L'opposizione alla mancata ammissione della parte al patrocinio a spese dello Stato

Redazione Scientifica
30 Novembre 2022

Nel caso in cui, avverso il decreto di non ammissione della parte al patrocinio a spese dello Stato, sia stato proposto il ricorso previsto dall'art. 99 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, nel processo amministrativo il procedimento da seguire è il rito ordinario.

Il TAR di Reggio Calabria ha ritenuto che laddove in sede di decisione il collegio nulla preveda, l'ammissione al gratuito patrocinio disposta in via anticipata e provvisoria dalla apposita Commissione, istituita presso ogni ufficio giudiziario della giustizia amministrativa, si intende tacitamente confermata.

In particolare il predetto Tribunale, con sentenza ai sensi dell'art. 60 c.p.a., si è pronunciato sulla richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, che non era stata ancora esaminata in via anticipata e provvisoria dalla competente Commissione, respingendo l'istanza.

Il Collegio ha posto in rilievo che è compito del giudice amministrativo procedente assicurare, in via definitiva, il beneficio del gratuito patrocinio quando ne ricorrano i presupposti e negarlo allorché i presupposti non sussistano.

Pertanto, il TAR di Reggio Calabria ha osservato che, atteso il principio di prevalenza della sostanza sulla forma, laddove la decisione di non ammettere il richiedente al patrocinio a spese dello Stato è contenuta in una sentenza, essa può essere impugnata dalla parte cui il beneficio sia stato negato con il ricorso previsto dall'art. 99 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, che prevede che l'impugnazione sia proposta davanti al presidente del Tribunale o al presidente della Corte d'appello ai quali appartiene il magistrato che ha emesso il decreto di rigetto.

In proposito, il Collegio conformandosi all'orientamento espresso dalla Corte di cassazione, chiarisce che in assenza di specifiche disposizioni sul procedimento e sull'impugnazione della revoca del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato nei giudizi amministrativi, occorre applicare per analogia le norme per i procedimenti penali, che dispongono che avverso la revoca l'interessato possa proporre il ricorso per cassazione solo nel caso in cui sia accertata, d'ufficio o su richiesta dell'Ufficio finanziario, la originaria o sopravvenuta mancanza dei requisiti di reddito prescritti.

Invece, come nel caso di specie, per tutti gli altri casi di rigetto da parte del giudice procedente della domanda di ammissione al patrocinio a spese dello Stato per ragioni diverse dal superamento del limite reddituale prescritto, il rimedio previsto è il ricorso davanti al presidente del tribunale o al presidente della corte d'appello ai quali appartiene il magistrato che ha emesso il decreto di rigetto. Tale rimedio, tuttavia, deve essere trasposto dagli uffici del giudice ordinario a quelli del giudice amministrativo per renderlo compatibile con il processo ministrativo.

Sul punto il Collegio ha ritenuto, qualora, avverso il decreto di non ammissione della parte al patrocinio a spese dello Stato, sia stato proposto il ricorso previsto dall'art. 99 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, dinanzi al giudice amministrativo, deve escludersi l'applicabilità del rito sommario di cognizione dell'estraneità della norma alla logica ed alla struttura del processo amministrativo.

Pertanto, l'opposizione alla decisione del giudice amministrativo di non ammissione al gratuito patrocinio è decisa collegialmente, secondo la regola generale del rito ordinario con trattazione in udienza pubblica e previa notificazione del ricorso all'amministrazione finanziaria che, nel caso di specie, stante l'autonomia del bilancio della Giustizia Amministrativa è individuata nel Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa.

I componenti del collegio che hanno deliberato sull'ammissione della parte al patrocinio a spese dello Stato non sono obbligati ad astenersi dal giudizio di opposizione, tenuto conto che non si rinviene una specifica norma sul punto, nonché della giurisprudenza costituzionale sui giudizi bifasici avendo solo il giudizio di opposizione natura pienamente contenziosa sulla sussistenza dei requisiti per l'ammissione al beneficio.

Da ultimo, nel caso in esame, il Collegio ha ritenuto scusabile l'errore della parte, con conseguente rimessione in termini, che ha depositato il ricorso senza notificarlo al Segretariato generale della Giustizia amministrativa, stante la frammentarietà e la lacunosità della normativa, nonché la mancanza di giurisprudenza.

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