Il disegno di legge regionale sull'allontanamento del minore dal nucleo familiare di origine

Redazione Scientifica
17 Novembre 2022

Nel d.d.l. regionale del 25 ottobre 2022, n. 64, avente ad oggetto l'“Allontanamento zero. Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti dal nucleo familiare d'origine”, la Regione si è posta come obiettivo la tutela del diritto del minore a crescere nell'ambito della propria famiglia d'origine, secondo quanto disposto dall'art. 1, comma 1, l. n. 184/1983 (Diritto del minore ad una famiglia).

Solo in seguito all'attuazione di un progetto educativo familiare (PEF) pertinente e dettagliato ed avente durata semestrale, si può attuare l'allontanamento di un minore dal nucleo familiare di origine, per cause di fragilità o inadeguatezza genitoriale. Particolare attenzione va posta «nei confronti dei minori con disabilità o con disturbi del comportamento, al loro diritto di fruizione delle cure sanitarie e di partecipazione alla vita scolastica generale e al particolare bisogno di sostegno delle loro famiglie».

La suddetta Legge Regionale ha come fine quello di:

a) prevenire l'allontanamento del minore realizzando interventi di sostegno alla genitorialità;

b) coinvolgere le reti familiari fino al quarto grado di parentela;

c) potenziare, nelle situazioni in cui non è possibile ricorrere agli interventi di cui alle lett. a) e b), i progetti di affido flessibili e modulabili sulle necessità delle famiglie d'origine, per il rafforzamento delle capacità educative esistenti e le possibilità di collaborazione delle famiglie al PEF;

d) realizzare, nelle situazioni in cui non sia possibile ricorrere agli interventi di cui alle lett. a) e b), l'affidamento familiare, a partire da quello consensuale, attivato dai servizi socio sanitari d'intesa con la famiglia d'origine;

e) contenere gli inserimenti in struttura;

f) superare l'inserimento in struttura residenziale dei minori della fascia 0/5 anni, in linea con la normativa regionale vigente;

g) progettare azioni innovative nel settore dell'accoglienza familiare e della vicinanza solidale;

h) contenere i periodi di inserimento in struttura, sempre nell'esclusivo superiore interesse dei minori accolti;

i) far rientrare del minore nella famiglia di origine, garantito in tempi il più possibile brevi nel rispetto del principio di continuità dei rapporti familiari o parentali.

Spetta sempre alla Regione predisporre le misure organizzative dei servizi di affidamento familiare attraverso propri atti di programmazione e delle risorse finanziarie disponibili.

Inoltre, (anche in collaborazione con enti e associazioni) promuove e sostiene progetti sperimentali e percorsi di aiuto per la famiglia di origine «finalizzati ad un minor ricorso all'allontanamento minorile e ad un più veloce rientro familiare dei minori allontanati». Infine, favorisce interventi di accompagnamento e mediazione familiare.

Nel caso in cui non sia sufficiente il sostegno familiare fornito dalla rete dei servizi sociali e sanitari, ed emerga come necessaria la collocazione fuori dalla famiglia di origine, viene privilegiato l'affidamento familiare. Nel caso in cui il coinvolgimento dei parenti sino al quarto grado dia esito negativo (documentato e dettagliatamente motivato tramite la predisposizione di relazioni scritte relative al percorso effettuato) si provvede all'affido etero-familiare. La selezione delle famiglie affidatarie deve essere realizzata attraverso procedure di carattere sociale e psicologico, identificabili e documentabili.

Sarà la Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge (sentiti gli enti, le istituzioni locali e la commissione consiliare competente), ad adottare il Piano triennale regionale degli interventi per l'infanzia e l'adolescenza.

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