammissibilità i motivi aggiunti che non contengono una compiuta e separata esposizione dei fatti su cui si innesta la controversia, ma rinviano alle considerazioni già espresse nell'atto di impugnazione del dispositivo. L'effetto devolutivo della controversia si produce in un primo tratto limitatamente all'emissione delle misure cautelari che l'impugnazione del dispositivo consente di anticipare in presenza della sola esecutività del dispositivo medesimo; nel secondo tratto con effetto di cognizione piena del merito della controversia in relazione ai motivi di appello che il ricorrente è posto in condizione di articolare dopo la pubblicazione della motivazione della sentenza. Correlativamente e per converso, è inammissibile l'appello rivolto contro il dispositivo, qualora sia privo dell'istanza cautelare (Cons. St. V, n. 5375/2013) ed è improcedibile qualora non venga seguito dall'impugnazione della intera sentenza (Cons. St. IV, n. 3842/2000). La mancata pubblicazione del dispositivo non comporta la nullità della pronuncia emessa nel testo integrale, perché a differenza del processo del lavoro, nel quale la lettura del dispositivo risponde ad esigenze di concentrazione del giudizio e di immutabilità della decisione, nel rito speciale in esame la pubblicazione del dispositivo ha finalità meramente acceleratorie del giudizio. Secondo la giurisprudenza prevalente, qualora si verifichino discrasie tra il dispositivo pubblicato e la pronuncia redatta per esteso, è ammessa la correzione del primo da parte della seconda (Cons. St. V, n. 4746/2003) e, comunque, l'errore è emendabile mediante il procedimento di correzione di errore materiale (Cons. St. III, n. 871/2016; Cons. St. IV, n. 4103/2015). L'appello avverso il dispositivo ha una funzione essenzialmente cautelare, essendo finalizzato a ottenere la sospensione del provvedimento giurisdizionale (Cons. St. V, n. 3397/2013). Tuttavia, la parte che non appella il dispositivo non perde il diritto di chiedere la tutela cautelare avverso la sentenza dopo la pubblicazione dei motivi. |