Ricorso al Presidente del Tribunale per la nomina di arbitro in caso la controparte non abbia provveduto entro venti giorni (artt. 12 c.p.a. e 810 c.p.c.)

Rita Tuccillo

Inquadramento

Il ricorso al Presidente del Tribunale è l'atto con il quale la parte interessata da avvio al procedimento sussidiario di nomina dell'arbitro di parte in caso di inerzia della controparte. Il provvedimento reso dal Presidente del Tribunale è qualificato di volontaria giurisdizione.

Formula

TRIBUNALE DI [1].... AL PRESIDENTE

RICORSO EX ART. 810, COMMI 2 E 3, C.P.C.

Nell'interesse di

- [PERSONA FISICA] [2], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/p.za .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. [3]...., C.F. .... [4], PEC .... [5], fax .... [6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [7].

- [PERSONA GIURIDICA] [8], con sede legale in ...., via/p.za ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/p.za ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC .... Fax ...., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .....

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di]

PREMESSO

- che tra questo ricorrente e .... [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato] [9], è stato sottoscritto un contratto di [10].... (doc. 1);

- che tra le parti è insorta controversia in relazione al suddetto contratto e precisamente riguardo a [11]....;

- che all'articolo n. .... del citato contratto è stata pattuita clausola compromissoria, con cui le parti hanno devoluto ad arbitrato rituale qualsiasi controversia riguardante l'interpretazione e/o esecuzione dello stesso;

- che, in data ...., il ricorrente ha notificato alla controparte la nomina del proprio arbitro, dott. ...., con studio in .... alla via .... n. .... e l'ha invitata a fare altrettanto entro giorni venti dal ricevimento dell'atto (doc. 2);

- che, tuttavia, trascorso invano il predetto termine di venti giorni, controparte non ha provveduto a sua volta a notificare la nomina del proprio arbitro;

- che, nella clausola compromissoria di cui sopra, è stato previsto che la nomina del terzo arbitro, cui saranno assegnate funzioni di presidente, dovrà farsi dai due arbitri nominati;

- che attesa la competenza dell'adito presidente del tribunale di .... ai sensi dell'art. 810, comma 2, c.p.c. poiché la sede di arbitrato è stata fissata in quella di ....,

CHIEDE

che l'Ill. Presidente voglia provvedere alla nomina dell'arbitro di parte in sostituzione di controparte .....

Deposita:

1. contratto inter partes in data ....;

2. atto di nomina di arbitro notificato in data .....

Dichiara che il valore della causa è di Euro .... [12].

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

[1]Il Tribunale competente a nominare l'arbitro nel caso di inerzia di una delle parti è quello del luogo ove ha sede l'arbitrato, in caso di mancata determinazione della sede quello del luogo in cui la convenzione arbitrale è stata stipulata oppure se tale luogo è all'estero il presidente del tribunale di Roma.

[2]Ai sensi dell'art. 23, comma 50, del d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv. in l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio.

[3]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, etc.).

[4]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, 8 comma, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010.

[5]A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti da avvocati che introducono un giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere necessariamente l'indicazione dell'indirizzo PEC del difensore come si evince dal novellato testo dell'art. 125 c.p.c. L'indicazione dell'indirizzo PEC può risultare in ogni caso utile al fine di ottenere mediante tale strumento le comunicazioni di cancelleria.

[6]L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv. con modif., nella legge 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[7]La procura può essere apposta in calce o a margine dell'atto o, comunque, nelle forme stabilite dall'art. art. 83 c.p.c..

[8]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio. Per le ulteriori indicazioni da riportare nell'atto si rinvia alle note nn. 1-7.

[9]In caso di amministrazioni statali, si applicano le norme vigenti per la difesa in giudizio delle stesse, che prevedono il patrocinio da parte dell'Avvocatura dello Stato territorialmente competente (quella nel cui distretto ha sede il T.A.R. adito; v. artt. 1, l. n. 260/1958 e 10, comma 3, l. n. 103/1979). Le funzioni dell'Avvocatura dello Stato nei riguardi dell'amministrazione statale sono estese alle regioni a statuto ordinario che decidano di avvalersene con deliberazione del consiglio regionale da pubblicarsi per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nel Bollettino ufficiale della regione (art. 10, comma 1, l. n. 103/1979).

[10]Indicare la tipologia di contratto concluso tra le parti, nonché data, numero e luogo di registrazione.

[11]Descrivere l'oggetto della lite insorta tra le parti.

[12]Il contributo unificato attualmente previsto per i procedimenti in materia di volontaria giurisdizione ammonta ad Euro 98,00.

Commento

Definizione

L'art. 810 c.p.c., al fine di evitare lo stallo della procedura arbitrale, assicura alla parte interessata la possibilità di sopperire all'inerzia della controparte nella nomina del proprio arbitro. Il procedimento di nomina sussidiario previsto dal codice di rito attribuisce al Presidente del Tribunale il compito di nominare l'arbitro di parte, ove quest'ultima non vi abbia provveduto. La previsione legislativa della possibilità di ricorrere al Presidente impedisce così che l'inerzia della parte possa recare pregiudizio al giudizio.

Competente a decidere è il Presidente del Tribunale del luogo ove ha sede l'arbitrato, in caso di mancata determinazione della sede, quello del luogo in cui la convenzione arbitrale è stata stipulata oppure, se tale luogo è all'estero, il Presidente del Tribunale di Roma. Si tratta di una competenza territoriale inderogabile ai sensi dell'art. 28 c.p.c.

Il Presidente del Tribunale è adito con ricorso della parte interessata che dà avvio ad un procedimento di volontaria giurisdizione. Il Presidente adito, prima di nominare l'arbitro, deve valutare la propria competenza territoriale e l'esistenza, ma non anche la validità, della convenzione arbitrale e che si siano verificate le condizioni per il proprio intervento sostitutivo. Al Presidente del Tribunale è, quindi, inibita qualsiasi attività decisoria, non potendo accertare la validità e l'efficacia della convenzione arbitrale.

L'art. 810 c.p.c. non prevede, né esclude, la possibilità che nel corso del procedimento vengano sentite le parti, né chiarisce la forma del provvedimento presidenziale. Sembra, in ogni caso, che il Presidente nell'ambito della propria discrezionalità possa valutare l'opportunità e l'utilità di disporre l'audizione delle parti. Il provvedimento pronunciato dal Presidente potrebbe rivestire la forma dell'ordinanza o del decreto, ma dovrebbe reputarsi, come i provvedimenti di volontaria giurisdizione, reclamabile.

In merito ai criteri per la nomina arbitrale da parte del Presidente Tribunale è necessario segnalare l'esistenza di un dibattito giurisprudenziale sulla vincolatività delle qualifiche e competenze indicate dalle parti.

Secondo un orientamento è pienamente legittimo il provvedimento del Presidente del Tribunale che proceda alla designazione dell'arbitro, non nominato tempestivamente da una delle parti, al di fuori delle categorie professionali previste nella clausola compromissoria, poiché questa non può estendere i suoi effetti sui poteri di nomina di cui la legge investe, nell'inerzia delle parti, l'autorità giudiziaria. L'intervento del Presidente non è soggetto ai limiti fissati dall'autonomia privata, vincolante solo per gli autori degli atti che ne costituiscono esercizio a norma dell'art. 1372 c.c., ma si attua con la discrezionalità tipica del magistrato, che opera secondo legge nell'esercizio dei suoi poteri e senza vincoli di mandato (Cass., n. 7450/2012). Al contrario, in alcune recenti sentenze, la Corte di Cassazione ha affermato che la nomina dell'arbitro in sede giudiziale, ai sensi dell'art. 810, comma 2, c.p.c., deve essere effettuata, in assenza di ragioni impeditive, tenendo conto della volontà manifestata dalle parti nella clausola compromissoria in relazione alla designazione di soggetti dotati di particolari qualità o appartenenti a determinate categorie, atteso che l'intervento del Presidente del Tribunale è di tipo integrativo – sostitutivo della volontà negoziale, ove questa non sia contra legem o non più concretamente attuabile (Cass. n. 7956/2016) (Tuccillo, La nomina degli arbitri: capacità e qualifiche tra autonomia privata e poteri discrezionali dell'autorità giudiziaria, in Riv. arbitrato, 2014, 1, 153 e ss.).

Ad ogni buon conto, l'autorità giudiziaria adita se verifica l'esistenza di una causa di incompatibilità nella categoria indicata dalle parti, deve, senza dubbio, provvedere ugualmente alla nomina al di fuori della categoria indicata (Cass. n. 15290/2001) (Maroni, La nomina giudiziale dell'arbitro: tra “libertà” e vincoli, in Corr. giur., 2017, 10, 1244 e ss.).

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