Immobile danneggiato da infiltrazioni1. Bussole di inquadramentoCaratteri generali dell'accertamento tecnico preventivo L'accertamento tecnico disposto in sede di istruzione preventiva ha la funzione di descrivere lo stato dei luoghi, la qualità e condizione delle cose onde precostituire una fonte di prova in un successivo giudizio. L'accertamento tecnico preventivo è uno strumento che consente di acquisire tempestivamente elementi di fatto sullo stato dei luoghi o sulla condizione o qualità di cose in vista del processo di merito, del quale ha carattere strumentale. Poiché l'accertamento tecnico preventivo deve essere comprensivo di tutti gli elementi conoscitivi considerati necessari per le valutazioni del giudizio di merito, il giudice può demandare al consulente indagini anche riguardanti cause ed entità del danno lamentato, purché compatibili con le finalità cautelari del provvedimento (Cass., n. 27298/2013). Il periculum in mora Condizionante la possibilità di effettuare l'accertamento tecnico preventivo è il requisito del pericolo di pregiudizio che potrebbe derivare — ad esempio per la possibile alterazione dello stato dei luoghi — dall'attesa del tempo necessario per lo svolgimento del giudizio di merito o comunque della fase istruttoria dello stesso. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Le infiltrazioni possono essere denunciate con l'azione ex art. 1669 c.c.?
Si, ove derivino da una scorretta esecuzione delle opere di impermeabilizzazione Possono essere ricondotti alla previsione dell'art. 1669 c.c. le infiltrazioni d'acqua e di umidità dovute alla cattiva esecuzione e/o dall'inadeguata impermeabilizzazione (Trib. Vicenza, I, n. 929/2021).
Domanda
Il difensore ha diritto al compenso per la fase istruttoria dell'atp?
Si, trattandosi di attività, analogamente a quella svolta nel giudizio di merito, diversa dalle fasi di studio e introduzione della causa Se è ben vero che il procedimento di istruzione preventiva risulta ontologicamente diretto all'assunzione di un mezzo istruttorio da potersi utilizzare nell'eventuale successiva causa di merito, tuttavia l'attività di “studio della controversia” e di “introduzione della controversia” non già è finalizzata esclusivamente all'individuazione del mezzo istruttorio da espletare, bensì anche del fatto della vita, cui il mezzo istruttorio da assumere appare correlato. Dunque esiste autonomia della “fase istruttoria” posto che, come in sede di giudizio di merito in relazione all'espletamento di consulenza tecnica, anche in ipotesi d'espletamento di consulenza tecnica preventiva, il difensore svolge attività diverse da quelle proprie della due fasi antecedenti — che sono illustrate anche nella esemplificazione, ex art. 11, comma 5, d.m. n. 140 del 2012 — in quanto sono correlate all'andamento delle indagini peritali ed alle conclusioni, cui il tecnico perviene, elementi oggettivamente non conoscibili in momento antecedente. Ciò è tanto vero che con la tariffa, disciplinata dal d.m. n. 55 del 2014, nella tabella allegata al punto 9, specificatamente in relazione al procedimento di istruzione preventiva, risulta prevista la voce tariffaria “fase istruttoria” (Cass. II, n. 11189/2021).
Domanda
Nel giudizio di merito possono essere rinnovati gli accertamenti peritali svolti nel procedimento ex art. 696 c.p.c.?
Si, in virtù degli ampi poteri discrezionali dell'autorità giudiziaria di disporre indagini tecniche Il giudice può decidere discrezionalmente di disporre indagini tecniche suppletive o integrative di quelle già espletate, sentire a chiarimenti il consulente tecnico d'ufficio, oppure disporre la rinnovazione delle indagini, con la nomina di altri consulenti, trattandosi di facoltà estensibile non solo alle c.t.u. disposte in corso di causa, ma anche alla decisione di rinnovare gli accertamenti svolti nell'accertamento preventivo ai sensi dell'art. 696 c.p.c. (Trib. Salerno, I, n. 1433/2022). Orientamento di merito Il ricorso per atp è necessario per accertare la presenza e l'entità delle infiltrazioni ma può essere disposto solo se sussiste il periculum in mora Rispetto ai fenomeni infiltrativi, in sede applicativa si valorizza l'esigenza che la parte ricorra a un accertamento tecnico preventivo, attesa l'incertezza che potrebbe in mancanza derivare nell'istruttoria espletata nel corso del giudizio di merito specie ove si attenda un considerevole lasso di tempo per incardinarlo (cfr. Trib. Bari, I, n. 2320/2012, che ha disatteso la domanda proposta perché parte attrice non aveva provato la natura e l'origine delle infiltrazioni nel locale di sua proprietà, della sostanza liquida che ne aveva provocato i danni all'immobile ed alle suppellettili, incertezza sulla quale aveva inciso anche il comportamento processuale della medesima attrice che non riteneva di disporre nell'immediatezza accertamento tecnico preventivo ovvero una consulenza tecnica d'ufficio, che al contrario veniva disposta a distanza di quasi venti anni). Resta fermo che, con riferimento alle dedotte infiltrazioni di acqua nell'immobile di proprietà del ricorrente, è necessario il il presupposto primario di utile esperibilità del presente procedimento di istruzione preventiva, costituito (ex art. 696 c.p.c.) dal requisito dell'urgenza (“di far verificare, prima del giudizio, lo stato dei luoghi o la qualità o la condizione di cose”), inteso come pericolo di dispersione delle fonti di prova di fatti rilevanti ai fini della decisione di eventuali cause di merito (Trib. Catania, I, 10 maggio 2017, la quale ha ritenuto non ricorrenti di conseguenza le condizioni per disporre il richiesto accertamento tecnico preventivo perché i fatti materiali (esistenza delle infiltrazioni di acqua, relativi danni, nonché rimedi e costi necessari per l'eliminazione delle cause e degli effetti delle stesse infiltrazioni) dedotti a sostegno della proposta richiesta cautelare di istruzione preventiva (ed in funzione della promuovenda azione di risarcimento di danni) possono essere probatoriamente accertati in ogni momento e nella giusta sede processuale di cognizione ordinaria (o di eventuale tutela cautelare anticipatoria, in relazione al pericolo di danno grave e prossimo derivante, in ipotesi, per l'immobile del ricorrente dall'attuale modo d'essere del soprastante appartamento), senza che il decorso del tempo possa di per se pregiudicare irreversibilmente la genuinità, la completezza e l'utilità dell'attività istruttoria diretta alla valutazione dell'effettiva sussistenza o meno dei suddetti fatti materiali non essendo stata allegata alcuna concreta e specifica ragione plausibilmente preclusiva della possibilità di accertare, nel corso dell'ordinario giudizio di cognizione o del processo cautelare anticipatorio, gli stessi fatti materiali, possibilità, questa, che non sembra impedita né dall'esigenza — genericamente prospettata — di esecuzione di opere di risanamento, né dall'eventualità della verificazione, nelle more del processo, di ulteriori danni, in quanto il chiesto accertamento urgente della situazione dei luoghi può essere giustificato soltanto dal fine di prevenire il concreto pericolo di dispersione — e, cioè, di definitiva perdita — della fonte di prova). 3. Azioni processualiFunzione e natura del giudizio L'accertamento tecnico preventivo è uno strumento che consente di acquisire tempestivamente elementi di fatto sullo stato dei luoghi o sulla condizione o qualità di cose in vista del processo di merito, cui è strettamente connesso e si esaurisce in un'istruttoria anticipata destinata ad essere inserita nel successivo giudizio di merito, in ossequio alla funzione tipica dell'istanza di istruzione preventiva, che, in linea generale, assume un evidente carattere strumentale rispetto alla futura lite, essendo preordinata ad acquisire elementi di prova che dal giudice della stessa saranno poi valutati (Cass. S.U., n. 22236/2009). Infatti, sebbene l'accertamento tecnico preventivo non sia un mezzo di prova, dagli accertamenti e rilievi compiuti in fase preventiva il giudice può trarre utili elementi che, apprezzati e valutati unitamente e nel contesto delle altre risultanze processuali, possono concorrere a fondare il suo convincimento in ordine alla fondatezza dell'uno o dell'altro assunto (Cass., n. 2800/2008). Aspetti preliminari Competenza L'art. 693, comma 1, c.p.c. prevede che l'istanza si propone al giudice che sarebbe competente per il merito ovvero, in corso di causa, al giudice del merito. Atto introduttivo Il ricorso, con il quale si propone l'istanza di accertamento tecnico preventivo, contiene tutti gli elementi propri di un ricorso giurisdizionale, ai sensi dell'art. 125 c.p.c., o, quanto meno, l'esposizione sommaria delle domande o eccezioni alle quali la prova è preordinata (art. 693 c.p.c.) e, quindi, indica il diritto di cui il ricorrente si afferma titolare ed alla cui realizzazione è finalizzata la stessa istanza. In particolare, nel procedimento per ATP è necessario che il ricorso contenga, seppure sommariamente, l'esposizione delle domande (o delle eccezioni) cui l'accertamento tecnico è preordinato, posto che devono essere chiari i rapporti tra l'acquisizione della prova tecnica e il successivo giudizio di merito, in quanto se si utilizza questo strumento per prevenire o risolvere una controversia altrimenti probabile, occorre coordinare il procedimento preventivo con quello di merito, affinché da un lato non vengano perdute le possibilità di conciliazione se queste effettivamente sussistono e, dall'altro, non siano pregiudicate le aspettative di difesa della parte convenuta (Trib. Treviso, 23 giugno 2021, in Ridare.it, 29 settembre 2021, con nota di Modesti). Procedimento A seguito del deposito del ricorso, il giudice designato fissa l'udienza di comparizione delle parti ed il giuramento dello stesso consulente nominato, concedendo al ricorrente termine per la notifica all'altra parte (c.d. resistente) ai fini della corretta instaurazione del contraddittorio. Il giudice, dopo aver sentito le parti e dopo avere acquisito, all'occorrenza, sommarie informazioni, provvede sull'istanza di accertamento tecnico preventivo con ordinanza non impugnabile, che può essere di diniego o di accoglimento. Qualora l'ordinanza sia favorevole all'ammissione del mezzo di prova essa deve contenere la nomina del consulente tecnico e la fissazione della data dell'inizio delle operazioni. Con il deposito dell'elaborato peritale il procedimento si conclude, senza la necessità di alcuna altra udienza per l''acquisizione-discussione dello stesso. Spese Come si è evidenziato, il procedimento di accertamento tecnico si conclude con il deposito della relazione di consulenza tecnica, cui segue la liquidazione del compenso al consulente nominato dal giudice, senza che invece possa essere adottato alcun altro provvedimento relativo al regolamento delle spese tra le parti, stante la mancanza dei presupposti sui quali il giudice deve necessariamente basare la propria statuizione in ordine alle spese ai sensi degli artt. 91 e 92 c.p.c. Pertanto nell'accertamento tecnico preventivo le spese dell'accertamento tecnico preventivo ante causam ivi compreso il compenso al CTU vanno poste, a conclusione della procedura, a carico della parte richiedente (Cass., n. 4156/2012; Cass., n.15672/2005), quale soggetto interessato, salvo restando Il successivo regolamento nel giudizio di merito — nel quale l'intero fascicolo dell'accertamento tecnico preventivo sarà acquisito — come spese giudiziali, secondo il criterio della soccombenza (Cass., n. 1690/2000). In senso conforme, da ultimo, nella giurisprudenza di merito si è affermato che le spese del procedimento di ATP ante causam sono a carico della parte richiedente e vanno prese in considerazione nel successivo giudizio di merito come spese giudiziali, da porre, di regola, a carico del soccombente e da liquidare in un unico contesto, salva l'ipotesi di possibile compensazione totale o parziale delle spese stesse (App. Trento, n. 53/2022). L'ordinanza del giudice di rigetto del ricorso e di condanna dell'istante al pagamento delle spese processuali, in quanto abnorme e non altrimenti impugnabile, è suscettibile di ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 7, Cost. (Cass., n. 19498/2015). Efficacia dell'accertamento preventivo nel giudizio di merito Il giudice può assumere la descrizione dei luoghi e dello stato delle cose, compiuta nel corso dell'accertamento tecnico preventivo, a base dell'indagine che affida al consulente nominato, ove necessario, nel corso del giudizio di merito. Ai sensi dell'art. 2943, comma 1, c.c. la domanda giudiziale idonea a produrre l'interruzione del termine prescrizionale è quella con cui inizia un giudizio di cognizione, conservativo o esecutivo, o anche la domanda proposta nel corso di un giudizio già instaurato. 4. ConclusioniL'accertamento tecnico preventivo è uno strumento che consente di acquisire tempestivamente elementi di fatto sullo stato dei luoghi o sulla condizione o qualità di cose in vista del processo di merito, del quale ha carattere strumentale. Questo è possibile, tuttavia, solo in presenza di un concreto periculum di dispersione della prova (oltre che del fumus boni juris che pure deve essere a tal fine accertato dal giudice della cautela). Rispetto alle infiltrazioni d'acqua — che se dovute a carenze nell'impermeabilizzazione possono essere veicolate con l'azione per rovina ex art. 1669 c.c. — occorre a tal fine ponderare dunque se la fonte di prova potrebbe, prima che si svolga l'istruttoria nel giudizio di merito, disperdersi rendendo così incerti gli esiti di qualunque approfondimento tecnico successivo ovvero se il problema attenga solo al possibile aggravamento del fenomeno infiltrativo, situazione che ben può essere accertata e trovare rimedio nel giudizio di merito. |