Dichiarazione ai fini del contributo unificato (art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115)InquadramentoIl pagamento del contributo unificato, per quanto riguarda il processo amministrativo, è soggetto a una specifica regolamentazione dettata dall'art.13, comma 6 bis, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115. Con circolare n. 7 del 29 ottobre 2014, di parziale modifica della circolare del 18 ottobre 2011, il Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa ha fornito dettagliate istruzioni e risposte ai quesiti più frequenti circa il pagamento del contributo unificato. Si evidenzia che il mancato pagamento del contributo, pur doveroso, non pregiudica l'ammissibilità del ricorso. Solo con il recente decreto del 27 giugno 2017 (G.U. Serie Generale n.167 del 19-07-2017) - che, ai sensi dell'art.3, è entrato in vigore il primo giorno del secondo mese successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - sono state dettate le norme per il pagamento del contributo unificato con modalità telematiche. Per effetto di quanto disposto dall'art.1 di tale decreto, il contributo unificato dovuto per i giudizi dinanzi al giudice amministrativo viene oggi versato tramite il sistema dei versamenti unitari, di cui agli articoli 17 e s.s. del d.lgs. 9 luglio 1997, n. 241, senza la possibilità di avvalersi della compensazione ivi prevista, con un apposito modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” (c.d. F24 ELIDE), presentato esclusivamente con le modalità telematiche rese disponibili dall'Agenzia delle entrate e dagli intermediari. Le Pubbliche Amministrazioni potranno utilizzare, in alternativa, il modello “F24 Enti Pubblici” (c.d. F24 EP). Il pagamento con tali modalità riguarda, tuttavia, esclusivamente i ricorsi depositati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto del MEF e, comunque, dopo l'entrata in vigore del PAT. Ai sensi dell'art.2 è stabilito che tali modalità siano osservate anche per la proposizione di ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica, disciplinati dal d.P.R. n. 1199/1971 e di ricorsi straordinari al Presidente della Regione Siciliana, disciplinati dall'art. 23 dello Statuto della Regione Siciliana, approvato dal r.d.l. 15 maggio 1946, n. 455 e dall'art. 9 del d.lgs. 24 dicembre 2003, n. 373. Con la risoluzione n. 123/E del 12 ottobre 2017, a decorrere dal 1° novembre 2017, sono stati istituiti i codici tributo per il versamento spontaneo del contributo unificato in argomento. I codici ufficio degli uffici della Giustizia Amministrativa sono reperibili nella tabella allegata alla risoluzione n. 123/E del 12/10/2017, pubblicata sul sito internet dell'Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it. Con decreto del Segretariato Generale della Giustizia amministrativa n. 211 del 18 ottobre 2017 è stato previsto che, a decorrere dal 1° novembre 2017, il contributo unificato per i ricorsi promossi dinanzi al giudice amministrativo, per i ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica e per i ricorsi straordinari al Presidente della Regione siciliana deve essere versato con l'apposito modello F24 Elide. Le istruzioni per pagare il contributo unificato tramite tale modalità, pubblicate nel sito internet della G.A., Sezione Home > Processo Amministrativo Telematico > Contributo Unificato, prevedono anche come debba essere compilato, a tal fine, l'apposito campo del Modulo deposito Ricorso reperibile sul sito della Giustizia Amministrativa (https://www.giustizia-amministrativa.it). L'operatività dei suddetti codici tributo decorre dal 1° gennaio 2018. Con la risoluzione N. 8/E del 25/01/2018 l'utilizzo dei sopraindicati codici tributo è stato esteso al modello di pagamento F24 Enti pubblici (c.d. F24 EP). Infatti, dal 1° gennaio 2018 non è più ammesso il pagamento del contributo unificato mediante modalità diverse dal modello F24 Elide e non potranno essere più accettate ricevute di versamenti fatte con modalità diverse. A tal fine, A tal fine, l'Agenzia delle entrate ha istituito, rispettivamente, i codici tributo GA01 – GA02 – GA03 – GA04 e GA05 per il versamento spontaneo del contributo unificato e i codici tributo GA0T – GA0S – GA0Z per il versamento delle somme dovute per l'omesso o insufficiente pagamento del contributo unificato a seguito dell'invito al pagamento da parte degli uffici della Giustizia Amministrativa, da utilizzare mediante il modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” (c.d. F24 ELIDE), da presentarsi esclusivamente con modalità telematiche. Con la risoluzione n. 8/E del 25 gennaio 2018 l'utilizzo dei sopraindicati codici tributo è stato esteso al modello di pagamento F24 Enti pubblici (c.d. F24 EP). Le istruzioni per avvocati, cittadini e amministrazioni relative alle modalità di pagamento unitamente alle indicate risoluzioni e alla normativa di riferimento sono consultabili nell'apposita sezione del portale web della giustizia amministrativa, alla voce “Contributo Unificato” nella sezione “Processo Amministrativo telematico” e risultano aggiornate alla data del 5 febbraio 2018. A partire dal 22 febbraio 2018, nel sistema SIGA è stato inoltre reso disponibile il nuovo modello di ‘Invito al pagamento' per il contributo unificato. FormulaDICHIARAZIONE AI FINI DEL CONTRIBUTO UNIFICATO [1] Ai sensi dell'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che: [Dichiarazione di valore rito ordinario] il presente giudizio è sottoposto al rito ordinario e il contributo unificato dovuto è pari a euro 650,00 [2]. [Dichiarazione di valore per rito abbreviato comune a determinate materie previsto dal Libro IV, Titolo V, del c.p.a., nonché da altre disposizioni che richiamino il citato rito] Il presente giudizio, trattandosi di materia ... , è sottoposto al rito abbreviato previsto dal Libro IV, Titolo V, del c.p.a. Il contributo unificato dovuto è pertanto pari a euro 1.800,00 [3]. [Dichiarazione di valore per rito di cui all'art. 119 comma 1 c.p.a. lett. a) e b)- valore della controversia compreso tra euro 200.000,00 e 1.000.000,00] il presente giudizio è sottoposto al rito di cui all'art. 119, comma 1 lettere a) e b) del c.p.a. e il valore della controversia è compreso tra euro 200.000,00 e 1.000.000,00. Il contributo unificato dovuto è pertanto pari a euro 4.000,00 [4]. [Dichiarazione di valore per rito di cui all'art. 119 comma 1 c.p.a.- lett. a) e b) valore della controversia pari o superiore a 1.000.000,00] il presente giudizio è sottoposto al rito di cui all'art. 119, comma 1 lettere a) e b) del c.p.a. e il valore della controversia è pari o superiore a 1.000.000,00. Il contributo unificato dovuto è pertanto pari a euro 6.000,00 [5]. [Dichiarazione di valore per pubblico impiego [6]] il presente giudizio attiene a materia di pubblico impiego e pertanto il contributo unificato dovuto, ai sensi degli art. 9 e 13, commi 3 e 6-bis, del T.U. n. 115/2002, è pari a euro 325,00 [7]. [Dichiarazione di valore per riti con C.U. ridotto] il presente giudizio verte in materia di silenzio della P.A. oppure, di accesso agli atti detenuti dalla P.A., oppure di ottemperanza al giudicato, oppure di cittadinanza, residenza, soggiorno e ingresso nel territorio dello Stato e pertanto il contributo unificato dovuto è pari a euro 300,00 [8]. [Dichiarazione di valore. Esente] [9] - il presente giudizio, in considerazione del reddito imponibile ai fini IRPEF del ricorrente [10], è esente dal versamento del contributo unificato. - il presente giudizio attiene a materia di [ ... ] [11] e pertanto il presente ricorso è esente [[12]] [12] dal versamento del contributo unificato. Firma Avv. ... [13] 1. La dichiarazione va apposta in calce all'atto introduttivo del giudizio. 2. Si rammenta che a seguito della l. n.228/2012 artt.25,26 è previsto l'aumento della metà dei predetti importi per i giudizi di impugnazione (appello, revocazione ed opposizione di terzo) 3. A tale importo fanno eccezione h) le ordinanze adottate in tutte le situazioni di emergenza dichiarate ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e i consequenziali provvedimenti commissariali: in tal caso, infatti, il valore della lite è determinato, a norma dell'art. 14, comma 3 ter T.U. n. 115/2002, dall'importo posto a base d'asta (al netto dell'IVA) individuato dalle stazioni appaltanti negli atti di gara, ai sensi dell'art. 29 del d.lg. 12 aprile 2006 n.163 (codice appalti). Si rammenta che a seguito della l. n.228/2012 artt.25,26 è previsto l'aumento della metà dei predetti importi per i giudizi di impugnazione (appello, revocazione ed opposizione di terzo) 4. Si rammenta che a seguito della l. n.228/2012 artt.25,26 è previsto l'aumento della metà dei predetti importi per i giudizi di impugnazione (appello, revocazione ed opposizione di terzo); 5. In caso di omessa dichiarazione di valore, il contributo dovuto sarà pari a 6.000,00 euro. 6. . In materia di pubblico impiego, nei casi in cui sussiste la giurisdizione residuale del Giudice Amministrativo, con l'art. 37, comma 6, del d.l. n. 98/2011 l'esenzione totale dal pagamento del contributo unificato è stata sostituita da una esenzione parziale, in ragione del reddito posseduto dal ricorrente. Il contributo unificato, quindi, non sarà dovuto, per ragioni di reddito, qualora si tratti di ricorsi proposti dal soggetto titolare di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, superiore al triplo dell'importo. La previsione del beneficio dal contributo unificato, sia pure nei limiti di reddito innanzi indicati, riguarda anche le controversie inerenti al “rapporto di lavoro del personale dei servizi di informazione per la sicurezza”, atteso che la norma agevolativa, costituendo un principio generale valevole per ogni forma di pubblico impiego (in base ad un'interpretazione costituzionalmente orientata della norma), prevale sulla disposizione processuale che sottopone a rito abbreviato la risoluzione delle controversie del suddetto personale.acaponotaVanno invece sottoposte al pagamento del contributo unificato le controversie instaurate dal datore di lavoro avverso il provvedimento di diniego di cassa integrazione guadagni (cfr., in tal senso, la nota 23 marzo 2011 prot. n. 2011/31185 dell'Agenzia delle Entrate, in merito alla corretta interpretazione della normativa sul bollo). acaponotaAnalogamente, è dovuto il contributo unificato in relazione a ricorsi aventi ad oggetto la nomina, il recesso ovvero la decadenza dall'incarico di direttore generale delle aziende sanitarie locali, atteso che il rapporto di lavoro è di natura privatistica e, in particolare, di lavoro autonomo, ai sensi dell'art. 2222 del codice civile (cfr., in tal senso, da ultimo, Cass. S.U., 26 gennaio 2011 n. 1767). acaponotaATTENZIONE: in caso di ricorso collettivo la dichiarazione concernente la sussistenza delle condizioni reddituali richieste dalla norma per usufruire dell'esenzione deve essere resa da tutti i ricorrenti, non rilevando, ai fini fiscali, che l'impugnativa sia stata proposta in forma collettiva piuttosto che in forma individuale. Ciò comporta che, ai fini della debenza del contributo unificato nella misura di 325,00 euro complessivi, è sufficiente che anche uno solo dei ricorrenti goda di un reddito superiore a quello indicato dalla norma, non rilevando a tal fine i rapporti interni alla parte ricorrente. 7. Si rammenta che a seguito della l. n.228/2012 artt.25,26 è previsto l'aumento della metà dei predetti importi per i giudizi di impugnazione (appello, revocazione ed opposizione di terzo); 8. Si rammenta che a seguito della l. n.228/2012 artt.25,26 è previsto l'aumento della metà dei predetti importi per i giudizi di impugnazione (appello, revocazione ed opposizione di terzo); 9. Per la casistica dettagliata delle materie esenti, v. circolare Segretariato Generale della giustizia amministrativa del 29 ottobre 2014 n.7, lett. E 10. Quanto all'esenzione dal pagamento, in via generale, il primo criterio per valutare l'eventuale esenzione è il reddito (art. 37 d.P.R. n. 115/2002). Si tratta, come chiarito dal parere dell'Agenzia delle Entrate del 16 settembre 2013, del reddito imponibile ai fini IRPEF, quale definito dall'art. 3 del Testo Unico sull'Imposta dei redditi. Secondo TAR Roma, n.7284/2013, nelle cause di lavoro, ai fini della determinazione del reddito da prendere a riferimento per l'esenzione dal contributo unificato, gli artt. 9, comma 1-bis e 76, d.P.R. n. 115/2002 richiedono che il reddito da considerare sia quello complessivo del nucleo familiare, compreso quello del ricorrente. 11. L'art.13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 stabilisce, inoltre, una specifica esenzione del pagamento del contributo unificato per i ricorsi previsti dall'art. 25 della l. n. 241 del 1990 avverso il diniego di accesso alle informazioni di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195, di attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale. Una ulteriore esenzione è prevista dall'art.18 del d.P.R. n.115/2002 con riferimento ai ricorsi amministrativi per la garanzia del sostegno agli alunni con handicap fisici o sensoriali, ai sensi dell'art. 13, comma 3, l. n.104/1992. Non è dovuto il pagamento, infine, per i ricorsi in materia di contenzioso elettorale (art.127) nonché per quelli in materia di concorsi pubblici (punto 12, tab.B., d.P.R. 2 ottobre 1972n. 642, richiamato dall'art 10, comma 1, d.P.R. n.115/2002). 12. La ragione dell'esenzione deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo. Analogamente a quanto previsto dal medesimo T.U. n. 115 del 2002 per la dimostrazione reddituale richiesta per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato (art. 79) la parte può produrre, a mezzo del sue difensore, dichiarazione sostitutiva di certificazione ai sensi dell'art. 16 comma 1 lett. o) del d.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445, attestante la sussistenza delle condizioni di reddito previste per beneficiare dell'esenzione. acaponotaAlla segreteria dell'ufficio giudiziario non compete alcuna indagine di carattere fiscale. Essa è tenuta esclusivamente a trasmettere all'ufficio finanziario competente la documentazione utilizzata dall'interessato per ottenere il beneficio dell'esenzione, analogamente a quanto previsto, sempre per il patrocinio a spese dello Stato dall'art. 127 del T.U. n. 115 del 2002, salvo procedere all'invito al pagamento del contributo unificato, qualora il procedimento di verifica fiscale desse esito negativo per l'interessato 13. La dichiarazione va sottoscritta. Trattandosi di dichiarazione apposta nelle conclusioni del ricorso, ricorso incidentale, motivi aggiunti etc. la sottoscrizione coincide con quella di sottoscrizione dell'atto. Per i ricorsi successivi alla data del 1° gennaio 2017, si rammenta che l'atto deve essere redatto in formato originale digitale e sottoscritto con firma PAdES. acaponotaVa peraltro osservato che, di recente, Cons.St., III, n.744/2018 ha ribadito che l'evoluzione tecnologica non può risolversi in un ostacolo alla tutela giurisdizionale (soprattutto nei procedimenti elettorali che prevedono tempi molto brevi) e che pertanto non può ritenersi nullo l'atto sottoscritto con firma PADES – BASIC e non PADES – BES, richiesta dalle norme tecniche, in virtù del principio del raggiungimento dello scopo ex art. 156, comma 3, c.p.c. CommentoAi sensi dell'art. 9, comma 1 del d.P.R. n. 115/2002 chi intende proporre un giudizio in materia civile (compresa la procedura concorsuale e di volontaria giurisdizione) amministrativa e tributaria, a fronte del servizio di giustizia reso dallo Stato è tenuto a versare un contributo unificato per ciascun grado di giudizio. Il presupposto d'imposta è costituito, ai sensi dell'art. 14 del T.U. n. 115/2002, dal deposito dell'atto introduttivo del giudizio con cui si instaura il processo amministrativo di primo o di secondo grado, finalizzato ad una pronunzia nel merito. Pertanto, come chiarito dal punto E-6 della circolare n.7 del 29 ottobre 2014 del Segretariato Generale della G.A., la mera proposizione di istanza cautelare, anche ante causam, ai sensi degli art.55, 56 e 61 c.p.a. non è soggetta a pagamento di contributo unificato; analogamente, non è dovuto il contributo in caso di richiesta di esecuzione di ordinanza cautelare ex art.59 c.p.a., di appello cautelare ex art.92, comma 5 c.p.a. e di sospensione della sentenza di primo grado ex art.98 c.p.a. La norma precisa che tenuto al pagamento "contestuale" del contributo unificato è la parte che per prima deposita il ricorso introduttivo. Posto che l'art. 14 del T. U. n. 115/20022 configura come presupposto d'imposta il deposito del ricorso introduttivo, anche dopo il passaggio in giudicato della sentenza che conclude il giudizio cui è riferito il contributo unificato non tempestivamente versato dal debitore d'imposta, l'invito al pagamento deve essere inviato sempre e comunque a quest'ultimo, il quale, a sua volta potrà ottenere il rimborso di quanto pagato, rivolgendosi, in sede di rivalsa, alla parte soccombente. Con le modifiche apportate all'art. 13, comma 6-bis, del T.U. n. 115/2002, il legislatore ha esplicitato che per “ricorso” si intendono anche il ricorso incidentale – a cui è equiparata la domanda riconvenzionale di cui all'art.42, comma 5, c.p.a. - e i motivi aggiunti che introducono domande nuove (ciò significa che non è dovuto il pagamento del contributo quando con i motivi aggiunti venga impugnato l'originario provvedimento impugnato con il ricorso principale ma con nuovi motivi). In tali ipotesi l'onere tributario sorge, quindi, all'atto del deposito del ricorso incidentale o dei motivi aggiunti con cui si impugnano nuovi provvedimenti o si introducono nuove azioni di accertamento o di condanna non contemplate nell'atto introduttivo del giudizio. La circolare n. 7 del 29 ottobre 2014 del Segretariato generale della G.A. precisa che l'individuazione da parte dell'ufficio giudiziario del presupposto d'imposta, in relazione al deposito di “motivi aggiunti”, va effettuata tenendo conto dei seguenti requisiti, che devono sussistere congiuntamente: impugnazione di un atto (di qualsivoglia natura e portata sostanziale) “nuovo” vale a dire non gravato con il ricorso introduttivo del giudizio, ovvero richiesta di accertamento di un rapporto, ovvero azione di condanna (per es. risarcimento del danno) formulate per la prima volta in giudizio; notifica dei "motivi aggiunti" all'amministrazione emanante e ai controinteressati. In tal modo si attribuisce rilevanza decisiva al contenuto ed alla natura ampliativa del thema decidendum dell'atto giudiziario che si va a depositare rispetto all'intestazione dello stesso: se ne ricava che saranno considerate del tutto equivalenti al classico nomen iuris “motivi aggiunti" altre diciture, pure utilizzate nella prassi forense quali "ulteriori motivi di ricorso" ovvero "Memoria integrativa", dovendosi attribuire prevalenza alla finalità perseguita con la notifica dell'atto (cioè il sostanziale ampliamento del thema decidendum). L'ufficio giudiziario chiamato ad applicare il contributo unificato non dovrà effettuare alcuna indagine di merito sulla effettiva lesività dell'atto oggetto dei motivi aggiunti (si pensi, ad es. all'impugnazione di atti infraprocedimentali, quali un verbale di gara pubblica) trattandosi di valutazione che spetta in via esclusiva al giudice. Considerazioni analoghe vanno effettuate nel caso di proposizione del ricorso incidentale. Si ricorda, inoltre, che dopo la temporanea abrogazione operata dall'art. 37, comma 6, del d.l. n.98/2011, l'art. 13, comma 6-bis.1, T.U. n. 115/2002 reca nuovamente la previsione che l'onere del pagamento del contributo unificalo gravi sulla parte soccombente in giudizio, anche nel caso di compensazione delle spese di causa ed anche nel caso in cui essa non si sia costituita in giudizio. Il criterio di determinazione del “quantum” del contributo unificato dovuto per l'accesso alla tutela giurisdizionale dinanzi al giudice amministrativo, è invece stabilito: a) in base alla tipologia del ricorso, con la previsione della progressività degli importi limitatamente alle controversie concernenti gli appalti ed i provvedimenti delle Autorità indipendenti, in ragione del valore della causa; b) in base alla materia oggetto del contenzioso. L'art. 1, commi 25 e 26 della l. n. 228/2012 ha modificato gli importi e le modalità di calcolo del contributo unificato previsti dall'art.13 comma 6-bis del d.P.R. n.115/2002, come modificato dall'art.37, comma 6, del d.l. n.98/2011, conv. con mod. dalla l. n.111/2011. Dal nuovo assetto normativo deriva: a) una misura ordinaria del contributo unificato, fissata in 650,00 euro, dovuta all'atto del deposito del ricorso giurisdizionale amministrativo; b) l'importa di 300,00 euro per i ricorsi in materia di silenzio della P.A., di accesso agli atti detenuti dalla P.A., di ottemperanza al giudicato, nonché per quelli in materia di cittadinanza, residenza, soggiorno e ingresso net territorio dello Stato; e) l'importo di 325,00 euro per i ricorsi in materia di pubblico impiego, fatta salva l'eventuale esenzione in ragione del reddito: d) l'importo di 1.800,00 euro per i ricorsi cui si applica il rito abbreviato comune a determinate materie previsto dal Libro IV, Titolo V, del Codice, nonché da altre disposizioni che richiamino il citato rito; e) l'importo di 2.000,00 euro per i ricorsi di cui all'art. 119, (comma 1 lett. a) e b) del c.p.a. (vale dire, i provvedimenti concernenti le procedure di affidamento di pubblici lavori, servizi e forniture ed i provvedimenti delle Autorità indipendenti, con esclusione di quelli relativi ai rapporti di servizio con i propri dipendenti), quando il valore della controversia è pari o inferiore a 200.000,00 euro; per quelle di importo superiore ad euro 200.000,00 e fino ad euro 1.000.000,00 il contributo dovuto è di 4.000.00 euro; per le controversie di valore superiore ad euro 1.000.000,00 il contributo è pari a 6.000,00 euro. Nei casi in cui manchi la dichiarazione di cui all'art. 14 comma 3-bis, T.U. n. 115/2002 il contributo dovuto è di 6.000,00 euro. Per i ricorsi di cui all'art. 119, comma 1, lett. h) del c.p.a. il valore della lite è determinato, a norma dell'art. 14, comma 3-ter T.U. n. 115/2002, dall'importo posto a base d'asta (al netto dell'IVA) individuato dalle stazioni appaltanti negli atti di gara, ai sensi dell'art. 29 del d.lgs. 12 aprile 2006 n.163 (codice appalti). In caso di controversie relative all'irrogazione di sanzioni delle Autorità indipendenti, comunque denominate, il valore è costituito dalla somma di queste. Nei casi in cui il valore della causa non sia determinato né determinabile, il contributo unificato è dovuto nella misura di 2.000,00 euro; f) l'aumento della metà dei predetti importi per i giudizi di impugnazione (appello, revocazione ed opposizione di terzo); g) l 'assoggettamento a contributo unificato dei ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica; h) l'aumento della metà degli imporli dovuti ove il difensore non indichi il proprio indizino di posta elettronica certificata ed il propria recapito fax; i) l'esenzione per i ricorsi riguardanti l'accesso in materia ambientale; l) la definizione di "ricorso” ai fini dell'individuazione degli atti processuali da sottoporre a contributo unificato. Sul piano transitorio, la l. n. 228/2012 stabilisce che le nuove misure e l'aumento della metà per i giudizi di impugnazione si applicano ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° gennaio 2013. Per una indicazione dettagliata degli importi dovuti per le controversie proposte in primo e in secondo grado, anche in caso di trasposizione di ricorso straordinario, si veda la richiamata circolare del Segretariato Generale della giustizia amministrativa 29 ottobre 2014 n. 7. Con riferimento ai ricorsi depositati in primo e in secondo grado dopo l'entrata in vigore del PAT (cioè, dalla data del 1° gennaio 2017) ma prima dell'entrata in vigore del decreto del MEF di cui all'art. 192, comma 2, del d.P.R. n.115/2002, uno dei problemi principali riguardava la prova con modalità telematiche del pagamento del contributo unificato pagato con le tradizionali modalità “cartacee”. In tal caso, infatti, al momento di depositare il ricorso introduttivo con modalità telematiche, nella compilazione del Modulo di Deposito Ricorso era richiesto al difensore di indicare le informazioni relative: - alla data del versamento (cioè, quella in cui è effettivamente avvenuto il pagamento, come attestato dalla ricevuta); - alla modalità versamento (che attualmente prevede LOTTOMATICA, POSTA, F23, CARTELLA ESATTORIALE, selezionabili dall'apposita tendina); - agli estremi versamento (che sono dedotti dalla ricevuta; il loro formato dipende dalla Modalità versamento prescelta); - all'importo versato (che è quello effettivo del versamento indicato). La spunta “Altro Ufficio” andava invece selezionata se il versamento non è relativo al deposito attuale, ma è stato eseguito presso un altro tribunale/amministrazione; ad esempio, in caso di ricorso straordinario o di riassunzione da altro TAR dove l'importo era stato già pagato. Era inoltre possibile indicare più di un versamento, nel caso il pagamento sia stato frazionato, semplicemente premendo su “Aggiungi”. Infine, viene richiesto al difensore di allegare la copia informatica della documentazione attestante il pagamento medesimo, eventualmente ottenuta attraverso scansione, il cui originale rimane tuttavia nella disponibilità del difensore. L'originale cartaceo andava quindi conservato per eventuali richieste future, a seconda delle disposizioni organizzative adottate dai diversi uffici giudiziari. La FAQ n. 30 pubblicata sul sito istituzionale della G.A. in data 29 dicembre 2016 alla domanda “Si può inviare il Modulo deposito Ricorso anche se non è stato ancora pagato il contributo unificato dovuto?” precisava tuttavia che, come specificato anche nelle istruzioni per la compilazione del Modulo deposito ricorso, l'avvocato poteva inviare il Modulo anche in assenza di prova del pagamento del contributo unificato (in caso sia dovuto ma non si sia ancora provveduto a pagare). In tal caso doveva selezionare l'opzione “Non esente”. Tale indicazione, come si evince anche dalle Istruzioni per avvocati, cittadini e pubbliche amministrazioni (aggiornamento 05/02/2018) pubblicate nell'apposita sottosezione “Contributo Unificato” della Sezione “Processo Amministrativo Telematico”, è ancora valida pur dopo l'entrata in vigore dell'obbligo di pagare il contributo unificato esclusivamente con modalità telematiche, come si evince dal fatto che le informazioni relative all'avvenuto pagamento possono essere introitate anche in un momento successivo al deposito del ricorso attraverso il Modulo deposito Atto (cfr. pag. 6 richiamate delle Istruzioni). Come è noto, infatti, le violazioni di carattere fiscale, quali la mancata integrazione del contributo unificato, non comportano, sul piano processuale, l'inammissibilità del ricorso incidentale (Cass. III, n.4366/2012). Il mancato pagamento del contributo espone tuttavia il responsabile alle sanzioni pecuniarie, come dettagliatamente chiarito nella circolare del Segretariato Generale della Giustizia amministrativa del 26 aprile 2007 n. 10186. Quanto alla riscossione coattiva, valgono le modalità stabilite con la circolare del Segretariato Generale della G.A del 29 gennaio 2004 n. 56. Si ricorda, inoltre, che ai sensi della FAQ n.24 pubblicata sul sito istituzionale della G.A. in data 29 dicembre 2016 qualora dovesse procedersi a depositare, erroneamente, uno o più duplicati del medesimo fascicolo informatico senza chiederne la cancellazione entro 24 ore, il difensore sarebbe tenuto al pagamento del contributo unificato anche per il fascicolo erroneamente iscritto. Si evidenzia che, per la giurisprudenza più recente, la parte soccombente in un giudizio amministrativo non può sottrarsi al rimborso del contributo unificato alla parte vittoriosa che lo abbia anticipato costituendo lo stesso una obbligazione ex lege, distinta rispetto a quella riguardante le spese del giudizio liquidate in sentenza, nel cui computo esso non può ritenersi ricompreso (T.A.R. Napoli, VI, n. 588/2020 ; T.A.R. Milano, II, n. 135/2020 ; T.A.R. Napoli, IV, n. 1890/2020 ) . ATTENZIONE: Ai fini del deposito con modalità telematiche di un atto processuale di parte, di un provvedimento del giudice o di un documento formato su supporto analogico, per i ricorsi depositati dal 1° gennaio 2017 occorre obbligatoriamente utilizzare i moduli informatici in formato PDF, rinvenibili sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa, all'indirizzo: http://www11.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/ProcessoAmministrativoTelematico/Modulistica/index.html, con le istruzioni per la compilazione: http://www11.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mda0/mtq3/~edisp/nsiga_4147403.pdf. Occorre anche tener presente il decreto 23 dicembre 2016, n. 154, del Segretario generale della giustizia Amministrativa sui limiti di dimensione del singolo file allegato al modulo di deposito effettuato mediante PEC o upload. Tale decreto è rinvenibile all'indirizzo: http://www11.giustizia-uamministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mda0/mtg5/~edisp/nsiga_4189876.pdf. Per quanto riguarda, specificamente, il pagamento del contributo unificato, le attuali versione del Modulo di Ricorso e del Modulo Atto – nelle more dell'adeguamento dl sistema informativo - non prevedono in automatico il pagamento dello stesso con modalità telematica, ma fungono esclusivamente da supporto per inoltrare in Segreteria le informazioni necessarie. Pertanto, come chiarito dalle Istruzioni rese disponibili nella apposita sezione del sito istituzionale alla voce “Processo Amministrativo Telematico”, sezione “Contributo Unificato”, è tuttora indispensabile disporre della Quietanza di Pagamento, pur effettuata con modalità telematica attraverso il modello F24, per inserire i dati del versamento nel Modulo di Deposito. Per inserire i dati della quietanza di versamento nei moduli di deposito, dal 1° gennaio 2018, è necessario accedere alla sezione “contributo unificato” del Modulo di deposito e scegliere “Non esente”. Se il pagamento non è stato effettuato (ad esempio per ragioni di urgenza, riservandosi di adempiere in un secondo momento) è sufficiente aver selezionato l'opzione Non esente, senza che sia necessario fornire altre informazioni. Se invece il pagamento è stato eseguito, occorre premere “Aggiungi” per inserire i dati del versamento. La Data versamento è quella in cui è effettivamente avvenuto il pagamento, come attestato dalla quietanza La Modalità versamento dal 1° gennaio 2018 è unica: modello F24. Gli Estremi versamento corrispondono al numero di protocollo telematico della quietanza; vanno inseriti uno di seguito all'altro i due campi riportati nella quietanza dopo la dicitura PROTOCOLLO TELEMATICO. L'Importo versato è quello effettivo del versamento indicato La spunta Altro ufficio va selezionata se il versamento non è relativo al deposito attuale, ma è stato eseguito presso un altro tribunale/amministrazione; ad esempio, in caso di ricorso straordinario o di riassunzione da altro TAR dove l'importo era stato già pagato. Occorrerà, quindi, allegare la quietanza digitale. Anche se il modello F24 consente di fare più versamenti con lo stesso modulo, viene raccomandato di eseguire un singolo pagamento per volta. E' necessario indicare il Codice Tributo corrispondente a quello indicato nel versamento selezionandolo dall'apposita tendina del Modulo di deposito e, infine, occorre inserire nel campo “Elementi identificativi” il Codice Fiscale o la Partita IVA della parte che versa, che corrisponde al campo “estremi identificativi” della Quietanza. Le richiamate Istruzioni precisano infine che l'Agenzia delle Entrate comunica periodicamente le informazioni sui versamenti alla Giustizia Amministrativa per le verifiche. Se le indicazioni sul modulo non trovano riscontro con i dati forniti dall'Agenzia delle Entrate il versamento viene considerato non valido, e il sistema invierà un avviso con l'indicazione “Versamento non pervenuto”. Per questa ragione è importante compilare i moduli di deposito riportando esattamente le informazioni desunte dalla Quietanza di pagamento. I casi di errori materiali vengono sanati a cura delle Segreterie, dopo i controlli del caso, senza conseguenze sullo stato dei pagamenti. Si evidenzia che con circolare n. 8580 del 22 maggio 2020 il Segretario generale della g.a. ha dettato disposizioni interne volte ad attuare la disciplina in materia di sospensione dei termini per il versamento del contributo unificato e per il computo delle sanzioni introdotta nell'emergenza Covid-19 (art. 135, d.l. n. 34/2020, che ha inserito i l comma 1 bis all'art. 62 del d.l. n.18/2020, conv. in l. n. 27/2020), secondo cui dall'8 marzo al 31 maggio 2020 è sospeso il termine per il computo delle sanzioni di cui all'art. 16 e il termine di cui all'art. 248 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, per il mancato o ritardato pagamento del contributo unificato. |