Il contratto soggetto a forma scritta ad substantiam ma privo di data certa è inopponibile al fallimento
21 Dicembre 2022
Una banca chiedeva l'ammissione al passivo del Fallimento di una s.p.a. per due crediti derivanti da scoperto di conto corrente e finanziamento chirografario. Il Giudice delegato respingeva però la domanda per la mancanza dei contratti, l'assenza degli estratti conto e il difetto di prova dell'erogazione del finanziamento. La decisione è stata ribaltata dal Tribunale in sede di opposizione che ha dato atto dell'effettiva produzione della suddetta documentazione. Il Fallimento ha proposto ricorso in Cassazione. Il ricorso è fondato nei limiti in cui deduce l'erronea valutazione dei mezzi di prova e l'utilizzazione, ai fini della decisione, di documenti privi di data certa anteriore al fallimento. Il Tribunale infatti, pur riconoscendo la carenza di data certa anteriore al fallimento della documentazione prodotta, non avrebbe da ciò tratto le debite conseguenze, ma anzi avrebbe comunque ammesso al passivo la banca creditrice. La Cassazione sottolinea invece che «l'inopponibilità di cui all'art. 2704 c.c., che non riguarda il negozio, ma la data della scrittura e che non attiene all'efficacia dell'atto, ma alla prova di esso che si intende dare a mezzo del documento, implica che il negozio e la sua stipulazione in data anteriore al fallimento possono essere oggetto di prova, prescindendo dal documento, con tutti gli altri mezzi consentiti dall'ordinamento, salve le limitazioni derivanti dalla natura e dall'oggetto del negozio stesso; in conseguenza, ove il contratto sia soggetto alla forma scritta ad substantiam, l'assenza di data certa della scrittura privata che documenta il contratto implica che il creditore non possa far valere nei confronti del fallimento alcun diritto di credito che si fondi sul detto titolo negoziale». Il ricorso viene dunque accolto con l'annullamento della pronuncia impugnata e il rinvio della causa al Tribunale.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it |