Istanza di cancellazione del deposito “multiplo” erroneamente effettuato (FAQ n.24)

Ines Pisano

Inquadramento

Con la l. n.197/2016 e l'entrata in vigore, dal 1° gennaio 2017, del PAT, per i ricorsi depositati a decorrere da tale data il fascicolo processuale - ai sensi artt. 5, all.2, disp. att. c.p.a. e 5, all.1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 - è formato, ove possibile, in modalità esclusivamente informatica, secondo quanto previsto nel citato regolamento.

Malgrado la nuova formulazione dell'art. 5, comma 3, all. 2 disp. att. c.p.a. attribuisca espressamente alle Segreterie degli uffici giudiziari la responsabilità della formazione di tale fascicolo (analogamente a quanto in passato accadeva con il tradizionale fascicolo cartaceo) le FAQ pubblicate sul sito istituzionale della giustizia amministrativa mostrano una tendenza opposta, volta da un lato ad attribuire al difensore la totale responsabilità della compilazione, anche erronea 1, dei Moduli di deposito 2 senza alcun potere/dovere della Segreteria né di modificare le informazioni fornite 3 (anche quando esattamente riportate negli atti allegati al Modulo 4 ), né di evidenziare l'erroneità della documentazione allegata allo stesso (ad esempio, una memoria palesemente riferita ad altro ricorso introduttivo 5 ); dall'altro ad onerare il Collegio 6 giudicante della soluzione di questioni, in realtà estranee al processo, riguardanti le informazioni del fascicolo processuale gestito con modalità informatica.. L'unica eccezione, secondo le FAQ, è costituita dalla possibilità per il difensore di richiedere la cancellazione del c.d. “deposito multiplo”, purché entro 24 ore dal primo deposito. È da ritenere, quindi, che decorse 24 ore dal deposito, il fascicolo “duplicato” ove iscritto a ruolo dovrà essere oggetto anche di decisione da parte del Giudice 7.

Il d.lgs n. 149 del 2022 è intervenuto sull'art. 36 disp. att.c.p.c. affermando espressamente l'equivalenza tra la tenuta e conservazione del fascicolo informatico alla tenuta e conservazione del fascicolo d'ufficio su supporto cartaceo, tuttavia attesa la presenza nel processo amministrativo di una disciplina autonoma, non residuano spazio d'applicazione per quella dettata per il processo civile.

[1] 1. Alla domanda “Che tipo di controllo deve essere effettuato dalla segreteria sugli scritti e atti trasmessi dalle parti?” la FAQ n. 21 pubblicata in data 29 dicembre 2016 sul sito web istituzionale della G.A. risponde:

Occorre premettere che il modello con il quale le parti trasmettono scritti e documenti è sempre firmato digitalmente. Con tale firma la parte si assume la responsabilità di ciò che ha scritto sul modello (ad es. che il ricorso non è accompagnato da istanza cautelare) e di ciò che trasmette.

Non sussiste l'obbligo degli Uffici di controllare l'effettiva conformità del digitale con il cartaceo dichiarata dall'avvocato.

Peraltro, può accadere che la segreteria si avveda di una svista evidente nel quale è incorsa la parte, quale ad es. che nel ricorso c'è l'istanza di sospensione cautelare del provvedimento impugnato mentre il ricorrente o l'appellante ha dichiarato il contrario. Verificandosi questa evenienza la Segreteria trasmette alla parte la c.d. “comunicazione di cortesia”

[2] 2. Si evidenzia che la funzione di tali Moduli è essenzialmente quella di allegare gli atti di parte e i documenti processuali in modalità telematica, e solo secondariamente di coadiuvare la Segreteria nel trattamento, con modalità telematiche, delle informazioni principali strumentali per la gestione delle attività propedeutiche al processo (funzione che in passato veniva effettuata tramite l'inserimento manuale delle medesime informazioni da parte della Segreteria, a seguito della presentazione della Nota di iscrizione al ruolo).

[3] 3. L'interpretazione adottata nelle FAQ è in netto contrasto anche con quanto espressamente previsto nell'art.7, comma 6, all. 2, al d.P.C.S. 28 luglio 2021, ai sensi del quale “Il ModuloDepositoRicorso e il ModuloDepositoAtto sono inseriti nel sistema informatico che tratta in forma automatica i dati in essi contenuti. Il S.I.G.A. prevede funzionalità per la verifica e l'integrazione delle informazioni da parte del personale di Segreteria”.

[4] 4. Secondo la FAQ n. 23, pubblicata nella medesima data, se non c'è corrispondenza tra i dati che l'avvocato ha inserito sul Modulo di deposito e quelli indicati sull'atto (ad es. incongruenza tra indirizzi PEC indicati o numero fax), farebbe fede quanto indicato sul Modulo di deposito. L'uso del condizionale è d'obbligo, trattandosi di questione interpretativa la cui soluzione – opinabile- non può spettare che al Giudice.

[5] 5. Secondo la FAQ n. 26 (Cosa accade in caso di deposito di scritto difensivo o di documento in un ricorso diverso da quello al quale lo scritto o l'atto si riferisce? 29 dicembre 2016) il deposito erroneo acquista validità legale, essendo conforme alla volontà che il difensore ha espresso attraverso il Modulo che ha firmato digitalmente, nel quale ha indicato il numero RG ricorso al quale il deposito si riferiva.

L'avvocato potrà chiedere la cancellazione del deposito e potrà effettuare un nuovo deposito, che avrà nuova data e numero di protocollo.

Se è la Segreteria che si avvede dell'errore invia la “comunicazione di cortesia” all'avvocato, il deposito erroneo acquista validità legale, essendo conforme alla volontà che il difensore ha espresso attraverso il Modulo che ha firmato digitalmente, nel quale ha indicato il numero RG ricorso al quale il deposito si riferiva. L'avvocato potrà chiedere la cancellazione del deposito e potrà effettuare un nuovo deposito, che avrà nuova data e numero di protocollo. Se è la Segreteria che si avvede dell'errore invia la “comunicazione di cortesia” all'avvocato.

Non può essere la Segreteria a trasferire - né d'ufficio (ove si avveda dell'errore) né su richiesta di parte - il deposito nel fascicolo al quale in realtà si riferiva. Si rileva, tuttavia, una contraddizione tra la FAQ n. 26 e quella n. 24 che precisa “che non è possibile procedere alla cancellazione se il deposito di un atto difensivo è diverso da quello indicato nel modulo (ad es. nel Modello Depositi Ricorsi si indica il ricorrente ... mentre si allega il ricorso proposto da ... o si deposita una memoria in conferente con il ricorso pendente)”.

[6] 6. La giurisprudenza non condivide l'impostazione della FAQ: in particolare, ad avviso della Sezione, nessuna disposizione normativa – e, in particolare, l'art.86 c.p.a. che consente al Giudice di procedere alla correzione di errori materiali contenuti nei propri provvedimenti- attribuisce al giudice il potere/dovere di emendare erronee informazioni (ad es. nomi delle parti etc.) acquisite al S.I.G.A. per effetto della erronea compilazione dei Moduli da parte dei difensori. In tal caso, si tratterebbe infatti di correzione di dati erroneamente inseriti nel sistema informativo, di cui all'art.16 GDPR di competenza, per i ricorsi antecedenti alla data del 1° gennaio 2017, nel Segretario generale dell'ufficio giudiziario, al quale detta istanza va inviata per l'adozione degli eventuali provvedimenti di cui agli artt. 7 e ss. d.lgs. n. 196/2003 in materia di correzione dei dati erronei (v.Tar Lazio, sez.III bis., ord.7171/2017; nello stesso senso, T.A.R. Veneto n. 00761/2017).

[7] 7. Nel senso della inammissibilità del secondo ricorso si è pronunziato TAR Lazio Roma, II ter, n. 8568/2017 TAR Lazio Roma II bis, ha invece disposto la mera cancellazione, senza esprimersi con formule in rito (decr.771/2017); TAR Lazio Roma, III quater ritiene invece che il deposito vada “annullato” con conferimento di tutti gli atti nel primo fascicolo informatico (sent. n. 7492/2017).

Formula

ALLA SEGRETERIA DEL ... [1]

ISTANZA DI CANCELLAZIONE DEL DEPOSITO MULTIPLO ERRONEAMENTE EFFETTUATO

(FAQ N.24)

Nell'interesse di:

- [PERSONA FISICA] [2], nato/a a ... il ... C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [3] ..., C.F. ... [4], PEC ... [5], fax ... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [7].

- [PERSONA GIURIDICA] [8], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ... iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [9] ..., C.F. ... [10], PEC ... [11], fax ... [12], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [13]

PREMESSO

che il sottoscritto difensore ha proceduto con modalità telematiche al deposito di ... [14] con PEC inviata in data ... alle ore ...;

che, malgrado la mancata ricezione della ricevuta di mancata consegna, ulteriore PEC avente ad oggetto il medesimo atto è stata inviata in data alle ore [ ... ];

rilevato che non sono decorse 24 ore dalla ricezione della comunicazione di cortesia con la quale è stata rilevata tale anomalia /dal deposito;

Vista la FAQ n.24 pubblicata sul sito istituzionale della giustizia amministrativa;

CHIEDE

che la Segreteria proceda alla cancellazione del deposito dell'atto ... effettuata con PEC inviata in data ... alle ore ... .

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [15].

- FIRMA AVV [16] ...

1. L'istanza si propone alla Segreteria rispettivamente, del Consiglio di Stato, del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, del Tribunale amministrativo regionale, del Tribunale regionale di giustizia amministrativa - sezione autonoma di Trento o di Bolzano adito, o dal magistrato a ciò delegato, dell'ufficio giudiziario nel quale deve essere effettuato il deposito dell'atto introduttivo o dell'atto successivo al primo, qualora il fascicolo informatico sia stato già incardinato, ai sensi dell'[art.5. all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021, con attribuzione di un Numero di Registro generale.

Tale ufficio giudiziario corrisponde a quello nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1, c.p.a.). Nel caso di controversie relative al pubblico impiego, sussiste il foro speciale indicato dall'art. 13, comma 2 c.p.a. (ossia il Tar nella cui circoscrizione è situata la sede di servizio). A tal fine, occorre utilizzare il Modulo deposito richieste alla Segreteria, rinvenibile nel portale istituzionale della G.A., voce “Processo amministrativo telematico”, sezione “Modulistica”, e scorrere dalla tendina la voce “Altre richieste”.

2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011 n. 98, conv., con mod., in l. 15 luglio 2011 n. 111).

3. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...).

4. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l.n. 111/2011, dall'art. 125, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l.n. 24/2010; con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art.40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del CF del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del Modulo deposito.

5. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

6. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art.136, comma 1 c.p.a. e dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 115/2002. Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis 1, d.P.R. cit., «Gli importi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del comma 6-bis sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'articolo 136 del codice del processo amministrativo di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale nel ricorso. L'onere relativo al pagamento dei suddetti contributi è dovuto in ogni caso dalla parte soccombente, anche nel caso di compensazione giudiziale delle spese e anche se essa non si è costituita in giudizio. Ai fini predetti, la soccombenza si determina con il passaggio in giudicato della sentenza. Ai fini del presente comma, per ricorsi si intendono quello principale, quello incidentale e i motivi aggiunti che introducono domande nuove.

7. Per gli atti di parte redatti con modalità telematiche dopo il 1° gennaio 2017, quanto alla procura si deve tener conto di quanto stabilito dall'art. 83 c.p.c. in combinato disposto con l'art.8 del d.P.C.S. 28 luglio 2021.

8. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio.

9. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...).

10. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella legge 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8° comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella legge n. 24/2010; con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art.40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del CF del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del Modulo deposito.

11. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”.

12. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, per quanto riguarda il processo amministrativo, è prevista dall'art. 136, comma 1 c.p.a. e dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. n. 115/2002. Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis 1, d.P.R. cit. «Gli importi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del comma 6-bis sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'articolo 136 del codice del processo amministrativo di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale nel ricorso. L'onere relativo al pagamento dei suddetti contributi è dovuto in ogni caso dalla parte soccombente, anche nel caso di compensazione giudiziale delle spese e anche se essa non si è costituita in giudizio. Ai fini predetti, la soccombenza si determina con il passaggio in giudicato della sentenza. Ai fini del presente comma, per ricorsi si intendono quello principale, quello incidentale e i motivi aggiunti che introducono domande nuove.».

13. Per quanto riguarda gli atti di parte redatti con modalità telematiche dopo il 1° gennaio 2017, ai fini della procura si deve tener conto di quanto stabilito dall'art. 83 c.p.c. in combinato disposto con l'art.8 del d.P.C.S. 28 luglio 2021.

14. Va indicato di quale atto si tratta: a rigore, l'errore nel deposito potrebbe avere ad oggetto anche documenti processuali, oltre che atti, ma in tal caso la duplicazione sarebbe priva di conseguenze giuridiche.

15. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. 31 agosto 2016, n. 168, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Nel caso in esame non si applica l'obbligo di cui all'art. 7, comma 4, D.L. n. 168/2016, prorogato sino al 1° gennaio 2019, di depositare una copia cartacea”. (Tale obbligo è stato definitivamente abrogato con legge n.70 del 25 giugno 2020).

16. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S n. 134/2020. Va peraltro osservato che, di recente, Cons.St., III, n.744/2018 ha ribadito che l'evoluzione tecnologica non può risolversi in un ostacolo alla tutela giurisdizionale (soprattutto nei procedimenti elettorali che prevedono tempi molto brevi) e che pertanto non può ritenersi nullo l'atto sottoscritto con firma PADES – BASIC e non PADES – BES, richiesta dalle norme tecniche, in virtù del principio del raggiungimento dello scopo ex art. 156, comma 3, c.p.c.

Nel caso in esame va utilizzato il Modulo deposito richieste alla Segreteria, rinvenibile nel portale istituzionale della G.A., voce “Processo amministrativo telematico”, sezione “Modulistica”, e scorrere dalla tendina la voce “Altre richieste”.

Commento

Con l'entrata in vigore del PAT, l'incardinamento del fascicolo processuale e il deposito in giudizio degli atti e dei documenti di causa a mezzo PEC costituisce la modalità esclusiva (costituendo, attualmente e salve successive modifiche del sistema informativo della GA,  l'upload ancora una eccezione, e non essendo ammesso il deposito con le tradizionali modalità cartacee se non in casi eccezionali, previa autorizzazione del Giudice).

A tal fine, posta la previsione generale di tale obbligo contenuta nell'art. 136 comma 2 c.p.a., come modificato dalla l. n.197/2016, l'art. 9, all. 1, del d.P.C.S. 28 luglio 2021 non indica, in realtà, alcuna prescrizione tecnica di dettaglio, limitandosi a prevedere che “se al mittente perviene il messaggio di mancata consegna della PEC di deposito, l'attività di deposito deve essere ripetuta con il medesimo contenuto e ai fini della rimessione in termini da parte del Giudice, ove la mancata consegna sia dipesa da cause non imputabili al mittente, deve essere allegato il messaggio di mancata consegna unitamente alla ricevuta di avvenuta accettazione generata tempestivamente”.

L'art. 7, all. 2, al d.P.C.S. 28 luglio 2021 ha invece previsto nel dettaglio le modalità del deposito degli atti processuali a mezzo PEC, statuendo che:

a) l'invio tramite PEC dell'atto introduttivo, dei relativi allegati e degli altri atti di parte è effettuato dalla casella PEC individuale dell'avvocato difensore alla casella PEC della sede giudiziaria adita pubblicata sul Sito Istituzionale;

b) l''avvocato che procede al deposito dovrà previamente accertarsi di aver abilitato l'opzione di «ricevuta completa» sulla propria casella PEC prima di inviare il ModuloDepositoRicorso o il ModuloDepositoAtto;

c) una volta inviata la PEC, l'avvocato riceverà automaticamente:

- dal proprio gestore di posta elettronica certificata, un messaggio PEC di avvenuta accettazione della PEC di deposito, con indicazione della data e dell'ora di accettazione;

- successivamente, dal gestore dell'Amministrazione un messaggio di avvenuta consegna della PEC di deposito.

d) il S.I.G.A. invia all'avvocato, entro le ore 24.00 del giorno lavorativo successivo alla ricezione della PEC di avvenuta consegna, un ulteriore messaggio PEC, denominato «registrazione di deposito», che riporta l'indicazione del numero progressivo di protocollo assegnato e l'elenco di tutti gli atti e documenti trasmessi con il Modulo Deposito Ricorso o il Modulo Deposito Atto, ed eventualmente indica le anomalie di carattere tecnico riscontrate, che tuttavia non hanno impedito il deposito (c.d. Errori non fatali).

Solo qualora il deposito non possa essere elaborato dal S.I.G.A. a causa del mancato rispetto delle caratteristiche tecniche, il mittente riceverà a mezzo PEC, entro le ore 24.00 del giorno lavorativo successivo alla ricezione della PEC di avvenuta consegna, un messaggio di «mancato deposito», attestante il mancato perfezionamento del deposito.

Come può rilevarsi, quindi, né l'art.9, comma 3, all. 1 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (e non l'art.19 comma 3 erroneamente richiamato nella FAQ n.24) né l'art.7 delle specifiche tecniche impongono espressamente all'avvocato di accertarsi della ricezione del messaggio di mancata registrazione del deposito al S.I.G.A prima di procedere ad un nuovo tentativo di deposito: infatti, l'art.9, comma 3, all. 1 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 si riferisce ad una ipotesi ben specifica e cioè al caso in cui il messaggio di mancata registrazione del deposito giunga al mittente una volta decorso il termine di legge in cui il difensore ben potrebbe ancora procedere al deposito degli atti processuali con modalità telematiche, qualora il primo tentativo non vada a buon fine.

In tal caso, se al mittente perviene il messaggio di mancata consegna della PEC di deposito, l'attività di deposito deve essere ripetuta con il medesimo contenuto e ai fini della rimessione in termini da parte del Giudice, ove la mancata consegna sia dipesa da cause non imputabili al mittente, deve essere allegato il messaggio di mancata consegna unitamente alla ricevuta di avvenuta accettazione generata tempestivamente.

E' quindi ben possibile che il difensore, nel timore che il deposito non sia andato a buon fine, non attenda di ricevere il messaggio di mancato deposito e proceda ugualmente ad inviare una seconda PEC di identico tenore, con rischio che vengano effettuati depositi “multipli” di un identico atto difensivo e conseguente duplicazione, nel caso in cui si tratti di atto introduttivo del giudizio, di fascicoli informatici identici.

Secondo quanto riportato nella FAQ n.24 pubblicata nel sito istituzionale della G.A, verificandosi tale evenienza, “ove la Segreteria dalla verifica che effettua sui depositi riesca ad accorgersi dell'anomalia – non si tratterebbe, quindi, di un obbligo ma solo di una facoltà - invia immediatamente all'avvocato una “comunicazione di cortesia”, segnalando l'accaduto e chiedendo se il difensore intenda procedere alla cancellazione dei depositi successivi al primo.

La risposta dell'avvocato dovrà essere trasmessa entro 24 ore dalla ricezione della “comunicazione di cortesia”, al fine di evitare che il deposito sia “lavorato” dalla Segreteria o che, nel caso in cui tale deposito multiplo sia di ricorsi, intervenga l'atto di costituzione in giudizio di altre parti del rapporto processuale.

In tali ipotesi, infatti - secondo quanto previsto nella FAQ n.24 - la cancellazione non sarebbe più possibile e diventerebbe obbligatorio anche il versamento del contributo unificato per i fascicoli “duplicati”.

La richiesta di cancellazione può essere tuttavia effettuata anche dallo stesso avvocato entro 24 ore dal compiuto deposito, a prescindere dalla ricezione della comunicazione di cortesia.

Secondo quanto previsto nella FAQ n.25, la Segreteria, ove pervenga - entro 24 ore dal compiuto deposito - la richiesta di parte di cancellazione del deposito multiplo (e, dunque, solo su richiesta) provvederà a cancellare il ricorso o altro scritto o atto di parte apponendo nel campo “Oggetto” la dicitura “Annullato su richiesta dell'avvocato”.

Attenzione: al fine del deposito telematico nel caso in esame va utilizzato il “Modulo deposito richieste alla Segreteria”, rinvenibile nel portale istituzionale della G.A., voce “Processo amministrativo telematico”, sezione “Modulistica”, e scorrere dalla tendina la voce “Altre richieste”.

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