Interruzione del termine di prescrizione dell'azione di merito1. Bussole di inquadramentoCaratteri generali dell'accertamento tecnico preventivo L'accertamento tecnico disposto in sede di istruzione preventiva ha la funzione di descrivere lo stato dei luoghi, la qualità e condizione delle cose onde precostituire una fonte di prova in un successivo giudizio. L'accertamento tecnico preventivo è uno strumento che consente di acquisire tempestivamente elementi di fatto sullo stato dei luoghi o sulla condizione o qualità di cose in vista del processo di merito, del quale ha carattere strumentale. Poiché l'accertamento tecnico preventivo deve essere comprensivo di tutti gli elementi conoscitivi considerati necessari per le valutazioni del giudizio di merito, il giudice può demandare al consulente indagini anche riguardanti cause ed entità del danno lamentato, purché compatibili con le finalità cautelari del provvedimento (Cass.,n. 27298/2013). Proposizione della domanda giudiziale e interruzione della prescrizione Ai sensi dell'art. 2943, comma 1, c.c. la domanda giudiziale idonea a produrre l'interruzione del termine prescrizionale è quella con cui inizia un giudizio di cognizione, conservativo o esecutivo, o anche la domanda proposta nel corso di un giudizio già instaurato. Precisa l'art. 2945, comma 2, c.c. che, se l'interruzione è avvenuta mediante uno degli atti indicati dai primi due commi dell'articolo 2943, la prescrizione non corre fino al momento in cui passa in giudicato la sentenza che definisce il giudizio. Si parla così di effetto interruttivo permanente del decorso del termine di prescrizione che cessa solo con il passaggio in giudicato della sentenza che definisce il giudizio (Cass. III, n. 13081/2004), momento dopo il quale il termine ricomincia a decorrere per intero. Se invece il giudizio si estingue, precisa il terzo comma dell'art. 2945 c.c., resta fermo l'effetto interruttivo istantaneo correlato alla proposizione della domanda. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
L'atp può essere disposto nel processo amministrativo?
Si, stante il rinvio di cui all'art. 63, comma 5, D.Lgs. n. 104/2010 Qualora sia necessario, prima del giudizio, far verificare con urgenza lo stato dei luoghi o la qualità o la condizione, anche nel processo amministrativo deve essere riconosciuta l'ammissibilità del ricorso per accertamento tecnico preventivo, in virtù del rinvio di cui all'art. 63, comma 5, d.lgs. n. 104/2010 (T.A.R. Milano I, n. 1903/2021).
Domanda
Il difensore ha diritto al compenso per la fase istruttoria dell'atp?
Si, trattandosi di attività, analogamente a quella svolta nel giudizio di merito, diversa dalle fasi di studio e introduzione della causa Se è ben vero che il procedimento di istruzione preventiva risulta ontologicamente diretto all'assunzione di un mezzo istruttorio da potersi utilizzare nell'eventuale successiva causa di merito, tuttavia l'attività di “studio della controversia” e di “introduzione della controversia” non già è finalizzata esclusivamente all'individuazione del mezzo istruttorio da espletare, bensì anche del fatto della vita, cui il mezzo istruttorio da assumere appare correlato. Dunque esiste autonomia della “fase istruttoria” posto che, come in sede di giudizio di merito in relazione all'espletamento di consulenza tecnica, anche in ipotesi d'espletamento di consulenza tecnica preventiva, il difensore svolge attività diverse da quelle proprie della due fasi antecedenti — che sono illustrate anche nella esemplificazione, ex art. 11, comma 5, d.m. n. 140 del 2012 — in quanto sono correlate all'andamento delle indagini peritali ed alle conclusioni, cui il tecnico perviene, elementi oggettivamente non conoscibili in momento antecedente. Ciò è tanto vero che con la tariffa, disciplinata dal d.m. n. 55 del 2014, nella tabella allegata al punto 9, specificatamente in relazione al procedimento di istruzione preventiva, risulta prevista la voce tariffaria “fase istruttoria” (Cass. II, n. 11189/2021).
Domanda
Nel giudizio di merito possono essere rinnovati gli accertamenti peritali svolti nel procedimento ex art. 696 c.p.c.?
Si, in virtù degli ampi poteri discrezionali dell'autorità giudiziaria di disporre indagini tecniche Il giudice può decidere discrezionalmente di disporre indagini tecniche suppletive o integrative di quelle già espletate, sentire a chiarimenti il consulente tecnico d'ufficio, oppure disporre la rinnovazione delle indagini, con la nomina di altri consulenti, trattandosi di facoltà estensibile non solo alle c.t.u. disposte in corso di causa, ma anche alla decisione di rinnovare gli accertamenti svolti nell'accertamento preventivo ai sensi dell'art. 696 c.p.c. (Trib. Salerno, I, n. 1433/2022). Orientamento della Corte di Cassazione Il ricorso per atp ha natura conservativa ed è idoneo ad interrompere anche in modo permanente il decorso del termine di prescrizione È costante in giurisprudenza il principio per il quale l'accertamento tecnico preventivo proposto dal titolare del diritto nei confronti del soggetto tenuto a rispettarlo, poiché diretto ad acquisire elementi di prova in funzione della conferma della fondatezza della pretesa sostanziale dedotta, rientra nella categoria dei giudizi conservativi e configura un'iniziativa processuale che manifesta alla controparte la propria volontà di esercitare il diritto in questione. La notificazione del relativo ricorso, con il pedissequo decreto giudiziale, determina pertanto, ai sensi dell'art. 2943 c.c., l'interruzione della prescrizione che si protrae fino alla conclusione del procedimento ritualmente coincidente con il deposito della relazione del consulente nominato (tra le molte, Cass.,n. 13662/2014). Resta fermo che l'accertamento tecnico preventivo può essere assunto nell'ambito dei giudizi conservativi al primo comma dell'art. 2943 c.c., se strutturato come atto strumentale all'esercizio del diritto in prescrizione, e, quindi, solamente se introdotto dal titolare del diritto medesimo nella prospettiva, ed in funzione, della successiva instaurazione — nei confronti del medesimo soggetto tenuto a rispettarlo e non di chi si asserisce titolare del diritto — del procedimento cognitivo finalizzato al suo accertamento ed alla sua tutela. Tuttavia, se il procedimento di accertamento tecnico preventivo si prolunga oltre il deposito della relazione del consulente, esso si trasforma in un procedimento atipico, con la conseguenza che, in tal caso, la permanenza dell'effetto interruttivo della prescrizione non è più applicabile (Cass. n. 9066/2011). Orientamento di merito Il ricorso ex art. 696 c.p.c. ha carattere conservativo e interrompe il termine di prescrizione Anche nella giurisprudenza di merito è costante l'affermazione del consonante principio per il quale l'accertamento tecnico preventivo rientra nella categoria dei giudizi conservativi, con la conseguenza che la notificazione del relativo ricorso con il pedissequo decreto giudiziale determina, ai sensi dell'art. 2943 c.c., l'interruzione della prescrizione che si protrae fino alla conclusione del procedimento, ritualmente coincidente con il deposito della relazione del consulente nominato (App. Lecce, I, n. 211/2022; Trib. Brescia, II, n. 274/2022). 3. Azioni processualiFunzione e natura del giudizio L'accertamento tecnico preventivo è uno strumento che consente di acquisire tempestivamente elementi di fatto sullo stato dei luoghi o sulla condizione o qualità di cose in vista del processo di merito, cui è strettamente connesso e si esaurisce in un'istruttoria anticipata destinata ad essere inserita nel successivo giudizio di merito, in ossequio alla funzione tipica dell'istanza di istruzione preventiva, che, in linea generale, assume un evidente carattere strumentale rispetto alla futura lite, essendo preordinata ad acquisire elementi di prova che dal giudice della stessa saranno poi valutati (Cass. S.U., n. 22236/2009). Infatti, sebbene l'accertamento tecnico preventivo non sia un mezzo di prova, dagli accertamenti e rilievi compiuti in fase preventiva il giudice può trarre utili elementi che, apprezzati e valutati unitamente e nel contesto delle altre risultanze processuali, possono concorrere a fondare il suo convincimento in ordine alla fondatezza dell'uno o dell'altro assunto (Cass.,n. 2800/2008). Aspetti preliminari Competenza L'art. 693, comma 1, c.p.c. prevede che l'istanza si propone al giudice che sarebbe competente per il merito. Atto introduttivo Il ricorso, con il quale si propone l'istanza di accertamento tecnico preventivo, contiene tutti gli elementi propri di un ricorso giurisdizionale, ai sensi dell'art. 125 c.p.c., o, quanto meno, l'esposizione sommaria delle domande o eccezioni alle quali la prova è preordinata (art. 693 c.p.c.) e, quindi, indica il diritto di cui il ricorrente si afferma titolare ed alla cui realizzazione è finalizzata la stessa istanza. In particolare, nel procedimento per ATP è necessario che il ricorso contenga, seppure sommariamente, l'esposizione delle domande (o delle eccezioni) cui l'accertamento tecnico è preordinato, posto che devono essere chiari i rapporti tra l'acquisizione della prova tecnica e il successivo giudizio di merito, in quanto se si utilizza questo strumento per prevenire o risolvere una controversia altrimenti probabile, occorre coordinare il procedimento preventivo con quello di merito, affinché da un lato non vengano perdute le possibilità di conciliazione se queste effettivamente sussistono e, dall'altro, non siano pregiudicate le aspettative di difesa della parte convenuta (Trib. Treviso, 23 giugno 2021, in Ridare.it, 29 settembre 2021, con nota di Modesti). Procedimento A seguito del deposito del ricorso, il giudice designato fissa l'udienza di comparizione delle parti ed il giuramento dello stesso consulente nominato, concedendo al ricorrente termine per la notifica all'altra parte (c.d. resistente) ai fini della corretta instaurazione del contraddittorio. Il giudice, dopo aver sentito le parti e dopo avere acquisito, all'occorrenza, sommarie informazioni, provvede sull'istanza di accertamento tecnico preventivo con ordinanza non impugnabile, che può essere di diniego o di accoglimento. Qualora l'ordinanza sia favorevole all'ammissione del mezzo di prova essa deve contenere la nomina del consulente tecnico e la fissazione della data dell'inizio delle operazioni. Con il deposito dell'elaborato peritale il procedimento si conclude, senza la necessità di alcuna altra udienza per l'acquisizione-discussione dello stesso. Spese Come si è evidenziato, il procedimento di accertamento tecnico si conclude con il deposito della relazione di consulenza tecnica, cui segue la liquidazione del compenso al consulente nominato dal giudice, senza che invece possa essere adottato alcun altro provvedimento relativo al regolamento delle spese tra le parti, stante la mancanza dei presupposti sui quali il giudice deve necessariamente basare la propria statuizione in ordine alle spese ai sensi degli artt. 91 e 92 c.p.c. Pertanto nell'accertamento tecnico preventivo le spese dell'accertamento tecnico preventivo ante causam ivi compreso il compenso al CTU vanno poste, a conclusione della procedura, a carico della parte richiedente (Cass., n. 4156/2012; Cass., n. 15672/2005), quale soggetto interessato, salvo restando Il successivo regolamento nel giudizio di merito — nel quale l'intero fascicolo dell'accertamento tecnico preventivo sarà acquisito — come spese giudiziali, secondo il criterio della soccombenza (Cass., n. 1690/2000). In senso conforme, da ultimo, nella giurisprudenza di merito si è affermato che le spese del procedimento di ATP ante causam sono a carico della parte richiedente e vanno prese in considerazione nel successivo giudizio di merito come spese giudiziali, da porre, di regola, a carico del soccombente e da liquidare in un unico contesto, salva l'ipotesi di possibile compensazione totale o parziale delle spese stesse (App. Trento, n. 53/2022). L'ordinanza del giudice di rigetto del ricorso e di condanna dell'istante al pagamento delle spese processuali, in quanto abnorme e non altrimenti impugnabile, è suscettibile di ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 7, Cost. (Cass., n. 19498/2015). Efficacia dell'accertamento preventivo nel giudizio di merito Il giudice può allora assumere la descrizione dei luoghi e dello stato delle cose, compiuta nel corso dell'accertamento tecnico preventivo, a base dell'indagine che affida al consulente nominato, ove necessario, nel corso del giudizio di merito. Ai sensi dell'art. 2943, comma 1, c.c. la domanda giudiziale idonea a produrre l'interruzione del termine prescrizionale è quella con cui inizia un giudizio di cognizione, conservativo o esecutivo, o anche la domanda proposta nel corso di un giudizio già instaurato. 4. ConclusioniL'accertamento tecnico preventivo è uno strumento che consente di acquisire tempestivamente elementi di fatto sullo stato dei luoghi o sulla condizione o qualità di cose in vista del processo di merito, del quale ha carattere strumentale. Nella giurisprudenza, tanto di legittimità quanto di merito, è consolidato il principio per il quale l'accertamento tecnico preventivo proposto dal titolare del diritto nei confronti del soggetto tenuto a rispettarlo, poiché diretto ad acquisire elementi di prova in funzione della conferma della fondatezza della pretesa sostanziale dedotta, rientra nella categoria dei giudizi conservativi e configura un'iniziativa processuale che manifesta alla controparte la propria volontà di esercitare il diritto in questione, idoneo, a seguito della notifica del ricorso al resistente unitamente al pedissequo decreto giudiziale, a determinare l'interruzione della prescrizione sino alla conclusione del procedimento ritualmente coincidente con il deposito della relazione del consulente nominato (tra le molte, Cass., n. 13662/2014). |