Cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale abusiva

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

La trascrizione delle domande giudiziali

Gli artt. 2652 e 2653 c.c. individuano una serie di domande giudiziali che, su iniziativa dell'attore, possono essere trascritte nei registri immobiliari.

La trascrizione ha la finalità di “prenotare”, attuando una pubblicità di carattere dichiarativo nei confronti dei terzi, gli effetti dell'accoglimento della domanda di merito, in quanto in detta ipotesi saranno irrilevanti per il soggetto che ha eseguito la trascrizione della domanda giudiziale eventuali atti di disposizione del bene successivi ad essa nonché ulteriori iscrizioni, trascrizioni e formalità pregiudizievoli (es. pignoramento).

La cancellazione della trascrizione

Il problema interpretativo deriva dal disposto dell'art. 2668, comma 1, c.c., per il quale la cancellazione della trascrizione delle domande giudiziali e delle relative annotazioni si esegue quando è concordemente consentita dalle parti interessate ovvero è ordinata giudizialmente con sentenza passata in giudicato.

In sostanza, come ha osservato acutamente la dottrina più autorevole, se l'attore ha la possibilità di trascrivere, senza la necessità di alcun previo vaglio giudiziale, ogni domanda astrattamente rientrante nel novero di quelle richiamate dagli artt. 2652 e 2653 c.c., il convenuto si trova a subire un vincolo di indisponibilità sui propri beni immobili che può venir meno, assente un accordo con la controparte, soltanto in forza di una sentenza passata in cosa giudicata (Proto Pisani, Lezioni di diritto processuale civile, Napoli, 2006, 613).

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Quale è il giudice competente ad accertare i danni ex art. 96 c.p.c. derivanti dalla trascrizione della domanda giudiziale?

Lo stesso giudice adito con la domanda trascritta

La competenza a conoscere della domanda di ristoro dei danni da responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., derivanti dalla trascrizione della domanda giudiziale, spetta in via esclusiva al giudice della domanda che si pretende non trascrivibile, cui compete, altresì, l'accertamento della legittimità, della ritualità e della fondatezza dell'attività processuale in relazione alla quale si pone la detta pretesa risarcitoria e, quindi, anche la pronunzia sulla richiesta di cancellazione della trascrizione posta a fondamento di siffatta pretesa (Trib. Padova, II, n. 520/2006, in Massimario della Giurisprudenza Civile Patavina 2009).

GIURISPRUDENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

L'impossibilità di cancellare con provvedimento d'urgenza la trascrizione delle domande giudiziali manifestamente infondate rientra nella discrezionalità del legislatore

Il Tribunale di Roma aveva recentemente sollevato questioni di legittimità costituzionale degli artt. 2652,2653 e 2668 del c.c., in riferimento agli artt. 3,24 e 42 della Costituzione, nella parte in cui non consentono al giudice di ordinare con provvedimento cautelare ex art. 700 del c.p.c. la cancellazione della trascrizione di una domanda giudiziale, nemmeno ove questa sia manifestamente infondata.

Nel decidere sulla predetta questione, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 143 del 2022, ha premesso che “il microsistema di pubblicità dichiarativa realizzato dagli artt. 2652,2653 e 2668 c.c., mediante la disciplina della trascrizione e della cancellazione delle domande giudiziali, porta a sintesi plurimi diritti individuali e interessi generali, tutti di rilievo costituzionale”.

Invero, l'effetto prenotativo della trascrizione della domanda è funzionale all'attuazione del principio di effettività della tutela giurisdizionale, quello per cui la durata del processo non può mai andare a detrimento dell'attore che ha ragione.

Inoltre, la trascrizione della domanda giudiziale tende anche — conformemente alla sua funzione tipica di pubblicità-notizia — a tutelare i terzi, per consentire loro di poter valutare la convenienza o meno del compimento di negozi giuridici con una delle parti litiganti.

In relazione a tale duplice finalità, nella richiamata decisione la Corte ha osservato che la trascrizione della domanda persegue questi obiettivi di tutela dell'attore e di certezza dei traffici, gravando la proprietà del convenuto di una formalità pregiudizievole che, quale riflesso negativo dell'effetto prenotativo, può limitare di fatto la commerciabilità del bene attinto, sì da rendere opportuno un meccanismo di pronta cancellazione, non appena la domanda trascritta si sia rivelata priva di fondamento.

La Corte Costituzionale ha anche ricordato che, a differenza di quanto accade in altri ordinamenti, che prevedono la delibazione giudiziale della domanda a trascriversi, nel nostro la trascrizione della domanda giudiziale corrisponde a un'iniziativa libera e unilaterale dell'attore, che non soggiace a controlli preventivi di natura sostanziale. Di qui, in assenza di un vaglio sostanziale ex ante, l'equilibrio tra la posizione dell'attore e quella del convenuto viene affidato dalla legge ad un rimedio ex post, di carattere risarcitorio, compendiato nella responsabilità processuale aggravata dell'attore trascrivente di cui all'art. 96, comma 2, c.p.c., laddove è stabilito che, quando accerta l'inesistenza del diritto per cui è stata trascritta la domanda, il giudice, su istanza della parte danneggiata, condanna al risarcimento dei danni l'attore «che ha agito senza la normale prudenza».

Nella stessa decisione la Corte ha riconosciuto che “tuttavia, la condanna per responsabilità aggravata dell'attore trascrivente può risultare in concreto mezzo inidoneo, o quantomeno insufficiente, e non soltanto per ragioni connesse alla solvibilità dell'attore stesso, ma anche perché, specie nei casi in cui la trascrizione ha insistito molto a lungo su un cespite di notevole importanza, il danno patito dal convenuto può essere nei fatti irreparabile”.

La Corte ha riconosciuto la sussistenza di una “tensione irrisolta fra i valori coinvolti” e una incoerenza interna del sistema processuale che, sin dalla riforma del 1990, con il riconoscimento dell'efficacia esecutiva della sentenza di primo grado, segue una chiara tendenza «a svincolare la decisione concreta della lite dalla necessità dell'accertamento con il “crisma” del giudicato sostanziale» (Corte Cost., sent. n. 212/2020). In sostanza, se per la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale, in assenza di accordo tra le parti, anche ove essa risulti manifestamente infondata, occorre attendere la sentenza di rigetto passata in giudicato, la normativa generale sul processo civile attribuisce effetti sempre più incisivo alla sentenza in sé, «anche non passata in giudicato.

Tuttavia, la Corte ha ritenuto che le soluzioni idonee alla reductio ad legitimitatem del sistema siano plurime, nessuna costituzionalmente obbligata, di talché la scelta di rimodellare l'architettura complessiva del microsistema pubblicitari non può che essere demandata al legislatore.

Quanto alla più specifica questione in esame, la stessa sentenza n. 143 del 2022 della Corte Costituzionale ha riconosciuto che sicuramente l'attribuzione al giudice del potere di ordinare la cancellazione della trascrizione della domanda con un provvedimento d'urgenza darebbe al convenuto la possibilità di un'immediata reazione difensiva avverso una trascrizione che reputa ingiusta. L'attribuzione al giudice di tale potere, peraltro, “comporterebbe un rischio elevato per il diritto di tutela giurisdizionale dell'attore, il quale potrebbe perdere l'effetto prenotativo della trascrizione sulla base di una cognizione sommaria e, quand'anche potesse trascrivere nuovamente la medesima domanda in conseguenza dell'esito favorevole del reclamo al collegio o del giudizio di merito, quell'effetto recupererebbe solo ex nunc, soccombendo quindi nei confronti di terzi che avessero trascritto o iscritto sullo stesso bene medio tempore”.

ORIENTAMENTI DI MERITO

Orientamento prevalente

È inammissibile il ricorso ex art. 700 c.p.c. volto ad ottenere la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale

Anche prima dell'intervento della Corte Costituzionale, nella giurisprudenza di merito è stato espresso in via assolutamente dominante l'orientamento per il quale è inammissibile il ricorso d'urgenza ex art. 700 c.p.c. volto ad ottenere la cancellazione della trascrizione abusiva di una domanda giudiziale richiedendo a tal fine, l'art. 2668 c.c. una sentenza passata in giudicato e caratterizzandosi i provvedimenti d'urgenza per la provvisorietà e strumentalità mentre la misura cautelare in tale ipotesi, ove concessa, assumerebbe carattere di sostanziale definitività (Trib. Milano, II, 13 gennaio 2011, in Giur. merito, 2011, n. 4, 1017).

Nell'indicata prospettiva si è ad esempio ritenuto che nell'ipotesi di avvenuta trascrizione di domanda giudiziale di risoluzione del contratto, non ne può essere chiesta la cancellazione con provvedimento d'urgenza in quanto potendo essere disposta la cancellazione solo se voluta dalle parti interessate ovvero ordinata dal giudice con sentenza passata in giudicato, contrasterebbe innanzitutto con la natura propria della cancellazione, inoltre determinerebbe una irreversibilità incompatibile con la natura interinale del provvedimento cautelare, cioè l'inopponibilità alle domande successivamente accolte dei terzi che abbiano trascritto il proprio titolo di acquisto dopo la cancellazione (Trib. Torino, III, 1° marzo 2007).

Sempre nel senso dell'inammissibilità di un ricorso d'urgenza volto ad ottenere la cancellazione della trascrizione di una domanda giudiziale v., tra le altre, Trib. Salerno, 19 gennaio 2005; Trib. La Spezia, 26 agosto 2004, in Giur. it., 2005, 1482, con nota di Barale; Trib. Torino, 10 dicembre 2003, in Giur. Merito, 2004, 671; Trib. Modena, 11 giugno 1999, in Giur. it., 2000, 1645, con nota critica di Canavese.

È ammissibile il ricorso d'urgenza volto ad ottenere la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale abusiva

Secondo una tesi minoritaria — è che peraltro appare ormai smentita dalle argomentazioni sottese alla recentissima sentenza n. 243 del 2022 della Corte Cost. — dovrebbero invece ritenersi ammissibili anche i ricorsi d'urgenza tesi ad ottenere la cancellazione della trascrizione di domande giudiziali palesemente infondate, sebbene in astratto rientranti tra quelle contemplate dagli artt. 2652 e 2653 c.c. (v., tra le altre, Trib. Foggia, 23 febbraio 2009, in Foro it., 2009, I, 1921; Trib. Milano, 30 settembre 2002, in Giur. Merito, 2002, 435; Trib. Roma, 19 settembre 1995, in Riv. dir. proc., 1997, II, 1239, con nota di Picozza).

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Il ricorso d'urgenza è un rimedio di carattere residuale che consente, in assenza di altri strumenti di tutela cautelare che consentano di ottenere in concreto il medesimo grado di tutela per una determinata situazione giuridica soggettiva, di richiedere ed ottenere l'emanazione di provvedimenti atipici nel loro contenuto.

È però a tal fine necessario, oltre al fumus boni juris, un periculum in mora particolarmente rigoroso, ossia quello di un pregiudizio imminente ed irreparabile.

La tutela in via d'urgenza dei diritti di credito è dunque possibile, potendo in altre ipotesi il relativo pregiudizio trovare adeguato rimedio ex post con il risarcimento ottenuto al termine del giudizio di merito, quando per il soggetto ricorrente la mancata concessione della misura cautelare potrebbe in ipotesi avere riflessi su beni e/o situazioni di carattere non patrimoniale di per sé suscettibili di subire un pregiudizio irreparabile.

Competenza

Se la domanda cautelare è proposta prima dell'inizio del giudizio di merito la competenza spetta in linea di principio, ex art. 669-ter c.p.c., al giudice competente per la controversia di merito.

Se invece la domanda è proposta in corso di causa va formulata al giudice assegnatario della stessa.

Contenuto del ricorso ante litem

Sebbene i provvedimenti d'urgenza ex art. 700 c.p.c. rientrino tra quelli c.d. a strumentalità attenuata, nel senso che l'efficacia degli stessi non è subordinata alla instaurazione del giudizio di merito, è costante in giurisprudenza il principio in forza del quale nel ricorso proposto ante causam devono essere adeguatamente evidenziati il petitum e la causa petendi dell'eventuale controversia di merito che sarà eventualmente incardinata dopo la fase cautelare. Si segnala tuttavia nella recente elaborazione di merito la posizione meno rigorosa espressa da Tribunale Torino Sez. spec. Impresa, 22/02/2023, in Foro it., 2023, I, 916, per la quale non è necessario che il ricorso per provvedimenti d'urgenza ante causam indichi specificamente le domande dell'instaurando giudizio di merito, quando esse o il diritto fatto valere possono essere ricavati senza margini di equivoco dall'istanza cautelare). 

Onere della prova

In conformità alle regole generali espresse dall'art. 2697 c.c. è il ricorrente a dover dimostrare la sussistenza dei presupposti per la concessione del provvedimento cautelare, ossia il fumus boni juris ed il periculum in mora.

Il provvedimento:

a) effetti

Le ordinanze emesse ai sensi dell'art. 700 c.p.c. restano efficaci, se pronunciate a seguito di un ricorso proposto ante litem, a prescindere dall'instaurazione del giudizio di merito.

Il provvedimento, tuttavia, non è idoneo a fare stato, con efficacia di giudicato, sul rapporto controverso che, salvo l'operare dei cc.dd. stabilizzatori di diritto sostanziale (prescrizione, decadenza) potrà essere messo in discussione in un successivo giudizio a cognizione piena.

b) regime

L'ordinanza, sia di diniego che di concessione della misura cautelare è assoggettata, ex art. 669-terdecies c.p.c., a reclamo proponibile entro il termine perentorio di quindici giorni dalla pronuncia in udienza ovvero dalla comunicazione o dalla notificazione se anteriore. Il reclamo, per le misure emesse come avviene di regola dal giudice monocratico del tribunale, si propone al collegio (del quale non può far parte il giudice che ha deciso sul ricorso). Il procedimento di reclamo si svolge nelle forme camerali ed è deciso con ordinanza.

Il provvedimento emanato a fronte del reclamo cautelare non è ulteriormente impugnabile. La Corte di cassazione ha infatti costantemente affermato che è inammissibile il ricorso straordinario ex art. 111, comma 7, Cost. per difetto del requisito di decisorietà.

4. Conclusioni

Gli artt. 2652 e 2653 c.c. elencano alcune domande giudiziali che, su iniziativa dell'attore, non sottoposta ad alcun vaglio preventivo, possono essere trascritte nei registri immobiliari.

La trascrizione delle domande giudiziali ha, come ricordato anche dalla recentissima sentenza n. 143 del 2022 della Corte Costituzionale, un duplice effetto: quello prenotativo della trascrizione della domanda, funzionale all'attuazione del principio di effettività della tutela giurisdizionale, quello per cui la durata del processo non può mai andare a detrimento dell'attore che ha ragione; quello di tutelare i terzi, per consentire loro di poter valutare la convenienza o meno del compimento di negozi giuridici con una delle parti litiganti.

A fronte di tali finalità l'art. 2668 c.c. prevede che, se non vi è accordo tra le parti, la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale può avvenire solo con sentenza passata in giudicato.

La giurisprudenza di merito si è interrogata se, nondimeno, il giudice potesse ordinare in via d'urgenza, onde evitare un pregiudizio irreparabile al convenuto nelle more del passaggio in giudicato della decisione di merito, la cancellazione delle domande giudiziali formalmente corrispondenti a quelle trascrivibili, ma manifestamente infondate o addirittura emulative.

La risposta è stata prevalentemente dell'inammissibilità, anche in questa ipotesi, della tutela in via d'urgenza.

Tale impostazione sembra essere stata corroborata, almeno in attesa di un auspicabile intervento di sistema del legislatore nell'esercizio della sua ampia discrezionalità, dalla sentenza n. 143 del 2022 investita dal Tribunale ordinario di Roma della relativa questione di legittimità costituzionale dell'art. 2668 c.c.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario