Nota di deposito presso la segreteria del T.A.R. (art. 41)

Ciro Piro

Inquadramento

Successivamente alla notifica del ricorso, questo va deposito nei successivi 30 giorni (soggetti a dimezzamento nel caso dei riti abbreviati). Il deposito avviene presso la segreteria del T.A.R. adito e, per i giudizi ai quali si applica il processo amministrativo telematico, avviene mediante l'utilizzo dell'apposito modulo di deposito, inviato con modalità telematiche, secondo quanto previsto dal d.P.C.S. 28 luglio 2021.

Formula

AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL ...

NOTA DI DEPOSITO DEL RICORSO [1]

L'Avv. ..., nell'interesse di ..., giusta procura in atti, deposita il ricorso contro ..., avente ad oggetto ...

[Si allegano altresì i seguenti documenti:

...

...] [2].

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [3]

DEPOSITO INFORMATICO E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto e i documenti ad esso allegati, conformi all'originale cartaceo, sono depositati con modalità telematiche [4].

1. Per i giudizi sottoposti alla disciplina del PAT, il deposito avviene mediante l'utilizzo del modulo disponibile sul sito www.giustizia-amministrativa.it, da inviare via PEC alla segreteria del tribunale adito. In alternativa, può procedersi al deposito tramite upload, sempre previa compilazione del modulo di deposito.

2. Eventualmente si può procedere anche al deposito contestuale di documenti (v. anche il commento alla Formula “Indice di produzione”).

3. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2) d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo deposito Atto).

4. Ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito: www.giustizia-amministrativa.it. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

L'art. 45 disciplina il deposito del ricorso e degli altri atti processuali, unificando il termine di deposito in trenta giorni. Il Codice ha anche chiarito il rapporto tra l'onere del deposito e il perfezionamento della notificazione per il notificante e per il notificato.

Il termine generale di trenta giorni decorre infatti dal completamento dell'ultima notificazione dell'atto da depositare. La giurisprudenza ha confermato la valenza generale del termine in esame, ritenendolo applicabile anche alle ipotesi di integrazione del contraddittorio. Infatti, il codice prevede che l'ordinanza d'integrazione del contraddittorio deve obbligatoriamente contenere il termine perentorio entro cui effettuare le notifiche, ma non anche (o non necessariamente) il termine per il successivo deposito; a tal fine la tempestività dell'adempimento relativo al deposito dovrà essere valutato alla stregua del principio generale contenuto nell'art. 45, comma 1, che inequivocabilmente impone un termine di trenta giorni per il deposito degli atti notificati (Cons. St. V, n. 1626/2015; T.A.R. Lazio (Roma) III, n. 1164/2013; T.A.R. Umbria, n. 444/2014).

Il termine per il deposito del ricorso decorre dal perfezionamento dell'ultima notifica e si riferisce alle notifiche necessarie ai fini dell'integrità del contraddittorio, e non a quelle meramente facoltative o fatte dal ricorrente ad abundantiam, perché diversamente ritenendo sarebbe in potere della parte prolungare a proprio arbitrio il termine per il deposito del ricorso; pertanto una notifica non prescritta dalla legge è inidonea a impedire la scadenza del termine di trenta giorni per la notifica del ricorso, termine che decorre dall'ultima notifica necessaria.

Qualora le notifiche siano più di una, come nel caso di presenza di almeno un contro interessato, il termine di cui all'art. 45, comma 1, per il deposito del ricorso decorre dal perfezionamento, per il destinatario, dell'ultima delle due notifiche effettuate dal ricorrente (T.A.R. Friuli-Venezia Giulia (Trieste) I, n. 609/2014). Tale regola non vale in caso di ripetizione della notifica alla medesima parte, dovendo considerare come rilevante la prima notifica effettuata (Cons. St., n. 538/2011).

In caso di deposito tardivo, il Codice dispone la irricevibilità del ricorso (art. 35, comma 1, lett. a), salva la facoltà di concessione del beneficio dell'errore scusabile (art. 37). G Cos, nel caso di giudizio di ottemperanza, è stato ritenuto irricevibile il deposito notificato oltre il termine di 15 giorni (abbreviato rispetto al termine ordinario), ai sensi del combinato disposto degli artt. 45 comma 1, e 87 comma 3 (T.A.R. Campania (Napoli) VIII, n. 4592/2016). Analogamente, nel caso di giudizi relativi alle procedure di aggiudicazione, affidamento ed esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità, dove peraltro si è negato il beneficio dell'errore scusabile in considerazione della copiosa giurisprudenza in tema di dimidiazione del termine (Cons. St. V, n. 5917/2014; T.A.R. Piemonte (Torino) I, n. 1144/2015).

Con l'avvio del processo amministrativo telematico, alla modalità di deposito cartacea si è sostituita quella telematica, da svolgersi in base ad appositi moduli, che, originariamente, era accompagnata dalla previsione del deposito di almeno una copia cartacea del ricorso (c.d. copia di obbligo) (v. il commento alla Formula “Attestazione di conformità ai fini del deposito di copia informatica di atto, provvedimento, documento originale analogico”).

La progressiva introduzione delle modalità telematiche ha giustificato, in alcuni casi, la rimessione in termini in casi di deposito tardivo (T.A.R. Calabria (Catanzaro), I, n. 50/2017).  Così, ad esempio, si sono ravvisati i presupposti per la rimessione in termini nel caso in cui inavvertitamente il difensore abbia allegato il modulo di deposito relativo ad un ricorso diverso da quello di interesse, ricevendo dal SIGA il messaggio di avvenuta registrazione del deposito (T.A.R. Lazio (Roma) II, n. 4727/2018).

La notifica del ricorso, non seguita dal deposito dello stesso, non consente di ritenere correttamente instaurato il giudizio, con conseguente improcedibilità del medesimo.

Il deposito del ricorso in attesa del perfezionamento della notifica

Il Codice, in conformità con l'insegnamento di Corte cost. n. 154/2005, ha precisato che il termine decorre dalla data di perfezionamento della notificazione per il destinatario e che il richiedente può depositare l'atto anche prima che la notificazione si sia perfezionata per il destinatario (comma 2), evitando così ogni decadenza; ma, in tal caso, la procedibilità dell'atto depositato è condizionata all'ulteriore deposito del documento comprovante il perfezionamento della notificazione per il suo destinatario (comma 3), senza però che tale ulteriore deposito sia assoggettato ad alcun termine. La mancanza della produzione della prova dell'avvenuta notificazione per il destinatario dell'atto non implica alcuna decadenza, ma, in assenza di tale prova, le domande introdotte con l'atto non possono essere esaminate. Si ritiene che il deposito della prova dell'avvenuta notifica debba avvenire in ogni caso prima del passaggio in decisione della causa (Cons. St. VI, n. 1678/2016).

Qualora successivamente al passaggio in decisione del ricorso emerga il mancato deposito della cartolina comprovante l'avvenuto perfezionamento della notifica, il giudice può con ordinanza ordinarne il deposito. In mancanza del deposito di tale prova, il ricorso sarà dichiarato inammissibile (T.A.R. Lazio (Roma) III, 31 agosto 2016, n. 9447).

Deposito degli atti e processo amministrativo telematico

Originariamente, l'art. 7, comma 4, d.l. n. 168/2016, recante Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa, prevedeva che, a decorrere dal 1° gennaio 2017 e sino al 1° gennaio 2018, per i giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, con modalità telematiche doveva essere depositata almeno una copia cartacea del ricorso, con l'attestazione di conformità al relativo deposito telematico.

Tale disposizione aveva introdotto la nozione di copia c.d. di obbligo (ossia giuridicamente obbligatoria per il ricorrente), distinta dalle eventuali e ulteriori copie (c.d. di cortesia) che la parte può depositare.

In assenza del deposito della copia cartacea da parte del ricorrente, non poteva essere trattata l'istanza cautelare da esso proposta. In particolare, il deposito di una copia cartacea d'obbligo, previsto dall'art. 7, comma 4, d.l. n. 168/2016, era considerata condizione per l'inizio del decorso del termine dilatorio di 10 giorni liberi a ritroso dall'udienza camerale (ovvero 5 nei casi di termini dimidiati), di cui all'art. 55, comma 5, c.p.a., con conseguente impossibilità che, prima dell'inizio di tale decorso, potesse essere fissata detta udienza (Cons. St. VI, n. 880/2017).

Da ultimo, l'obbligo di deposito della copia cartacea è venuto meno per effetto dell'art. 4 del d.l. n. 28/2020, come convertito dalla l. n. 70/2020, che ha abrogato interamente il citato art. 7, comma 4.

Ai sensi del successivo comma 6, dell'art. 7, d.l. n. 168/2016, al fine di garantire la sicurezza del sistema informativo della giustizia amministrativa (SIGA) a decorrere dal 1° gennaio 2017 i depositi telematici degli atti processuali e dei documenti sono effettuati dai difensori e dalle Pubbliche amministrazioni mediante l'utilizzo esclusivo di un indirizzo di posta elettronica certificata risultante dai pubblici elenchi, gestiti dal Ministero della giustizia. Il deposito via PEC avviene inviando un messaggio alla casella PEC prevista per ciascuna sede di tribunale, allegando il modulo di deposito disponibile sul sito istituzionale. Data e ora del deposito corrispondono a quelle del massaggio di Accettazione dell'invio PEC del deposito (v. le “Istruzioni per il deposito telematico”, disponibili sul sito istituzionale).

Al riguardo, l'art. 9, comma 11, del d.P.C.S. 28 luglio 2021, dopo aver ribadito la regola per cui – salvo specifiche eccezioni - il deposito degli atti processuali e dei documenti allegati avviene esclusivamente per via telematica, prevede che gli indirizzi PEC degli uffici giudiziari utilizzabili per il deposito di cui al presente articolo sono pubblicati sul portale internet della Giustizia amministrativa.

Nel processo amministrativo, il deposito del ricorso in modalità digitale deve avvenire necessariamente all'indirizzo PEC specificamente abilitato a ricevere i ricorsi, come previsto dall'art. 9, commi 2 e 11, del d.P.C.S. 28 luglio 2021, sul Processo amministrativo telematico (PAT). In caso di spedizione ad un diverso indirizzo PEC, ancorché del medesimo ufficio giudiziario, non si determina la pendenza del giudizio, impedendo la tempestiva presa in carico del ricorso da parte dell'ufficio giudiziario stesso. (C.G.A.R.S., n. 707/2022; secondo il collegio, inoltre, in tale ipotesi non è consentita la regolarizzazione, non essendo il giudizio incardinato presso un determinato ufficio).

Il deposito senza l'utilizzo della PEC è consentito, utilizzando la funzionalità di UPLOAD all'interno dell'area riservata del Portale dell'Avvocato, in due casi: a) a causa di problemi tecnici relativi al gestore di PEC della Giustizia amministrativa, segnalati nel sito istituzionale; b) a causa di problemi tecnici imputabili al proprio gestore di PEC. Tale disservizio deve essere debitamente documentato; c) quando il singolo documento da depositare eccede i 10 MB (v. FAQ n. 12, “Quando è consentito il deposito tramite Upload?”, pubblicata nella sezione Faq del Processo amministrativo telematico del sito istituzionale giustizia-amministrativa.it).

Ai sensi del comma 3 dell'art. 7 dello stesso d.l. n. 168/2016, le modifiche hanno efficacia con riguardo ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017; ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme vigenti alla data di entrata in vigore del decreto.

Nei casi di deposito telematico, la procura alle liti e le prove delle notificazioni, ove allegate al Modulo di deposito tramite copia informatica, dovranno essere oggetto di attestazione di conformità secondo le modalità previste dall'art. 22 del Codice dell'Amministrazione Digitale.

Si individuano due modalità ai fini di procedere alla attestazione di conformità. Da un lato, l'attestazione può essere inserita direttamente all'interno della copia informatica ottenuta dalla scansione del cartaceo (in tal caso, eseguita la scansione della procura alle liti o dell'atto notificato, si ottiene un file PDF. Il difensore deve "aprire" il file PDF con Adobe Reader o altro software per visualizzare i PDF e, utilizzando le funzionalità gratuite del software ("compila e firma" e "aggiungi testo") deve inserire l'attestazione di conformità. A questo punto salva il file e lo firma digitalmente utilizzando la firma “PAdES"). Secondo l'altra modalità, l'attestazione viene fatta su documento informatico separato che poi deve essere allegato al Modulo di deposito (in tal caso, le istruzioni prevedono che eseguita la scansione della procura alle liti o dell'atto notificato, si ottiene un file PDF il quale viene allegato (senza necessità che lo stesso sia firmato digitalmente) al Modulo di deposito. Deve quindi essere predisposta, su documento informatico separato, l'attestazione di conformità per la quale si può così procedere: si prepara l'attestazione con il software utilizzato per redigere gli atti (word, openoffice, libre office, ecc.) la quale deve contenere, oltre ad una sintetica formula con la quale il difensore attesta la conformità della copia informatica all'originale analogico in suo possesso, anche l'impronta (hash) e il riferimento temporale della copia informatica.

Una volta completata l'attestazione di conformità la stessa deve essere trasformata in PDF senza scansione e poi firmata digitalmente utilizzando la firma “PAdES" (FAQ n. 14 “In cosa consiste la asseverazione ai sensi dell'art. 22 CAD di cui devono essere corredate la procura e la documentazione di notifica (se effettuate con modalità analogiche) che si intendono allegare al Modulo di deposito? Come e quando deve essere inserita l'asseverazione?”, pubblicata nella sezione Faq del Processo amministrativo telematico del sito istituzionale giustizia-amministrativa.it). Per le istruzioni operative dettagliate sul modulo di deposito, v. “Istruzioni per la compilazione del modulo di deposito di un ricorso”, disponibili sul sito istituzionale giustizia-amministrativa.it.  Per ciò che riguarda le modifiche apportate dal d.lgs. n. 217/2017 all'art. 22 comma 2 del CAD con riferimento alla asseverazione, v. la “Nota congiunta relativa all'interpretazione dell'art. 22 comma 2 d.lgs. n. 82/2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), disponibile sul sito istituzionale giustizia-amministrativa.it.

Con l'entrata in vigore del processo telematico, è stato soppresso l'onere di produzione della marca da bollo ai fini del pagamento del contributo unificato, contestualmente al deposito (art. 46, comma 1, lett. d), d.l. n. 90/2014).

Per ciò che riguarda i termini del deposito telematico, gli atti e le memorie possono essere depositati anche oltre le ore 12 del termine dell'ultimo giorno utile, essendosi affermato l'orientamento per cui la possibilità di depositare gli atti in forma telematica è assicurata fino alle ore 24 dell'ultimo giorno consentito, valendo il termine delle ore 12 unicamente a garanzia del diritto di difesa delle controparti, che, per contestare gli atti depositati oltre le ore 12, possono avvalersi di termini per controdedurre che decorrono dal giorno successivo. Quindi, il deposito telematico si considera quindi perfezionato e tempestivo con riguardo al giorno senza rilevanza preclusiva con riguardo all'ora (Cons. St. IV, n. 4955/2019; cfr. anche C. cost., n. 75/2019).

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