Azioni costitutive

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

Le azioni costitutive

Le azioni costitutive si caratterizzano per la peculiare natura dell'accertamento giurisdizionale che sono volte ad ottenere secondo quanto previsto dall'art. 2908 c.c. per il quale una sentenza è “costitutiva” in quanto determina una modificazione giuridica in attuazione dell'accertato diritto. Vi è dunque che l'azione è volta a costituire, modificare o estinguere rapporti giuridici tra le parti.

Se come nelle sentenze di condanna l'accertamento del diritto azionato non esaurisce la tutela apprestata con la pronuncia giudiziale, peraltro la soddisfazione del riconosciuto diritto non è, come nella condanna, rimessa all'attuazione in sede esecutiva secondo le modalità imposte con la pronuncia, in quanto il giudice determina, piuttosto, con la sua stessa sentenza gli effetti giuridici — costitutivi, modificativi o estintivi — per i quali è stato promosso il giudizio.

Di qui, in analogia alla sentenza di accertamento non è necessario, in linea di principio, l'adeguamento della situazione sostanziale alla sentenza, essendo il dictum giudiziale di per sé idoneo ad apprestare la tutela attraverso la soddisfazione del bisogno giurisdizionale posto a fondamento dell'azione esperita.

Proprio perché la sentenza giurisdizionale emessa al termine di un giudizio costitutivo è idonea ex se (autosufficiente) ad irrogare la tutela richiesta, gli effetti della sentenza costitutiva sono di norma differiti al momento nel quale la decisione sia passata in cosa giudicata, ossia non siano esperibili avverso la stessa mezzi di impugnazione ordinari.

Il problema dell'ammissibilità della tutela urgente strumentale alle azioni costitutive

Alla luce di quanto sinora evidenziato, pur sinteticamente, sulle caratteristiche della tutela costitutiva, si comprende la problematicità dell'ammissibilità della tutela urgente ex art. 700 c.p.c., pur a fronte di un pericolo di pregiudizio imminente ed irreparabile del soggetto il cui diritto appare fondato, poiché, quasi in contraddizione con il “rinvio” al giudicato della produzione degli effetti della decisione, gli stessi andrebbero a prodursi in via immediata.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
È ammessa la tutela urgente se l'azione costitutiva è finalizzata alla tutela del diritto alla salute?

Si, per la rilevanza primaria di tale situazione giuridica soggettiva

Può essere emanato un provvedimento totalmente anticipatorio del contenuto di una pronuncia di carattere costitutivo ove sia finalizzato a tutelare il diritto alla salute dal concretizzarsi di un pregiudizio di carattere irreparabile (Trib. Roma, 5 novembre 2003, in Giur. Merito, 2004, 457).

Orientamento di merito tradizionale

Non è ammessa la tutela urgente nelle azioni costitutive

Secondo una tesi che soprattutto in passato era assolutamente prevalente in sede applicativa, dunque, le sentenze costitutive non sono suscettibili di tutela urgente poiché si andrebbe ad esercitare una funzione anticipatoria che comporta la costituzione immediata del rapporto giuridico che dovrebbe essere introdotto con la sentenza costitutiva (Trib. Salerno, II, 1° dicembre 2004).

Invero, poiché la tutela urgente deve ritenersi ammissibile solo in presenza di diritti perfetti preesistenti alla stessa pronuncia richiesta in sede giudiziale, posto che il provvedimento cautelare non deve alterare in alcun modo il momento operativo della pronuncia di merito, ragion per cui le sentenze costitutive non sono suscettibili di tutela urgente, proprio perché si eserciterebbe una funzione strutturalmente anticipatoria che produrrebbe subito quella stessa costituzione del rapporto giuridico che dovrebbe essere presumibilmente introdotto con la sentenza costitutiva, laddove il disposto dell'art. 700 c.p.c. presuppone l'attualità del diritto cautelando (v., tra le altre, Trib. Cuneo, 19 aprile 2012; Trib. Latina, II, 30 marzo 2010, in Giur. merito, 2011, n. 3, 714, in una fattispecie nella quale la ricorrente aveva agito in via cautelare al fine di ottenere la concessione di un provvedimento d'urgenza ex art. 700 c.p.c. mediante il quale, accertata o costituita una servitù di elettrodotto in favore del fondo di sua proprietà, fossero disposte le misure più opportune per l'esercizio della stessa onde assicurare gli effetti della sentenza definitiva dell'instauranda azione di merito per l'accertamento dell'esistenza ovvero per la costituzione in via coattiva della servitù in favore del proprio fondo; Trib. Bari, sez. lav., 9 giugno 2008, in fattispecie nella quale i ricorrenti avevano richiesto tramite la procedura d'urgenza ex art. 700 c.p.c. la reintegra nel posto di lavoro ed il pagamento delle mensilità non percepite sino al momento della effettiva riammissione in servizio).

Orientamento di merito più recente

Nelle azioni costitutive è ammissibile la tutela d'urgenza rispetto alle statuizioni condannatorie consequenziali

In conformità con un orientamento che si va affermando più di recente, invece, nell'ambito delle azioni costitutive è ammissibile il ricorso ex art. 700 c.p.c. ove venga richiesta l'anticipazione non del provvedimento costitutivo quanto della soddisfazione degli obblighi consequenziali alla pronuncia costitutiva, sicché detto ricorso è inammissibile qualora abbia come unico oggetto l'accertamento del diritto dell'istante (Trib. Roma, VI, 13 gennaio 2017, in Ilprocessocivile.it, 9 giugno 2017). In sostanza, la tutela d'urgenza non può essere soddisfatta per l'anticipazione del provvedimento costitutivo bensì “l'anticipazione della soddisfazione degli obblighi consequenziali” alla pronuncia costitutiva, soprattutto nel caso in cui l'anticipazione del contenuto della decisione di merito appaia assistita, in termini prognostici, da un elevato grado di prevedibile fondatezza della pretesa di merito prospettata (Trib. Civitavecchia, 5 settembre 2008).

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Il ricorso d'urgenza è un rimedio di carattere residuale che consente, in assenza di altri strumenti di tutela cautelare che consentano di ottenere in concreto il medesimo grado di tutela per una determinata situazione giuridica soggettiva, di richiedere ed ottenere l'emanazione di provvedimenti atipici nel loro contenuto.

È però a tal fine necessario, oltre al fumus boni juris, un periculum in mora particolarmente rigoroso, ossia quello di un pregiudizio imminente ed irreparabile.

La tutela in via d'urgenza dei diritti di credito è dunque possibile, potendo in altre ipotesi il relativo pregiudizio trovare adeguato rimedio ex post con il risarcimento ottenuto al termine del giudizio di merito, quando per il soggetto ricorrente la mancata concessione della misura cautelare potrebbe in ipotesi avere riflessi su beni e/o situazioni di carattere non patrimoniale di per sé suscettibili di subire un pregiudizio irreparabile.

Competenza

Se la domanda cautelare è proposta prima dell'inizio del giudizio di merito la competenza spetta in linea di principio, ex art. 669-ter c.p.c., al giudice competente per la controversia di merito.

Se invece la domanda è proposta in corso di causa va formulata al giudice assegnatario della stessa.

Contenuto del ricorso ante litem

Sebbene i provvedimenti d'urgenza ex art. 700 c.p.c. rientrino tra quelli c.d. a strumentalità attenuata, nel senso che l'efficacia degli stessi non è subordinata alla instaurazione del giudizio di merito, è costante in giurisprudenza il principio in forza del quale nel ricorso proposto ante causam devono essere adeguatamente evidenziati il petitum e la causa petendi dell'eventuale controversia di merito che sarà eventualmente incardinata dopo la fase cautelare.

Onere della prova

In conformità alle regole generali espresse dall'art. 2697 c.c. è il ricorrente a dover dimostrare la sussistenza dei presupposti per la concessione del provvedimento cautelare, ossia il fumus boni juris ed il periculum in mora.

Il provvedimento:

a) effetti

Le ordinanze emesse ai sensi dell'art. 700 c.p.c. restano efficaci, se pronunciate a seguito di un ricorso proposto ante litem, a prescindere dall'instaurazione del giudizio di merito.

Il provvedimento, tuttavia, non è idoneo a fare stato, con efficacia di giudicato, sul rapporto controverso che, salvo l'operare dei cc.dd. stabilizzatori di diritto sostanziale (prescrizione, decadenza) potrà essere messo in discussione in un successivo giudizio a cognizione piena.

b) regime

L'ordinanza, sia di diniego che di concessione della misura cautelare è assoggettata, ex art. 669-terdecies c.p.c., a reclamo proponibile entro il termine perentorio di quindici giorni dalla pronuncia in udienza ovvero dalla comunicazione o dalla notificazione se anteriore. Il reclamo, per le misure emesse come avviene di regola dal giudice monocratico del tribunale, si propone al collegio (del quale non può far parte il giudice che ha deciso sul ricorso). Il procedimento di reclamo si svolge nelle forme camerali ed è deciso con ordinanza.

Il provvedimento emanato a fronte del reclamo cautelare non è ulteriormente impugnabile. La Corte di cassazione ha infatti costantemente affermato che è inammissibile il ricorso straordinario ex art. 111, comma 7, Cost. per difetto del requisito di decisorietà.

4. Conclusioni

Le azioni costitutive si caratterizzano per la peculiare natura dell'accertamento giurisdizionale che sono volte ad ottenere secondo quanto previsto dall'art. 2908 c.c. per il quale una sentenza è “costitutiva” in quanto determina ex se una modificazione giuridica in attuazione dell'accertato diritto.

Gli effetti delle sentenze costitutive si producono solo con il passaggio in giudicato delle stesse: di qui l'estrema problematicità dell'ammissibilità dell'azione generale di cautela ex art. 700 c.p.c. strumentali ad una tutela di merito di natura costitutiva.

Di qui, in conformità all'orientamento tradizionale, le sentenze costitutive non sono suscettibili di tutela urgente poiché si andrebbe ad esercitare una funzione anticipatoria che comporta la costituzione immediata del rapporto giuridico che dovrebbe essere introdotto con la sentenza costitutiva (Trib. Salerno, II, 1° dicembre 2004).

Più di recente si riconosce, invece, che mediante il ricorso ex art. 700 c.p.c. possa essere almeno richiesta la soddisfazione degli obblighi consequenziali alla pronuncia costitutiva (Trib. Roma, VI, 13 gennaio 2017, in Ilprocessocivile.it 9 giugno 2017).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario