Ricorso al T.A.R. avverso l'ammissione di un candidato o una lista (art. 129)InquadramentoL'art. 129 consente l'immediata impugnabilità dei provvedimenti immediatamente lesivi del diritto del ricorrente a partecipare al procedimento elettorale preparatorio per le elezioni comunali, provinciali e regionali nonché per il rinnovo dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia. Nell'ambito oggettivo di applicazione rientrano, in linea di principio, anche gli atti di ammissione di candidati o liste, nella misura in cui gli stessi determinano una lesione del diritto di partecipazione del candidato (sull'esatta delimitazione della ammissibilità di una impugnazione immediata delle ammissioni nel procedimento elettorale resta un contrasto di giurisprudenza, pur essendo prevalsa una interpretazione restrittiva). In giurisprudenza, ciò è stato riconosciuto in casi limitati, ad esempio quando la partecipazione di un candidato o una lista creava un effetto di confusione tale da pregiudicare la partecipazione del ricorrente. Nelle altre ipotesi in cui un candidato si dolga della illegittima ammissione di una lista o di un candidato concorrente, la relativa controversia è stata inquadrata nell'ambito del ricorso ex art. 130 e l'atto di ammissione che si assume illegittimo dovrà essere allora impugnato unitamente alla proclamazione degli eletti secondo il rito generale elettorale (v. formula “Ricorso in materia di operazioni elettorali”). FormulaTRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL [ ....] [1] RICORSO EX ART. 129 C.P.A. Nell'interesse di - [PERSONA FISICA] [2], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., [eventuale: elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [3]...., C.F. .... [4], PEC: .... [5], fax .... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [7] ]. [Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax ....] [8] - ricorrente - CONTRO - Ufficio elettorale di ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, - U.T.G. - Prefettura di ...., in persona del prefetto in carica; - resistente - E NEI CONFRONTI DI - Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. .... [9] - controinteressato - PER L'ANNULLAMENTO - del provvedimento ...., prot. n. ...., comunicato/notificato/conosciuto in data .... [10], avente ad oggetto l'ammissione al procedimento elettorale del candidato .... /della lista ....; FATTO [descrivere in maniera sintetica le vicende fattuali che hanno condotto alla presentazione del ricorso, con particolare riferimento al provvedimento di cui si chiede l'annullamento, al procedimento che lo ha preceduto e a ogni altro elemento di fatto utile] 1. Il ricorrente è candidato .... [indicare chi è il ricorrente quale è la sua qualità, l'attività svolta, anche in relazione alla attività provvedimentale censurata] 2. In data [ ....], l'ufficio elettorale di .... adottava l'atto indicato in epigrafe, con cui ammetteva la lista/il candidato .... 3. A seguito di tale atto, si è determinata una grave alterazione della competizione elettorale imminente, in quanto .... 4. Il provvedimento indicato in epigrafe è illegittimo e se ne chiede l'annullamento per i seguenti motivi di .... DIRITTO I. Sulla legittimazione e interesse ad agire Il ricorrente, nella sua qualità di ...., è candidato a partecipare alle imminenti elezioni relative a .... L'atto che si impugna incide su un proprio e diretto interesse alla partecipazione, posto che l'ammissione del candidato/la lista concorrente determina un grave pregiudizio al proprio interesse in ragione del concreto rischio di confusione tra con il segno/simbolo del ricorrente. II. Sul merito [indicare i motivi per quali si ritiene illegittimo l'impugnato provvedimento, indicando nella loro descrizione una o più delle seguenti tipologie di vizi: incompetenza dell'autorità o organo che ha emanato l'atto, violazione di legge (con indicazione degli articoli della Costituzione, di legge o di altra normativa che si assume violata), eccesso di potere (indicando ove ricorra una delle figure sintomatiche, quali ad esempio: irragionevolezza, illogicità o contraddittorietà dell'atto, travisamento o erronea valutazione dei fatti, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, difetto di istruttoria, difetto di motivazione)] L'ammissione è illegittima, poiché il simbolo utilizzato è idoneo a generare un reale effetto di confusione, idoneo ad alterare la legittima espressione del voto da parte degli elettori e a distogliere voti potenzialmente favorevoli al ricorrente. L'art. 33, comma 1, lett. b) del d.P.R. n. 570/1960 prevede che “la Commissione elettorale ricusa i contrassegni che siano identici o che si possano facilmente confondere con quelli presentati in precedenza, o con quelli notoriamente usati da altri partiti o raggruppamenti politici, ovvero riproduce simboli o elementi caratterizzanti simboli che, per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento, possono trarre in errore l'elettore”. La norma ha lo scopo di evitare la confusione del contrassegno con quello utilizzato da altri partiti o raggruppamenti politici. È noto che nell'interpretare l'art. 33 del d.P.R. n. 570/1960 si deve “fare riferimento alla normale diligenza dell'elettore medio di oggidì, notoriamente munito di un bagaglio di conoscenze e di una capacità di discernimento ben superiori” al passato, stante il “più elevato livello di maturità e di conoscenze acquisite dall'elettorato rispetto alla situazione apprezzata dal legislatore del 1960” (cfr. Cons. St. V, n. 344/1999). Proprio avuto riguardo a tale criterio interpretativo emerge ictu oculi che .... [indicare le ragioni per cui si ritiene l'atto di ammissione illegittimo] La stessa determina un grave danno, non rimediabile con il ricorso ex art. 130 avverso la proclamazione degli eletti, in quanto altera le condizioni di competizione a sfavore del ricorrente. Infatti .... P.Q.M. Si chiede al Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, di disporre l'annullamento del provvedimento impugnato e escludere il .... [candidato/ricorrente] dalla partecipazione alle operazioni elettorali. Con riserva di dedurre ulteriormente nel corso di causa e di proporre eventualmente motivi aggiunti di impugnazione. Con vittoria di spese e onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) [copia del provvedimento impugnato ove disponibile] 2) [copia di eventuale documentazione a supporto della legittimazione ad agire] 3) [ ....] [11] Ai sensi dell'art. 10, comma 6, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia») e dell'art. 129 c.p.a., si dichiara che il presente procedimento è esente dal contributo unificato, trattandosi di contenzioso elettorale. Luogo e data .... Firma Ricorrente /Firma Avv. .... [12] PROCURA [13] [V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate] RELATA DI NOTIFICA [14] [V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate] DEPOSITO INFORMATICO Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [15]. [1]Il ricorso si deve proporre dinanzi al T.A.R. nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1, c.p.a.). [2]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011). [3]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.). [4]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8° comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010. Con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del codice fiscale del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del modulo per il deposito telematico. [5]Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. [6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 136, comma 1, c.p.a., e dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi di quest'ultima norma, gli importi dovuti a titolo di contributo unificato “sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'art. 136 [c.p.a.]». [7]La procura, ove necessaria, può essere apposta in calce o a margine dell'atto o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. 83 c.p.c.. Per i ricorsi depositati successivamente al 1° gennaio 2017, ai quali si applica il Processo Amministrativo Telematico, la procura alle liti è allegata al Modulo di deposito come documento informatico, ovvero copia informatica ottenuta dalla scansione della procura cartacea (e in tal caso il professionista dovrà attestarne la conformità nei modi previsti dall'art. 22, comma 2, del d.lgs. n. 82/2005 (‘Codice dell'Amministrazione Digitale'; cfr. art. 8, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021). [8]In caso di pluralità di difensori, può essere utile indicare l'indirizzo (di fax e/o PEC) al quale si desidera ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento. [9] Ai sensi dell'art. 129, la notifica al controinteressato deve essere eseguita “ove possibile”. È anche possibile limitarsi ad indicare quale contro interessati, in maniera personale, i candidati delle liste ammesse, in quanto adeguata conoscenza del ricorso è effettuata mediante le forme di pubblicità legale definite dallo stesso art. 129, comma 3. [10]Indicare il numero e la data del provvedimento. In caso di mancata notifica o comunicazione, indicare il momento in cui lo stesso è stato conosciuto. [11]Copia di eventuale altra documentazione utile alla comprensione del contesto fattuale e/o alle ragioni del ricorso. [12]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il “Modulo Deposito Ricorso”). [13]Nei giudizi elettorali, il ricorrente può stare in giudizio personalmente, ai sensi dell'art. 23 c.p.a. In base alla circolare del Segretariato Generale della G.A. del 21 febbraio 2017 e dalla FAQ n. 16 Istr. oper. int., presso gli uffici giudiziari operano i c.d. «mini Urp», al fine di offrire assistenza ai ricorrenti che possono fare ricorso in proprio e non hanno le adeguate competenze informatiche. [14]Si prevede, quale uniche modalità di notificazione consentite, anche in ragione dei tempi ristretti, la notifica diretta, ovvero via PEC o fax. [15]Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso” (v. nt. 22), reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all. 2 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020). CommentoCon riferimento alla possibilità di impugnare, con il ricorso ex art. 129 c.p.a., anche gli atti di ammissione di liste o candidati concorrenti, parte della giurisprudenza ha riconosciuto che anche in queste circostanze può sussistere una lesione del diritto a partecipare ad una consultazione elettorale nella situazione politico-amministrativa esistente alla data prefissata, secondo le regole del gioco, ossia del diritto a non competere nell'agone elettorale con altri candidati o liste illegittimamente ammessi (T.A.R. Piemonte, 22 ottobre 2014, n. 2005; T.A.R. Potenza (Basilicata) I, 4 dicembre 2014, n. 816). Rilevano tuttavia posizione più restrittive al riguardo, che non consentono di includere anche gli atti di ammissione quale oggetto di impugnativa, in ragione della natura derogatoria dell'art. 129 rispetto alla regola processuale generale (Cons. St. III, n. 2073/2016; v. in senso conforme, Cons. St. V, n. 5069/2015; Cons. St. V, n. 3361/2016; T.A.R. Napoli (Campania) II, 17 maggio 2016, n. 2486). Secondo tale impostazione, l'impugnazione degli atti di ammissione di liste e candidature concorrenti che, non ledendo immediatamente il diritto di chi partecipi al procedimento elettorale, dovranno essere gravati attraverso il ricorso ex art. 130, con la previsione di termini compatibili con l'esercizio del pieno diritto alla difesa (T.A.R. Latina (Lazio) I, 23 ottobre 2015, n. 672). Le eccezionali circostanze in cui si è ammessa l'impugnazione degli atti di ammissione di liste concorrenti hanno riguardato casi in cui è evidente che la stessa ammissione produce un diretto effetto perturbatore della partecipazione della lista concorrente, tale per cui una tutela successiva ai sensi dell'art. 130 sarebbe priva di reale utilità per il ricorrente (cfr. T.A.R. Torino (Piemonte) I, 25 febbraio 2015, n. 352). Secondo tale orientamento, non alternativo ma complementare a quello appena riferito, è ammessa l'impugnazione dell'ammissione di una lista qualora vengano dedotte censure di illegittimità fondate sull'astratto pericolo di confusione nell'elettorato determinato dall'uso di un contrassegno asseritamente confondibile con quello utilizzato dalla lista ricorrente e sul connesso interesse ad evitare un possibile sviamento dell'elettorato (cfr. Cons. St. V, n. 2551/2011; Cons. St. V, n. 2145/2012; Cons. St. III, n. 2074/2016; T.A.R. Bari II, 22 ottobre 2018, n. 1373). Pur prendendo atto della interpretazione restrittiva seguita dalla giurisprudenza prevalente (Cons. St. III, n. 2073/2016; v. in senso conforme, Cons. St. V, n. 5069/2015; Cons. St. V, n. 3361/2016), la questione non si può definire consolidata e, di conseguenza, attiene alla strategia processuale della parte la decisione di tentare il ricorso contro qualsiasi provvedimento di ammissione ritenuto illegittimo anziché attendere la proclamazione degli eletti, anche tenuto conto che una eventuale pronuncia di inammissibilità di un ricorso ex art. 129 non pregiudica una successiva impugnazione avverso l'atto di proclamazione degli eletti ex art. 130 c.p.a. Nel ricorso dunque si dovrà dimostrare che, per come descritti, i contrassegni di lista – che pur potrebbero apparire prima facie differenti – risultino ad un attento esame suscettibili di ingenerare confusione (avendo riguardo al testo e alla sua articolazione) e che, conseguentemente, sussiste la concreta possibilità di indurre gli elettori in errore al momento di determinarsi circa la espressione del voto. Nella motivazione si dovrà adeguatamente sviluppare quanto indicato dalla Corte cost., n. 236/2010, circa l'esigenza di ammettere un'autonoma immediata impugnativa degli atti endoprocedimentali, ancorché immediatamente lesivi, per salvaguardare l'interesse del candidato a partecipare ad una determinata consultazione elettorale, in un definito contesto politico e ambientale. Inoltre, occorre anche evidenziare che l'eventuale tutela della situazione giuridica che si allega che intervenga ad elezioni concluse sia inidonea ad evitare che l'esecuzione del provvedimento illegittimo di esclusione abbia nel frattempo prodotto pregiudizio. In tali casi, nel ricorso occorre anche individuare con precisione i controinteressati, essendo chiaramente ravvisabile un controinteressato in senso tecnico, da identificare con la lista di cui si invoca la ricusazione, atteso che nel giudizio amministrativo è controinteressato il soggetto nominativamente indicato nel provvedimento gravato o agevolmente individuabile in base allo stesso, che vanti un interesse uguale e contrario alla rimozione del provvedimento (T.A.R. Basilicata I, 2 maggio 2014, n. 299). La disciplina vigente preclude al giudice amministrativo l'accertamento, anche incidentale, di falsi in atti pubblici commessi nel procedimento preparatorio elettorale. La questione di costituzionalità sollevata in relazione a tale preclusione nel contenzioso elettorale è stata ritenuta non fondata dalla Corte Costituzionale. La Corte ha statuito che la riserva al giudice civile (di ultracentenaria tradizione) della risoluzione dell'incidente di falso, in tema di atti muniti di fede privilegiata, risponde alla esigenza di assicurare in talune peculiari materie – rispetto alle quali maggiore è la necessità di una certezza erga omnes e sulle quali possa dunque formarsi anche un giudicato – una sede e un modello processuale unitari: così da evitare, ad un tempo, il rischio di contrastanti pronunce (che minerebbero la fiducia verso determinati atti ovvero in ordine a condizioni e qualità personali di essenziale risalto agli effetti dei rapporti intersoggettivi), nonché il ricorso a modelli variegati di accertamento, dipendenti dalle specificità dei procedimenti all'interno dei quali simili questioni «pregiudicanti» possono intervenire (Corte cost., n. 304/2011). L'art. 77 disciplina la sospensione del giudizio amministrativo in seguito alla proposizione della querela di falso (v. le formule: Istanza di sospensione del giudizio a seguito della proposizione della querela di falso; Richiesta di assegnazione di un termine per la proposizione della querela; Nota di deposito della avvenuta proposizione della querela di falso; Querela di falso; Nota di deposito della sentenza che decide sulla querela di falso). |