Istanza di rettifica di dati erronei inseriti nel sistema informativo della G.A. (art.7 GDPR)InquadramentoCon l'entrata in vigore del PAT il trattamento dei dati personali delle parti e dei loro difensori, per ragioni di giustizia – un tempo contenuti nei fascicoli processuali cartacei, la cui titolarità apparteneva all'ufficio giudiziario - avviene da parte del sistema informativo della giustizia amministrativa (c.d. S.I.G.A.) con modalità telematiche. A tal fine, l'art.2, all. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021 sancisce che “Il presente decreto stabilisce le regole tecnico-operative previste dall'articolo 13 delle disposizioni di attuazione del CPA per la realizzazione del processo amministrativo telematico, mediante l'impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Per le finalità di cui al comma 1, si procede al trattamento dei dati con modalità informatiche automatiche, ai sensi degli articoli 46 e 47 del Codice dei dati personali” (disposizioni, queste, abrogate dall'art.22 del d.lgs.n.101/2018, che con riferimento al trattamento dei dati per ragioni di giustizia ha oggi inserito l'art.2-duodecies, ai sensi del quale in applicazione dell'articolo 23, paragrafo 1, lettera f), del Regolamento, in relazione ai trattamenti di dati personali effettuati per ragioni di giustizia nell'ambito di procedimenti dinanzi agli uffici giudiziari di ogni ordine e grado nonché dinanzi al Consiglio superiore della magistratura e agli altri organi di autogoverno delle magistrature speciali o presso il Ministero della giustizia, i diritti e gli obblighi di cui agli articoli da 12 a 22 e 34 del Regolamento sono disciplinati nei limiti e con le modalità previste dalle disposizioni di legge o di Regolamento che regolano tali procedimenti, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 23, paragrafo 2, del Regolamento.. Anche i dati personali oggetto di trattamento da parte del S.I.G.A. per finalità connesse al processo amministrativo telematico, sia che essi siano contenuti nel fascicolo di causa tenuto con modalità informatiche [[17]] sia che siano trattati nei registri gestiti con le medesime modalità devono essere, ai sensi degli artt. 5 e 6 Reg. (CE) 27/04/2016, n. 2016/679/UE, direttamente applicabili: a) trattati in modo lecito e secondo correttezza; b) raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi; c) esatti e, se necessario, aggiornati; d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o successivamente trattati; e) conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati. Ne consegue la facoltà, per chi vi abbia interesse, di esercitare le facoltà in passato previste dall'art. 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali - ora abrogato dall'art. 27 del d.lgs. n. 101/2018 – e oggi direttamente previste dagli artt. 15 e ss. del Reg. (CE) 27/04/2016, n. 2016/679/UE. Ed invero, ai sensi dell'art.22, comma 6, del d.lgs. n.101/2018, dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i rinvii alle disposizioni del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al d.lgs. n. 196/2003, abrogate dal presente decreto, contenuti in norme di legge e di regolamento, si intendono riferiti alle corrispondenti disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 e a quelle introdotte o modificate dal presente decreto, in quanto compatibili. L'istanza in esame in particolare va esercitata nei confronti del titolare dei dati individuato dall'art. 3 dell'All. 1 al d.P.C.S. 28 luglio 2021, per quanto riguarda il trattamento dei dati strumentali al processo telematico [1], nel Responsabile del S.I.G.A. (ovvero il Segretario Generale della G.A.). [2] 1. L'art. 5 all. 1 d.P.C.S. 28 luglio 2021 prevede che “il fascicolo processuale è tenuto sotto forma di fascicolo informatico. 2. Il fascicolo informatico contiene tutti gli atti, gli allegati, i documenti e i provvedimenti del processo amministrativo in forma di documento informatico, ovvero le copie per immagine su supporto informatico dei medesimi atti. 3. Il fascicolo informatico reca l'indicazione: a) dell'ufficio titolare del ricorso, che sovrintende alla gestione del fascicolo medesimo e cura la correttezza e l'aggiornamento dei dati ivi inseriti; b) del numero del ricorso; c) dell'oggetto sintetico del ricorso; d) dei dati identificativi delle parti e dei difensori; e) dell'elenco dei documenti contenuti, anche depositati in forma cartacea, ai sensi dell'articolo 9, comma 8. 4. In esso sono inserite, altresì, informazioni riguardanti: a) i componenti del Collegio e i suoi ausiliari, le parti e i difensori (tipologia di parte; data di costituzione, data di rinuncia; partita IVA/codice fiscale); b) l'oggetto del ricorso per esteso, consistente nella precisa indicazione dei provvedimenti impugnati e/o dell'oggetto della domanda proposta nonché l'indicazione della materia del ricorso; c) le comunicazioni di Segreteria nonché le relative ricevute di PEC; d) le camere di consiglio e le udienze; e) i ricorsi collegati; f) il link al contenuto integrale del fascicolo informatico di provenienza, in caso di appello, regolamento di competenza, revocazione e negli altri casi previsti; g) i provvedimenti impugnati; h) le spese di giustizia; i) il patrocinio a spese dello Stato. 5. Il fascicolo informatico costituisce il fascicolo di ufficio ed è formato in modo da garantire la facile reperibilità ed il collegamento degli atti ivi contenuti in relazione alla data di deposito, al contenuto ed alle finalità dei singoli documenti. 6. Con le specifiche tecniche di cui all'articolo 19 sono definite le modalità per il salvataggio dei log relativi alle operazioni di accesso al fascicolo informatico. 7. L'archiviazione, la conservazione e la reperibilità di tutti gli atti del fascicolo redatti sotto forma di documenti informatici è assicurata secondo quanto previsto dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2013 pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 2014 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 novembre 2014 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 8 del 12 gennaio 2015. 8. Il Segretario dell'ufficio giudiziario competente controlla la regolarità anche fiscale degli atti e dei documenti secondo quanto indicato dalle specifiche tecniche di cui all'articolo 19. 2. L'art. 4 All. 1 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 prevede che il S.I.G.A. gestisce con modalità informatiche in ogni grado del giudizio la formazione del fascicolo, le operazioni di individuazione del procedimento giurisdizionale, la tenuta dei registri, il deposito, la conservazione, la visualizzazione e l'estrazione di copie degli atti del fascicolo, la pubblicazione dei provvedimenti giurisdizionali, le comunicazioni di segreteria, la trasmissione dei fascicoli ed ogni altra attività inerente al processo amministrativo telematico”. FormulaSEGRETARIATO GENERALE DELLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA [1] Roma- Piazza Capo di Ferro ISTANZA DI RETTIFICA DI DATI ERRONEI INSERITI NEL SISTEMA INFORMATIVO DELLA G.A. (Art. 16 Reg. (UE) n. 2016/679) Nell'interesse di: - [PERSONA FISICA] [2], nato/a a ... il ... C.F. ..., residente in ...,via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [3] ..., C.F. ... [4], PEC ... [5], Fax ... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [7]. - [PERSONA GIURIDICA [8], con sede legale in ..., via/piazza ..., n. ... iscritta nel registro delle imprese di ..., n. ..., P. I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato [9] ..., C.F. ... [10], PEC ... [11], Fax ... [12], che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [13]. PREMESSO - che il sottoscritto difensore ha depositato in giudizio/è parte resistente/controinteressato etc. nel ricorso iscritto con N.R.G ...; - che relativamente a detto ricorso risulta inserita nel corrispondente fascicolo tenuto con modalità informatica dal S.I.G.A. la seguente erronea informazione relativa a ... [14]; - che, pertanto, tale informazione deve essere rettificata in ...; Visti gli arrt. 5,6 e 16 Reg. (UE) n. 2016/679; CHIEDE che il Segretariato Generale della G.A. in quanto titolare del trattamento con modalità telematiche dei dati del S.I.G.A. proceda alla rettifica del dato erroneo contenuto all'interno del fascicolo informatico indicato con N.R.G. ... . Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [15]. - FIRMA AVV. [16] ... 1. L'art.3, all. 1, del d.P.C.S. 28 luglio 2021 prevede che il S.I.G.A. è organizzato in conformità alle prescrizioni del CPA, alle disposizioni di legge speciali regolanti il processo amministrativo telematico, al d.lg. n.82/2005 (CAD) e al Codice dei dati personali. Il comma 3 precisa che gli uffici giudiziari di primo e di secondo grado, il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e il Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa sono titolari dei trattamenti di dati personali relativi alle rispettive attribuzioni conferite per legge o regolamento ai sensi dell'articolo 28 del Codice dei dati personali. 2. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011 n. 98, conv., con mod., in l. 15 luglio 2011 n. 111). 3. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...). 4. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella legge 111/2011, dall'art. 125, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8° comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella legge 24/2010; con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art.40 c.p.a., lett.a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del CF del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del Modulo deposito. 5. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. 6. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art.136, comma 1 c.p.a. e dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 115/2002. Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis 1, d.P.R. cit., «Gli importi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del comma 6-bis sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'articolo 136 del codice del processo amministrativo di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale nel ricorso. L'onere relativo al pagamento dei suddetti contributi è dovuto in ogni caso dalla parte soccombente, anche nel caso di compensazione giudiziale delle spese e anche se essa non si è costituita in giudizio. Ai fini predetti, la soccombenza si determina con il passaggio in giudicato della sentenza. Ai fini del presente comma, per ricorsi si intendono quello principale, quello incidentale e i motivi aggiunti che introducono domande nuove. 7. Per gli atti di parte redatti con modalità telematiche dopo il 1° gennaio 2017, quanto alla procura si deve tener conto di quanto stabilito dall'art. 83 c.p.c. in combinato disposto con l'art.8, all. 1, del d.P.C.S. 28 luglio 2021. 8. In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. 9. In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc...). 10. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l.n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l.n. 24/2010; con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art.40 c.p.a., lett.a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del CF del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e Fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del Modulo deposito. 11. Ai sensi dell'art. 136 c.p.a. “I difensori indicano nel ricorso o nel primo atto difensivo un recapito di fax, che può essere anche diverso da quello del domiciliatario. La comunicazione a mezzo fax è eseguita esclusivamente qualora sia impossibile effettuare la comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi, per mancato funzionamento del sistema informatico della giustizia amministrativa. È onere dei difensori comunicare alla segreteria e alle parti costituite ogni variazione del recapito di fax o di indirizzo di posta elettronica certificata. Ai fini dell'efficacia delle comunicazioni di segreteria è sufficiente che vada a buon fine una sola delle comunicazioni effettuate a ciascun avvocato componente il collegio difensivo”. 12. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, per quanto riguarda il processo amministrativo, è prevista dall'art. 136, comma 1 c.p.a. e dall'art. 13, comma 6 bis, d.P.R. 115/2002. Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis 1, d.P.R. cit. «Gli importi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del comma 6-bis sono aumentati della metà ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio recapito fax, ai sensi dell'articolo 136 del codice del processo amministrativo di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale nel ricorso. L'onere relativo al pagamento dei suddetti contributi è dovuto in ogni caso dalla parte soccombente, anche nel caso di compensazione giudiziale delle spese e anche se essa non si è costituita in giudizio. Ai fini predetti, la soccombenza si determina con il passaggio in giudicato della sentenza. Ai fini del presente comma, per ricorsi si intendono quello principale, quello incidentale e i motivi aggiunti che introducono domande nuove.». 13. Per quanto riguarda gli atti di parte redatti con modalità telematiche dopo il 1 gennaio 2017, ai fini della procura si deve tener conto di quanto stabilito dall'art. 83 c.p.c. in combinato disposto con l'art.8, all. 1, del d.P.C.S. 28 luglio 2021. 14. Può trattarsi di qualsiasi informazione, tanto relativa alla parte, quanto al difensore, quanto all'oggetto della causa. 15. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. 31 agosto 2016, n. 168, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. 16. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), anche l'atto di parte sottoscritto dalla parte personalmente deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES. Va peraltro osservato che, di recente, Cons.St., III, n.744/2018 ha ribadito che l'evoluzione tecnologica non può risolversi in un ostacolo alla tutela giurisdizionale (soprattutto nei procedimenti elettorali che prevedono tempi molto brevi) e che pertanto non può ritenersi nullo l'atto sottoscritto con firma PADES – BASIC e non PADES – BES, richiesta dalle norme tecniche, in virtù del principio del raggiungimento dello scopo ex art. 156, comma 3, c.p.c. L'istanza va quindi depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo deposito ricorso/atto). In tal caso va utilizzato il “Modulo deposito Richieste alla Segreteria”, scaricabile dal portale web istituzionale della Giustizia Amministrativa, e scorrere dalla tendina la voce “Altre richieste”. CommentoIl sistema introdotto con il d.lgs. n. 196/2003, che a seguito dell'entrata in vigore del Reg. (UE), n. 2016/679, recepito dal d.lgs. n.101/2018, ha subito notevoli modifiche e abrogazioni (informato al prioritario rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali e della dignità della persona (e in particolare della riservatezza e del diritto alla protezione dei dati personali nonché dell'identità personale o morale del soggetto cui gli stessi pertengono), è caratterizzato dalla necessaria rispondenza del trattamento dei dati personali a criteri di proporzionalità, necessità, pertinenza e non eccedenza allo scopo (quest'ultimo costituendo un vero e proprio limite intrinseco del trattamento lecito dei dati personali), che trova riscontro nella compartecipazione dell'interessato nell'utilizzazione dei propri dati personali, a quest'ultimo spettando il diritto di conoscere in ogni momento chi possiede i suoi dati personali e come li adopera, nonché di opporsi al trattamento dei medesimi, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta, ovvero di ingerirsi al riguardo, chiedendone la cancellazione, la trasformazione, il blocco, ovvero la rettificazione, l'aggiornamento, l'integrazione (art. 7), a tutela della proiezione dinamica dei propri dati personali e del rispetto della propria attuale identità personale o morale (Cass. III, n. 5525/2012). Tali principi non subiscono eccezioni con riferimento al trattamento dei dati personali, con modalità automatizzate, da parte del Sistema Informativo della G.A (S.I.G.A.) ai fini del processo amministrativo telematico, al quale – come espressamente statuito dall'art. 2, all. 1, del d.P.C.S. n. 183/2021. si applica il Codice in materia di protezione dei dati personali. Si evidenzia che, al fine di ottenere la correzione dei dati erroneamente inseriti nel sistema informativo, a rigore - sebbene nella prassi sia stato fatto ricorso anche a tale soluzione - non potrebbe essere utilizzato il rimedio della correzione di errore materiale di cui all'art. 86 c.p.a.: infatti, come evidenziato dal TAR Roma, l'art. 86 c.p.a. non contempla il potere del Giudice di correzione di eventuali errori contenuti negli atti di parte dell'avvocato. In tali casi, tuttavia l'istanza di parte può essere riqualificata come istanza di correzione di dati erroneamente inseriti nel sistema informativo, ai sensi dell'art.16 Reg. (UE) n. 2016/679 che prevede che l'interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la rettifica dei dati personali inesatti che lo riguardano senza ingiustificato ritardo. Tenuto conto delle finalità del trattamento, l'interessato ha il diritto di ottenere l'integrazione dei dati personali incompleti, anche fornendo una dichiarazione integrativa. Con riferimento al trattamento di tali dati, per i ricorsi antecedenti alla data del 1° gennaio 2017, il titolare dei dati processuali, anche trattati con modalità telematiche, è ancora da individuarsi nel Segretario Generale dell'ufficio giudiziario, al quale detta istanza va inviata per l'adozione degli eventuali provvedimenti in materia di correzione dei dati erronei; per i ricorsi PAT, depositati in data successiva al 1° gennaio 2017, il titolare dei dati è il responsabile del S.I.G.A. (TAR Roma, ord. nn. 07171/2017 e 06518/2017): costituisce, infatti, precisa responsabilità dell'amministrazione la tenuta “di dati corretti ed aggiornati, anche con modalità telematiche” (TAR Roma, ord. n. 6329/2017) [1]. Attenzione! Per i depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. n. 183/2021. Nel caso in esame va utilizzato il “Modulo deposito richieste alla Segreteria”, rinvenibile nel portale istituzionale della G.A., voce “Processo amministrativo telematico”, sezione “Modulistica”, e scorrere dalla tendina la voce “Altre richieste”. 1. Malgrado la nuova formulazione dell'art.5, comma 3, all.2 disp.att.c.p.a. attribuisca espressamente alle Segreterie la responsabilità della formazione del fascicolo informatico - analogamente a quanto in passato accadeva col fascicolo cartaceo - le FAQ pubblicate sul sito istituzionale della G.A. mostrano una tendenza opposta, volta da un lato ad attribuire al difensore la totale responsabilità della compilazione, anche erronea, del Modulo, senza alcun potere/dovere della Segreteria né di modificare le informazioni fornite (anche quando esattamente riportate negli atti allegati al Modulo ), né di evidenziare l'erroneità della documentazione allegata al Modulo (ad esempio, una memoria palesemente riferita ad altro ricorso introduttivo ); dall'altro ad onerare il Collegio della soluzione di ogni altra questione riguardante la mancata corrispondenza tra informazioni fornite nel Modulo e atto processuale. L'unica eccezione, secondo le FAQ, è costituita dalla possibilità per il difensore di richiedere la cancellazione del c.d. “deposito multiplo”, purché entro 24 ore dal primo deposito. |