Ricorso in materia di elettorato attivo (art. 130)

Ciro Piro

Inquadramento

In materia di elezioni amministrative, la giurisdizione è ripartita tra il giudice amministrativo e quello ordinario in relazione al criterio di riparto del doppio binario, in rapporto, cioè, alla consistenza della situazione giuridica di diritto soggettivo o di interesse legittimo della quale si chiede la tutela; per cui sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie afferenti questioni di ineleggibilità, decadenza ed incompatibilità dei candidati, perché concernenti diritti soggettivi di elettorato passivo (v. formula “Ricorso in materia di elettorato passivo”), mentre appartengono alla giurisdizione del giudice amministrativo le questioni afferenti la regolarità delle operazioni elettorali, in quanto relative a posizioni di interesse legittimo. Al giudice ordinario spetta anche la cognizione delle questioni relative al diritto di elettorato attivo, ossia alla capacità e legittimazione ad esprimere il proprio voto nell'elezione a cariche pubbliche. La presente formula riguarda una ipotesi di contestazione della decisione con cui la commissione elettorale, che cura la tenuta delle liste, respinge la domanda di iscrizione di un cittadino (ovvero ne disponga la cancellazione), come tale devoluta al giudice ordinario (nella specie, la Corte d'Appello).

Formula

CORTE DI APPELLO DI [...] [1]

RICORSO ELETTORALE

Nell'interesse di:

- [PERSONA FISICA], nato/a a ... il ... (C.F. ...), residente in ..., via/piazza ... n. ..., [eventuale: elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC: ... fax ..., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ...].

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata ... ed il numero di fax ...]

-

PER LA RIFORMA

- della decisione della commissione elettorale circondariale del ..., comunicata in data ..., con cui è stata respinta la richiesta di/cancellata la iscrizione del Sig. [...] alle liste elettorali di ...

FATTO E DIRITTO

Il ricorrente è cittadino residente in ... [specificare la qualità in cui si agisce]

In data ..., la commissione elettorale comunicava la cancellazione/il diniego di iscrizione alla lista elettorale di ... del Sig. ...

In particolare, la decisione riportava quanto segue: “ ... ”.

Si ritiene tale decisione illegittima, per i seguenti motivi: ...

P.Q.M.

Per le ragioni sopra rappresentate, si chiede che codesta Corte d'Appello voglia annullare la decisione indicata in epigrafe e disponga l'iscrizione del Sig. ... alle liste elettorali di ....

Con vittoria di spese e onorari

Si producono i seguenti documenti:

1) [copia del provvedimento impugnato]

2) [copia di eventuale documentazione – tipo certificato elettorale - a supporto delle proprie ragioni]

Luogo e data ...

Firma Ricorrente/Avv. ... [2]

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

1. È competente la corte di appello nella cui circoscrizione ha sede la Commissione elettorale circondariale che ha emesso la decisione impugnata e al giudizio partecipa il pubblico ministero.

2. Nei ricorsi in tema di elettorato attivo, le parti possono stare in giudizio personalmente, in ogni grado.

Commento

L'art. 126 attribuisce al giudice amministrativo la giurisdizione in materia di operazioni elettorali relative al rinnovo degli organi elettivi dei comuni, delle province, delle regioni e all'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia. Si tratta di una giurisdizione che ha ad oggetto la regolarità delle operazioni elettorali, che si caratterizza per l'attribuzione al g.a. di poteri sostitutivi, idonei a indicare direttamente sulla proclamazione degli eletti.

Rimangono esclusi dalla giurisdizione del giudice amministrativo le controversie relative alle elezioni politiche, rimesse al potere di autodichia delle Camere, nonché le controversie relative ai diritti di elettorato attivo, a situazioni di decadenza, incompatibilità e ineleggibilità, di competenza del giudice ordinario.

In linea generale, in caso di controversie in tema di diritti di elettorato attivo, che coinvolgono lo status di elettore, la cognizione spetta al giudice ordinario.

Dall'altro lato, ove si discuta di diritti di elettorato passivo - ossia a conseguire o mantenere la carica elettiva – occorre distinguere ulteriormente: le questioni di eleggibilità, incompatibilità e decadenza dall'ufficio, rimessa al giudice ordinario, essendo coinvolte situazioni giuridiche concernenti la capacità delle persone e, pertanto, diritti soggettivi, sono di competenza del giudice ordinario; la tutela in tema di regolarità delle operazioni elettorali sono invece affidate al giudice amministrativo sul presupposto che, in questo caso, siano in discussione interessi legittimi al corretto svolgimento del procedimento elettorale. In tali ipotesi ricadono anche le ipotesi di incandidabilità di un soggetto che, pur attenendo ad uno status giuridico, incidono sulla regolarità delle elezioni, posto che la illegittima partecipazione di un soggetto è idonea ad alterare la competizione e incidere sul diritto degli altri candidati a partecipare.

La formula in commento riguarda l'ipotesi di impugnativa avverso gli atti della commissione elettorale circondariale in materia di elettorato attivo (art. 24 d.lgs. n. 150/2011 e art. 42 d.P.R. n. 223/1967). Si tratta dell'organo competente a curare la tenuta e l'aggiornamento delle liste elettorali, ai quali ogni cittadino può ricorrere contro qualsiasi iscrizione, cancellazione, diniego di iscrizione od omissione di cancellazione negli elenchi proposti dalla Commissione comunale.

Contro le decisioni della Commissione elettorale circondariale (o delle sue sottocommissioni), qualsiasi cittadino ed il procuratore della Repubblica presso il tribunale competente possono proporre impugnativa davanti all'autorità giudiziaria ordinaria.

Il rito applicabile alle controversie in questione è individuato dall'art. 24 d.lgs. n. 150/2011 nel rito sommario di cognizione, ove non diversamente disposto. I tratti essenziali sono i seguenti:

- è competente la corte di appello nella cui circoscrizione ha sede la commissione elettorale circondariale che ha emesso la decisione impugnata e al giudizio partecipa il pubblico ministero;

- il ricorso è proposto, a pena di inammissibilità, entro trenta giorni dalla notificazione della decisione di cancellazione dalla lista o di rigetto della domanda di iscrizione (nel caso di ricorso da parte del cittadino escluso); negli altri casi, il ricorso è proposto, anche dal procuratore della Repubblica presso il tribunale competente per territorio, a pena di inammissibilità, entro trenta giorni dall'ultimo giorno di pubblicazione della lista rettificata (termini aumentati a 60 giorni per i cittadini residenti all'estero).

- il ricorso è notificato, col relativo decreto di fissazione d'udienza, al cittadino o ai cittadini interessati e alla Commissione elettorale.

- è ammessa la difesa personale anche in grado di appello;

- il provvedimento che definisce il giudizio è comunicato immediatamente dalla cancelleria al presidente della Commissione elettorale circondariale e al sindaco che ne cura, senza spesa, l'esecuzione e la notificazione agli interessati.

- gli atti del procedimento e la decisione sono esenti da ogni tassa, imposta e spesa di cancelleria.

Diritto di elettorato attivo

Anche in relazione al diritto di elettorato attivo, la competenza spetta al giudice ordinario. Di recente la Cassazione civile ha ribadito il sistema di riparto giurisdizionale, definendo la regola per cui spetta alla cognizione del giudice ordinario la domanda avente come oggetto la tutela del diritto di elettorato attivo, proposta prima ed al di fuori del relativo procedimento elettorale, in quanto giudice naturale dei diritti fondamentali e, tra questi, dei diritti politici. Nella specie, si verteva della lesione al diritto di voto derivante dalle disposizioni di una legge regionale, in relazione all'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale, che attribuirebbe un premio di maggioranza eccedente, istituirebbe un anomalo premio di minoranza, assegnerebbe i seggi in base ai voti del candidato e non della lista e ripartirebbe il premio secondo criteri non conformi ai parametri evocati. La Corte afferma la giurisdizione del giudice ordinario avuto riguardo al petitum sostanziale, individuandolo nella tutela del diritto di elettorato attivo ossia l'espressione del voto, che costituisce oggetto di un diritto inviolabile e permanente, devoluto alla giurisdizione del giudice civile quale giudice naturale dei diritti fondamentali e dei diritti politici in generale) (Cass. S.U., n. 21262/2016; negli stessi termini v. anche Cass. S.U., n. 13403/2017).

Sempre in materia di diritto di elettorato attivo, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile una questione sollevata dal giudice a quo e diretta a contestare, in termini astratti, la costituzionalità del disegno del procedimento elettorale delle elezioni europee. La Corte ha rilevato come, essendo nel caso di specie la domanda proposta senza alcun riferimento ad un concreto procedimento elettorale, la stessa difetta del requisito di rilevanza, dovendo l'incertezza sulla portata del diritto di voto suscettibile di profilarsi e misurarsi solo in termini concreti, con l'applicazione della norma dubbia in una determinata vicenda elettorale (Corte cost., n. 110/2015).

Analogamente, nel caso di provvedimento di decadenza, si è stabilito che il giudice ordinario può conoscere della questione relativa all'eleggibilità, posto che la decisione verte non sull'annullamento dell'atto amministrativo, ma sul diritto soggettivo perfetto inerente all'elettorato attivo ed il giudice ordinario, nelle cause elettorali devolute alla sua cognizione, ha il potere di correggere, in caso di accoglimento del ricorso, il risultato dell'elezione stessa, sostituendo ai candidati illegittimamente proclamati coloro che hanno il diritto di esserlo o di porre nel nulla il provvedimento di decadenza, ove emesso al di fuori delle condizioni che lo legittimano (Cass. S.U., n. 11646/2003). Nello stesso senso, si è rilevato che spetta al giudice ordinario la cognizione sulla questione della non candidabilità di un soggetto, potendo essa essere conosciuta e valutata dal giudice amministrativo solo in via incidentale e senza efficacia di giudicato, ai sensi dell'art. 8 comma 1, d.lgs. n. 104/2010 (T.A.R. Sicilia (Palermo) II, 11 ottobre 2011, n. 1777), nonché le controversie, promosse per denunciare irregolarità attinenti l'esercizio del voto da parte degli elettori affetti da impedimento (cosiddetto voto assistito), la vidimazione delle schede votate, le modalità dello scrutinio (Cass. S.U., n. 4448/1986).

Posta la natura esclusiva della giurisdizione del G.A., è quindi da dichiararsi inammissibile un ricorso che, lungi dal far valere specifici motivi di annullamento della procedura, si limiti a richiedere il mero riesame dei risultati elettorali (Cons. St. V, n. 3921/2000).

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