Relata di autonotifica ex art. 3, l. n. 53/1994 (art. 41)InquadramentoLa notificazione può essere eseguita anche dall'avvocato difensore della parte, secondo le modalità prescritte dalla l. n. 53/1994. La normativa prevede tre distinte modalità a cui può ricorrere l'avvocato: a mezzo del servizio postale (artt. 2-3), a mezzo PEC (art. 3-bis) o in via diretta (art. 4), mediante consegna di copia dell'atto nelle mani del destinatario (in tale ultimo caso, solo se il destinatario è anch'egli un avvocato, domiciliatario di una parte ed è iscritto al medesimo albo). Nel caso previsto dall'art. 3, di notificazione a mezzo del servizio postale, l'avvocato dovrà curare, oltre alla redazione della relata di notifica, anche gli ulteriori incombenti per la notifica (ad es. compilare le buste e gli avvisi di ricevimento) (v., formula “Relata di notifica a mezzo servizio postale”). Nell'ambito di tale attività – e specialmente con la compilazione della relazione di notificazione – l'avvocato è considerato pubblico ufficiale (art. 6). La facoltà di notificazione diretta ai sensi della legge n. 53/94 spetta anche all'Avvocatura dello Stato (ex art. 55, l. n. 69/2009). Formula[DA APPORRE IN CALCE ALL'ORIGINALE E ALLA COPIA DEL RICORSO] RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE Io sottoscritto, Avv. ..., all'uopo autorizzato ai sensi dell'art. 7 l. n. 53/1994, con provvedimento del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di ... del ..., ho in data odierna notificato, per conto della [PARTE RICORRENTE] il su esteso ricorso innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale ..., avverso il provvedimento ... e di ogni altro presupposto, connesso e consequenziale a [PERSONA FISICA DESTINATARIA [1]], residente in ..., alla via ..., ivi trasmettendone copia conforme all'originale per mezzo del servizio postale con raccomandata a.r. n. ..., spedita dall'ufficio postale di ..., in data corrispondente a quella del timbro postale. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Ai sensi dell'art. 145 c.p.c., in caso di notificazione alle persone giuridiche, la stessa si esegue nella loro sede mediante consegna di copia dell'atto al rappresentante o alla persona incaricata di ricevere le notificazioni, o , in mancanza, ad altra persona addetta alla sede stessa ovvero al portiere dello stabile in cui è la sede. La notificazione può anche essere eseguita alla persona fisica (applicandosi in tal caso gli artt. 138, 139 e 141), quale rappresentante dell'ente, dovendosi a tal fine espressamente indicare nell'atto tale qualità e specificare residenza, domicilio e dimora abituale. La notificazione alle società non aventi personalità giuridica, alle associazioni non riconosciute e ai comitati di cui agli artt. 36 ss. c.p.c. si esegue nella sede indicata nell'art. 19 c.p.c., ovvero alla persona fisica che rappresenta l'ente qualora nell'atto da notificare ne sia indicata la qualità e risultino specificati residenza, domicilio e dimora abituale. CommentoI presupposti della notifica da parte del difensore Con riguardo alla disciplina specifica che si applica alla forma della notificazione a mezzo del servizio postale, da parte dell'avvocato autorizzato ai sensi dell'art. 1 l. n. 53/1994, ai sensi di tale disposizione, al fine di poter eseguire la notificazione, l'avvocato deve essere munito di procura alle liti, oltre che della autorizzazione del consiglio dell'ordine nel cui albo è iscritto a norma dell'art. 7. L'autorizzazione – richiesta per le notifiche a mezzo del servizio postale e non tramite PEC (art. 4-bis, l. n. 53/1994) – è concessa esclusivamente agli avvocati o procuratori legali che non abbiano procedimenti disciplinari pendenti e che non abbiano riportato la sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio professionale o altra più grave sanzione. Ai sensi dell'art. 11, l. n. 53/1994,Le notificazioni “sono nulle e la nullità è rilevabile d'ufficio, se mancano i requisiti soggettivi ed oggettivi ivi previsti, se non sono osservate le disposizioni di cui agli articoli precedenti e, comunque, se vi è incertezza sulla persona cui è stata consegnata la copia dell'atto o sulla data della notifica”, in quanto la notificazione di entrambi i ricorsi è stata effettuata direttamente dal difensore a mezzo del servizio postale, senza osservare le disposizioni di cui alla l. n. 53/1994”. La giurisprudenza civile ha ritenuto che l'assenza dei requisiti previsti dalla legge, determina un vizio della notificazione, pur distinguendosi il caso della assenza di autorizzazione ex art. 7, da quello dell'assenza dello ius postulandi in capo al difensore. In particolare, con riguardo al primo profilo, in assenza di autorizzazione del consiglio dell'ordine di riferimento, la notifica va considerata nulla e non inesistente. Conseguentemente, tale nullità, quand'anche riscontrata, è sanata dalla rituale e tempestiva costituzione dell'intimato (secondo il principio del raggiungimento dello scopo dell'atto) (Cass. S.U., n. 1242/2000). Ove invece il difensore procedente alla notifica sia privo dello ius postulandi in quanto, ad esempio, semplice domiciliatario (e quindi abilitato alla sola ricezione degli atti processuali e non all'esecuzione di atti di impulso processuale, quale è la notifica), è inesistente, né è suscettibile di sanatoria per raggiungimento dello scopo, prevista dall'art. 156 c.p.c. per i soli casi di nullità (Trib. Roma XIII, 24 gennaio 2017, n. 1263, argomentando ex art. 1 l. n. 53/1994 che ammette il solo avvocato munito di procura alle liti al compimento in via diretta delle notifiche). Si esclude invece la nullità nel caso in cui la notificazione del ricorso per cassazione sia eseguita, ai sensi della l. n. 53/1994, ad istanza dell'avvocato che, pur munito di procura ad litem, non sia abilitato al patrocinio innanzi alle giurisdizioni superiori. In tale ipotesi, la Corte distingue l'attività difensiva in senso proprio, da quella procuratoria (valorizzando la circostanza per cui la notificazione è atto riconducibile all'ufficiale giudiziario; Cass. VI, n. 10403/2017; id., VI, ord. n. 20790/2012). Anche nel giudizio amministrativo si è dichiarata la nullità della notificazione di un ricorso effettuata direttamente dal difensore a mezzo del servizio postale, senza osservare le disposizioni di cui alla l. n. 53/1994 (T.A.R. Lazio (Roma), 17 luglio 2017, n. 8570, che ritiene inammissibile il ricorso, condannando alle spese il ricorrente, pur a fronte della costituzione dell'amministrazione resistente svolta al solo fine di rilevare le suddette nullità). Con riguardo al momento del perfezionamento, il principio della scissione degli effetti della notificazione per il notificante e il destinatario, previsto dall'art. 149 c.p.c., è applicabile anche alla notificazione effettuata dall'avvocato, munito della procura alle liti e dell'autorizzazione del consiglio dell'ordine cui è iscritto, a norma dell'art. 1 della l. n. 53/1994. Per stabilire la tempestività (o la tardività della notifica) rileverà dunque la data di consegna del plico all'agente postale incaricato del recapito secondo le modalità stabilite dalla l. n. 890/1982 (Cons. St. V, n. 3248/2017; Cass. III, n. 8489/2015). A tal fine è irrilevante la scelta del difensore di eseguire la notifica a mezzo del servizio postale direttamente, piuttosto che rivolgersi all'ufficiale giudiziario (per gli atti tipici della procedura di notificazione); in entrambi i casi opera il principio della scissione soggettiva degli effetti della procedura di notificazione (cfr. Cass., n. 17748/2009; Cons. St. II, n. 3973/2019). Anche dopo l'entrata in vigore del Processo amministrativo telematico è consentito il ricorso alle formalità tradizionali di notificazione del ricorso, quale la notifica cartacea dell'atto introduttivo del giudizio non firmato digitalmente (T.A.R. Lazio II, 1° marzo 2017, n. 2993). Per ciò che riguarda gli aspetti generali delle notificazioni, si rinvia al commento alla formula “Relata di notificazione a persona fisica”; La notifica a mezzo PEC Il procedimento di notifica a mezzo PEC da parte del difensore è disciplinato dall'art. 3-bis l. n. 53/1994, ove si prevede che la notificazione possa essere anche eseguita a mezzo di posta elettronica certificata all'indirizzo risultante da pubblici elenchi, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. La norma è applicabile al processo amministrativo giusto il richiamo contenuto nell'art. 14 d.P.C.S. 28 luglio 2021. A tali fini il difensore dovrà utilizzare esclusivamente un indirizzo di posta elettronica certificata del notificante risultante da pubblici elenchi (comma 1). Qualora l'atto da notificarsi non sia un documento informatico, l'avvocato dovrà procedere alla estrazione della copia informatica dell'atto formato su supporto analogico, attestandone la conformità con le modalità previste dall' articolo 16-undecies d.l.n. 179/2012 (e la notifica si eseguirà pertanto mediante allegazione dell'atto da notificarsi al messaggio di posta elettronica certificata; v. comma 2). (v. formula “Attestazione di conformità della prova della notifica effettuata a mezzo PEC (art. 9, comma 1-bis e ter, della l. n. 53/1994” e “Attestazione di conformità ai fini della notifica a mezzo PEC di un atto diverso da un documento informatico (art. 3-bis, comma 2, l. n. 53/1994)”). Con riguardo al momento in cui si perfeziona la notifica via PEC, vale anche in tal caso la regola del doppio perfezionamento, e quindi, ai sensi del comma 3, si prevede che la notifica si perfeziona, per il soggetto notificante, nel momento in cui viene generata la ricevuta di accettazione del messaggio inviato e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna. Il messaggio deve indicare nell'oggetto la dizione “notificazione ai sensi della legge n. 53 del 1994” (nei casi di notificazioni effettuate in corso di procedimento deve, inoltre, essere indicato l'ufficio giudiziario, la sezione, il numero e l'anno di ruolo) e, ai sensi del comma 5, la relazione di notificazione redatta dall'avvocato su documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale ed allegato al messaggio di posta elettronica certificata dovrà contenere: a) il nome, cognome ed il codice fiscale dell'avvocato notificante; b) il nome e cognome o la denominazione e ragione sociale ed il codice fiscale della parte che ha conferito la procura alle liti; c) il nome e cognome o la denominazione e ragione sociale del destinatario; d) l'indirizzo di posta elettronica certificata a cui l'atto viene notificato; e) l'indicazione dell'elenco da cui il predetto indirizzo e' stato estratto; f) l'attestazione di conformità di cui al comma 2 (v. T.A.R. Lazio (Roma), 5 settembre 2017, n. 9588, che muove rilievi alla ritualità della notifica per la mancanza di tali adempimenti– in particolare del codice fiscale della parte che ha conferito la procura alle liti oltre l'indicazione del pubblico elenco da cui è stato estratto l'indirizzo di posta elettronica certificata a cui l'atto viene notificato –, ai fini della ritualità della notifica). Con specifico riguardo al processo amministrativo, l'art. 14, comma 4, d.P.C.S. 28 luglio 2021 prevede che le ricevute della consegna del messaggio di cui al comma 3 e la relazione di notificazione di cui al comma 5dello stesso articolo, insieme alla procura alle liti sono depositate, unitamente al ricorso, agli altri atti e documenti processuali, esclusivamente sotto forma di documenti informatici, con le modalità telematiche stabilite dalle specifiche tecniche del processo amministrativo telematico (v. formula “Attestazione di conformità della prova della notifica effettuata a mezzo PEC”). L'irritualità della notificazione di un atto a mezzo di posta elettronica certificata non ne comporta la nullità se la consegna dell'atto ha comunque prodotto il risultato della conoscenza dell'atto e determinato così il raggiungimento dello scopo legale (ciò è stato affermato in relazione ad una notifica eseguita prima della entrata in vigore delle norme tecniche di cui all'art. 18 del d.m. n. 44/2011, che rendevano attuabile la notificazione a mezzo PEC; Cass. I, n. 20625/2017). Si è affermato che, con riguardo al ricorso per cassazione, qualora la notificazione della sentenza impugnata sia stata eseguita con modalità telematiche, per soddisfare l'onere di deposito della copia autentica della relazione di notificazione, il difensore del ricorrente, destinatario della suddetta notifica deve estrarre copie cartacee del messaggio di posta elettronica certificata pervenutogli e della relazione di notificazione redatta dal mittente ex art. 3-bis, comma 5, l. n. 53/1994, attestare con propria sottoscrizione autografa la conformità agli originali digitali delle copie analogiche formate e depositare nei termini queste ultime presso la Cancelleria della Corte (Cass. III, n. 24292/2017). Le ricevute di cui all'art. 3-bis, comma 3, l. n. 53/1994, in particolare la relazione di notificazione di cui al comma 5 dello stesso articolo e la procura alle liti, sono depositate, unitamente al ricorso, agli altri atti e documenti processuali, esclusivamente sotto forma di documenti informatici, con le modalità telematiche stabilite dalle specifiche tecniche di cui all'articolo 19. Secondo un orientamento, la mancanza agli atti della relazione di notifica, ovvero della ricevuta di consegna della PEC, determina l'inesistenza del relativo rapporto processuale (T.A.R. Calabria I, n. 223/2019), ovvero la sua inammissibilità (T.A.R. Basilicata I, n. 312/2019; T.A.R. Campania I, n. 673/2014). Con riguardo alle modalità di notifica specifiche del processo amministrativo telematico, va rilevato che l'art. 21, comma 1, del predetto d.P.C.S. 28 luglio 2021 statuisce che le sue disposizioni "si applicano a partire dal 1° luglio 2016, data di introduzione del processo amministrativo telematico". L'Allegato al tale d.P.C.S. 28 luglio 2021 stabilisce agli artt. 6, comma 5, e 12, comma 6, l'obbligo del formato di firma digitale PAdES, il quale si caratterizza per l'applicazione PDF, che consente la lettura immediata dei documenti digitali. È stata quindi ritenuta fondata l'eccezione di inammissibilità relativa alla notifica del ricorso con il formato di firma digitale CAdES, anziché con quello PAdES, ritenendo inesistente una notifica con un altro formato di firma digitale e perciò non sanabile ai sensi dell'art. 44, comma 4, c.p.a. con la costituzione, in virtù della difformità rispetto alle prescrizioni degli artt. 6, comma 5, e 12, comma 6, dell'Allegato al d.P.C.S. 28 luglio 2021 (che equivale ad una notifica priva di sottoscrizione; T.A.R. Basilicata (Potenza) I, 14 febbraio 2017, n. 160). Secondo un diverso indirizzo, deve invece dichiararsi l'irregolarità degli atti redatti in violazione delle norme disciplinanti il P.A.T., sanabile mediante l'assegnazione di un termine perentorio per regolarizzazione nelle forme di legge, a pena di irricevibilità. Tale irregolarità, peraltro, non preclude la pronuncia sulla domanda cautelare, al fine di garantire l'immediatezza della tutela giurisdizionale. (cfr. T.A.R. Calabria (Reggio Calabria) I, 26 aprile 2017 n. 69, per un caso in cui mancavano nel fascicolo informatico, il ricorso introduttivo redatto in formato pdf digitale nativo, sottoscritto mediante firma digitale PADES — BES e munito di asseverazione ai sensi dell'art. 22, comma 1, del C.A.D, nonché la copia per immagine della procura ad litem e del ricorso cartaceo notificato, muniti di asseverazione ai sensi dell'art. 22, comma 2, del C.A.D.). Inoltre, per condivisa giurisprudenza, la mancata autorizzazione presidenziale ex art. 52 cit., non può considerarsi ostativa alla validità ed efficacia della notificazione del ricorso a mezzo PEC atteso che nel processo amministrativo trovano applicazione immediata le norme sancite dagli artt. 1 e 3-bis l. n. 53/1994 (nel testo modificato dall'art. 25 comma, 3, lett. a), l. n. 183/2011), secondo cui l'avvocato "può eseguire la notificazione di atti in materia civile, amministrativa e stragiudiziale [...] a mezzo della posta elettronica certificata" (Cons. St. IV, n. 4895/2017; Cons. St. V, n. 4862/2015; Cons. St., n. 4853/2015; Cons. St. VI, n. 2682/2015; Cons. St. III, n. 4270/2015; Cons. St. III, n. 91/2016). Quindi, anche prima dell'entrata in vigore del processo amministrativo telematico, si è affermata l'ammissibilità del ricorso notificato a mezzo di posta elettronica certificata, in quanto prevista dalla l. n. 53/1994 (Cons. St. IV, n. 130/2017; Cons. St., n. 156/2017, n. 5226/2016; Cons. St. III, n. 189/2016). Deve darsi atto di un orientamento minoritario, per cui in assenza di apposita autorizzazione presidenziale ex art. 52 comma 2, c.p.a., e fino all'entrata in vigore del d.P.C.S. 28 luglio 2021 è inammissibile la notifica del ricorso giurisdizionale mediante posta elettronica certificata ai sensi della l. n. 53/1994 (cfr. Cons. St. IV, n. 130/2017; Cons. St., n. 156/2017, n. 5226/2016; Cons. St. III, n. 189/2016). |