Atto di chiamata in causa del terzo su ordine del giudice (art. 51)

Roberto Chieppa

Inquadramento

Oltre all'intervento del litisconsorte necessario e a quello di tipo adesivo e volontario (v. formule “Intervento ad adiuvandum” e “Intervento ad opponendum”), il codice prevede all'art. 28, comma 3, un'ultima forma di intervento, ossia quella per ordine del giudice. La formula della disposizione consente che l'intervento sia disposto anche su istanza di parte. Ciò segna una differenza con il processo civile: mentre in questo è ammessa la chiamata diretta del terzo in causa, nel processo amministrativo è previsto un vaglio del giudice. Ciò ha in particolare la funzione di evitare che i termini di decadenza siano aggirati tardivamente con l'istituto dell'intervento, non potendo il giudice supplire a eventuali omissioni del ricorrente nella fase della vocatio in ius. Il terzo chiamato dovrà spiegare il proprio intervento mediante atto di costituzione, da notificare e depositare entro gli ordinari termini di costituzione (ossia 60 giorni dalla notifica del ricorso) (v. formula “Atto di intervento del terzo per ordine del giudice e nota di deposito”). Se il giudice accoglie la richiesta di parte – o valuta comunque necessario chiamare il terzo in causa – ordina alla parte di procedere a notificare l'atto di chiamata, indicando sia i documenti da notificare sia i termini entro i quali procedere alla notifica. La presente formula riguarda in particolare l'atto con cui la parte esegue l'ordine del giudice e procede alla chiamata in giudizio del terzo, notificandogli gli atti indicati nell'ordinanza.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DEL ...

Sezione ...

Ricorso RG. N. ...

ATTO DI CHIAMATA DI TERZO PER ORDINE DEL GIUDICE

Nell'interesse di [PARTE RICORRENTE/RESISTENTE/CONTROINTERESSATO] [1], elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato ..., che lo/la rappresenta e difende giusta procura speciale, in relazione al ricorso n. r.g. ..., proposto da ... contro ... e nei confronti di ... ;

FATTO E DIRITTO

1. Con ricorso indicato in epigrafe, che si notifica unitamente al presente atto, il sig. ... ha chiesto ..., per i seguenti motivi ... (v. all.to n. [_]).

2. Con atto del ... si sono costituite le parti intimate, eccependo in particolare che ... .

3. Con ordinanza del ... (v. all.to n. [_]), il giudice ha autorizzato la chiamata in causa del sig. ..., [eventuale: come richiesta dalla parte], in ragione del fatto che ... .

4. Con il presenta atto si procede alla notifica, come ordinata dal giudice del ricorso indicato in epigrafe ed allegato, che di seguito viene trascritto:

[ ... ]

Si allegano i seguenti documenti:

1) Ricorso RG. N. ...

2) Ordinanza n. ... .

Luogo e data ...

Firma Avv. ... [2]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica” e formule correlate]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [3].

1. L'istanza di chiamata di terzo può provenire tanto dalle altre parti, che eccepisco eventualmente un difetto di legittimazione o, in relazione ad una domanda risarcitoria, la garanzia di un terzo, tanto dal ricorrente, come conseguenza delle difese svolte dalle controparti.

2. Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di PDF nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dal d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il Modulo Deposito Atto; v. art. 6, all.to 2).

3. Ai sensi dell'art. 13, comma 1 ter, dell'allegato 2 al c.p.a., introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016, il Processo amministrativo telematico si applica ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. Ai fini del deposito telematico, il ricorrente dovrà utilizzare gli appositi moduli presenti sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

L'art. 51 disciplina le modalità e i termini procedurali di intervento del terzo per ordine del giudice. Nella specie, laddove ammette l'intervento, ai sensi dell'art. 28, comma 3, il giudice ordina alla parte di chiamare in giudizio, indicando gli atti da notificare e i termini.

All'intervento del terzo si applicano le modalità ordinarie della costituzione delle parti.

La norma conferisce al giudice il potere di far entrare nel giudizio le parti non necessarie (nei confronti delle quali, dunque, non sussiste l'obbligo di integrazione del contraddittorio), secondo una valutazione di «opportunità» e mira a ampliare i poteri del giudice volti ad assicurare la pienezza del contraddittorio. La formulazione racchiude in sé anche l'intervento su istanza di parte. Infatti, il richiamato art. 28, comma 3, prevede che il giudice ordini l'intervento «anche su istanza di parte».

Come detto, tuttavia, il vaglio del giudice per ritenere l'ammissibilità di tale intervento conduce a ritenere non applicabile la chiamata in giudizio nel caso di controinteressati, la quale è necessaria a pena di decadenza, ex art. 41 comma 2, e non meramente opportuna (T.A.R. Lazio (Roma), 1° luglio 2013, n. 6497).

L'istituto è applicabile al terzo chiamato in garanzia (es. una compagnia assicuratrice), cui può essere opportuno in determinate circostanze estendere il contraddittorio in modo che la decisione faccia stato anche nei suoi riguardi (Cons. St., n. 1468/2013).

Modalità e termini della chiamata in giudizio

Sussistendo le ragioni di opportunità, il giudice ordina alla parte di chiamare il terzo in giudizio, indicando gli atti da notificare e il termine della notificazione (v. la formula “Atto di chiamata in causa del terzo su ordine del giudice”).

Nell'ordinanza con cui ordina la chiamata, il giudice indica i soggetti da chiamare in giudizio, con i relativi termini per le notificazioni.

La norma prevede l'applicabilità dell'art. 49, comma 3, ossia del regime che assiste l'integrazione del contraddittorio, con la conseguenza che la mancata notifica nei termini indicati è suscettibile di determinare l'improcedibilità del ricorso, ai sensi dell'art. 35.

Costituzione del terzo chiamato

Con riguardo ai termini per la costituzione del terzo, la norma richiama l'art. 46, con la conseguenza per cui il termine è quello di sessanta giorni dal perfezionamento nei propri confronti della notificazione del ricorso. Il termine è prorogato di ulteriori 30 o 90 giorni se il soggetto è residente in un paese europeo o al di fuori dell'Europa (art. 49, comma 3).

Per i caratteri tipici dell'intervento nel processo amministrativo e per le diverse tipologie di intervenienti, si rinvia ai commenti alle formule “Intervento ad adiuvandum” e “Intervento ad opponendum”.

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