Il problema dell'autorizzazione del sequestro nei limiti del valore del credito o su beni specifici

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

Il sequestro conservativo in generale

Il sequestro conservativo rientra, accanto all'azione surrogatoria ed all'azione revocatoria, nella più ampia categoria dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale generica sui beni del debitore ed è collegato all'esecuzione forzata, in quanto volto ad assicurare la fruttuosità dell'eventuale esecuzione per espropriazione, sottraendo i beni oggetto del provvedimento alla libera disponibilità del debitore proprietario (cfr. Trib. Bari, 26 agosto 2013). Si tratta, quindi, di una misura cautelare tipicamente “conservativa”.

La concessione del sequestro conservativo comporta, sul piano giuridico, un vincolo di indisponibilità sul bene sequestrato, gli atti di disposizione relativi al quale, infatti, pur validi tra le parti e gli altri terzi, saranno inefficaci nei confronti del creditore sequestrante. In altre parole, gli effetti del sequestro conservativo sono del tutto analoghi a quelli del pignoramento: tuttavia quest'ultimo determina un “vincolo a porta aperta” sui beni del debitore in quanto l'inefficacia degli atti di disposizione relativi ai beni oggetto di pignoramento riguardano non soltanto il creditore pignorante ma anche gli altri creditori eventualmente intervenuti nel processo esecutivo.

Il problema dell'oggetto del sequestro

Il giudice della cautela può autorizzare il sequestro conservativo di beni mobili o immobili del debitore o delle somme e cose a lui dovute, nei limiti in cui la legge ne permette il pignoramento.

Tale formulazione della norma è apparentemente molto ampia nel definire l'oggetto del sequestro in esame facendovi rientrare sia i beni mobili che quelli immobili del debitore che i crediti vantati dallo stesso nei confronti di terzi.

Peraltro, in coerenza con la finalizzazione della misura all'espropriazione forzata, si precisa che i predetti beni possono essere oggetto di sequestro conservativo nei limiti in cui la legge ne consente il pignoramento.

Secondo una certa impostazione interpretativa, la formula generica adottata dal legislatore circa l'oggetto del sequestro conservativo, comprensiva di qualsiasi elemento utile del patrimonio del debitore, sembra manifestare l'indifferenza per la considerazione del bene nella sua individualità, con la conseguenza che il giudice, nel concedere il sequestro, può non riferirsi a specifici beni del debitore, determinando soltanto il valore del credito sino alla concorrenza del quale il sequestro potrà essere eseguito su qualsivoglia bene del debitore (Trib. Trani, 22 gennaio 2011).

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Quali sono le conseguenze del ricorso per sequestro avente ad oggetto specifici beni?

Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile

Una parte della giurisprudenza, assumendo una posizione di estremo rigore, ritiene inammissibile il sequestro conservativo, volto a garantire le ragioni creditorie, mediante l'imposizione di un vincolo sul complessivo patrimonio del debitore, avente ad oggetto l'aggressione di uno specifico bene (Trib. Nola, II, 26 luglio 2010, in Giur. Merito, 2011, n. 3, 715; Trib. Modena, I, 20 dicembre 2007).

Orientamenti di merito

Il sequestro ha ad oggetto tutti i beni del debitore fino alla concorrenza del credito e si specifica solo in sede esecutiva

La giurisprudenza appare incline a ritenere che il sequestro conservativo, quale misura cautelare a tutela della generica garanzia patrimoniale del debitore ex art. 2740 c.c., va concesso fino alla concorrenza del valore del tutelando credito della parte istante, mentre attiene alla successiva fase esecutiva l'individuazione dei beni su cui apporre il vincolo, sicché solo in tale fase attuativa potranno essere, se del caso, adottati i provvedimenti ex art. 2352 c.c. (Trib. Milano, XV, 14 settembre 2018). In sostanza, il sequestro conservativo va richiesto ed eventualmente autorizzato non su singoli beni bensì sull'intero patrimonio della parte resistente, spettando alla parte ricorrente vittoriosa valutare “come e dove” eseguire la misura ottenuta (Trib. Bologna, II, 18 luglio 2017).

In sostanza, rispetto all'oggetto del sequestro conservativo, deve considerarsi che i singoli beni del debitore non vengono in rilievo per la loro individualità, ma in relazione al loro valore e alla loro attitudine ad essere trasformati in denaro, sicché il giudice nel concedere il provvedimento, non fa riferimento a specifici beni, ma si limita a determinare il valore fino a concorrenza del quale il sequestro può essere eseguito sui beni del debitore (Trib. Lecce, II, 29 marzo 2019).

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Il sequestro conservativo rientra, accanto all'azione surrogatoria ed all'azione revocatoria, nella più ampia categoria dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale generica sui beni del debitore.

La concessione del sequestro conservativo comporta, sul piano giuridico, un vincolo di indisponibilità sul bene sequestrato, gli atti di disposizione relativi al quale, infatti, pur validi tra le parti e gli altri terzi, saranno inefficaci nei confronti del creditore sequestrante. In altre parole, gli effetti del sequestro conservativo sono del tutto analoghi a quelli del pignoramento: tuttavia quest'ultimo determina un “vincolo a porta aperta” sui beni del debitore in quanto l'inefficacia degli atti di disposizione relativi ai beni oggetto di pignoramento riguardano non soltanto il creditore pignorante ma anche gli altri creditori eventualmente intervenuti nel processo esecutivo.

Peraltro, il legame tra sequestro conservative ed espropriazione è reso evidente dall'art. 686 c.p.c. secondo cui il sequestro, una volta pronunciata la sentenza di condanna, si converte in pignoramento.

Aspetti preliminari

Competenza

Ai sensi dell'art. 669-ter c.p.c. la domanda cautelare ante causam si propone al giudice competente a conoscere della causa nel merito.

In virtù dell'art. 669-quater, primo comma, c.p.c. quando già pende la causa di merito la domanda cautelare deve essere proposta al giudice della stessa.

Indicazione della domanda di merito nel ricorso proposto ante litem

L'art. 669-bis c.p.c. tace sul contenuto del ricorso cautelare.

Secondo la comune opinione trova quindi applicazione la regola generale sancita dall'art. 125 c.p.c. (v. già Pret. Alessandria, 16 marzo 1993, in Giur. it., 1993, I, 2, 775, con nota di Dalmotto), in virtù della quale tale ricorso deve indicare l'ufficio giudiziario, le parti, l'oggetto, le ragioni della domanda e le conclusioni o la istanza, e, tanto l'originale quanto le copie da notificare, devono essere sottoscritti dalla parte, se essa sta in giudizio personalmente, oppure dal difensore.

Con riferimento alla domanda cautelare proposta ante causam, specie per i provvedimenti cautelari come i sequestri a strumentalità c.d. forte, opera il principio in virtù del quale nel ricorso devono essere a pena di inammissibilità individuati sul piano del petitum e della causa petendi gli elementi della proponenda azione di merito (ex plurimis, Trib. Lodi, 23 agosto 2019).

Contenuto e conclusioni del ricorso per sequestro conservativo

In virtù del richiamato e prevalente orientamento giurisprudenziale di merito, pertanto, la domanda di concessione del sequestro conservativo non dovrà avere ad oggetto uno specifico bene del debitore ma solo l'autorizzazione a sequestrare entro il valore del credito.

Solo a fronte e nei limiti della relativa autorizzazione, il creditore potrà dare attuazione al sequestro eseguendo lo stesso sui singoli beni del debitore.

Attuazione dei sequestri in generale

L'art. 669-duodecies c.p.c. regola l'attuazione delle misure cautelari aventi ad oggetto somme di denaro e quelle relative ai provvedimenti che possono essere eseguiti in forma specifica in armonia con la richiamata elaborazione giurisprudenziale, prevedendo una differente disciplina a seconda che l'attuazione riguardi misure cautelari di condanna al pagamento di una somma di denaro ovvero attinenti ad un obbligo di consegna o di rilascio, di fare o di non fare.

Tuttavia la norma fa salve le previgenti disposizioni normative, ossia gli artt. 677 e ss. c.p.c. sull'esecuzione dei sequestri.

Esecuzione del sequestro su beni mobili

L'esecuzione del sequestro conservativo su beni mobili avviene nelle forme del pignoramento mobiliare ex artt. 513 e ss. In ragione di ciò, trova applicazione l'art. 610 c.p.c. laddove nel corso della esecuzione del sequestro sorgano difficoltà che non ammettano dilazione, potendo quindi l'istante chiedere al giudice dell'esecuzione, anche verbalmente, i provvedimenti temporanei occorrenti (Trib. Salerno, I, 10 novembre 2010).

Esecuzione del sequestro di crediti

Il sequestro avente ad oggetto crediti deve essere eseguito nelle forme dell'esecuzione presso terzi. Sotto quest'ultimo profilo, vi sono alcune problematiche di coordinamento tra la disciplina dettata dalla norma in esame ed alcune nuove previsioni sulle modalità della dichiarazione del terzo e sulla competenza nell'espropriazione presso terzi.

Il procedimento di accertamento presso terzi resta sospeso fino alla definizione del giudizio di merito sul credito. L'ultimo periodo del primo comma dell'art. 678 c.p.c. stabilisce che, nell'ipotesi di sequestro conservativo su crediti, il giudizio di accertamento dell'obbligo del terzo rimane sospeso — salvo che lo stesso terzo chieda l'accertamento immediato del proprio obbligo — sino all'esito di quello di merito.

La S.C. ha chiarito che tale previsione ha lo scopo di evitare, non la contraddittorietà o il conflitto di giudicati, ma l'eventualità che il processo ex art. 548 si svolga inutilmente, sicché l'esito positivo del giudizio sul merito creditorio realizza una condizione di procedibilità della domanda incidentale di accertamento dell'obbligo del terzo, con l'ulteriore conseguenza che, quando a fronte della dichiarazione negativa di quantità il sequestrante abbia formulato istanza di accertamento dell'obbligo del terzo, ricorre un'ipotesi di sospensione ex lege dell'azione e non occorre alcun apposito provvedimento da parte del giudice al quale il terzo abbia reso la sua dichiarazione (Cass. n. 8391/2003). Proprio in ragione dell'evidenziata finalità della disciplina, può ritenersi che la stessa continui ad operare pienamente anche nell'assetto attuale, successivo alla riforma realizzata dalla legge n. 228/2012, che ha attribuito al giudice dell'esecuzione la competenza a decidere con ordinanza sulle contestazioni relative alla dichiarazione del terzo con ordinanza inidonea al giudicato.

Nel corso dell'esecuzione del sequestro sono ammissibili le opposizioni esecutive.

Esecuzione del sequestro conservativo di beni immobili

L'esecuzione del sequestro conservativo su beni immobili si realizza mediante la trascrizione nei registri immobiliari, soltanto a partire dalla quale si producono verso i terzi gli effetti del vincolo.

Nell'ipotesi di nomina di un custode troveranno applicazione le disposizioni dettate sul punto in tema di esecuzione immobiliare.

L'art. 679 c.p.c. stabilisce che il sequestro conservativo sugli immobili si esegue mediante la trascrizione del sequestro, del quale non è richiesta a tal fine la preventiva notifica.

Con la trascrizione si realizzerà solo l'effetto di inopponibilità degli atti di disposizione degli immobili sequestrati al creditore sequestrante (cfr. Cass. n. 5870/1994).

La S.C. ha ritenuto che la questione della legittimità o meno dell'esecuzione del sequestro conservativo sugli immobili, nel caso di genericità delle relative indicazioni, non prevedendo il codice di rito ipotesi di nullità del pignoramento, va risolta con il ricorso al disposto dell'art. 156 e cioè accertando se manchino requisiti necessari ed essenziali per il raggiungimento dello scopo, mediante l'utilizzazione in via analogica, quanto al caso dell'incertezza soggettiva ed oggettiva della costituzione del vincolo, del disposto dell'art. 2841 c.c. che, sotto il secondo profilo, sancisce la nullità dell'iscrizione ipotecaria solo se l'omissione o l'incompletezza di alcune delle indicazioni richieste induca incertezza sull'identità dei singoli beni gravati (Cass. n. 643/1980).

Per la custodia dell'immobile occorre aver riguardo alla disciplina dettata dall'art. 559 in tema di espropriazione immobiliare.

4. Conclusioni

La concessione del sequestro conservativo comporta, sul piano giuridico, un vincolo di indisponibilità sul bene sequestrato analogo a quello del pignoramento, in quanto gli atti di disposizione relativi al bene sequestrato, sebbene validi tra le parti e gli altri terzi, saranno inefficaci nei confronti del creditore sequestrante.

L'art. 671 c.p.c. stabilisce che il giudice della cautela può autorizzare il sequestro conservativo di beni mobili o immobili del debitore o delle somme e cose a lui dovute, nei limiti in cui la legge ne permette il pignoramento.

Tale formulazione della norma, molto ampia nel definire l'oggetto del sequestro in esame, comprensiva di qualsiasi elemento utile del patrimonio del debitore, secondo la giurisprudenza di merito assolutamente dominante è espressiva di un'indifferenza per la considerazione del bene nella sua individualità, con la conseguenza che il giudice, nel concedere il sequestro, può non riferirsi a specifici beni del debitore, determinando soltanto il valore del credito sino alla concorrenza del quale il sequestro potrà essere eseguito su qualsivoglia bene del debitore.

Alcune pronunce, assumendo una posizione di ancora maggiore rigore, sono pervenute a ritenere così inammissibile il ricorso per sequestro conservativo avente ad oggetto uno o più specifici beni del debitore.

L'attuazione dei sequestri avviene, secondo quanto previsto dall'art. 669-duodecies c.p.c., nelle forme contemplate dagli artt. 677 e ss. c.p.c. già prima dell'entrata in vigore delle norme sul procedimento cautelare uniforme.

È disciplinata in modo differenziato, dagli artt. 678 e 679 c.p.c., l'esecuzione del sequestro su beni mobili, su crediti e su beni immobili.

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