Gestione del servizio idrico integrato: carenza di legittimazione ad agire dei privati cittadini

Redazione Scientifica
05 Dicembre 2022

Il TAR per la Sicilia, con la sentenza in commento, ha dichiarato inammissibile, per carenza di legittimazione ad agire, il ricorso proposto dai cittadini che, in qualità di intestatari di contratti di servizio idrico e “in rappresentanza dei cittadini tutti del Comune”, hanno impugnato una deliberazione del Comune, per salvaguardare la gestione del servizio idrico integrato.

Il giudice amministrativo siciliano ha dichiarato la inammissibilità, per carenza di legittimazione a ricorrere, del ricorso proposto da cittadini residenti avverso la deliberazione dell'amministrazione comunale sulla gestione del servizio idrico integrato, in quanto la posizione giuridica dei ricorrenti non è connotata da uno specifico interesse qualificato e differenziato rispetto a quella di altri cittadini residenti nel medesimo Comune.

Infatti, in mancanza di specifiche e dirette conseguenze nella propria sfera giuridica, la salvaguardia del servizio idrico integrato rappresenta un interesse di mero fatto alla migliore gestione del servizio pubblico, la cui cura è demandata esclusivamente ai soggetti pubblici che dei cittadini sono enti esponenziali.

Del resto, nel processo amministrativo, fatta eccezione per ipotesi specifiche in cui è ammessa l'azione popolare, come per il giudizio elettorale, non è consentito adire il relativo giudice solo per conseguire la legalità e la legittimità dell'azione amministrativa, la quale deve tradursi anche in uno specifico beneficio in favore di chi la propone, il quale, a sua volta, deve trovarsi in una situazione differenziata rispetto a quella di altri cittadini residenti nel medesimo Comune.

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