Attestazione di conformità ai fini del deposito della copia per immagine della procura rilasciata su supporto analogico (art. 8, all. 1 d.P.C.S. 28 luglio 2021)InquadramentoL'art. 136, comma 2-ter c.p.a. – inserito dall'art. 7, comma 1, lettera b) numero 3) del d.l. n. 168/2016, convertito, con modificazioni dalla l. n. 197/2016 – ha introdotto nel processo amministrativo il potere (rectius: dovere) di attestazione di conformità del difensore qualora insorga la necessità di depositare in giudizio, con modalità telematiche, la copia informatica anche di un atto di parte, di un documento o di un provvedimento nato come originale analogico. (Per quanto riguarda gli atti di parte, la possibilità di depositare gli stessi in forma di copia informatica costituisce, nel PAT, una evenienza del tutto eccezionale (ad es. in caso di traslatio judicii di giudizio incardinato dinanzi al G.O. con le tradizionali modalità cartacee) in quanto l'art. 136 comma 2-bis c.p.a. – cui dà attuazione, con riferimento ai formati depositabili, all'art. 12 all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021 – dispone che l'atto di parte nasca, obbligatoriamente, come originale informatico sottoscritto con firma digitale). In tale ambito si colloca il potere/dovere del difensore di attestare la conformità all'originale della copia informatica della procura alle liti, che pur dopo l'avvio del PAT può essere conferita dal cliente, privo di firma digitale, con la tradizionale modalità cartacea. Formula
ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ AI FINI DEL DEPOSITO DELLA COPIA PER IMMAGINE DELLA PROCURA RILASCIATA SU SUPPORTO ANALOGICO (ART. 8, COMMA 2, ALL. 1, D.P.C.S. N. 134/2020) Ai sensi e per gli effetti degli artt. 136, comma 2-ter, c.p.a., 22 comma 2 del d.lgs. n. 82/2005 e s.m.i. (CAD) e 8, comma 2, all. 1 d.P.C.S. 28 luglio 2021, il sottoscritto difensore .... [1] attesta che la presente copia informatica per immagine [2] è conforme alla procura speciale conferita su supporto cartaceo [3] da .... [4] in data ...., detenuta dal sottoscritto legale in originale e dalla quale la presente copia è stata estratta. Luogo e data .... [5] Firma Avv. .... [6] [1] L'attestazione di conformità può essere compiuta solo dal difensore che materialmente detiene l'originale della documentazione relativa alla notificazione effettuata con modalità cartacea. Nel compimento dell'attestazione di conformità, per espressa previsione legislativa, i difensori assumono ad ogni effetto la veste di pubblici ufficiali. Va rammentato che nel periodo transitorio, dal 1° gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2017, ai sensi dell'art. 13, comma 1-quater, all. 2 disp.att. c.p.a. il deposito può essere effettuato dal domiciliatario non iscritto all'Albo degli avvocati, che tuttavia è sfornito del potere in questione. In tal caso, il domiciliatario può limitarsi a sottoscrivere con la propria firma digitale il Modulo di deposito, allegando la copia informatica della documentazione relativa alla notificazione contenente formula di attestazione apposta dal difensore, oppure un foglio informatico separato contenente l'attestazione del difensore effettuata come documento informatico sottoscritto con firma digitale. [2] Secondo le definizioni del d.lgs. n. 82/2005 e s.m.i (CAD), la copia informatica può essere di tre diverse tipologie. La copia informatica di documento analogico (lett. i-bis) è descritta come il “documento informatico avente contenuto identico a quello del documento analogico da cui è tratto”: consiste nella riproduzione del solo contenuto, riscritto manualmente o acquisito con procedura OCR (il risultato sarà, quindi, un testo selezionabile). La copia per immagine su supporto informatico di documento analogico (lett. i-ter) è, invece, “il documento informatico avente contenuto e forma identici a quelli del documento analogico da cui è tratto”: trattasi solitamente della acquisizione tramite scanner di un'immagine del documento o la fotografia digitale del documento. La copia informatica di documento informatico (lett. i-quater), poi, è qualificata come “il documento informatico avente contenuto identico a quello del documento da cui è tratto su supporto informatico con diversa sequenza di valori binari”. Si avrà, in tal caso, identità di contenuto, ma non di forma, testimoniata dalla diversa sequenza di bit. L'ipotesi tipica è la conversione di un file di testo (doc, odt) in un file PDF: operazione che costituisce la regola nel Processo Telematico, in cui l'atto processuale, a è in formato PDF ed ottenuto da trasformazione di un documento testuale, senza restrizioni per le operazioni di selezione e copia di parti. Nel caso in esame, l'art. 8, comma 2, dell'all. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021 richiede espressamente che si tratti di copia per immagine su supporto informatico di documento analogico, ai sensi dell'art. 1, lett. i-ter d.lgs. n. 82/2005 e s.m.i (CAD). [3]La tradizionale procura apposta “a margine” presuppone un ricorso nativo cartaceo è pertanto, ad avviso di chi scrive, ontologicamente incompatibile con il ricorso formato in modalità digitale (in tal senso anche, Giurdanella Guarnaccia, Il processo amministrativo telematico, Santarcangelo di Romagna, 2017, 71). La procura, quindi, a meno che non venga redatto un c.d. “doppio originale” ai fini della notifica, dovrà essere necessariamente conferita con atto separato, su supporto cartaceo (analogico) o, qualora il cliente sia fornito di firma digitale, su supporto informatico. In proposito, l'art. 8, comma 3, All. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 stabilisce che la procura alle liti, se cartacea, si considera apposta in calce all'atto cui si riferisce solo quando e originariamente rilasciata su supporto cartaceo separato dal quale e estratta copia informatica, anche per immagine, depositato con modalità telematiche unitamente all'atto cui si riferisce. [4]Va indicato il nominativo della parte che ha conferito la procura. [5]La data, trattandosi di atto pubblico formato da un pubblico ufficiale, è quella in cui l'attestazione di conformità viene effettuata. Non necessariamente, quindi, tale data deve coincidere con quella in cui si procede al deposito con modalità telematiche. È importante evidenziare che la firma apposta al Modulo di deposito non può sopperire alla mancanza di attestazione di conformità. [6] Qualora l'attestazione di conformità sia contenuta in documento informatico nativo digitale occorrerà sottoscrivere l'attestazione con la firma digitale della tipologia “PAdES”. La firma digitale consente di depositare atti e documenti con modalità telematica con piena validità legale. Ai fini del PAT – con l'unica eccezione dei cittadini delle province autonome di Trento e Bolzano, che potranno proporre ricorso con la consueta forma orale, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 574 – dal 1° gennaio 2017 sono obbligati a dotarsi di firma digitale non soltanto gli avvocati, ma chiunque – parti private, parti pubbliche, ausiliari del Giudice etc. – necessiti di intervenire nel processo. Per ottenere il rilascio della firma digitale, occorre rivolgersi ai certificatori accreditati autorizzati da AGID che garantiscono l'identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale (per ogni informazione sul punto, consultare il sito in agid.gov.it/agenda-digitale/infrastrutture-architetture/firme-elettroniche). Si evidenzia che, a differenza del PCT, nel PAT l'unica tipologia di firma ammessa per la firma del Modulo Deposito Ricorso e del Modulo Deposito Atto – attraverso i quali, sia che si utilizzi come mezzo di trasmissione la PEC sia che si utilizzi l'upload, vengono incardinati nel processo gli atti e i documenti con modalità telematiche – è la firma digitale PAdES (cfr. art. 6, comma 4, All. 2, d.P.C.S. n. 134/2020). La PAdES (PDF Advanced Electronic Signatures) è una particolare tipologia di firma digitale che può essere apposta su un solo tipo di file, il PDF (Portable Document Format), che costituisce lo standard di riferimento per quanto riguarda i documenti in formato digitale. L'apposizione di una firma PAdES su un file.pdf genera un nuovo file la cui estensione (la parte finale del nome del file che succede il punto) resta immutata. La funzionalità di verifica della firma, inoltre, è solitamente contenuta nello stesso software utilizzato per leggere i file PDF (come, ad esempio, Adobe Acrobat Reader). A rigore, quindi, sia l'atto di parte in formato PDF che i documenti allegati al Modulo potrebbero essere firmati anche con la firma CAdES, senza che per questo vengano rifiutati dal Sistema (e si ritiene, a maggior ragione, che potrebbe essere sottoscritto con firma CAdES anche l'atto informatico notificato a mezzo PEC). Tuttavia, al fine di evitare che il CadEs non venga riconosciuto/aperto dal SIGA, si ritiene consigliabile utilizzare sempre la firma PAdES, anche con riferimento alla eventuale procura firmata digitalmente dalla parte. È importante fare attenzione al fatto che al fine dell'attestazione di conformità, che implica precise assunzioni di responsabilità anche ai fini penali, non è sufficiente apporre la sottoscrizione nel Modulo di deposito ricorso. Se invece l'attestazione di conformità è effettuata con dichiarazione autografa inserita nell'atto cartaceo o in documento cartaceo separato depositato in formato di copia per immagine, anche la sottoscrizione dovrà essere autografa. Anche in tal caso, infatti, al fine dell'attestazione di conformità non potrebbe essere ritenuta sufficiente la firma digitale apposta nel Modulo di deposito. CommentoL'art. 8, comma 2, all. 1 d.P.C.S. 28 luglio 2021, recante le regole tecniche del processo amministrativo telematico, contiene specifiche disposizioni per il caso in cui il difensore debba depositare in giudizio, con modalità telematiche, la copia informatica della procura conferita con modalità cartacea. Anche dopo l'avvio del PAT, in via eccezionale rispetto alla regola contenuta nell'art. 12 dell'all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 secondo cui l'atto di parte è di regola formato come originale informatico sottoscritto con firma digitale, si consente che la procura alle liti, anche quando il ricorso è come di norma redatto in originale digitale, venga conferita su supporto originale cartaceo che, in tal caso, andrà depositata in giudizio con modalità telematiche in forma di copia per immagine dell'originale analogico, ottenuta dalla scansione del relativo documento cartaceo. Anche in tal caso, come previsto in generale dall'art. 136, comma 2-ter, c.p.a. ogni qualvolta il difensore debba depositare in giudizio la copia informatica di un atto formato in originale analogico, il difensore dovrà attestare la conformità di tale copia all'originale cartaceo mediante l'asseverazione di cui all'articolo 22, comma 2, del d.lgs. n. 82/2005 e s.m.i. (CAD). Il d.lgs. 149 del 2022 ha introdotto il nuovo Capo II del Titolo V-ter, disp. att. c.p.c., costituito dagli artt. dal 196 octies al 196 undecies c.p.c., contenente una nuova autonoma disciplina delle attestazioni di conformità delle copie e delle certificazioni di conformità. E' stato tuttavia osservato in una recente Relazione dell'Ufficio Studi della GA che tali innovazioni introdotte nel PCT dalle norme di cui al nuovo Titolo Titolo V-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile non sembrano destinate ad incidere più di tanto sul processo amministrativo, in quanto, in forza del combinato disposto dell'art. 13, disp. att. c.p.a., da un lato, e delle analitiche previsioni contenute nel d.P.C.S. 28 luglio 2021, dall'altro lato, il processo amministrativo telematico è già dotato di una disciplina autosufficiente, destinata a non essere modificata dalle recenti modifiche introdotte dal legislatore delegato; quanto poi alle modifiche introdotte dal legislatore delegato in tema di procura alle liti all'art. 182 cpc, va sottolineato che in giurisprudenza, già prima della riforma, vi erano dubbi sull'applicabilità dell'art. 182 c.p.c. al processo amministrativo, essendo pacifica per alcune pronunce; e negata da altre in quanto vi sarebbe la sanatoria di un termine stabilito a pena di decadenza. Con specifico riferimento al deposito della copia informatica della procura, T.A.R. Cagliari, II, n. 140/2020 ha affermato che la procura scansionata, conformizzata, firmata digitalmente e depositata telematicamente insieme al ricorso si presume speciale e regolare; Cass. I, n. 6907/2020 ha evidenziato che nel caso in cui la sentenza impugnata sia stata redatta in formato digitale, l'attestazione di conformità della copia analogica predisposta ai fini del ricorso per cassazione può essere redatta, ai sensi dell'art. 9, commi 1-bis e 1-ter, della legge n. 53 del 1994, dal difensore che ha assistito la parte nel precedente grado di giudizio, i cui poteri processuali e di rappresentanza permangono, anche nel caso in cui allo stesso fosse stata conferita una procura speciale per quel singolo grado, sino a quando il cliente non conferisca il mandato alle liti per il giudizio di legittimità ad un altro difensore. (Nella specie, l'attestazione di conformità della sentenza impugnata con il ricorso dichiarato improcedibile era stata redatta dal difensore in grado di appello successivamente al conferimento della procura speciale per il ricorso per cassazione ad altro difensore). Tale principio appare applicabile, in considerazione del rinvio esterno di cui all'art. 39 c.p.a., anche al PAT. Analogamente, appare applicabile anche al PAT il principio recentemente espresso da Cass. III, n. 8815/2020, secondo cui l'attestazione di conformità all'originale della procura alle liti può essere prodotta contestualmente all'iscrizione a ruolo e al deposito del fascicolo telematico anche se la notifica del ricorso è avvenuta a mezzo pec, applicandosi nel caso in esame l'art. 125 c.p.c. Si evidenzia che secondo T.A.R. Napoli (Campania) VII, 18 giugno 2021, n. 4191 è inammissibile il ricorso al T.A.R. per il quale sia stata prodotta la copia informatica della procura alle liti, rilasciata dal ricorrente, priva della necessaria firma digitale e di asseverazione di conformità all'originale cartaceo ad opera del difensore, e per non essere stata allegata agli atti in copia autentica la sentenza di cui si chiede l'ottemperanza. Meno di recente Lazio-Roma con ord. n. 9588/2017 ha evidenziato che il mancato depositato agli atti di causa della copia informatica della procura alle liti, fornita dell'attestazione di conformità di cui all'art. 136 c.p.a., non può essere sanato dal riferimento al fatto che la procura cartacea è contenuta nel fascicolo processuale del giudizio innanzi al G.O. Secondo la giurisprudenza prevalente, il deposito della copia informatica della procura cartacea priva di asseverazione costituisce irregolarità sanabile mediante l'assegnazione di un termine perentorio per regolarizzazione nelle forme di legge, a pena di irricevibilità (T.A.R. Napoli, VI, ord. n. 4978/2017, Cons. St. IV, n. 1541/2017). Il T.A.R. Palermo III, ritiene, tuttavia, che in caso di inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione sia superfluo procedere alla regolarizzazione (ex multis: n. 2830/2017). Di segno opposto, il T.A.R. Napoli I, n. 1694/2017 secondo cui l'asseverazione della procura riportata in un diverso file e non sottoscritta con firma digitale sarebbe nulla e tale sanzione non potrebbe essere mitigata dall'avvenuta sottoscrizione da parte del difensore, mediante apposizione della firma digitale, in calce al “Modulo Deposito Atto/Documenti”. Si osservi che il potere/dovere di cui trattasi è diverso ed ulteriore rispetto al dovere di asseverazione della firma autografa del cliente previsto dall'art. 83 c.p.c.1 (applicabile nel processo amministrativo in virtù del c.d. “rinvio esterno” di cui all'art. 39, comma 1, c.p.a.). Nel PAT, inoltre, il dovere di asseverazione della procura sussiste anche qualora la stessa sia conferita con atto informatico sottoscritto con firma digitale del difensore e del cliente (cfr. art. 8 dell'all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021). In tal caso, infatti, l'asseverazione non ha la funzione di attestare l'autenticità della firma del cliente (che, in quanto firma digitale, gode di garanzie ulteriori rispetto alla firma autografa), quanto piuttosto quella di certificare l'esistenza di un mandato ad litem tra difensore e cliente munito di firma digitale. Trattandosi di attestazione compiuta da pubblico ufficiale, qualora se ne voglia contestare la veridicità unico rimedio possibile è la proposizione di querela di falso (Cass. pen. n. 26066/2004). Rispetto all'attestazione di conformità della procura prevista, per il PCT, dall'art. 83 c.p.c., l'art. 8 dell'all.1, d.P.C.S. 28 luglio 2021richiede quindi un adempimento aggiuntivo: oltre all'asseverazione della sottoscrizione del cliente – che può essere compiuta tanto con firma autografa, quanto con sottoscrizione digitale – è infatti necessario che il difensore attesti la conformità della copia informatica della procura depositata con modalità telematiche a quella cartacea in suo possesso. Per quanto riguarda le modalità di asseverazione, l'art. 8, comma 2, dell'all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 testualmente dispone che “Nei casi in cui la procura è conferita su supporto cartaceo, il difensore procede al deposito telematico della copia per immagine su supporto informatico, compiendo l'asseverazione prevista dall'articolo 22, comma 2, del CAD con l'inserimento della relativa dichiarazione nel medesimo 2 o in un distinto documento sottoscritto con firma digitale 3 ”. L'asseverazione, quindi, può essere contenuta tanto nella medesima procura cartacea quanto in un documento separato. In tale ultimo caso potrà trattarsi sia di un documento informatico nativo digitale, sia di una copia informatica, anche per immagine, dell'asseverazione contenuta in un atto cartaceo. L'atto separato contenente l'asseverazione, ai sensi dell'art. 8, comma 3, dell'all.1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 4, dovrà essere depositato con modalità telematiche unitamente alla procura a cui si riferisce. È indispensabile, tuttavia, sgombrare il campo dall'equivoco secondo cui qualora l'attestazione sia contenuta in un documento separato rispetto al documento informatico contenente copia per immagine della procura sarebbe necessario, in applicazione dell'art. 4, comma 3 del d.P.C.M. 13 novembre 2014, inserire nella copia informatica, mediante apposito software, un riferimento temporale e l'impronta della copia informatica della procura (il cd. HASH) 5 . Ed invero, proprio al fine di scongiurare le problematiche applicative che hanno caratterizzato l'avvio del PCT quanto alla problematica dell'applicazione o meno, in ambito processuale, delle richiamate regole tecniche di cui all'art. 71 del d.lgs. n. 82/2005 e s.m.i., con riferimento al PAT si è voluto prevedere espressamente che il difensore compie l'asseverazione prevista dall'articolo 22, comma 2, del CAD semplicemente con l'inserimento della relativa dichiarazione nel medesimo o in un distinto documento sottoscritto con firma digitale. Al fine di agevolare l'attività dei difensori, in caso di ricorso collettivo, ove le procure siano conferite su supporti cartacei, e prevista la possibilità per il difensore (che, tuttavia, non costituisce un obbligo) di inserire in un unico file copia per immagine di tutte le procure. Specie con riferimento a tale ipotesi, tuttavia, atteso che la scansione dei documenti cartacei può rivelarsi particolarmente “pesante” occorre tener presente il decreto 23 dicembre 2016, n. 154, del Segretario generale della giustizia Amministrativa sui limiti di dimensione del singolo file allegato al modulo di deposito effettuato mediante PEC o upload. Tale decreto è rinvenibile all'indirizzo: giustizia-amministrativa.it. In tali casi, pertanto, potrebbe porsi l'esigenza per il difensore di richiedere al Giudice l'autorizzazione, in via eccezionale, al deposito in giudizio della relativa documentazione con modalità cartacee. Anche per quanto riguarda il PAT, ai fini dell'asseverazione non quindi sarà necessario applicare le Regole tecniche di cui al d.P.C.M. del 13 novembre 2014 (con conseguente necessità di hash e marca temporale) ma è sufficiente la dichiarazione del difensore. Ai fini del deposito con modalità telematiche di un atto processuale di parte, di un provvedimento del giudice o di un documento formato su supporto analogico, per i ricorsi depositati dal 1° gennaio 2017 occorre obbligatoriamente utilizzare i moduli informatici in formato PDF, rinvenibili sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa, all'indirizzo: giustizia-amministrativa.it. In particolare, al fine del deposito della procura occorre utilizzare il Modulo deposito ricorso, allegando la procura nell'apposito campo 6. Qualora l'attestazione di conformità sia contenuta in un documento separato, al fine di considerarla “apposto in calce” alla procura sarà sufficiente depositare il documento contenente l'attestazione utilizzando il Modulo: Deposito Ricorso in sequenza alla copia informatica della procura conferita con modalità cartacea7. [1] [7]La funzione del difensore di certificare l'autografia della sottoscrizione della parte, ai sensi degli artt. 83,125 c.p.c. e 40 c.p.a., pur trovando la sua base in un negozio giuridico di diritto privato (mandato), ha natura essenzialmente pubblicistica, atteso che la dichiarazione della parte, con la quale questa assume su di sé gli effetti degli atti processuali che il difensore è legittimato a compiere, è destinata a dispiegare i suoi effetti nell'ambito del processo. Ne consegue che il difensore, con la sottoscrizione dell'atto processuale e con l'autentica della procura riferita allo stesso, compie un negozio di diritto pubblico e riveste la qualità di pubblico ufficiale, la cui certificazione può essere contestata soltanto con la querela di falso. [2] [8]In tal caso si tratterà di attestazione autografa, sottoscritta con le tradizionali modalità. [3] [9]T.A.R. Campania (Napoli) I, n. 1694/2017 ha ritenuto nullo il deposito con modalità telematiche della copia per immagini della procura alle liti formata in originale analogico, effettuato in violazione dell'art. 8 dell'All.1, d.P.C.S. 28 luglio 2021, poiché l'asseverazione riportata in un diverso file non era stata sottoscritta con firma digitale. [4] [10]L'art. 8, comma 3, dell'All.1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 dispone: La procura alle liti si considera apposta in calce all'atto cui si riferisce: a) quando è rilasciata su documento informatico separato depositato con modalità' telematiche unitamente all'atto a cui si riferisce; b) quando è rilasciata su foglio separato del quale é estratta copia informatica, anche per immagine, depositato con modalità telematiche unitamente all'atto a cui si riferisce. [5] [11]Secondo Giurdanella Guarnaccia, Il processo amministrativo telematico, Santarcangelo di Romagna, 2017, 73, l'apposizione di hash e marca temporale e comunque necessario quando la procura cartacea è notificata, unitamente all'atto processuale a cui si riferisce, a mezzo PEC, in quanto l'art. 3-bis, comma 5, lett. g) della l. n. 53/1994 prevede che l'attestazione di conformità debba essere inserita nella relata di notifica, cioè in un distinto documento informatico rispetto a quello contenente la procura ad litem a cui la dichiarazione si riferisce. [6] [12]La FAQ n. 15 pubblicata sul sito web istituzionale della G.A. alla domanda «Che caratteristiche deve avere il file che si allega nella sezione “Procura”?» risponde: “Se la procura è stata conferita su supporto cartaceo, il difensore deve ottenere la copia per immagine su supporto informatico (scansione del foglio), inserire l'asseverazione, ai sensi dell'art. 22 CAD, e provvedere a firmarla digitalmente prima di allegarla al Modulo di deposito. L'asseverazione può essere inserita con apposito programma, procedendo alla sovrascrizione del file che contiene la scansione della procura. Se la procura è sottoscritta digitalmente anche dal cliente, il difensore deve provvedere anch'egli alla sottoscrizione digitale e ad allegare il file al Modulo. La procura può essere apposta a margine o rilasciata su foglio separato. Nel primo caso si provvede a scansionare la prima pagina del ricorso, ad inserire l'asseverazione ex art. 22 CAD e a firmare digitalmente”. Si e già precisato, tuttavia, come la procura apposta a margine o in calce al ricorso sia incompatibile con un file nativo digitale (formato, questo, prescritto per l'atto introduttivo del giudizio dall'art. 136, comma 2, c.p.a., prima ancora che dall'art. 12 dell'All. 2 al d.P.C.S. 28 luglio 2021. In via residuale, quindi, tale modalità di conferimento della procura e ipotizzabile solo in caso di redazione del c.d. “doppio originale”, ai fini della notificazione. Non smentisce tale interpretazione il T.A.R. Campania (Napoli) VIII, ord. n. 2420/2017, secondo cui l'art. 8, comma 3, dell'All.1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 non esclude che la procura ad litem possa essere ritualmente apposta a margine dell'atto introduttivo del giudizio: infatti nel caso in esame la procura e apposta su un atto introduttivo nativo cartaceo. Il problema piuttosto e che l'atto nativo cartaceo e ammesso dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 al mero fine della notificazione e non anche del deposito in giudizio, per cui l'art. 136, comma 2-bis, c.p.a. espressamente richiede che l'atto di parte sia nativo digitale. [7] [13]T.A.R. Lazio (Roma) III, n. 5545/2017 ha riconosciuto la validità della procura rilasciata in formato analogico sottoscritta con firma autografa e depositata con modalità telematiche nella sezione “Procura” del “modulo deposito del ricorso”. Dalla schermata estrapolata dalla ricorrente si evince la regolare sottoscrizione anche di questo documento con firma digitale, avvenuta mediante la seguente sequenza: 1) scansione della copia per immagine; 2) asseverazione ex art. 22, comma 2, d.lgs. n. 82/2005, con l'inserimento della relativa dichiarazione; 3) sottoscrizione con firma digitale (trattasi di firma “PAdES” che consente la conservazione della medesima estensione del file che rimane “pdf”). |