Relata di notifica per pubblici proclami (art. 41)

Ciro Daniele Piro

Inquadramento

In caso di estrema difficoltà della notificazione secondo le forme ordinarie, in ragione del rilevante numero di destinatari o della loro difficile identificazione, è possibile richiedere al presidente del tribunale innanzi al quale deve essere instaurato il giudizio che la notificazione sia eseguita tramite pubblici proclami. In caso di accoglimento, il presidente indicherà, nel decreto di autorizzazione, anche le modalità da seguire per la notifica. A tale forma di notifica può ricorrersi non solo per la notificazione del ricorso introduttivo (o del ricorso incidentale o motivi aggiunti), ma anche quando il giudice disponga l'integrazione del contraddittorio. Nel caso di notificazione per pubblici proclami la notifica è da ritenersi perfezionata quando l'ufficiale giudiziario deposita una copia dell'atto, con la relazione e i documenti giustificativi dell'attività svolta, nella cancelleria del giudice davanti al quale si procede.

Formula

AL PRESIDENTE DEL T.A.R. DI [ ....]

ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLA NOTIFICAZIONE A MEZZO DI PUBBLICI PROCLAMI

[PERSONA FISICA/PERSONA GIURIDICA RICORRENTE], rappresentato/a .... e difeso/a ...., come da procura speciale a margine del ricorso medesimo, dall'Avv. ...., presso il cui studio è elettivamente domiciliato/a, in ...., via ...., n. ....,

CHIEDE

di essere autorizzato alla notificazione per pubblici proclami ai sensi dell'art. 41, comma 4, c.p.a. e 150 c.p.c. del ricorso presso Codesto Tribunale, avente ad oggetto [ ....].

La notificazione del ricorso nei modi ordinari si rivela infatti estremamente difficile per il rilevante numero dei controinteressati da chiamare in giudizio.

Firma del difensore ....

* * *

RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE [da apporre in calce all'atto da notificare, unitamente alla autorizzazione del presidente del tribunale]

Su istanza dell'Avv. ...., con studio in ...., via ...., n. ....,nella qualità di difensore di ...., io sottoscritto ufficiale giudiziario addetto all'UNEP presso la Corte d'Appello di ...., ho notificato il suesteso atto per pubblici proclami così come autorizzato dal Presidente del ...., in data ...., presente in atti, secondo le seguenti modalità:

deposito di una copia del suesteso atto nella casa comunale di ....;

pubblicazione di un estratto del ricorso sulla G.U.R.I. n. ....;

Luogo e data ....

Firma Ufficiale giudiziario ....

Commento

La notifica per pubblici proclami trova la sua disciplina nel codice di procedura civile, che all'art. 150 ne prescrive forme e contenuti. L'art. 41, comma 4, richiama l'applicabilità di tale forma di notificazione anche nel processo amministrativo.

La notificazione per pubblici proclami presenta un carattere di eccezionalità ed è sottoposta ad un iter autorizzatorio preliminare.

Ai sensi dell'art. 150 c.p.c., infatti, può ricorrersi alla notificazione per pubblici proclami quando la notificazione nei modi ordinari è “sommamente difficile per il rilevante numero dei destinatari o per la difficoltà di identificarli tutti”. In tal caso il capo dell'ufficio giudiziario davanti al quale si procede può autorizzare, su istanza della parte interessata e sentito il pubblico ministero, la notificazione per pubblici proclami. L'art. 41 c.p.a., nel prevedere tale forma di pubblicazione, si riferisce espressamente al caso in cui “l'applicazione delle forme ordinarie risulti particolarmente difficile per il numero delle persone da chiamare in giudizio” e rimette la competenza al Presidente del Tribunale.

L'autorizzazione è data con decreto del Presidente steso in calce all'atto da notificarsi; in esso sono designati, quando occorre, i destinatari ai quali la notificazione deve farsi nelle forme ordinarie e sono indicati i modi che appaiono più opportuni per portare l'atto a conoscenza degli altri interessati.

Copia dell'atto è depositata nella casa comunale del luogo in cui ha sede l'ufficio giudiziario davanti al quale si promuove o si svolge il processo, e un estratto di esso è inserito nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica (v. il commento alla Formula “Sunto del ricorso per la pubblicazione in GU”).

La notificazione si ha per avvenuta quando, eseguite le descritte operazioni, l'ufficiale giudiziario deposita una copia dell'atto, con la relazione e i documenti giustificativi dell'attività svolta, nella cancelleria del giudice davanti al quale si procede.

È stato evidenziato che la notificazione per pubblici proclami assicura un equo bilanciamento tra contrapposte esigenze di pari rango costituzionale, in quanto, con la minor compressione possibile del diritto di difesa e contraddittorio dei convenuti, garantisce il diritto di azione nei casi in cui la notifica in forma ordinaria risulterebbe di “somma difficoltà” per il rilevante numero dei destinatari o la difficoltà di identificarli tutti (Cass. II, n. 17742/2014).

Questioni applicative

Presupposti. Un primo problema applicativo che alcuni interpreti si sono posti riguarda l'effetto del mancato richiamo, da parte dell'art. 44 c.p.a., al presupposto della difficile identificabilità dei destinatari (previsto invece dall'art. 150 c.p.c.). Tale differenza è stata ricondotta alla situazione per cui, nel processo di tipo impugnatorio, se uno dei destinatari è la pubblica amministrazione, per ciò che riguarda i controinteressati, essi sono identificati (o identificabili) in base all'atto impugnato e, pertanto, le difficoltà che possono sorgere riguarderebbero unicamente il loro numero.

La necessaria identificazione dei contro interessati. Ulteriore questione ha riguardato la necessità che i nominativi dei controinteressati devono essere in ogni caso indicate nell'atto notificato per pubblici proclami. Secondo una tesi risalente e consolidata, l'indicazione dei destinatari deve essere fornita solo se prescritta dal giudice in sede di autorizzazione. In mancanza, non costituisce un vizio della notifica l'assenza di indicazioni (v. Cons. St., Ad. plen., n. 6/1981).

A tale posizione, ne è seguita una diversa, ai sensi della quale, i controinteressati, ove individuabili, devono essere indicati nell'atto che si notifica, pena l'inesistenza della notifica (Cons. St. V, n. 3269/2005, secondo cui nell'ambito del provvedimento autorizzatorio di competenza del presidente del collegio, la mancata specificazione dei nominativi dei destinatari della notificazione per pubblici proclami non può essere interpretata nel senso che l'integrazione del contraddittorio, con notifica per pubblici proclami, possa essere eseguita senza l'indicazione dei nominativi di ciascun controinteressato). Pertanto, omettendo di specificare le generalità dei soggetti destinatari della notifica per pubblici proclami, veniva posto in essere un procedimento notificatorio assolutamente inidoneo a costituire la presunzione legale di conoscenza dell'atto, tale da integrare un'ipotesi di inesistenza della notifica e della stessa vocatio in ius, con inottemperanza alla sentenza di integrazione del contraddittorio disposta dal giudice di primo grado (Cass. I, n. 6507/1998; Cass. n. 5173/1994; Cons. St. V, n. 3269/2005).

La giurisprudenza formatasi successivamente al codice appare confermare tale impostazione, che richiede l'indicazione dei nominativi dei controinteressati, facendo salva l'ipotesi della effettiva difficoltà della loro individuazione (cfr. Cons. St. VI, n. 384/2013, Cons. St. III, n. 1323/2019, secondo cui la notifica per pubblici proclami costituisce modalità eccezionale, sicché in linea generale il relativo annuncio deve contenere l'indicazione, oltre che degli estremi del ricorso, del nome del ricorrente e dell'amministrazione intimata, dei provvedimenti impugnati e di un sunto dei motivi del gravame, dei nominativi dei controinteressati, salva l'effettiva difficoltà della loro identificazione).

L'assunto è che la notificazione per pubblici proclami rimane pur sempre una forma di notificazione, e non può essere snaturata a mero mezzo di pubblicità (Cons. St. III, n. 2212/2018).

Pertanto, deve ritenersi nulla la notifica del ricorso per pubblici proclami ove nell'atto non siano stati indicati i nominativi dei controinteressati, a meno che il giudice non abbia espressamente dispensato il ricorrente da tale formalità in considerazione della difficoltà o impossibilità di identificarli (Cons. St. V, n. 3046/2015; Cons. St. V, n. 5089/2014; T.A.R. Lazio (Roma) III, 7 dicembre 2012, n. 10245). Pertanto, la sola circostanza che la dispensa manchi imporrà comunque al ricorrente di attenersi ad un simile adempimento (con la conseguenza che, diversamente, non potrà che pronunziarsi la declaratoria di improcedibilità del ricorso ai sensi dell'art. 35, comma 1, lett. c), c.p.a., per doversi considerare l'integrazione del contraddittorio non avvenuta nel termine perentorio assegnato alla parte (T.A.R. Bologna (Emilia-Romagna) I, 13 gennaio 2016, n. 31).

Perfezionamento. Ci si è posti il problema della estensibilità a tale forma di notifica dei principi di cui alla sentenza della Corte cost. n. 477/2002, circa la scissione del momento in cui si perfeziona la notifica per il notificante e per il destinatario. In giurisprudenza si è ammessa tale estensione riconoscendo un principio generale secondo cui, qualunque sia la modalità di trasmissione, la notifica di un atto processuale, quando debba compiersi entro un determinato termine, si intende perfezionata, dal lato del richiedente, al momento dell'affidamento dell'atto all'ufficiale giudiziario, si applica anche alla notificazione per pubblici proclami. Pertanto, gli effetti della notificazione, rispetto al soggetto istante, devono intendersi rapportati al momento in cui questi abbia consegnato l'atto all'ufficiale giudiziario per le attività e le formalità di cui ai commi 3 e 4 dell'art. 150 c.p.c.; diversamente, rispetto al destinatario, la notifica è destinata ad acquisire rilevanza solo in esito al perfezionamento del procedimento notificatorio, che si ha quando – esaurite le formalità del comma 3, con il deposito di copia dell'atto nella casa comunale e l'inserimento di un estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e con le ulteriori formalità disposte dal capo dell'ufficio giudiziario – l'ufficiale giudiziario deposita una copia dell'atto, con la relazione e i documenti giustificativi dell'attività svolta, nella cancelleria del giudice davanti al quale si procede (Cass. I, n. 4587/2009). Qualora le modalità prescritte dal giudice non prevedano il deposito presso la casa comunale, ma la sola pubblicazione del sunto in GU, la notifica si intenderà perfezionata con la pubblicazione (T.A.R. Lazio Roma III, 11 giugno 2012, n. 5268). La notifica a mezzo di pubblici proclami effettuata mediante la pubblicazione sul sito internet dell'Amministrazione resistente, anche se avvenuta dopo la scadenza del temine perentoriamente fissato, deve ritenersi comunque efficace, qualora l'istanza del ricorrente sia stata tempestiva e il ritardo sia unicamente ascrivibile all'Amministrazione (T.A.R. Lazio I, n. 6804/2019).

Pubblicazione in via telematica. Tra le forme che possono essere prescritte dal giudice ai fini della notificazione per pubblici proclami figura anche la via telematica, consistente, ad esempio, nella pubblicazione dell'avviso sul sito istituzionale della amministrazione resistente. Le modalità telematiche consentono anche la pubblicazione integrale del ricorso, così superando la limitata conoscenza che può derivare eventualmente dalla stringatezza del sunto pubblicato in GU (cfr. T.A.R. Lazio (Roma) III-bis, 30 ottobre 2017, n. 10852). Ciò è ordinato in analogia a quanto prevede l'art. 52 c.p.a. (a norma del quale la notificazione può eseguirsi, su autorizzazione del Presidente, con qualunque mezzo idoneo, compresi quelli per via telematica o fax, ai sensi dell'art. 151 c.p.c.), per cui si è ritenuto che la notificazione per pubblici proclami può essere ordinata mediante pubblicazione del ricorso, nel suo testo integrale, sul sito Internet del ramo di amministrazione interessata al procedimento su cui si controverte (T.A.R. Lazio III-ter, 31 agosto 2017, n. 9497; T.A.R. Lazio (Roma) I-ter, ord. n. 7680 del 2015). Sul punto, v. da ultimo Cons. giust. amm. Sicilia, decr. 17 aprile 2018 n. 67, che ha affermato che, laddove viene espressamente chiesta dalla parte la notifica “per pubblici proclami” non può ritenersi disapplicabile l'art. 150 comma 3, c.p.c., che è espressamente richiamato dal combinato disposto dell'art. 41, comma 4 e dell'art. 39 comma 2, c.p.a.; ne segue che la in caso di notifica per pubblici proclami effettuata, su ordine del giudice, sul sito internet istituzionale dell'Amministrazione che ha adottato, la parte sarà in ogni caso tenuta alla notifica, per estratto, anche in Gazzetta Ufficiale ex art. 150, comma 3, c.p.c. (v. la formula “Istanza di autorizzazione all'integrazione del contraddittorio per pubblici proclami a mezzo web (artt. 49, comma 3 e 151 c.p.c.)”.

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