Codice di Procedura Civile art. 838 ter - Disciplina inderogabile del procedimento arbitrale 1

Mauro Di Marzio

Disciplina inderogabile del procedimento arbitrale1

[I]. La domanda di arbitrato proposta dalla società o in suo confronto è depositata presso il registro delle imprese ed è accessibile ai soci.

[II]. Nel procedimento arbitrale promosso a seguito della clausola compromissoria di cui all'articolo 838-bis, l'intervento di terzi a norma dell'articolo 105 nonché l'intervento di altri soci a norma degli articoli 106 e 107 è ammesso fino alla prima udienza di trattazione. Si applica l'articolo 820, quarto comma.

[III]. Le statuizioni del lodo sono vincolanti per la società.

[IV]. Salvo quanto previsto dall'articolo 818, in caso di devoluzione in arbitrato di controversie aventi ad oggetto la validità di delibere assembleari, agli arbitri compete il potere di disporre, con ordinanza reclamabile ai sensi dell'articolo 818-bis, la sospensione dell'efficacia della delibera.

[V]. I dispositivi dell'ordinanza di sospensione e del lodo che decide sull'impugnazione devono essere iscritti, a cura degli amministratori, nel registro delle imprese.

[1] Articolo inserito dall'art. 3, comma 55, del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

La disposizione detta la disciplina «inderogabile» cui deve conformarsi il procedimento di arbitrato societario, ma non esaurisce la disciplina del processuale di esso, sicché per gli aspetti non disciplinati va fatta applicazione nei limiti della compatibilità della normativa generale dettata dal codice di rito. In particolare, la domanda di arbitrato va depositata presso il registro delle imprese e le statuizioni del lodo sono vincolanti per la società. È poi prevista, come indicato dalla legge delega, la reclamabilità dei provvedimenti degli arbitri di sospensiva dell'efficacia delle delibere assembleari. Anche i dispositivi dell'ordinanza di sospensione e del lodo che decide sull'impugnazione devono essere iscritti, a cura degli amministratori, nel registro delle imprese.

Quanto all'intervento del terzo nel giudizio arbitrale pendente, la disciplina recata dal previgente art. 35 d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 5, ha precorso la regolamentazione della materia in ambito arbitrale con l'introduzione dell'art. 816 quinquies c.p.c., che ha previsto la possibilità di estendere il contraddittorio ad estranei al rapporto processuale originario, ma vincolati alla convenzione di arbitrato. Peraltro, l'intervento nell'arbitrato di diritto comune esige non solo l'accordo del terzo e delle parti, ma anche il consenso degli arbitri. Sulla scia della precedente disposizione, la norma in commento ammetta l'intervento volontario ex art. 105 c.p.c. e l'intervento su istanza di parte o per provvedimento del giudicante exartt. 106 e 107 c.p.c., con l'unico limite preclusivo costituito dalla «prima udienza di trattazione» (l'intervento volontario nel processo ordinario è possibile «sino al momento in cui il giudice fissa l'udienza di rimessione della causa in decisione», ex art. 268, comma 1). Si rinvia al commento  sub art. 838-bis.

In relazione alla norma previgente si è detto che l'art. 34 citato prescrive inderogabilmente che il potere di nomina degli arbitri sia conferito ad un terzo, mentre nulla dice quanto al modo d'instaurazione del procedimento; è indubbio, tuttavia, che sia necessaria la proposizione di una domanda, che identifichi gli estremi oggettivi e soggettivi del rapporto arbitrale, prevedendo il successivo art. 35 l'iscrizione di tale domanda nel registro delle imprese; ne consegue che nel cosiddetto arbitrato societario la domanda diretta alla controparte si distingue nettamente dall'istanza per la nomina degli arbitri, senza che vi sia quindi necessaria contestualità tra questi due atti, né che tale istanza debba essere notificata a controparte, muovendo la prescrizione dell'art. 810 c.p.c. dal diverso presupposto della naturale contestualità tra domanda di arbitrato ed attivazione del procedimento di nomina degli arbitri (Cass. n. 2400/2012).

Bibliografia

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