La notifica alla P. A. presso un indirizzo PEC sbagliato è nulla

Redazione scientifica
19 Dicembre 2022

Le notifiche nei confronti delle pubbliche amministrazioni devono avvenire presso gli indirizzi PEC indicati dalla normativa di riferimento individuata ratione temporis per cui, tutte quelle avvenute presso un indirizzo diverso, ancorché risultante dai registri INI-PEC, sono nulle.

Nel procedimento in oggetto, la Corte d'Appello di Lecce aveva respinto il gravame presentato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, nonché dall'Ispettorato territoriale del Lavoro, dichiarandone la contumacia e annullando l'ingiunzione di pagamento per violazioni amministrative emessa nei confronti della controparte.

La lamentata illegittimità della dichiarazione di contumacia si basava sulla circostanza per cui la notifica telematica del ricorso e del decreto di fissazione della prima udienza era stata eseguita presso un indirizzo PEC non risultante dai pubblici elenchi, benché tratto dall'Indice nazionale INI-PEC, ma diverso da quello risultante nel Registro generale degli indirizzi PEC gestito dal Ministero della Giustizia (REGINDE).

Proprio a causa di tale errata notifica, il Ministero lamentava di aver avuto conoscenza del giudizio di opposizione unicamente tramite l'istanza con cui controparte chiedeva la cancellazione del ruolo e della cartella esattoriale.

La Corte territoriale, ricollegandosi a un orientamento giurisprudenziale della stessa Cassazione (Cass. n. 3093/2020; Cass. n. 13224/2018; Cass. n. 11574/2018) ritiene che tale errata notifica non sia però sufficiente a escludere la conoscenza del procedimento da parte del Ministero, in quanto il ricorso risulta in ogni caso pervenuto all' Ispettorato territoriale del Lavoro, mettendo la parte nelle condizioni oggettive di apprendere l'effettivo stato del processo.

La Corte di Cassazione ritiene fondato il motivo del ricorso, alla luce di quanto stabilito dall' art. 16-ter del d.l. n. 179 del 2012 (conv. con modif. dalla l. n. 221 del 2012) che, fino alle modifiche intervenute nel 2020 (art. 28 del d.l. 16 luglio 2020, n. 76, conv. con modif. nella l. 11 settembre 2020, n. 120) e atteso che la notificazione in contestazione è stata eseguita nel settembre 2018, stabilisce come gli indirizzi di destinazione per la posta elettronica certificata delle pubbliche amministrazioni debbano essere individuati nel registro generale degli indirizzi di cui art. 7 d.m. n. 44 del 2021 (ReGIndE) ovvero nel registro delle stesse pubbliche amministrazioni (art. 16, comma 12, del d.l. n. 179 del 2012).

Il riferimento all'Indice nazionale INI-PEC risulta, invece, incongruo, dal momento che, secondo la normativa ratione temporis applicabile, tale elenco funge da riferimento per gli indirizzi PEC costituiti presso il registro delle imprese o gli ordini o collegi professionali.

Da ciò deriva la nullità della notifica eseguita, ai sensi degli artt. 3-bis e 11 della l. n. 53 del 1994 e la conseguente illegittimità della dichiarazione di contumacia.

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